Né a destra né a sinistra. E nemmeno a centro. Privi di tessere, protettori, sponsor, padroni. Squattrinati e liberi, come tanti ragazzi in Italia e nel mondo. Bamboccioni, precari, utopisti a piede libero. Seguaci, recidivi, d’un umanesimo fuori tempo: fuori schema, fuori bilancio. Coerentemente rumorosi.
Non abbiamo preso ordini, non ci siamo venduti, non siamo saltati sul carro dei vincitori, non ci siamo piegati, non abbiamo taciuto. Mai. Duri, testardi, leali nel confronto.
Dal 2004, da quando esiste “la Voce di Fiore”, abbiamo vigilato su fatti, anomalie, operazioni e vergogne del potere, senza risparmiarci, senza sconti a nessuno.
Dall’assessore comunale all’avvocato massone a palazzo, dal bando truccato al colossale scandalo sulla giustizia. Dal disabile scaricato, al cancro per merenda a innocenti, piccoli e indifesi. Dagli appalti pilotati alle consulenze inutili, dai diritti negati alla libertà di informazione. Dalla scuola all’università, alla ricerca scientifica. Dalla dignità dei gay alla condizione dello straniero. Dalle scalate alle speculazioni finanziarie. Dalle lobby farmaceutiche alla libertà di cura. Dagli emarginati ai deboli, ai poveri, agli ultimi. Dagli abusi alle violazioni. Dai santisti agli eroi dell’antimafia, martiri del silenzio. Dall’ambiente all’oro sporco dei rifiuti. Dalla periferia ai nodi dell’Impero. Dalla Calabria dei legislatori inquisiti, arrestati o sospetti, all’Italia della corruzione; galoppante, vincente, esemplare. «Dalla decrescita serena» al gioachimismo convinto, all’idea d’un pianeta diverso, equo, solidale, pacifico; fatto di tolleranza, carità, rispetto delle culture, delle religioni. Della vita. Dalla memoria alla storia; dalla coesistenza delle identità al dialogo politico, capace di fermare crociate e terrorismo, recuperando sul mercato selvaggio e spietato. Ci siamo occupati di questo e altro, sulle nostre pagine e sui siti della nostra rete, creata con sacrificio quotidiano: ndrangheta.it, lasocietasparente.blogspot.com, emigrati.it, emigrati.org. Nemici del lucro e dei riflettori, dell’idiozia e del qualunquismo.
Lo abbiamo fatto per passione civile, consapevoli dei nostri limiti, delle nostre forze e del nostro progetto di emancipazione culturale e politica costruito dal basso, aperto, sincero, onesto. Un laboratorio senza scadenze, mandati e finanziatori. Un laboratorio che ci ha portato a formare un gruppo coeso. Un gruppo che ha organizzato tante iniziative culturali (i "Quaderni" del prof. Federico La Sala", festival filosofici, spettacoli teatrali, concerti musicali); che, per la dedizione di Francesco Saverio Alessio, ha tenuto contatti e scambi con gli emigrati; che, per la rabbia di Alessio, Emiliano Morrone e Biagio Simonetta innanzi all’espansione della ’ndrangheta, ha seguito inchieste sugli intrecci fra criminalità classica e nascosta - con viaggi perfino all’estero, in zone di frontiera.
