IN ITALIA, UNA NUOVA POLITICA E UNA NUOVA RELIGIONE. A VENEZIA, ALLA FESTA DELLA LEGA, PRESENTATO IL VANGELO DEL TERZO MILLENNIO (AVANTI CRISTO), QUELLO SECONDO GENTILINI. Una sintesi di Ferdinando Camon - a cura di pfls

"Se Maroni ha detto tolleranza zero, io voglio tolleranza doppio zero". "Queste sono le parole del vangelo secondo Gentilini, ho bisogno di voi, statemi vicini":
domenica 21 settembre 2008.
 

Il vangelo di Gentilini

di Ferdinando Camon *

Esce il testo pressoché integrale del discorso che Gentilini ha tenuto alla festa della Lega, domenica scorsa a Venezia, ed è un testo di così rozza violenza, che merita di essere analizzato: è la prima volta che càpita di veder condensato in una colonna il sistema del primo sceriffo d’Italia.

"Popolo della Legaaaaa! - esordisce -. La Lega si è svegliataaaaaaa!": appena salito sul palco aizza l’orgoglio dei leghisti, annunciando che la Lega che sembrava impotente in realtà dormiva, adesso si è svegliata e mangerà il mondo. "Le mura di Roma stanno crollando sotto i colpi di maglio della Lega": il nemico è sempre Roma, ma adesso i leghisti sono arrivati sotto le sue mura e le abbattono, sono i nuovi barbari.

"Questo è il vangelo secondo Gentilini": la parola vangelo manda una luce che vorrebb’essere sacrale su tutto il proclama. "Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari": non leggi, che rispettino i codici, ma la rivoluzione, che scatena il furore. "Io ne ho distrutti due a Treviso": non messi in regola o bonificati, ma distrutti, dunque il problema degli zingari non è come si comportano, ma il fatto che esistono. "Voglio eliminare i bambini che vanno a rubare agli anzianiiiiiii!": non rieducarli ma eliminarli, toglierli dalla vita.

Molto più di quello che chiede la Lega. Infatti: "Se Maroni ha detto tolleranza zero, io voglio tolleranza doppio zero". Questo è uno slogan a uso interno, stabilisce una supremazia da leghista dentro la Lega, non c’è nessun leghista più leghista di lui. "Prenderò dei turaccioli per ficcarli in bocca e su per il c... ai giornalisti che infangano la Lega": l’allusione oscena serve a cementare l’oratore con chi ascolta, crea intimità, non c’è intimità più forte di quella sessuale, e infatti a questo punto gli applausi scrosciano.

"Voglio la rivoluzione contro quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici": ma tra questi ci sono anche le gerarchie ecclesiastiche, e allora? "Le gerarchie ecclesiastiche dicono: Lasciamoli pregare. Noooo! Vanno a pregare nei desertiiii!": ma vengono dai deserti, e allora questa è una cacciata indietro con l’uso della forza, il loro voler pregare è un oltraggio che ci autorizza a usar ogni mezzo per rispedirli a casa. La presenza degli islamici diventa oltraggiosa quando si comportano da islamici.

"Ho scritto anche al papa: gli islamici, che tornino a pregare nei loro paesi": probabilmente è vero, avrà scritto al papa, ma il papa non ha risposto e lui adesso, annunciandolo pubblicamente, si presenta come più cristiano del capo dei cristiani. "Voglio la rivoluzione contro la Magistratura: ad applicare le leggi devono essere i giudici veneti": qui c’è l’idea che il potere gudiziario, per essere un potere, deve rappresentare il popolo, ma per rappresentare il popolo dev’essere eletto dal popolo, e questo è il programma sottinteso: giudici eletti. "Questo è il vangelo di Gentilini: tutto a noi e se avanza qualcosa agli altri. Voglio la rivoluzione contro i phone center i cui avventori si mettono a mangiare in piena notte e poi pisciano sui muri: che vadano a pisciare nelle loro moscheeeee!": il discorso tocca l’apice, "pisciare nelle moschee" è il motto che muove una spedizione punitiva, e lui urlando la guida.

"Voglio la rivoluzione contro il burqa e i veli delle donne, che mostrino l’ombelico caso mai... Non voglio veder neri, marroni o grigi che insegnano ai nostri bambini, cosa insegnano, la civiltà del deserto? Ho scritto al presidente della repubblica": probabilmente anche questo è vero, avrà scritto a Napolitano ma Napolitano non ha risposto, e denunciando la cosa pubblicamente il vicesindaco di Treviso comunica: non c’è da fidarsi del presidente della repubblica. Ognuno è la propria origine: patria, cultura e razza sono unite.

"Queste sono le parole del vangelo secondo Gentilini, ho bisogno di voi, statemi vicini": nel vangelo secondo qualcun altro, quando il protagonista sentiva avvicinarsi l’ora della morte, pregava i seguaci di vegliare con lui. Anche per Gentilini è un’ora brutta, l’ora dell’estremo pericolo. Le ultime parole: "Viva la Lega!" e il coro di risposta saldano l’abbraccio.

* l’Unità, Pubblicato il: 21.09.08, Modificato il: 21.09.08 alle ore 12.50



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