ITALIA, 2008. Stato, Chiesa cattolico-romana, e "latinorum"....

GLI "AZZECCAGARBUGLI" DELLA CORTE D’APPELLO DI FIRENZE E LA COSTITUZIONE. Il diritto a sposarsi delle persone non e’ fra i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti, non essendo inserito nella prima parte della Carta repubblicana. Un comunicato del Centro Studi Teologici di Milano - a cura di Federico La Sala

giovedì 3 luglio 2008.
 

LA CORTE MEDICEA O DI INGIUSTIZIA?!

NOTIZIA DA FIRENZE:

Firenze, 1 lug. - ADNKRONOS - La corte d’appello di Firenze ha respinto il ricorso presentato da Matteo Pegoraro e Francesco Piomboni, la coppia omosessuale che aveva chiesto di potersi sposare civilmente. Il tribunale d’appello ha rilevato che il diritto a sposarsi non e’ fra i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti, non essendo inserito nella prima parte della Carta repubblicana.

Il tribunale di Firenze, nell’autunno scorso, aveva gia’ rigettato in primo grado il ricorso presentato dai due dopo che, nel marzo 2007, il Comune di Firenze aveva respinto la loro richiesta di pubblicazioni di nozze.

-  Questo il lancio dell’Agenzia ADNKRONOS al quale rispondiamo così:

-  Comunicato Stampa

-  CENTRO STUDI TEOLOGICI DI MILANO

-  CHIESA ANTICA CATTOLICA E APOSTOLICA

-  Diocesi di Milano - Monza

Comunicato Stampa

Milano , 2 Luglio 2008 -

"Il diritto a sposarsi non e’ fra i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti" questa la motivazione dei Giudici della Corte di Appello di Firenze in merito alla richiesta dei due giovani omosessuali.

I signori Giudici hanno risposto telegraficamente, facendo intendere che il matrimonio (o una unione equivalente) non rientra nei diritti fondamentali: dunque non sono nemmeno compresi nella prima parte della nostra Costituzione.

E’ singolare questo circolo vizioso definito dai Giudici, una sorta di cane che si morde la coda, poichè va proprio paradossalmente a negare il fondamento stesso della Costituzione, in quanto all’art. 3 ci dice che i cittadini sono uguali di fronte alla legge e hanno pari diritti.

Se il matrimonio non è un diritto fondamentale, perchè allora alcuni ne godono e altri no?

E’ fondamentale solo per alcuni il diritto?

Dunque delle due l’una, o il matrimonio anche eterosessuale non è un diritto fondamentale, e quindi non si capisce perchè vietarlo agli omosessuali, i quali non attentano ad un diritto fondamentale altrui che non esiste, oppure se è fondamentale, perchè escludere i gay e le lesbiche, che sono cittadini italiani ad ogni effetto, violando l’art. 3 della Costituzione?

Ridursi a sottolineare che nella prima parte della Costituzione il matrimonio non è compreso come diritto fondamentale (cosa del resto corrispondente al vero materialmente e scritturalmente parlando) non è come sancire che tutto quanto ne discende, cioè il Codice Civile, con il suo Diritto di Famiglia, riformato nel 1974, non ha fondamento forte in lege , ma soltanto in re, privato come si trova dalla esclusione dalla tutela costituzionale?

Oppure è questa una lettura miope e riduzionistica, in una parola partorita da un’esegesi contraddittoria allo spirito stesso non tanto del costituente di allora che in quel contesto non poteva far di più nè immaginarlo, quanto dello sviluppo armonioso e coerente del pensiero costituzionale, e quindi della sua moderna ermeneutica (applicazione pratica al vivere civile delle persone)?

E’ chiaro che venendo noi a sapere da Firenze, anzi dalla Corte di Appello di Firenze che il matrimonio , cioè la possibilità in diritto di costituire una unione, una famiglia, dalla quale discendono doveri e diritti, di fronte allo Stato e alla Società, non fa’ parte dei diritti umani fondamentali (come ad esempio il diritto a vivere, all’incolumità della vita, e il diritto a lavorare o ad essere curati se malati...) bensì forse solo a quello della facoltà di pattuire contratti tra due parti, di tipo matrimoniale, come era in antichità, oppure fa’ parte delle consuetudini sociali, tramandate per tradizione, senza radicamento e aggancio nella Costituzione fondamentale di uno Stato (questo non si palesa dalla succitata sentenza, riportata in sintesi dall’agenzia),
-  tutto il discorso della legge naturale che la Chiesa Cattolica proclama contro le unioni gay e lesbiche, viene a cadere, poichè ciò che non è fondato nella natura non lo è neppure nel diritto, dato che non è lo Stato che può decidere cosa è diritto fondamentale previamente al diritto naturale.
-  (Si cfr.: Nota ai politici sui progetti di legge a favore delle coppie omosessuali della Congregazione per la Dottrina della Fede, dal titolo: CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI DI RICONOSCIMENTO LEGALE DELLE UNIONI TRA PERSONE OMOSESSUALI del 2003)

L’interpretazione della Corte di Appello è in sostanza una costatazione semplice, che non dice nient’altro che un fatto, relativo al collocamento del matrimonio dentro una organizzazione costituzionale, (prima parte e seconda parte) ma di fronte alla vita di persone viventi, che sono in carne ed ossa ciò che una Costituzione degna di questo nome dovrebbe avere a cuore e tutelare come pure promuovere (art. 2 della stessa) non sa far altro che abdicare, anche in sede giurisprudenziale (forse più per prudenza appunto che per vero amore della giustizia, che è prima di tutto distributiva, cioè di equità, l’antico unicuique suum) al suo mandato.

Ci tornano alla mente le parole severe di Cristo di fronte ai Maestri della Legge di allora:

-  "Voi che pagate la decima della menta e del cumino, ma tralasciate le cose più gravi della legge: la giustizia, la comprensione (misericordia) e la sincerità (apertura di cuore). Bisognava praticare queste senza omettere quelle .... Voi che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!" (Evangelo di Matteo , cap.23 - vv. 23-24 )

Ci si ferma alla lettera, al codice, alle letture formali, alle letture asettiche e impersonali, e lo spirito e la sostanza della carta costituzionale insieme con i diritti delle persone vengono, de facto ed in diritto, trattati meno di niente.

Oportet illud facere et alia non omittere!

Questo il nostro comandamento principe.

-  COMITATO DIRETTIVO dei TEOLOGI
-  del CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO

-  + Mons. Giovanni Climaco Mapelli

-Vescovo

-  CENTRO ECUMENICO

-Milano

-  tel 339.5280021

-  02.95310741 fax

-  www.centrostuditeologici.too.it

* Chiesa di tradizione e successione apostolica autentica risalente all’Apostolo San Pietro nel 35 d.C. ad Antiochia

non dipendente dal Vaticano


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