Oggi, dopo “La società sparente”, libro su ‘ndrangheta e politica che ci è costato tribunali, intimidazioni, pressioni, minacce e isolamento, ci ritroviamo con un grave passivo, che, a conti fatti, è di diecimila euro. Da soli, abbiamo organizzato iniziative a sostegno di testimoni di giustizia, abbiamo percorso lo Stivale parlando di legalità a giovani come noi; nelle piazze, nelle scuole, nelle università. Abbiamo ascoltato la loro preoccupazione, comprendendo il loro senso e il loro bisogno di giustizia e verità. Questo senso e questo bisogno lo abbiamo rappresentato, esposto, interiorizzato, riverberato. Abbiamo raccontato vicende e protagonisti d’un malaffare diventato progressivamente normale, impunito e inarrestabile. D’un sistema, calabrese e nazionale, che sembra avere la meglio, purtroppo, sul popolo dei comuni mortali; quelli che si sbattono, dato che i fondi per la cosa pubblica spariscono a vantaggio di «colletti sporchi», allenati a fingere e tornare a galla. Abbiamo proposto soluzioni e cercato di coinvolgere istituzioni laiche e religiose, mai chiedendo denaro. Abbiamo lavorato, faticato, ricevuto batoste e colpi bassi. Al nostro fianco, abbiamo sempre avuto chi ha sperato e non si è lasciato abbattere da certa strategia della paura. Abbiamo avuto uomini liberi e generosi come Gianni Vattimo, docenti illuminati, figure di un’antimafia combattiva e legata ai princìpi costituzionali. Non ci siamo arresi, persuasi che l’informazione corretta e il senso critico costituiscono la base d’una sana e civile democrazia.
Siamo partiti da una piccola comunità, quella di San Giovanni in Fiore (in provincia di Cosenza), forse il comune più assistito d’Italia, dove la formazione del consenso e delle rappresentanze si basa, come nel resto del Mezzogiorno, sul bisogno e la disperazione delle masse. Da lì - nella vicinissima area crotonese, nel 2007 sono state uccise 2,2 persone ogni 10.000 abitanti - c’è toccato andar via. Per la nostra tranquillità e il nostro futuro. Ciononostante, abbiamo continuato a seguirne le sorti. Abbiamo raccolto e accolto segnalazioni e denunce da ogni angolo d’Italia, intervenendo all’occorrenza. Questo giornale on -line, che non ha mai voluto pubblicità, ha superato i tre milioni di visitatori effettivi (4 milioni e mezzo con i siti della sua rete). Ha offerto dibattiti e spazi a chiunque, parteggiando per l’intelligenza, la libertà e i più umili.
Non avremmo mai voluto scrivere questa lettera pubblica, che in qualche modo sa di sconfitta. Oggi, se vogliamo proseguire come sempre, siamo obbligati a chiedere un aiuto materiale a quanti condividono le nostre idee e confidano nel nostro impegno. Chiediamo, pertanto, una donazione spontanea, incondizionata, libera.
È anche vero che le battaglie si conducono con le risorse, mancando le quali si è ancora più a rischio, in balia di soggetti che aspettano, trepidanti, che si spenga la nostra voce, la voce di chi ci esorta, di chi crede nelle nostre azioni e nei nostri propositi.
Speriamo, con la sensibilità e l’attenzione di chi vorrà sostenerci, di riuscire a continuare come sempre. Ci auguriamo di recuperare al più presto almeno il debito accumulato nel tempo. Pertanto, ci poniamo una scadenza simbolica, per il raggiungimento dell’obiettivo che è, come già detto, di soli diecimila euro. La scadenza è al 31 dicembre 2008.
Vorremmo subito costituire una rete di protezione per gli scrittori antimafia, e sappiamo che possiamo farla, con la generosità di chi ne comprende l’importanza.
Ci affidiamo, sereni, ai nostri lettori e a chi vuole, per sua scelta, contribuire alla nostra sopravvivenza. Senza possibilità di respirare, dovremo dire addio alla nostra lotta civile, chiudendo bottega a fine anno e incominciando il 2009 con tanti cocci da raccogliere. Grazie di cuore a tutti.
