QUEL CHE I BAMBINI DOVREBBERO SAPERE SU FREUD
di Cesare Musatti* (il manifesto, 04.05.2006, p. VI)
Sigmund Freud (si pronuncia Froid) era un medico nato nel 1856 e vissuto quasi sempre a Vienna. Si occupava di persone con certe malattie che si dicono nervose, e scoprì un metodo per curarle. Il metodo non consisteva nel prescrivere medicine, ma nello scoprire determinati pensieri che questi ammalati avevano dentro di sé. Erano strani pensieri: conservati nella mente, senza che gli stessi ammalati sapessero che c’erano. Che sia possibile avere dentro di sé idee e desideri, aspirazioni e timori, senza saperlo, sembra certamente assai curioso; e ai tempi di Freud molti non credevano a questa teoria. Essa permetteva di curare facendo ritrovare e ricordare queste cose dimenticate, ed eliminando in tal modo il loro effetto dannoso. Anche con i bambini il metodo poté essere applicato. Il primo bambino curato con questo sistema era il piccolo Hans. Senza alcuna ragione si spaventava di fronte a grossi cavalli da trasporto, anche se veduti soltanto da lontano; stava perciò tappato in casa per il terrore di incontrarli. La paura era dovuta a idee che Hans si era messo in mente quando era ancora molto piccino, e che aveva del tutto dimenticate. Quando Hans ritrovò, con l’aiuto del metodo di Freud, queste idee, ogni paura scomparve.
Molte fobie che spesso qualche bambino prova per animali inoffensivi, ma anche altre paure, come ad esempio quella del buio, hanno simile origine e possono essere curate con questo sistema, che si chiama psicoanalisi.
Il metodo si usa però, soprattutto, con persone adulte, tormentate da fissazioni, paure, incapacità di affrontare certi lavori, difficoltà a stare in mezzo alla gente, o a costituirsi una famiglia, oppure sofferenti per dolori in varie parti del corpo, senza che vi sia nulla di malato nel loro organismo.
Spesso, incidenti che passano inosservati, impressioni provate quando si era piccini, e poi dimenticate, preoccupazioni sentite in modo esagerato, ma a cui si è cercato di non pensare più, rimangono dentro di noi e provocano disturbi, che sembrano del tutto incomprensibili e privi di senso. Molte di queste impressioni nascoste in noi risalgono all’infanzia.
I grandi avevano una volta l’abitudine di raccontare un sacco di frottole ai loro figli, a proposito di problemi che interessano molto i bambini, e che gli adulti considerano argomenti proibiti. Ad esempio, di fronte alla curiosità infantile sulle diversità tra il corpo maschile e quello femminile, su come vengono al mondo i neonati, o su quel che fanno tra loro i genitori nel lettone, non venivano fornite spiegazioni chiare, anzi questi argomenti venivano circondati di mistero. Ne derivavano nei bambini angosce, fantasie del tutto lontane dalla realtà, e sentimenti di colpa per la propria persistente curiosità: anche queste impressioni, successivamente dimenticate, potevano essere causa di futuri disturbi.
Se oggi si è più franchi con i bambini, questo è dovuto in gran parte alla diffusione delle idee di Freud. Ma il suo merito principale è quello di avere scoperto come si possa vedere dentro di noi, anche le cose che in noi sono coperte e dimenticate. Per giungere a questo obiettivo, Freud e gli psicoanalisti che ne hanno seguito la lezione, osservano tutti i minimi gesti, il modo di comportarsi e di parlare, e anche i sogni che a ciascuno capita di fare durante la notte. E questo non perché i sogni annuncino direttamente qualche cosa che deve accadere, o che si deve temere (come credono i superstiziosi), ma perché attraverso i sogni si manifestano proprio quei pensieri segreti che sono in noi e di cui non sappiamo nulla.
La psicoanalisi è un metodo complicato e richiede molto studio per poter essere adoperato in maniera efficace e corretta; del resto non serve soltanto per curare le persone malate o disturbate, ma più in generale per comprendere meglio gli altri e il loro modo di agire. Perciò l’importanza dell’opera di Freud non riguarda soltanto la medicina, dell’uomo.
Sigmund Freud ora è famoso e ricordato con riconoscenza, ma durante la sua vita subì molte persecuzioni, come accade spesso a coloro che annunciano al mondo idee nuove; inoltre, in quanto ebreo, era mal visto da certa gente stupida e cattiva, che giudica le persone non per il loro valore, ma per la loro diversa razza o religione. Quando le armate tedesche dei nazisti occuparono nel 1938 l’Austria, poco prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale, Freud fu costretto a lasciare Vienna e a rifugiarsi a Londra, dove morì nel 1939.
* Il decano della psicoanalisi italiana, morto nel 1989, scrisse questo testo per “Il lavoro” di Genova, che lo pubblicò il 25 maggio 1978
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