L’APPELLO DEL PASTORE
«Non permettete che la sofferenza di quest’ora soffochi la speranza di cui siamo testimoni»
«COSENZA, OLTRE LO SCANDALO CON LA SANTITA’»
Nella comunità segnata dalla vicenda di padre Bisceglia l’arcivescovo Nunnari, nel giorno della festa della patrona, ha espresso «il dolore della Chiesa e la richiesta di perdono a chi si è sentito offeso»
Di Giorgio Bernardelli (www.avvenire.it. 14.02.2006)
«Cosentini, vi presento il dolore della mia Chiesa e la richiesta di umile, sincero perdono. Ve lo chiedo in ginocchio da padre, amico e fratello». Sono parole forti quelle pronunciate domenica dall’arcivescovo di Cosenza-Bisignano Salvatore Nunnari nella festa della Madonna del Pilerio, patrona dell’arcidiocesi. Parole di una Chiesa - ha detto ancora il presule - «provata da fatti sconcertanti». Chiaro il riferimento alla vicenda di padre Fedele Bisceglia, il frate cosentino dell’Oasi Francescana agli arresti domiciliari perché accusato di violenza sessuale. Una ferita che ovviamente brucia, ma che non deve impedire di guardare oltre. «Ho sentito il bisogno di rivolgermi con queste parole alla mia gente, che sta vivendo un momento di grande smarrimento - spiega l’arcivescovo Nunnari -. Ho visto l’incredulità iniziale. Poi la grande confusione, il dividersi tra innocentisti e colpevolisti. Così, domenica, sono tornato a indicare l’orizzonte della misericordia, che è anche quello della purificazione. Questo non è il momento delle condanne o delle assoluzioni. È il tempo di guardare al male per espellerlo, prima che vada in metastasi». Nel suo discorso lei ha avuto parole dure sul modo in cui i media hanno affrontato la vicenda di padre Fedele. «La nostra società è violentata da questa pseudo-cultura dei media. Siamo bombardati da messaggi che non aiutano a vivere in maniera serena la propria sessualità. Li si trasforma addirittura in programmi che fanno grande audience. Poi, però, si usano quegli stessi mezzi di comunicazione per puntare il dito contro chi sbaglia. Non si può far finta di non vedere questa ipocrisia». Come uscire da questo circolo vizioso? «Richiamando, appunto, il messaggio della misericordia. La mia richiesta di perdono è un modo per dire che anche questa nostra Chiesa ferita ha un messaggio d’amore da portare a tutti. A chi si è sentito offeso dico: accoglieteci ancora. Non permettete che la sofferenza di quest’ ora uccida la speranza di cui, come figli della Chiesa, siamo testimoni. Cosenza, oggi, ha quanto mai bisogno di questa speranza». Nella festa della Madonna del Pilerio lei ha indicato nella santità il vero «programma». Perché proprio questa sottolineatura? «Siamo anche noi figli di questo mondo. E dunque noi per primi dobbiamo aprirci a un orizzonte nuovo. È solo la via della santità a permetterci di espellere il male. Ed è intorno a questa via che dobbiamo delineare una pastorale nuova. Il Vangelo non ci chiama a essere semplici galantuomini, ma santi. E proprio gli avvenimenti che ci hanno così segnato ci devono provocare a una risposta seria. Come Chiesa di Cosenza siamo chiamati a indicare mete alte che nello stesso tempo siano strade percorribili per tutti». In che modo? «Le nostre comunità devono riscoprire la pedagogia della santità. Che non vuol dire chiudersi in uno spiritualismo asettico, ma formare laici che siano uomini della Chiesa nel cuore del mondo». A Cosenza il Comune è commissariato. E lei domenica ha rivolto anche un forte invito alla riscoperta dell’impegno politico. «È un’altra difficoltà che proprio in queste settimane qui interpella le coscienze. Cosenza è una città dalle grandi ricchezze culturali e con una buona presenza di cristiani impegnati a tutti i livelli. Ma si avverte anche un trasversalismo pericoloso tra partiti e forze occulte. È un problema che bisogna combattere, mettendo a frutto le scelte che la dottrina sociale della Chiesa indica. Il cristiano in politica, ma anche ogni uomo di buona volontà, deve avere forte questo senso del servizio al bene comune». Con quali priorità? «Abbiamo assistito a lotte non sui programmi, ma attorno a persone e interessi. E tutto questo ritarda la soluzione dei gravi problemi della nostra terra. Penso alla disoccupazione giovanile che obbliga le nuove generazioni a partire ancora. Non più con le valigie di cartone, ma magari con una laurea e u n personal computer. Penso al problema degli ultimi, dei più poveri. Quanti ne incontriamo nel nostro ministero pastorale». In queste settimane così difficili, che cosa ha chiesto ai suoi preti? «Ho detto: oggi più che mai state in mezzo alla nostra gente. Ma stateci da ministri del Dio della misericordia. E soprattutto accogliete l’invito del profeta Isaia: "Nel tempo del peccato corroboriamo la nostra vita di preghiera". Io stesso in questi giorni penso spesso alle parole del salmo: "Getta il tuo affanno nel Signore". Perché noi preti dobbiamo essere prima di tutto dei "permanenti in preghiera". È solo ascoltando la Parola che viene dall’alto che diventiamo capaci di cogliere le ansie e le attese del cuore dell’uomo».