9/12/2008
I giovani della rete di "La Voce di Fiore"
"la Voce di Fiore" renderà pubblicamente conto del sostegno ricevuto e di come sarà utilizzato
Il bilancio pubblico di "la Voce di Fiore"
Per aiutarci:
Donazione per possessori di carta di credito:
Carta numero: 4023 6004 45917273
intestata a Biagio Simonetta
Intestazione: MORRONE EMILIANO
ABI 05256
CAB 80960
Numero Conto 00000861333
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Elenco sostenitori, aggiornato al 27 dicembre 2008:
Domenico Andreoli (Milano) 50 euro;
Francesco Caligiuri (Torino) 20 euro;
Angelo Di Rienzo (Roma) 100 euro;
Mario Iaquinta (San Giovanni in Fiore) 100 euro;
Tiziana Aceto (Cosenza) 20 euro;
Donatore anonimo 60 euro;
Donatore anonimo 25 euro;
Massimiliano Palumbo (Mendicino) 10 euro;
Mita Borgogno (Rossano Calabro) 10 euro;
Orfeo Notaristefano (Roma) 100 euro;
Davide Rizzo 300 euro;
Fernanda Bilanzuoli (San Giovanni in Fiore) 100 euro;
Anna Rita Sarro (Torano Castello) 50 auro;
Vincenzo Mauro (San Giovanni in Fiore) 100 euro;
Giancarlo Contu 50 euro;
Bartolo Iamonte 50 euro;
Nicolò Conti 20 euro;
Luigi Resta e Angela Greco 20 euro;
Pasquale Tiano (San Giovanni in Fiore) 50 euro;
Donatore Anonimo (Rocciola Sorda - Ragusa) 25 euro;
Paolo (Verona) 10 euro;
Emmanuele Angione (Regno Unito) 100 euro;
Francesco Nava (Pordenone) 50 euro;
"Gioacchino" (San Giovanni in Fiore) 15 euro;
Donatore anonimo (ricarica on line) 50 euro;
Samanta Di Persio (Pescara) 10 euro;
Paolo Militerno (Roma) 200 euro;
Due donatori (vicini a "Legalità e Giustizia" di Verona) 100 euro;
Walter Cano 50 euro;
Mariaelena D’Ippolito e Domenico Fazio 50 euro;
Paolo Morelli e Barbara Carapia 100 euro;
Giovanni Schiava (Taurianova) 30 euro;
Donatore anonimo (Sant’Eufemia di Lamezia) 50 euro;
Giuseppe Piazzolla (Milano) 25 euro;
Egidio Invernizzi (Bergamo) 50 euro;
Francesco Laratta (membro della commissione parlamentare Antimafia) 500 euro;
Francesco Spina e Maria Perri (San Giovanni in Fiore) 50 euro;
Luca Ciompi 15 euro;
Donatore Anonimo (Ricarica uff. postale Cirò Marina) 20 euro;
Movimento Ammazzateci Tutti 500 euro;
Giovanni Coscarelli (San Giovanni in Fiore) 10 euro;
Antonino Monteleone (Reggio Calabria) 50 euro;
Antonio Tursi (Cosenza) 20 euro;
Marco Marchese (Lamezia Terme) 50 euro;
Laura La Versa (Messina) 20 euro;
Grazia Degl’Innocenti (Bologna) 50 euro;
Michele Creazzo (Molochio RC) 15 euro;
L’appello è presente anche su:
http://italiancrimes.wordpress.com/
http://mafiacrimes.forumfree.net/?t=34931478
Associazione Nazionale Vittime di Mafia
I Portulani, i guardiani dell’antico borgo di Palagianello (Ta)
La società sparente fra i libri consigliati nella home page di Antonio Nicasoo
"Ciao Saverio, verro’ a fine gennaio per presentare una nuova edizione di Fratelli di Sangue, per Mondadori. Verro’ anche in Calabria. Spero di vederti. Con Ferruccio ho parlato a lungo ieri. Complimenti anche a te per il libro e per il coraggio che hai dimostrato, assieme ad Emiliano. Siete un esempio straordinario per chi e’ rimasto e continua a combattere. Ti abbraccio, Antonio"
L’autore di "Gomorra" intervistato da Massimo Giannini su Radio3 parla
anche dell’inchiesta napoletana: "La mafia non riguarda solo il centrodestra"
Saviano: "La camorra tocca tutti
il governo può fare molto di più"
ROMA - Contro la camorra "il governo potrebbe fare di più: è stato importante mandare i parà, perché bisognava rispondere con un piano militare ma questo non basta assolutamente: c’è ancora tanto da fare e le risorse ci sono". Roberto Saviano torna a ribadire le sue idee sulla criminalità organizzata intervistato questa mattina su Radio3 da Massimo Giannini, spaziando dall’inchiesta sugli appalti a Napoli alla riforma della giustizia.
