13 GENNAIO
Giornata Mondiale per il Dialogo tra Religioni e Omosessualità
13 gennaio 1998 - 13 gennaio 2008
DIECI ANNI DOPO
Il 13 gennaio 1998 Alfredo Ormando, intellettuale e poeta siciliano, si tolse la vita dandosi fuoco in piazza San Pietro, in segno di protesta contro l’omofobia delle gerarchie vaticane.
Da allora, ogni anno Arcigay organizza a Roma una commemorazione del sacrificio di Ormando e quest’anno se ne celebra il decimo anniversario.
A dieci anni esatti di distanza, il bisogno di riflettere sul rapporto che le fedi religiose e i loro rappresentanti hanno con le persone lesbiche, gay e trans è ancora attuale come allora. Alcune confessioni hanno manifestato segnali di grande e significativa apertura, ma le grandi religioni monoteiste hanno continuato l’atteggiamento di condanna verso le persone omosessuali. Specialmente il Vaticano esprime delle posizioni che sempre più graffiano la coscienza e la sensibilità di molti fedeli cattolici, chiudendo le porte al dialogo, che invece viene alimentato, spesso faticosamente ma con grande passione e convinzione, da molte comunità religiose di base.
Anche quest’anno Alfredo Ormando verrà ricordato con il tradizionale Sit In in piazza Pio XII (la piazza antistante a Piazza San Pietro) e con un Convegno, il cui tema sarà: “Liberaci dal Male: quis custodiet custodes?”.
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Alfredo Ormando (1958-1998) *
Nato in una famiglia siciliana di contadini, Alfredo Ormando (1958-1998) aveva sei fratelli e sorelle. La sua omosessualità non venne accettata né in famiglia, né dalla società in cui viveva; decise, quindi, di trasferirsi in un seminario francescano, per abbandonarlo dopo due anni, non avendovi trovato alcuna comprensione. Cominciò una carriera di scrittore indipendente e riuscí ad ottenere il diploma di scuola media soltanto all’età di 35 anni.
Il 13 gennaio 1998 si diede fuoco a Roma, in Piazza San Pietro, in segno di protesta contro l’atteggiamento di chiusura della Chiesa cattolica nei confronti degli omosessuali. Morì dopo 10 giorni presso l’ospedale romano Sant’Eugenio, dove era stato ricoverato in fin di vita nonostante l’intervento di due poliziotti, che avevano cercato di spegnere le fiamme che lo avvolgevano.
Il Vaticano rilasciò un comunicato stampa nel quale affermava che Alfredo Ormando si era tolto la vita per problemi familiari, e non legati alla condizione omosessuale. Ogni anno il 13 gennaio il suo gesto viene ricordato in piazza San Pietro da un gruppo di attivisti per i diritti delle persone Lgbt.
Nel 2014 il regista statunitense Andy Abrahams Wilson ha realizzato il documentario Alfredo’s Fire, presentato durante il Santa Barbara International Film Festival.
* Adista, 06.02,2016
+ CHIESA CRISTIANA + ANTICA CATTOLICA + E APOSTOLICA
Diocesi di Monza - Milano
ROMA, 12 Gennaio 2008 - IL VESCOVO GIOVANNI CLIMACO MAPELLI, PARTECIPA ALLE CERIMONIE E MANIFESTAZIONI PER RICORDARE IL DECENNALE DELLA MORTE DI ALFREDO ORMANDO CHE SI BRUCIO’ IN PIAZZA SAN PIETRO DAVANTI AL VATICANO - LA PREGHIERA A RICORDO DI UNA VITA UCCISA ANCHE DALL’OMOFOBIA RELIGIOSA DELLE GERARCHIE
Domenica 13 Gennaio 2008 - alle ore 14,00 - il Vescovo + Mons. Giovanni Climaco Mapelli, della Chiesa Cristiana Antica Cattolica e Apostolica, (la versione occidentale della Chiesa Ortodossa) con sede Diocesana a Monza e Milano per la Lombardia, parteciperà al ricordo di ALFREDO ORMANDO nel decennale della morte, dinanzi a Piazza San Pietro : sosterrà in preghiera davanti al luogo dove si è dato fuoco il giovane uomo omosessuale, per protesta verso le gerarchie ecclesiastiche che hanno contribuito a creare nei secoli quel clima di omofobia e di discriminazione sociale che rende invivibile tante vite di persone omosessuali in Italia e nel mondo. Sua Eccellenza il Vescovo sarà accompagnato da alcuni Diaconi e Presbiteri della Diocesi stessa.
