di Antonio Garro
Doccia fredda, anzi gelida, per l’Amministrazione provinciale. Una sentenza del Tar annulla la graduatoria relativa al concorso per la copertura, nell’organico dell’ente, di un posto di avvocato, riconoscendo, sul piano pratico, come non valida la proclamazione del vincitore e l’eventuale contratto di lavoro con esso stipulato. Cose che possono capitare, anche se succedono di rado. L’aspetto sensazionale - da qui il clamore suscitato dalla sentenza - è però che, nel caso specifico, in testa alla graduatoria, a suo tempo stilata dalla commissione giudicatrice, figura Lorenzo Catizone, da tempo stretto collaboratore di Mario Oliverio, presidente della Provincia, che per effetto di questo concorso passava da "consulente" a "dipendente a tempo indeterminato"; e che questo primo classificato è fratello dell’ex sindaco del capoluogo, Eva Catizone, oggi dirigente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. Il fatto: accogliendo il ricorso di uno dei concorrenti, l’avvocato Francesca Lo Feudo, il Tribunale amministrativo della Calabria (presidente Vincenzo Fiorentino, consigliere Daniele Burzichelli, Antonio Andolfi referendario estensore) ha disposto l’annullamento dell’atto con il quale è stata acquisito l’esito conclusivo del concorso, ritenendo che «il dirigente responsabile del procedimento, cui spetta l’approvazione della graduatoria concorsuale, debba essere persona diversa dai funzionarri componenti la commissione esaminatrice». Un secondo motivo di accoglimento del ricorso della ricorrente, esclusa dalle prove orali per non aver superato quelle scritte, è rappresentato - si legge nella sentenza - dall’«eccesso di potere (esercitato dalla commissione, ndr) nella valutazione degli elaborati delle prove scritte, in quanto sussistono macroscopiche abnormità nella valutazione positiva degli elaborati di altri candidati, contenenti gravi errori di ortografia e grammatica». Il concorso era stato indetto dalla Provincia, a quanto pare, nel 2004, ma è stato espletato solo la scorsa estate. Gli ammessi, una dozzina, avevano ricevuto la convocazione per le prove - svoltesi poi all’istituto tecnico commerciale "Cosentino" nel mese di settembre - in pieno periodo ferragostano. In particolare, stante l’«eccesso di potere nella valutazione degli elaborati» rilevata dalla sentenza, il Tar ha disposto che - se ritiene - la Provincia non deve necessariamente mandare al macero tutta la procedura, ma essa può ripartire dalle prove scritte, affidandone però la rivalutazione a «una commissione in diversa composizione, con le necessarie garanzie di anonimato degli elaborati dei concorrenti». Intanto, però, l’ente di piazza 15 Marzo è stato condannato al pagamento delle spese processuali.
Fonte: Gazzetta del Sud on-line
Probabilmente a qualche giornale o a qualche esponente politico, sta molto scomoda la trasparenza con cui opera l’amministrazione provinciale, e cerca in qualsiasi modo di creare confusione nei lettori e negli elettori.
CONCORSO DI AVVOCATO: LE PRECISAZIONI DELLA PROVINCIA SU ALCUNI ARTICOLI DI STAMPA In relazione alle notizie pubblicate su alcuni quotidiani locali, inerenti il Concorso di avvocato, l’Ufficio Stampa della Provincia di Cosenza precisa quanto segue: “Non è assolutamente vera la notizia secondo cui il suddetto concorso sarebbe stato annullato dal Tar Calabria. E’ vero, infatti, che il Tar si è limitato ad accogliere il ricorso prodotto limitatamente alla richiesta di esclusione dell’unica ricorrente dalle prove orali e dalla conseguente approvazione della graduatoria di merito. Il Tar ha ritenuto “infondati, invece, gli altri motivi dedotti avverso gli atti della procedura concorsuale”, ritenendo tra l’altro la Commissione legittimamente formata, contrariamente a quanto riportato in alcuni articoli di stampa. Gli elaborati dei concorrenti, infine, previo assenso degli interessati, possono essere visionati direttamente da chiunque e pubblicati addirittura integralmente sugli organi di stampa affinché ogni cittadino possa farsi la propria idea e dare un giudizio ed una valutazione oggettiva degli stessi elaborati, anche a tutela della dignità e della professionalità degli stessi concorrenti Ciò al fine di meglio comprendere che anche questa circostanza è stata utilizzata al solo scopo di creare confusione e discredito intorno ad un’Amministrazione provinciale che si è sempre distinta per massima trasparenza e legalità”.
U lupaccju ancora si ll’abbrazza allu Garofalu...si se stassi citu fuossi miegliu!
Hiiì lupu!
Questo è un articolo di quasi tre anni fa...Garofalo è "culu e cammisa" con Mario Oliverio.
http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=3649