La battaglia sulla criminalità. Gli scontri tra studenti di destra e di sinistra sono "vecchi" e fanno solo il gioco di chi vuole deviare l’attenzione dalle questioni vere, in primo luogo da quella della criminalità ha spiegato Saviano che nel pomeriggio incontrerà gli studenti dell’università Roma Tre dopo la proiezione la proiezione del film di Matteo Garrone tratto dal suo libro. "Forse tra le nuove generazioni si sta parlando alla questione criminale in maniera diversa - ha sottolineato Saviano parlando a Radio3 - Sento tantissimo la deideologizzazione. Io parlo ai giovani. Ai giovani di destra come ai ragazzi di sinistra o a ragazzi semplicemente che non hanno alcun tipo di posizione. E l’idea di andare a parlare all’università, anche se sono stato invitato dall’Onda, era quella: poter parlare a tutti e non solo a una parte, perché la battaglia sulla criminalità è una questione che viene prima di tutto".
La mafia non riguarda solo centrodestra. Parlando della bufera scoppiata al Comune di Napoli, Saviano non è sorpreso. "E’ da tempo che, soprattutto nel Sud Italia, queste connivenze sono state denunciate: io stesso e molti altri, sull’Espresso e su Repubblica, abbiamo scritto di questa sorta di connivenze, di questa assoluta percezione sbagliata di credere che il male stia solo dall’altra parte, che la mafia sia una cosa che riguarda solo il centrodestra".
"Detto questo - ha aggiunto l’autore di Gomorra, - mi sento di dire che non può essere utilizzata inchiesta per criminalizzare un’intera parte politica, dell’una o dell’altra parte. Ma credo che una cosa da fare, finalmente, sia prendere le distanze da certi meccanismi imprenditoriali", che "sono di periferia, sembrano lontani da Roma, ma in realtà incidono tantissimo".
Il rapporto tra politica e crimine. Più in generale, rispondendo a una domanda sugli sviluppi dell’inchiesta Global service, Saviano ha spiegato che, a suo giudizio, "oggi il rapporto tra politica e crimine è diverso rispetto a Tangentopoli e alla Cosa Nostra del maxiprocesso. Oggi le organizzazioni criminali determinano gli equilibri politici come potrebbero determinarli la Microsoft, la Bmw o la General Motors. Al di là di quella che può essere la mazzetta al singolo politico o consigliere comunale, indipendentemente dalle scelte individuali di corruzione, le organizzazioni criminali riescono a condizionare il clima politico attraverso il loro potere economico".
Riforma della giustizia. Roberto Saviano segnala il rischio che l’annunciata riforma della giustizia "venga utilizzata per rendere più complicate non tanto le inchieste antimafia, quanto la possibilità di arrivare ai livelli economico-finanziari della criminalità organizzata". "Tutti i boss che usano lo strumento militare, che uccidono - ha spiegato Saviano parlando con Massimo Giannini - prima o poi vengono eliminati o finiscono in galera, ma sanno benissimo che la morte è una parte necessaria del loro mestiere. Il vero problema è arrivare al livello economico, a quei personaggi che entrano in relazione con le organizzazioni criminali, ma senza farne parte o partecipare alle operazioni di sangue".
Per l’autore di Gomorra, dunque, il "rischio è che con un determinato tipo di riforma della giustizia e con gli attacchi alla magistratura si tenda a voler chiudere la partita con l’imprenditoria criminale, impegnandosi soltanto nella cattura dei criminali. Ma preso uno ne spuntano altri dieci, anche perché le organizzazioni mafiose non hanno il monopolio, i capi non durano 40-50 anni come i politici, le nuove generazioni prendono continuamente il posto delle vecchie".