Nunnari si scaglia contro Padre Fedele: ”Basta stupidaggini, non sono io che gli ho vietato di dire messa”
di Redazione *
COSENZA - Una sospensione richiesta dal frate stesso al fine di poter nominare i legali della difesa che altrimenti sarebbero stati imposti dalla curia. Una sospensione sulla quale l’arcivescovo della diocesi Cosenza - Bisignano sarebbe potuto intervenire chiedendo il permesso alla sede apostolica di far dire messa a Padre Fedele nel proprio territorio di competenza. Una scelta che Nunnari decise di rifiutare in quanto sconsigliatogli dai ‘colleghi’ romani. “Bisogna smettere di dire stupidaggini su Facebook, perche’ questo vescovo non ha colpe su questa sospensione”. Ha detto Monsignor Salvatore Nunnari che lascerà tra poche ore la propria diocesi e che oggi ha tenuto una conferenza stampa sul caso Padre Fedele. Nunnari è stato attaccato come responsabile della sospensione a divinis dell’ex frate. “Lo ha chiesto lui, per grazia, di essere esonerato dai tre voti, e ha fatto bene, quando ha saputo che il suo Ordine lo voleva sospendere - ha detto Nunnari - e mi e’ stato chiesto il mio parere, e io ho detto che era bene.
Il Papa, per grazia, gli ha concesso di uscire dall’Ordine: ecco il decreto - ha spiegato Nunnari, mostrando il fascicolo - datato 8 febbraio 2008. Io ho chiesto anche alle suore, davanti a testimoni, di far incontrare Suor Tania con Padre Fedele, ma loro mi hanno detto che le stavo offendendo con questa richiesta - ha detto Nunnari - e le suore sono andate via dalla citta’ senza neanche salutarmi dopo che mi ero prodigato per trovare loro un appartamento a Porta Piana. Perche’ il vescovo di Cosenza non lo ha accolto tra i suoi preti subito? Perche’ Roma mi ha detto di non fare questa richiesta - ha affermato Nunnari - perche’ mi avrebbero detto di no, perche’ c’era in atto un processo”. “Io non ho potuto fare altro - ha detto Nunnari - ma rileggete quello che ho detto nei primi giorni della vicenda, quando parlavo del suo carattere esuberante ma non ho mai creduto nella sua colpa“.
Nunnari ha annunciato anche un suo prossimo “libro bianco” sul caso dell’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello, al cento di uno scandalo per la malagestione, che sarebbe, secondo Padre Fedele, una delle cause del complotto ordito ai suoi danni. “Sul Papa Giovanni ho detto chiaramente, in cattedrale, - ha concluso Nunnari - che e’ stato indegnamente amministrato da Luberto, che e’ stato un ladro”.
“Sento il dovere pressante della ricerca della verita’”. Ha esordito cosi’ mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo Emerito di Cosenza, iniziando la conferenza stampa che ha voluto dedicare alla vicenda di Padre Fedele Bisceglia, assolto dall’accusa di aver violentato una suora. “E’ stata una brutta pietra gettata contro di me - ha detto Nunnari - e voglio dire subito che quando Padre Fedele e’ stato sospeso dal suo Ordine, non e’ stato sospeso per la vicenda della suora, ma per non aver rispettato l’obbedienza, visto che aveva i tre voti di obbedienza, poverta’ e castita, ma quello dell’obbedienza lo ha messo sotto i piedi non andandosene da Cosenza come gli era stato richiesto.
