Stamani, Mario Pirillo, l’assessore all’Agricoltura della Regione Calabria, ha incontrato presso il Polifunzionale di San Giovanni in Fiore (Cs) diverse centinaia di operai idraulico-forestali, convocati la sera precedente per riferite ragioni lavorative e con la rassicurazione del pagamento della giornata. Con grande sorpresa, accompagnato da due dirigenti dell’Afor (l’agenzia che si occupa dei forestali calabresi), invece che discutere dei problemi del comparto, Pirillo ha tenuto un comizio elettorale con tanto di manifesti e slogan. Nel suo discorso l’assessore regionale, candidato al Parlamento europeo nelle liste del Pd, ha ricordato la recente stabilizzazione degli operai idraulico-forestali, imputandola alla sua azione amministrativa. Questi operai erano impiegati per sei mesi e ricevevano l’indennità di disoccupazione, confermati di anno in anno. Al termine dell’intervento di Pirillo, venuto “in veste di assessore regionale” secondo una dirigente Afor presente all’incontro, sono state consegnate delle buste ad ogni operaio, contenenti il facsimile della scheda elettorale con il nome di Mario Pirillo. L’amministratore ha parlato per trentacinque minuti, raccomandando agli operai di votarlo, per continuare il percorso già intrapreso con la loro stabilizzazione. Pirillo ha chiesto voti anche per Mario Oliverio, candidato del Pd alla presidenza della Provincia di Cosenza. Inoltre ha significato che i fondi europei sono stati determinanti per la stabilizzazione degli operai e che dal 2014 l’Unione europea dovrà provvedere alla Calabria con un’altra programmazione, dato che quella attuale termina nel 2013. Ha quindi evidenziato l’importanza di essere eletto per poter incidere in questo senso. Il discorso di Pirillo è stato preceduto da un’introduzione di una dirigente regionale.
La Voce di Fiore, laboratorio culturale antimafia, condanna questa iniziativa, ritenendola una gravissima violazione della democrazia, e invita la politica e i gruppi antimafia a pronunciarsi rispetto al fatto.
F.to La Voce di Fiore
San Giovanni in Fiore: In un luogo, in una regione, in una parte della nazione dove siamo ancora lontanissimi, purtroppo, dalle belle speranze del filosofo del virtuale, Pierre Lévy, la discussione e la partecipazione di più intelligenze connesse, molto care a Derrick De Kerkowe, potrebbero essere il motore propulsore di una nuova e più vera democrazia. Un organo di informazione on line potrebbe contribuire a far diventare più reali quelle speranze e “La Voce di Fiore”, nell’arco di tempo in cui sta operando, ci sta provando. Le “voci” nella rete dovrebbero fare connessione tra le intelligenze che a loro volta qualificherebbero la forza e la velocità dell’informazione sul web. Ad esempio questa vicenda di palesi abusi elettorali a noi ipotetici cittadini di una ipotetica e speriamo non lontana società culturalmente preparata ci è giunto quasi in tempo reale. Infatti i “fatti”, i “fatti buoni”, e i “fattacci” li possiamo apprendere subito, se qualcuno scrive a proposito. Il sottoscritto bene o male integrato o meno, mi guadagno onestamente da vivere svolgendo la mansione di operaio idraulico forestale nell’ex fondo sollievo dal ’96, anno in cui, attraverso i tanti lati oscuri della vicenda da me stesso raccontati nell’allora testata locale “La Città e il Cittadino” di quel periodo, iniziai a svolgere a tempo molto determinato (51gg.) questo tipo di attività lavorativa. I lati oscuri, purtroppo sono continuati negli anni a seguire e continuano a persistere a tutt’oggi. Quelli semplicemente più eclatanti sono legati alla ex gestione Comunale, alla ex gestione SCARL e all’attualissima gestione Afor, con sindacati spaesati e spiazzati dal continuo spostamento delle deleghe di adesione degli operai e dalla nascita e rinascita di vecchie sigle e nuove sedi. Con la guerra all’accaparramento di neo iscritti, ho visto crescere l’astio, il cattivo esempio e le improvvisate organizzazioni senza criterio del settore. Scriteriando a “destra” e a “manca” si continuano ad alimentare polemiche a proposito di qualifiche, livelli e mansioni. Ad inquinare le acque gia torbide ci pensano da una parte i pesci piccoli: omertosi, leccaculi, arrampicatori che “puzzandogli” il lavoro onesto di operaio, tentano fantomatiche carriere, pensando che occupando posizioni più alte nella scala del potere, possano accrescere di prestigio e dunque, secondo la loro ottica distorta, illudersi che bastino tali scalate per diventare persone più “per bene”. Dall’altra parte pesci di stazza più grossa, squali. L’ex fondo sollievo è un deposito di voti, è stato accennato a ragione anche nel testo “la società sparente” della quale come promesso in un mio precedente intervento, dovrò esporne , a mio parere , gli spunti più interessanti. Dicevo, un deposito di voti, malamente utilizzato dagli stessi proprietari cioè dai lavoratori medesimi ed invece ben usato dai “marpioni” politici di turno ai limiti della legalità per non dire nei limiti della mafiosità. La “Voce di Fiore” on line si propone come un laboratorio pro-culturale ed apertamente antimafioso, e fa benissimo a connotare il termine mafia all’interno di una inclusione a 360 gradi di tutte le sue sfumature. Anche gli abusi elettorali rientrano in queste.
Saluti, Franco Spina: operaio, laurea in Filosofia.
Un parolaio che lavora ! SINGOLARE !!
Tanti saluti e con molta stima
[...] La Procura generale di Catanzaro, dopo aver avocato al pm Luigi De Magistris l’indagine Why Not, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’assessore regionale Mario Pirillo, e di un centinaio di suoi coindagati, per reati che,a seconda dei casi, vanno dall’abuso d’ufficio al peculato, per arrivare sino alla truffa aggravata. Pirillo, e altri assessori, avrebbero violato la legge affidando a una società riconducibile al locale leader della Compagnia delle Opere, Antonio Saladino, il compito di combattere il virus della “tristezza degli agrumi”. Un affare che avrebbe procurato a Saladino 1,6milioni di euro, frutto del «corrispettivo previsto nelle convenzioni illecitamente stipulate».
Questi non li votiamo - Il corsaro rosso
http://ilcorsarorosso.wordpress.com/2009/05/18/questi-non-li-votiamo/
Voto di scambio e ricatto occupazionale
A volte si tratta di vere e proprie somme di denaro di piccola entità, specialmente per le elezioni minori (comunali o provinciali). Più spesso si tratta di favori meno palesi da individuare. Da quando, ad esempio, esistono leggi che permettono contratti di lavoro di tipo flessibile (a tempo o collaborazione), chi ha il potere di offrire lavoro, cioé imprenditori o anche amministratori al potere desiderosi di ricevere la conferma del loro mandato, usano assumere, anche poco prima delle elezioni, ingenti numeri di giovani con contratti precari, così da forzarli al voto per loro in cambio della conferma del lavoro. Questo ovviamente poteva accadere anche in passato da parte di chi opera nel nero ed è molto più frequente in realtà di forte disoccupazione, per lo più al sud. In questo caso il "voto di scambio" è legato a un più generale ricatto occupazionale che permette, grazie alla disoccupazione, di acquisire grandi poteri sulla pelle, e grazie a volte alla complicità, di chi ha bisogno.