* la Repubblica, 17 dicembre 2008
Carissimi Emiliano,Biagio,Francesco Saverio,carissimi giovani de "La voce di Fiore". Bloccata a letto da un malanno stagionale,non sono ancora riuscita a fare la mia donazione. Domattina starò sicuramente meglio,e vi arriverà. Con grande rammarico,però,noto che i vostri appelli non hanno raccolto molte adesioni, e allora,come faccio spesso,m’interrogo sul perchè,cercando di capire. Il vostro laboratorio rappresenta per me,e credo per molti altri,una luce,come quella che avete scelto per questo appello:la luce di una candela,che fende il buio che avvolge da molti anni,oramai,l’Italia intera. Nell’articolo spieghi perfettamente,Emiliano,cio’ che rappresentate da quattro anni per la società civile,non c’è bisogno d’aggiungere altro. Dirò ciò che rappresntate per me. Sono calabrese,cosentina.Vivo quì da quando sono nata.Ma sono una calabrese "svegliata".Abituata,per educazione ed esempi ricevuti,a non piegarsi mai alle logiche che governano questi luoghi,ne alla mentalità assistenziale,ne a quella mafiosa, ho sempre vissuto un certo disagio,e mi sono sempre schierata con l’antimafia. Vivere in un paesino calabese non è cosa facile,per chi ha un innato spirito della giustizia e della legalità come me. Le istituzioni sono assenti,completamente.Lo stato non c’è e non si preoccupa di esserci.Le forze dell’ordine sono poche,sole,prive di mezzi e di "autorizzazioni ad agire".Impotenti.I politici si fanno vivi solo in campagna elettorale. Qualche anno fa,nel 2002,subimmo un attentato incendiario,volutamente doloso,ai danni dell’attività di mio padre.La sua autofficina,attrezzatissima e,fatalmente,quel giorno,piena zeppa di auto,venne presa di mira da qualcuno che incendiò un centinaio di gomme usate che si trovavano a ridosso di una parete laterale.Per spegnere l’incendio ci vollero sette ore. Fu una notte che non abbiamo più dimenticato.Di cosa si sia trattato,non lo abbiamo saputo mai.I carabinieri non indagarono più,nonstante le nostre pressioni.Ci fu omertà da parte di tutti.Qualcuno dubitò che mio padre avesse smesso di pagare il pizzo,non era così.Mio padre è onesto,non ha mai pagato altro che le tasse allo Stato. L’inchiesta è stata archiviata,ci fu una denuncia da parte nostra contro ignoti. Racconto questa vicenda personale per far comprendere a tutti come quì da noi certe cose non destano allarme,nè preoccupazione.Tutto venne dimenticato in pochissimo tempo,come se fosse stata una cosa normale,un effetto collaterale,un rischio che si corre normalmente, in Calabria,se non si hanno gli amici giusti.Nessuno a proteggerti. Per me la lotta alla Ndrangheta (e non ’ndrangheta) è una questione di principio. Dunque,per me,rappresentate tanto,e sento il dovere di sostenervi,perchè voi,senza saperlo, mi avete sostenuta tante volte. So che in tantissimi visitano il vostro giornale ogni giorno,è a loro che mi rivolgo: sono sicura che tutti voi avete tratto beneficio da questo giornale,che rappresenta uno spazio di verità,e quindi un’oasi nel deserto della disinformazione che regna nell’Italia intera. Bene. E’ il momento di restituire il favore,che è impagabile.Mentre a noi ci costerebbe pochissimo.Siamo in tanti e possiamo davvero aiutarli ad uscire da questo difficilissimo momento.Porteremo il nostro contributo alla battaglia che tante persone coraggiose,come i ragazzi della Voce, stanno portando avanti per l’affermazione della verità e della giustizia. Non lasciamoli soli.
