di Marco Politi (La Repubblica, 20.02.2006, p. 29)
Città del Vaticano - La Chiesa prende di petto la cultura gay. Alla Lateranense - l’ateneo del Papa - l’Istituto «Giovanni Paolo II per la Famiglia» parte stamane con un seminario internazionale sull’omosessualità e la questione sessuale. E’ l’iniziativa più grossa sull’argomento che l’Istituto Giovanni Paolo II (fondato a suo tempo per espresso desiderio di papa Wojtyla) abbia messo in campo in vent’anni di attività. L’urgenza è motivata dall’esigenza di aprire un’offensiva contro il movimento gay, dato l’estendersi in varie parti del mondo occidentale di proposte legislative per i matrimoni omosessuali o i patti civili di solidarietà (Pacs).
«Il seminario - è scritto nel programma - offre un approfondimento dei rischi che comporta la negazione della differenza sessuale». L’obiettivo da scongiurare è il riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Appare particolarmente inquietante, si afferma, che nei paesi dove già hanno concesso o si sta per concedere tale riconoscimento venga inclusa la possibilità dell’adozione di figli. «L’omosessualità è una finzione di intimità», scrive il teologo moralista Josè Noriega nel numero speciale apparso sull’argomento nella rivista Anthropotes, edita dall’Istituto. Nel rapporto omoerotico, continua Noriega, il corpo è usato come «uno strumento carente di significato». L’unica soluzione per gli omosessuali è di vivere la propria dimensione affettiva «in castità».
Monsignor Tony Anatrella, autore di un duro commento sul clero omosessuale apparso sull’Osservatore Romano dopo la pubblicazione del documento vaticano che vieta il sacerdozio a candidati gay, sostiene che «l’omosessualità è un’alterazione dell’identità sessuale». Non è una malattia in senso stretto, concede, però «attiene alla categoria delle perturbazioni della personalità, che dipende da conflitti intrapsichici non risolti». Anatrella, psicanalista, è uno dei relatori del convegno insieme al giurista David Crawford di Washington e al teologo Juan José Perez-Soba di Madrid.
Preoccupa la Chiesa cattolica la tendenza generale dei parlamenti di riconoscere le coppie gay in quanto tali e in questo senso la recente risoluzione anti-discriminazione dei diritti omosessuali votata dal parlamento europeo (con un massiccio suffragio a favore da parte dei cattolici del Partito popolare europeo, tranne gli italiani) ha rappresentato un campanello d’allarme assai forte.
Per la gerarchia ecclesiastica l’ipotesi dell’«equiparazione» tra matrimonio e coppia gay è assolutamente da respingere. Negli Stati Uniti, come spiegherà Crawford, tende a farsi strada - almeno in certi processi dinanzi alle corti supreme di uno stato - l’idea che «poiché gli omosessuali sono membri a pieno titolo della comunità, pagano le tasse e sottostanno ai doveri civici della cittadinanza, ne deriva che dovrebbero ricevere gli stessi benefici della cittadinanza». Ad esempio il diritto di sposarsi o di ottenere gli stessi privilegi del matrimonio.
Il convegno, tuttavia, vuole anche approfondire la tematica complessiva dell’identità sessuale, dei rapporti uomo-donna, della differenza tra identità di genere e inclinazioni sessuali, della relazione con l’Altro, dell’importanza fondamentale per il bambino di una polarità maschio-femmina nei genitori. Lo psicanalista Mario Binasco, docente presso l’università Lateranense, sostiene l’esigenza di dibattere con calma tutta la problematica sessuale.
«Questi temi - ha scritto - stanno subendo nella nostra civiltà una sovversione senza precedenti, che rimette in causa tutta la questione della realtà sessuale, del suo valore, del suo statuto, del suo significato nell’esperienza e nella realtà umana associata». Perciò Binasco è convinto che per la Chiesa la partita - sessualità abbia una rilevanza analoga a ciò che «fu in gioco nel caso di Galileo»: il rapporto tra le parole della Rivelazione, la scienza, la realtà e la verità. E’ necessario, sottolinea, oltrepassare l’«ideologia gay» per analizzare le autentiche dinamiche interiori del singolo, come si struttura il suo desiderio d’amore e il suo rapporto con l’Altro.
