EVANGELO E COSTITUZIONE. Al di la’ del "concordato bio-politico", una lezione di civiltà ...

A FIRENZE, IN ITALIA, UNA GIORNATA DA NON DIMENTICARE: CONSEGNATA LA CITTADINANZA ONORARIA A BEPPINO ENGLARO.

Don Santoro: "Credo che per la Chiesa sia importante difendere la vita ma senza imporre nessuna verità. Mi riconosco nella chiesa di Gesù, in questa non riesco a starci".
lunedì 30 marzo 2009.
 
[...] Englaro: "Questa onorificenza è per Eluana" [...] «L’Eluana era la persona più libera del mondo, amava tutti e adesso sarà amata da tutti, lo dice sempre la sua mamma», racconta Beppino sorridendo. «Per noi in famiglia questi concetti erano chiarissimi, li avevamo approfonditi, li davamo per scontati. L’Eluana era convinta che la vita è libertà e non condanna a vivere. Non mi sarei mai immaginato di diventare l’unico a combattere per il rispetto di principi che a me sembrano incontestabili. Non avevo scelta, dovevo affrontare la questione pubblicamente perché sono convinto che la vera libertà è dentro la società» [...]

la Repubblica, 29.03.2009

Englaro: la legge è un’offesa alla libertà dei cittadini

FIRENZE - «Più che un’offesa a Eluana, il ddl sul testamento biologico è un’offesa alle libertà fondamentali di tutti i cittadini». Lo ha detto Beppino Englaro durante una conferenza stampa a Firenze, città che domani gli conferirà la cittadinanza onoraria. Il padre di Eluana ha poi usato le parole del presidente della Camera Gianfranco Fini pronunciate dal palco del Pdl per affermare che il ddl sul biotestamento è «più da stato etico che laico».

Englaro ha poi replicato all’arcivescovo Giuseppe Betori che aveva criticato fortemente la decisione del Comune (22 voti contro 16) di nominarlo cittadino onorario. «Ho il massimo rispetto per le istituzioni religiose - ha commentato Englaro - ma penso che loro non abbiano il massimo rispetto per me».


-   Englaro cittadino onorario di Firenze
-  Il Pdl lascia il consiglio per protesta

Il padre di Eluana, ha ricevuto a Palazzo Vecchio a Firenze la cittadinanza onoraria. E’ stato accolto da un lunghissimo applauso dei politici e cittadini presenti. Contemporaneamente i consiglieri comunali del Pdl sono usciti dall’aula per protestare *

La cittadinanza onoraria di Firenze consegnata oggi a Beppino Englaro è in realtà "stata consegnata ad Eluana, che era ribelle come è ribelle da sempre Firenze". Così il padre della ragazza morta dopo 17 anni di coma ha ringraziato il Consiglio comunale fiorentino che oggi, riunito in seduta straordinaria, gli ha consegnato il riconoscimento e il Giglio d’Oro. La cerimonia è stata presieduta dal presidente dell’ Assemblea Eros Cruccolini mentre la motivazione è stata letta dall’assessore alla cultura Eugenio Giani. Assente il sindaco Leonardo Domenici, a Roma per l’Anci. E assenza polemica anche dei consiglieri del centrodestra che sono usciti nel momento in cui Cruccolini ha dichiarato aperto il Consiglio straordinario.

All’arrivo di Englaro il pubblico ha cominciato a gridare ’bravo’ e ’c’è bisogno di persone cosi", mentre ai consiglieri del Pdl lo stesso pubblico diceva ’fuori’. Un uomo, medico, ha cercato di esporre un cartello con scritto ’Firenze inneggia alla morte’ ma è stato bloccato dai vigili.

Englaro: "Questa onorificenza è per Eluana". "L’irriducibilità per la libertà che è nel Dna dei fiorentini era anche nel Dna di Eluana - ha proseguito Beppino Englaro - e quindi lo spirito fiorentino e quella di mia figlia sono in perfetta armonia: sono irriducibili contro tutte le forme di oppressione e di autoritarismo", e soprattutto pronti a lottare per "la libertà contro tutti gli oppressori". Englaro nel suo intervento ha ringraziato il presidente del Consiglio comunale Cruccolini, il capogruppo del Ps, Alessandro Falciani, che aveva presentato la mozione per la cittadinanza onoraria, e anche il sindaco.