Vi abbraccio,giovani de "La voce di Fiore". con affetto a stima
Anna Rita Sarro
Cara Anna Rita,
grazie per le tue parole, che ci incoraggiano tanto. Ma l’appello e l’impegno sono di tutti. Nel nostro gruppo, tutti, e molto più di me, si danno da fare.
Un abbraccio.
emiliano
La gratitudine maggiore è la mia,Francesco Saverio. Perchè col vostro coraggio mi avete trascinata e grazie alle vostre battaglie non mi sento sola... Stasera lo spettacolo a Castrovillari. Una bellissima iniziativa,alla quale non vedo l’ora di partecipare. Invito chiunque si trovi in zona a venire al teatro Sybaris di Casrovillari e per maggiori informazioni di recarsi sul sito di Salvatore Borsellino,www.19luglio1992.com. Restiamo uniti nella speranza,tutti,da nord a sud! Con affetto e stima,
Anna Rita
Caro bartolo,quando affermo che mi sono sempre schierata con l’antimafia intendo dire una cosa ben precisa:ho sempre messo il mio nome e la mia faccia,con l’antimafia(ma quella vera,quella non ipocrita,quella non schierata a metà,come afferma anche Sonia Alfano nell’intervista radiofonica ch’e stata pubblicata su questo giornale),ho sempre denunciato i comportamenti illeciti ed illegali di chiunque,anche in relazione a vicende che non riguardavano interessi strettamente personali.In sintesi,non mi sono collocata nella cosiddetta "zona grigia" che purtroppo caratterizza i territori maggiormente interessati dal fenomeno mafioso.Ho sviluppato una coscienza civile,affermando sempre con chiarezza da che parte stavo.Ho rifiutato certe amicizie,sono stata attenta alle mie frequentazioni,selezionandole con cura.Non ho stretto mani a chicchesia,non ho regalato il mio voto in cambio di favori.Non ho frequentato e non frequento gli esercizi commerciali che so essere gestiti da imprenditori ndranghetosi,o ndranghetisti.Non mi arrendo al potere che domina in Calabria,perchè sono convinta che si può restare puliti,si può non essere ndranghetosi pur vivendo quì,e lo dimostro con i fatti,più che con le parole. Insomma,quando affermo di essre sempre stata schierata con l’antimafia,quella vera e pulita, lo faccio senza ipocrisia. Se ne deve parlare,invece,soprattutto nelle università,perchè si corre il rischio di formare i giovani solo(ed a volte nemmeno sufficientemente)in maniera tecnica e settoriale.Gli universitari sono coloro che,si spera,formeranno l’Italia del domani. Persone come Salvatore Borsellino,Sonia Alfano,Benny Calasanzio,per nominarne solo alcuni,dovrebbero avere maggior accesso in dibattiti che coinvolgono gli studenti di ogni grado,perchè l’argomento interessa davvero tutti.Purtroppo ciò che si fa nelle università è organizzare sterili convegni,nei quali si sta molto attenti a non urtare la politica,ed ai quali partecipa gente non shierata,gente che non sa veramente cos’è la mafia o non vuole saperlo.In molte occasioni si discute dell’argomento "mafie" come se fosse un fenomeno separato dalla vita quotidiana di ogni cittadino. Io non sottovaluterei il fenomeno affermando che si tratta di semplici paralitici-disadattati-cialtroni.Si tratta,invece,di uomini potenti,che hanno mani ovunque,persino nella magistrarura, grazie anche alla massoneria. Lo studio dell’attuale e regresso comportamento delle istituzioni,a mio modesto parere,è lo studio dell’ascesa al potere degli uomini di mafia,di ndrangheta.Molte inchieste della magistratura,volutamente bloccate e mandate su binari morti,andavano proprio in questa direzione. Ecco,caro bartolo,il tuo pernsiero sei riuscito ad esprimerlo con chiarezza,come sempre. Forse non la stessa chiarezza che assumi per affermare davvero da che parte stai.
Anna Rita