«La differenza sessuale è costitutiva dell’identità sessuale. Vogliamo approfondire la questione soprattutto dal punto di vista umano. Attualmente, quando si parla di omosessualità, siamo in presenza di polemiche che rivelano un’agitazione di tipo ideologico». Mons. Livio Melina, preside dell’ «Istituto Giovanni Paolo II», fa una distinzione tra la realtà delle persone omosessuali e la cosiddetta cultura gay.
Perché la Chiesa sostiene che la questione venga praticamente imposta da un’ideologia politica?
«Per dirla con Marx: l’ideologia è la giustificazione di interessi nascosti che non si vogliono rivelare».
E quale sarebbe l’interesse del movimento gay?
«Distruggere una certa concezione della famiglia e dell’amore umano».
Si può continuare a definire il rapporto omosessuale come qualcosa di «disordinato»?
«La Chiesa parla di inclinazione oggettivamente disordinata nel senso che non segue l’ordine originario del progetto di Dio sull’amore umano. Diverso è il giudizio che si dà poi della persona umana. Il singolo può non essere colpevole in una certa situazione, ma non possiamo mai dimenticare che l’amore umano è ordinato ad un preciso fine: la comunione di due persone di sesso diverso, aperta alla fecondità».
Riemerge ogni tanto in ambienti cattolici la tesi che l’omosessualità si possa curare.
«Molti psicologi dicono che, almeno in parte, una cura è possibile. O per dire meglio, ci sono esperienze concrete di un riorientamento dell’inclinazione sessuale di determinate persone. Penso all’esperienza di Morrison, un attivista omosessuale che ha scritto il libro \"Beyond Gay\" raccontando di come è riuscito a uscire da una situazione di omosessualità e a vivere in modo conforme alla morale cattolica. Ci sono molte altre testimonianze in questo senso».
La vostra impostazione è di attenzione al singolo, ma di polemica con il movimento gay. Come mai?
«Il movimento gay è una formazione culturale potente e pervasiva, maggiormente rappresentata tra i ceti intellettuali e dirigenti. Si ha l’impressione che vi sia la tendenza a trovare forme di compensazione ai sensi di colpa nella rivendicazione della legittimazione giuridica e culturale delle coppie gay».(m. pol.)
I DOCUMENTI
Persona humana
1975: il documento Persona Humana, firmato dal cardinale Franjo Seper, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, esorta ad una azione pastorale, che accolga gli omosessuali «con comprensione» per sostenerli «nella speranza di superare le loro difficoltà personali e il loro disadattamento sociale»
Homosexualitatis problema
1986: il cardinale Joseph Ratzinger firma il documento Homosexualitatis Problema. La Chiesa deplora «che le persone omosessuali siano state o siano oggetto di espressioni malevole e di azioni violente». Ma respinge ogni pressione ad «accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata»
"No ai preti gay"
2005: la Congregazione per l’educazione cattolica, a firma del cardinale Zenon Grocholewski, pubblica un’Istruzione in cui viene ribadito che gli atti omosessuali sono peccati gravi e intrinsecamente immorali. La Chiesa «non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità»
Mancuso: «Campagna d’odio, responsabili anche gerarchie cattoliche»
Libreria Babele, scritte omofobe sulle vetrine
Il negozio dedicato alla cultura gay è stato preso di mira nella notte: trovati anche una svastica e un insulto a Imma Battaglia *
Scritte omofobe, insulti, una svastica. Nella notte sono state prese di mira le vetrine della libreria Babele in via San Nicolao 10, nel centro a Milano, storico luogo di cultura gay e alternativa. Accanto al simbolo nazista la polizia ha trovato una sigla, «Fn», che presumibilmente potrebbe indicare il movimento di estrema destra Forza Nuova. L’episodio è stato denunciato dai dipendenti della libreria, che hanno sottolineato di non aver mai ricevuto minacce o essere stati oggetto di discriminazioni sul posto di lavoro. Sulle scritte, tracciate con vernice spray nera, stanno indagando la polizia e la Digos. La libreria, una delle prime dedicate alla cultura lesbica e omosessuale, ha sede da sette anni vicino a piazzale Cadorna. Prima era in via Sammartini.