Il Pdl lascia l’aula. All’inizio della cerimonia i consiglieri comunali del Pdl sono usciti dall’aula per protestare contro il conferimento dell’onorificenza. I rappresentanti del gruppo in consiglio hanno consegnato a Beppino Englaro una lettera per spiegare le loro motivazioni. "Abbiamo rispetto - scrivono gli esponenti del centrodestra nella lettera - per il dramma personale da lei vissuto con grande sofferenza, ma non riteniamo che esso possa costituire titolo per l’ottenimento di una cittadinanza onoraria. La decisione assunta, a maggioranza, è stata improvvida e improvvisa. Il consiglio le conferirà la cittadinanza sulla base di motivazioni non condivise dall’intera città compiendo una forzatura che non ha altra spiegazione se non forse quella di voler apportare con un atto simbolico il proprio irresponsabile contributo alla campagna di legittimazione dell’eutanasia. La cittadinanza - conclude la lettera - sarà moralmente dimezzata".

"Per capire il dramma di Eluana occorre tempo". A chi gli chiedeva cosa pensasse dei consiglieri del Pdl che hanno abbandonato l’aula quando è iniziata la seduta straordinaria, mentre suonavano le chiarine, Beppino Englaro ha risposto: "Ho i massimo rispetto per queste persone, sono problematiche molto difficili e serve un approfondimento. Io stesso - ha aggiunto - ci ho messo molto tempo a capire. Non mi meraviglio, è l’argomento del fine vita che è tremendo e spacca le coscienze. Sarà il tempo a chiarire". Poi, al termine della cerimonia ha ricordato la gita fatta con la moglie e Eluana a Firenze "nell’89 o il ’90: Eluana era rimasta affascinata da Firenze - ha concluso - ma come si fa a non rimanere affascinati della nostra citta’".

* la Repubblica,/Firenze, 30 marzo 2009


-  Don Santoro: "Il Vangelo parla d’amore
-  nel mio vescovo questo amore non l’ho visto"

Don Santoro lo saluta e dice: in questa chiesa non mi riconosco più. Un’ora di colloquio col sindaco Domenici che firma la cittadinanza. Incontri all’Isolotto, alle Piagge e al Puccini. Oggi in consiglio comunale

di Simona Poli *

Le baracche di Enzo Mazzi all’Isolotto, quelle di don Santoro alle Piagge. E’ questa la Firenze che accoglie Beppino Englaro a cui a mezzogiorno in Palazzo Vecchio verrà data la cittadinanza onoraria firmata ieri dal presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini e dal sindaco Leonardo Domenici, che con Englaro ha parlato per un’ora da solo nel suo studio, spiegando che oggi sarà assente per impegni istituzionali.

Più di quella pergamena ufficiale, che porta con sé anche gli strascichi di una poco edificante polemica politica, vale forse il patto di alleanza che in questi giorni si è creato in modo spontaneo tra Englaro e la gente che gli è andata incontro per ascoltarlo. Generazioni, storie e destini diversi, uomini e donne che ciascuno a suo modo nella vicenda di Eluana trovano fonte di riflessione per ripensare se stessi.

E’ il caso di Alessandro Santoro, che di fronte ad Englaro pronuncia la pubblica confessione di un prete che si sente smarrito: «Dopo questo baccanale osceno si può solo chiedere perdono come fece il figliol prodigo nella parabola raccontata da Gesù», dice nel silenzio perfetto della sala in cui sono sedute decine di persone. «Sono profondamente disturbato da questa ostentata onniscienza della Chiesa in cui non riesco più a riconoscermi. Di quel cristianesimo non so che farmene, il Vangelo di fronte alla vita usa solo la parola amore, che significa avvicinarsi all’altro e al suo mistero per riconoscersi. Nel mio vescovo questo amore non l’ho visto».

Englaro quasi non ci crede: «Ero un randagio che abbaiava alla luna, per tanto tempo nessuno mi ha voluto dare ascolto. E ora arrivo qui, a Firenze, e mi sento dire quelle parole semplici e dirette che sembrava impossibile poter udire». Lo ripete più volte, anche la sera al Teatro Puccini dove l’associazione "Liberi di decidere", che ha già raccolto tremila testamenti biologici certificati da un notaio, ha voluto invitarlo insieme a Paolo Flores d’Arcais per dare un segnale concreto di sostegno a una battaglia civile che era nata solitaria ed è ora diventata la battaglia di molti dopo l’approvazione al Senato del testo di legge sul fine vita.

Tantissime persone vicino ad Englaro, anche molto giovani. Alle dieci di mattina è già affollata la casetta in cui ogni domenica si riunisce la comunità dell’Isolotto per celebrare la sua "messa laica" col pane fatto in casa al posto dell’ostia e le preghiere scritte a mano sui fogli di carta al posto del breviario. E’ un dialogo ricco ma senza contrapposizioni, chi è venuto qui lo ha fatto per mostrare comprensione e affetto ad un padre costretto ad affrontare fin troppo dolore. Senza pregiudizi, senza nessuna voglia di attaccarlo, di giudicarlo. Anzi.