Cancelleria della Diocesi di Monza- Milano CHIESA CRISTIANA ANTICA CATTOLICA E APOSTOLICA
Padre Damiano Alessandro Di Lernia Diacono e Segretario Vescovile
tel. 339.5280021 - fax 02.95310741
VESCOVO PRO-GAY FERMATO DALLA POLIZIA DI FRONTE AL VATICANO
Dopo il sit-in per Ormando, Climaco Mapelli - vescovo ortodosso,
in abito talare, ha subìto il fermo della polizia italiana.
Interrogazione di Grillini, violata la libertà religiosa
di Stefano Bolognini *
Hai partecipato alla manifestazione per Alfredo Ormando in abito talare. Era una parodia?
Sono un vescovo vetero-cattolico, regolarmente ordinato dalla Chiesa Ortodossa. Volevo benedire il luogo dove si è ucciso Alfredo Ormando. Ho il diritto di usare l’abito talare.
Finita la manifestazione che cosa è successo?
Ero fuori dallo Stato del Vaticano, in Piazza Pio XII, e stavo tornando all’auto con due accompagnatori, mi si è avvicinato l’ispettore Mario Scalise del Commissariato, avevo notato che c’era anche la gendarmeria Vaticana che controllava.
Mi ha mostrato il tesserino e mi chiesto i documenti. Ho chiesto che cosa non andasse, ma mi ha detto "niente niente". Ha chiamato in Centrale, e mi hanno chiesto di salire sulla loro auto.
Mi hanno portato al Commissariato di Borgo, in Piazza Cavour.
In Commissariato che è successo?
Mi hanno trattenuto per tre ore, le cose andavano per le lunghe, i miei accompagnatori sono stati portati in un altro posto e rilasciati immediatamente.
L’Ispettore mi ha detto che dovevano appurare se fossi un vescovo.
Pensavano che facessi una parodia di un vescovo, sai che al gay pride si vestono da suore e preti, ma che senso aveva una parodia per la commemorazione di un omosessuale che si è suicidato?
Ho cercato di spiegare che la mia Chiesa ha origine nella chiesa greca, non sono un vescovo cattolico. Ma nulla da fare.
E’ poi arrivato un fax dalla gendarmeria vaticana che sosteneva che io, che ho attaccato spesso la Chiesa, non posso entrare nel territorio vaticano, sono diffidato dall’entrare in Vaticano.
Ma sei entrato?
Prima della manifestazione ho fatto due passi in Piazza San Pietro, ma sono stato fermato alla fine della manifestazione, su territorio italiano. Piazza San Pietro, per il Concordato, ha una forma di giurisdizione extraterritoriale altrimenti dovrebbero chiedere i documenti a tutti coloro che ci entrano. Lo Stato del Vaticano comincia all’arco delle campane, basta leggersi il Concordato.
Come sei stato trattato in Commissariato?
Mi hanno detto di chiamare qualcuno, e ho pensato a Monsignor Kabongo, segretario personale di papa Giovanni Paolo II, che conosco personalmente, ma non lo trovavano. Insomma non siamo venuti a capo di niente. Il Vaticano sosteneva che io non fossi vescovo e che non potessi portare l’abito talare. Alla fine mi hanno rilasciato e sequestrato la stola.
Sequestrata la stola?
E’ un paramento liturgico che indossavo perché mi interessava fare una preghiera e una benedizione nel luogo dove è morto Ormando. Mi hanno spiegato che devo fare ricorso per farmela ridare.
In Commissariato il clima era kafkiano. Uno mi chiamava "eccellenza", l’altro usava termini spicci, c’era tensione, ma io ero sereno, ma guarda un po’ se devo subire persecuzione perché difendo gli omosessuali.
Che reato ti hanno contestato?