Nessuno dimentichi che l’Ordine dei Cappuccini non ha mai creduto al discorso della suora, e aveva messo due avvocati - ha detto Nunnari - Sorrentino e Gambardella, ma Padre Fedele li ha rifiutati. Lui parla e quando parla combina guai - ha detto il vescovo - e dopo che lo hanno mandato in Corsica, su mio intervento è stato spostato in Umbria, e da li’ scappava per venirmi ad incontrare. Io gli dicevo di fare la sua obbedienza - ha detto il presule - ma lui non lo ha fatto”. Sulle polemiche sollevate da parte di alcuni consiglieri che contestano la decisione di voler consegnare la cittadinanza onoraria al vescovo Nunnari ha risposto affermando di non sapere chi si oppone. ”Se non mi daranno la cittadinanza cosentina - ha affermato - non fa niente, ringrazio per il gesto ma non ce n’è bisogno la città di Cosenza mi ha già nel suo cuore”.
Nunnari diventa cittadino onorario di Cosenza: ‘Non torno a Reggio mi fermo qui’
di Redazione *
COSENZA - “Resterò a Cosenza”. Commosso e convinto di restare nella città dove è stato Arcivescovo per dieci anni. Nunnari non ha dubbi, né titubanze. Subito dopo aver ricevuto ieri sera, nella sala della adunanze della Provincia, la cittadinanza onoraria dal Consiglio comunale di Cosenza (19 voti a favore e tre contrari, espressi questi ultimi dai consiglieri Roberto Sacco, Giovanni Cipparrone e Cataldo Savastano) l’ex arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, pochi giorni prima di lasciare la titolarità della Diocesi cosentina, per raggiunti limiti di età, al nuovo arcivescovo, Francesco Nolè, ha fatto un annuncio importante. “Quello cosentino è un popolo che mi ha accolto dentro. Avevo detto a chi ha insistito tanto di lasciar perdere perché mi sentivo già cittadino a pieno titolo, come ha dimostrato l’accoglienza che mi è stata tributata ieri sera in Duomo dal bagno di folla che mi ha trattenuto con sé per un’ora e trenta. Avevo l’idea di tornare a Reggio, ma l’insistenza sincera mi ha convinto a fermarmi qui in un appartamento in seminario che era quello già occupato in passato da Monsignor Agostino”.
Nel suo intervento di ringraziamento al Sindaco Mario Occhiuto, al Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone , alla giunta comunale e a tutto il Consiglio comunale, Nunnari ha rimarcato di “aver imparato a Cosenza molte cose, ritrovando in questa nobilis civitas molte ricchezze. C’è nella sua breve, ma intensa relazione l’elenco delle cose fatte e tra queste il presule elenca il perdono chiesto in occasione della Festa della Madonna del Pilerio per le vicende dell’Istituto Papa Giovanni di Serra d’Aiello. Nel corso della cerimonia l’ex arcivescovo è intervenuto sulla vicenda dei rom affermando che “sono state dette inesattezze. Una volta ero andato in vacanza per qualche giorno a Reggio. Mi telefona l’allora questore Anzalone e mi spiega: “i rom vogliono lei”. I rom per me sono come fratelli anche se, in quest’ultimo periodo, hanno cambiato religione. Certo i problemi sono tanti. Per occuparci di quelli di Via Popilia abbiamo dato vita ad un Centro finanziato dalla Charitas. Dare un briciolo di speranza ad un giovane è molto importante”.
Nunnari ha ricevuto dal Sindaco Mario Occhiuto la tradizionale pergamena con la motivazione della cittadinanza onoraria: “per non aver fatto mai venir meno il suo sostegno morale, spirituale e sociale di Pastore e di Educatore, richiamando costantemente la società calabrese al perseguimento di valori etici alti nel raggiungimento del bene comune e per essersi reso promotore ed interprete straordinario della valorizzazione e della promozione della dignità umana, nel corso della sua lunga attività pastorale”. Il presule ha ricambiato donando al Sindaco e all’Amministrazione comunale un’icona di argenteria russa del XV-XVII secolo. “Siamo onorati, ed anche emozionati - ha affermato Occhiuto - di avere nostro ospite un uomo di fede che ha lottato contro le ingiustizie. Il conferimento della cittadinanza onoraria è un omaggio dovuto per l’esempio di stile di vita semplice ed attento agli altri, per la solidarietà e la sua passione per l’umanità. Ed e’ anche un modo per legare il nome di Mons. Nunnari alla nostra città per sempre.