Tra i messaggi di solidarietà arrivano quelli di un monaco di San Miniato al Monte, Bernardo Francesco Maria, dell’ex prete operaio Renzo Fanfani, delle comunità cristiane di base, di don Fabio Masi della parrocchia di Santo Stefano a Paterno, del presidente del quartiere 4. A parte Cruccolini, due soli politici presenti, Valdo Spini e il consigliere dei Socialisti Alessandro Falciani, che è stato l’ideatore della proposta di cittadinanza e che ha accompagnato Englaro in ogni suo appuntamento fiorentino.

«L’Eluana era la persona più libera del mondo, amava tutti e adesso sarà amata da tutti, lo dice sempre la sua mamma», racconta Beppino sorridendo. «Per noi in famiglia questi concetti erano chiarissimi, li avevamo approfonditi, li davamo per scontati. L’Eluana era convinta che la vita è libertà e non condanna a vivere. Non mi sarei mai immaginato di diventare l’unico a combattere per il rispetto di principi che a me sembrano incontestabili. Non avevo scelta, dovevo affrontare la questione pubblicamente perché sono convinto che la vera libertà è dentro la società».

Diciassette anni di solitudine e poi quella sentenza della Cassazione del 16 ottobre 2007: «Dobbiamo essere fieri della nostra magistratura, i giudici non si sono lasciati condizionare dalla politica, che pure ci ha provato in tutti i modi. Sono certo che quella sentenza verrà riletta, studiata e capita perché lì è finalmente tutto molto chiaro. Non si può imporre con la violenza un trattamento che tiene in vita una vita che non esiste in natura. La vicenda di Eluana non va contro nessuno».

Della capacità di accettare la morte e di come lo Stato debba garantire a ciascuno di poter scegliere in che modo essere o non essere assistito nella fase terminale della vita, Englaro parla per oltre un’ora col sindaco Domenici, in un colloquio privato che si conclude con la firma del documento per la cittadinanza onoraria. «Sul biotestamento c’è una questione di diritti, di libertà e di autodeterminazione delle persone e della loro volontà che deve essere affrontata - io me lo auguro - andando al di là della polemica o della contrapposizione tutta politica», dice il sindaco. «Non ci divide il fatto di considerare sacra la vita umana, almeno per quanto mi riguarda. Abbiamo punti di vista diversi sul modo di attuare e rispettare la dignità e, per certi versi, la stessa sacralità della vita». Englaro saluta con sollievo la notizia che anche Bondi si è schierato a fianco di Fini nella critica alla legge passata in Senato: «Non mi sorprende perché con Bondi avevo parlato e sapevo che certe cose erano state capite. Ci sono tutte le premesse perché il testo alla Camera venga modificato».

La questione torna centrale sia durante il dibattito serale al Puccini che nel pomeriggio, quando don Santoro la affronta dal suo punto di vista di sacerdote. «Credo che per la Chiesa sia importante difendere la vita ma senza imporre nessuna verità. Mi riconosco nella chiesa di Gesù, in questa non riesco a starci. Lo dico davanti a te, Englaro, perché non ho l’arroganza di pensare di aver visto Dio ma l’unico Dio possibile che posso intravedere, eventualmente, è nel dolore composto, nella fede laica profonda della vita, in questa battaglia civile che tu hai deciso di portare avanti, affrontando attacchi strumentali e il baccanale osceno di persone che hanno ostentato preghiere, rosari e parole senza senso».

* La Repubblica/Firenze,30 marzo 2009


Sul tema, nel sito, si cfr.:

LA CHIESA CATTOLICA, IL BERLUSCONISMO, E L’ITALIA: BIBBIA, COSTITUZIONE E SCUOLA. DOPO IL SINODO DEI VESCOVI, L’URGENZA E LA NECESSITA’ DI FARE CHIAREZZA. PER UN DIALOGO VIVO E FECONDO, UNA NOTA

-  CONCORDATO BIO-POLITICO TRA STATO E CHIESA, 2009: UNA TRACOTANZA IPER-LUCIFERINA E SUPER-INFANTILE DI AVERE IL MONOPOLIO DELLA MORTE ...
-  L’ANIMA DELL’ITALIA IN COMA. La democrazia vive se sa affrontare e sciogliere sempre e continuamente il nodo della morte, se lo dimentica la democrazia è morta.
-  L’analisi di Barbara Spinelli
-  Chi immaginava un vero testamento biologico dovrà ricordarlo (....) Dovrà vedersi non come bamboccione ma addirittura come lattante, titolare di diritti ma privo di responsabilità.


Rispondere all'articolo

Forum