Mi hanno dato la sanzione amministrativa di 154 euro di multa, in violazione dell’articolo 408/1 del codice penale. Sul verbale c’è scritto il perché: "assisteva ad una manifestazione autorizzata vestito con abito ecclesiastico".
Ma tu sei a tutti gli effetti vescovo ortodosso e quindi puoi portare. Puoi dimostrarcelo?
Ecco la bolla di consacrazione.
Sono stato ordinato vescovo il 14 dicembre 2006, presso la Chiesa di Bergamo dall’Arcivescovo della Chiesa Ortodossa Autonoma dell’Europa Occidentale e delle Americhe - Sacra Metropolia di Milano ed Aquileia, il Metropolita Evloghios di Milano. E’ tra i culti elencati dal Censur, il Centro studi nuove religioni in Italia.(http://www.cesnur.org/religioni_italia/o/ortodossia_15.htm)
La vostra chiesa è riconosciuta dalla Stato italiano?
Abbiamo fatto tutti gli atti notarili necessari e poi è stato chiesto il riconoscimento come ente morale e di culto al Ministero degli Interni, ma il percorso non è breve. Ci sono altri culti che non hanno un intesa con lo Stato italiano, come i Valdesi.
Puoi dirci quanti fedeli contate?
Qualche centinaio, diffusi in varie chiese della Lombardia.
Insomma hai diritto ad usare l’abito?
Questa vicenda, come ti ho detto, è kafkiana.
Non ho mai subito alcuna azione disciplinare dalla mia Chiesa e ho il diritto ad usare l’abito talare.
Pensa a Milingo, ha una sua Chiesa autonoma, ed è pure stato scomunicato, ma usa l’abito.
La mia domanda è: lo Stato italiano aveva il diritto di fermami per tre ore? Avevano il diritto di sequestrare la stola vescovile? Questo accanimento da dove viene? E poi che cosa ho fatto di male?
FOTO DEL VESCOVO MAPELLI IN ABITO TALARE
INTERROGAZIONE DI FRANCO GRILLINI
Interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni, Giuliano Amato, per sapere, premesso che:
Secondo un articolo pubblicato da Gaynews.it, del 14 gennaio 2008, il vescovo Giovanni Climaco Mapelli, della Chiesa Ortodossa Autonoma dell’Europa Occidentale e delle Americhe, è stato fermato per tre ore ed accompagnato al Commissariato Borgo in Piazza Cavour a Roma perché, secondo il verbale (allegato1) gli contestavano di vestire "con abito ecclesiastico", "ad una manifestazione autorizzata", il sit-in in memoria di Alfredo Ormando, un omosessuale suicidatosi in Piazza San Pietro.
Considerato che,
la Chiesa Ortodossa Autonoma dell’Europa Occidentale e delle Americhe è tra i culti elencati dal Censur (alla pagina web: www.cesnur.org/religioni_italia/o/ortodossia_15.htm) e che il Vescovo è stato regolarmente ordinato il 14 dicembre 2006 come si evince dalla bolla di consacrazione (allegato2) e indossava propriamente l’abito talare.
Aggiunto che,
il vescovo Giovanni Climaco Mapelli ha subito il sequestro della stola (allegato 3), e una sanzione amministrativa di 154 euro sulla base del codice penale, individuando una fattispecie che, sulla base del verbale allegato, non è dato rinvenire nelle disposizioni contenute nel codice penale.
Si chiede
di avere maggiori informazioni rispetto alla circostanze che hanno portato al fermo, del Vescovo Mapelli su territorio italiano e al ruolo abbia svolto lo Stato Città del Vaticano nell’intera vicenda.
il Ministero degli Interni non ritenga che il fermo, il sequestro della stola, non rappresentino una violazione della libertà religiosa così come tutelata dall’articolo 19 della Costituzione italiana che stabilisce che i cittadini hanno il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma e di esercitarne in privato e in pubblico il culto.
Come intende attivarsi il Signor Ministro per arrivare al dissequestro della stola e se non intenda porgere le sue scuse ufficiali al Vescovo Mapelli e alla Chiesa Ortodossa Autonoma dell’Europa Occidentale e delle Americhe.
* Fonte: GAYNEWS, lunedì 14 gennaio 2008 , di stefano bolognini