No al camping abusivo

Salvaguardiamo la nostra Sila: occorrono interventi urgenti sul campeggiare abusivo

Appello di Marco Militerno alle amministrazioni competenti
lunedì 21 luglio 2008.
 

In Sila anche quest’anno si rischia di assistere all’invasione selvaggia di campeggiatori per le rive del Neto, tra i Farfari e il Germano, in piena area protetta. Lo spettacolo indecente a cui si assiste ogni anno è di quelli da far venire le fitte al fegato, a chi però ha davvero a cuore le sorti dei nostri boschi.

Nel periodo estivo, purtroppo, tale fenomeno si accentua notevolmente trasformando le aree più belle e paesaggisticamente più interessanti della nostra Sila in uno sterminato campeggio abusivo, dove tutto è permesso e incredibilmente lecito.

Gli atti cagionevoli di danno incalcolabile per l’ambiente sono i più disparati: fuochi, spesso lasciati incustoditi; taglio indiscriminato di alberi; gruppi elettrogeni rumorosissimi; transito nei boschi di fuoristrada, scooter, motocross e altri mezzi; corsi d’acqua utilizzati per il lavaggio di ogni cosa, contaminati dai saponi per le stoviglie; mucchi e discariche di rifiuti sparsi dappertutto e altro ancora. Emblematica la foto scattata da un socio di Legambiente in cui è immortalato uno vecchio stipo di cucina inchiodato tra due pini: quasi una crocefissione metaforica dell’ambiente da parte degli uomini, ottusi e cinici.

Negli anni scorsi Legambiente ed altri operatori del settore hanno più volte denunciato tale spregevole fenomeno, ma l’indifferenza degli organi interpellati ha prevalso.

Le istituzioni non possono stare a guardare è ora di intervenire sul serio e disporre un divieto assoluto di campeggio in tutte le aree del parco della Sila, compresa quella dell’alta Val di Neto.

Occorre che il comune di San Giovanni solleciti le autorità del Parco, oltre a far rispettare tale divieto, ad individuare delle aree attrezzate e custodite dove dare la possibilità ai tanti di fare campeggio in modo civile e sostenibile, nel pieno rispetto delle regole di elementare convivenza con l’ambiente.

In tale direzione si potrebbe anche far fronte alla crescente domanda di lavoro per tanti giovani che potrebbero essere impiegati, stagionalmente, nella gestione dei campeggi.

Se ciò accade altrove perché non potrebbe verificarsi anche da noi?

Marco Militerno


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