Un ulteriore passaggio del suo intervento il Sindaco Occhiuto lo ha poi dedicato alla lettera pastorale di Monsignor Nunnari ai giovani e alle donne, dove con chiarezza e fermezza condanna la violenza e gli abusi: “Penso alle tante giovani attirate dall’estero con una promessa di lavoro e poi esser schiave da aguzzini senza pietà e senza coscienza, penso alle donne di ogni latitudine e di ogni Paese, vittime di pregiudizi e della brutalità degli uomini. Ciascuno di noi deve sempre difendere la dignità umana e dobbiamo imparare a custodire e amare il corpo che è dono e tempio di Dio“”. Prima del Sindaco la seduta del Consiglio comunale è stata aperta tra le autorità presenti dal Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, il Procuratore della Repubblica Dario Granieri e il Comandante Provinciale dei Carabinieri Colonnello Giuseppe Brancati, dal Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone. A svolgere la relazione introduttiva è stato il consigliere comunale Mimmo Frammartino che ha iniziato il suo intervento definendo Mons.Nunnari come “un uomo del nostro tempo, una autorità della Chiesa che ha profondamente inciso con l’esempio di Sacerdote prima e di Pastore dopo, nel tessuto sociale calabrese sotto il profilo culturale sociale ed anche politico”.
La seduta del Consiglio comunale aveva fatto registrare in apertura la silenziosa protesta dei consiglieri Roberto Sacco e Giovanni Cipparrone che hanno sventolato in aula un cartello con la scritta “Siamo tutti cialtroni, grazie”, probabilmente riferita ad alcune dichiarazioni che in giornata i consiglieri Sacco e Cipparrone avevano sentito pronunciare a Monsignor Nunnari. Il Presidente del Consiglio Morrone, una volta accortosi del cartello, ha pregato i vigili di rimuoverlo dall’aula. Ma il loro dissenso e la loro contrarietà alla proposta di conferimento della cittadinanza onoraria i consiglieri Sacco e Cipparrone, cui si è aggiunto anche Cataldo Savastano l’hanno espressa anche quando si sono iscritti a parlare. “Il consiglio comunale di oggi - ha spiegato Sacco - doveva e poteva essere motivo di festa e di orgoglio per l’intera città di Cosenza. Quando si conferisce la cittadinanza onoraria ad una personalità significa che questa ha creato con Cosenza un legame forte, tangibile, indissolubile per motivi nobili e importanti. Nel caso in questione - ha aggiunto Sacco - questi motivi non emergono con chiarezza e non sono stati percepiti come tali da gran parte della cittadinanza. La città - ha detto ancora Sacco - non ha capito il ruolo da Lei assunto nella vicenda dei Rom, il suo essere ondivago tra il professare accoglienza senza se e senza ma da un lato e la mancanza di iniziative concrete dall’altro”.
Altra questione sollevata da Sacco quella della gestione dei loculi del cimitero. “Una gestione piena di ombre” - ha detto Sacco. E poi la vicenda che ha riguardato Padre Fedele, che a un certo punto ha fatto la sua comparsa nell’aula dove si è riunito il Consiglio comunale. “Anche in questo caso - ha aggiunto Sacco - Lei ha preferito guardare dall’altra parte e chiudere ogni dialogo”. Dissenso anche da parte del consigliere Giovanni Cipparrone. “Quando si esprime un dissenso in una città e in un consiglio - ha esordito Cipparrone - bisogna coglierne anche i lati positivi. Stasera stiamo mettendo ai voti una pratica politica. Questa richiesta è stata voluta dal Sindaco. Ne apprezzo la proposta, ma non apprezzo quanto è stato detto da Monsignor Nunnari in merito alla vicenda di Padre Fedele”. Cipparrone ha lamentato anche il mancato coinvolgimento di tutto il Consiglio nella condivisione della proposta. “E’ stata convocata una commissione quasi clandestina nella quale ci è stato comunicato il curriculum di Monsignor Nunnari che è noto a tutti. Non si può portare una pratica in consiglio che non è stata discussa su un piano politico”. Voto contrario anche da Cataldo Savastano che ha contestato a Monsignor Nunnari una mancata presa di posizione in alcune vicende come quella dei rom e di Padre Fedele Bisceglia. Posizione favorevole alla cittadinanza onoraria a Mons.Nunnari è stata espressa, durante le dichiarazioni di voto, dai consiglieri comunali Salvatore Perugini, Maria Lucente, Claudio Nigro, Francesco Perri e Michelangelo Spataro.