SOLIDARIETA’ - «Esprimo la mia totale solidarietà alla libreria Babele e alla storica leader del movimento gay lesbo-trans Imma Battaglia per le scritte incivili sul luogo di cultura» ha detto Vladimir Luxuria, deputato del Prc, secondo la quale si tratta «dell’ennesimo episodio di omofobia che spinge tutti a mobilitarci il 17 maggio, in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, per ricordare il sedicenne morto suicida a Torino e per dare una risposta alla più grande manifestazione omofoba organizzata in Italia: il Family Day». Per Aurelio Mancuso, segretario nazionale dell’Arcigay «Le scritte omofobe e l’insulto verso Imma Battagliasono l’ulteriore episodio di una campagna gravissima contro i cittadini e cittadine gay e lesbiche di questo Paese. Oltre a esprimere la mia personale solidarietà e vicinanza ad Imma, leader del movimento omosessuale italiano, chiedo con forza che il governo e il Parlamento mettano finalmente in campo tutti quegli strumenti repressivi e legislativi, presenti in tutti gli stati europei, che tutelino le persone omosessuali. Faccio appello a tutte le forze politiche affinché questa campagna d’odio, di cui sono responsabili anche le gerarchie cattoliche, venga respinta con decisione».
BATTAGLIA - «Parole d’ordine che riprendono alla lettera le esternazioni di monsignor Bagnasco - ha aggiunto la stessa Imma Battaglia, presidente di «Di’ Gay Project» - e ne fanno proprio il clima di intolleranza e lo scontro ideologico che scivolano sempre più verso una deriva violenta e fascista. Il suicidio del giovane adolescente di Torino, vessato dal bullismo dei propri compagni perché presunto omosessuale, è il risultato devastante dell’intolleranza omofobica cui i media fanno da cassa di risonanza. Personalmente ringrazio Forza Nuova per l’appellativo rivoltomi, che in confronto alle svastiche, per me è un complimento - ha aggiunto la Battaglia -. Non mi faccio intimidire da chi invece la adotta verbalmente o fisicamente per alzare il livello dello scontro». La difesa della dignità e del rispetto delle persone omosessuali e transessuali, aggiunge, «sono un battaglia civile fondamentale per la difesa della democrazia e della laicità di questo Paese. Chiedo a tutte le forze politiche di condannare questo gesto e al ministro Amato di approvare rapidamente un disegno di legge che punisca qualunque forma di discriminazione e di omofobia».
GRILLINI E PROSPERINI - Per Franco Grillini (Ulivo), così come «qualche giorno fa è stata espressa molta solidarietà, tra cui quella dell’Arcigay, al presidente della Cei per la scritta sulla cattedrale di Genova», ora «ci aspettiamo altrettanta indignazione per le scritte ancora più offensive sulle vetrine della libreria Babele». «Inutile nascondere - afferma una nota del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli - che la recrudescenza di questi atti avviene dopo le parole inammissibili e irricevibili da parte delle gerarchie ecclesiastiche e anche di alcuni esponenti di forze politiche». Anche il Comitato provinciale Arcigay di Milano ricorda che «sempre più con insistenza si stanno susseguendo dichiarazioni omofobe», come «quelle dell’assessore regionale Prosperini» e «offensive come quelle del cardinale Bagnasco». In serata arriva la replica di Prosperini, chiamato in causa da Grillini: «Essare paragonato a Bagnasco dice - è un onore che non merito. In ogni caso, io mi sono soltanto augurato che a coloro che hanno raffigurato il Papa con il dito medio alzato sia applicato l’articolo 403 del codice penale, sul vilipendio alla religione e ai suoi ministri. Il che non ha nulla a che vedere con l’omosessualità».
* Corriere della sera, 06 aprile 2007
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
A questi signori cardinali e studiosi farebbe bene rileggersi il vangelo. Francamente mi sembra che la chiesa stia scivolando in una spirale di follia. Condannano il burca e le repressioni delle religioni islamiche ma mi pare che quanto a dialogo e tolleranza non siano da meno questi esimi studiosi che stanno ammazzando il cristianesimo.