Giustizia

L’avvocato Lipera chiede per Contrada i domiciliari a Palermo. Salvatore Borsellino: "Inconcepibile, Contrada ha favorito tradendo lo Stato. Va fatta ancora luce sulla sparizione dell’agenda rossa di mio fratello Paolo"

martedì 23 settembre 2008.
 

MAFIA: LEGALE CONTRADA CHIEDE DETENZIONE DOMICILIARE A PALERMO

Palermo, 23 set. - (Adnkronos) - La detenzione domiciliare di Bruno Contrada, l’ex 007 che sta scontando una condanna definitiva a dieci anni per mafia, a Palermo e’ stata chiesta, con un’istanza, dal suo legale, Giuseppe Lipera. Attualmente Contrada e’ ai domiciliari presso la casa della sorella Anna a Varcaturo, nel napoletano. ’’E’ inumano che una persona anziana come Bruno Contrada, ormai vicino alla fine della sua esistenza terrena, venga allontanata dall’amore e dall’affetto della famiglia’’, scrive l’avvocato nell’istanza presentata al magistrato di sorveglianza di Napoli. "La moglie di Contrada, Adriana - scrive ancora il legale - e’ residente a Palermo, e le sue gravissime condizioni di salute le impediscono di affrontare un lungo viaggio per riabbracciare il marito che non vede dal maggio del 2007’’.

(Ter/Zn/Adnkronos)

23-SET-08 10:04

Come recita l’allegata notizia di agenzia è in atto l’ennesimo tentativo volto non solo a sottrarre Bruno Contrada al carcere in cui deve ancora scontare la quasi totalità della pena a cui è stato condannato con sentenza definitiva per concorso esterno e favoreggiamento della criminalità mafiosa ma anche per permettergli di ritornare a Palermo, città nella quale è stato consumato il suo crimine e nella quale sono ancora aperte e sanguinanti le ferite provocate da quei criminali che Bruno Contrada ha favorito tradendo lo Stato al quale aveva prestato giuramento e colpendo quindi alle spalle quegli uomini che per lo Stato hanno invece sacrificato la loro vita.

A Giuseppe Lipera che per sostenere la sua richiesta adopera frasi che cercano di suscitare la pietà della gente, soprattutto di quelli che, per disinformazione, non conoscono i crimini commessi da Bruno Contrada, voglio chiedere se non ritiene inumano che persone nel pieno della loro vita come Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e tanti altri ancora siano stati sottratti all’amore e all’affetto della famiglia per opera anche di quegli stessi mafiosi che Bruno Contrada aveva protetto e favorito come recitano gli atti dei processi per i quali egli sta scontando e deve finire di scontare la sua pena.

Non basta, penso ancora che fino a quando non verrà istruito un processo e non verrà fatta luce sulle telefonate partite dal Castello Utveggio dal quale sicuramente è stato azionato il telecomando che ha provocato la strage di Via D’Amelio e sulla sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino è inconcepibile che si pensi a ulteriori provvedimenti in favore di chi in questi processi potrebbe essere coinvolto.

Salvatore Borsellino


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