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EUROPA: ITALIA. RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULL’OMOFOBIA

lunedì 10 luglio 2006.
 

Risoluzione del Parlamento europeo sull’omofobia nell’Unione europea (18 gennaio 2006)*

Il Parlamento europeo,

visti gli obblighi internazionali ed europei in materia di diritti umani, come quelli contenuti nelle convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti dell’uomo e nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali,

viste le disposizioni dell’Unione europea sui diritti dell’uomo, in particolare la Carta europea dei diritti fondamentali nonché gli articoli 6 e 7 del trattato sull’Unione europea,

visto l’articolo 13 del trattato che istituisce la Comunità europea, il quale conferisce all’Unione europea il potere di adottare le misure necessarie per combattere le discriminazioni fondate, tra l’altro, sull’orientamento sessuale, nonché per promuovere il principio di parità,

visto l’articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che l’omofobia può essere definita come una paura e un’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e così via,

B. considerando che l’omofobia si manifesta nella sfera pubblica e in quella privata sotto forme diverse, come le dichiarazioni inneggiati all’odio e l’istigazione alla discriminazione, la ridicolizzazione, la violenza verbale, psicologica e fisica così come la persecuzione e l’omicidio, la discriminazione in violazione del principio di parità, nonché le limitazioni ingiustificate e irragionevoli dei diritti, spesso nascoste dietro motivazioni di ordine pubblico e di libertà religiosa,

C. considerando che recentemente si è verificata una serie di eventi allarmanti in numerosi Stati membri dell’Unione europea, cui la stampa e le ONG hanno dato ampia copertura, e che vanno dal divieto delle manifestazioni del "gay pride" o delle marce per l’uguaglianza fino all’impiego da parte di leader politici di un linguaggio provocatore, minaccioso o inneggiante all’odio, all’incapacità della polizia di fornire una protezione adeguata o addirittura all’interruzione, da parte della polizia, di manifestazioni pacifiche, all’organizzazione di manifestazioni violente da parte di gruppi omofobici e all’introduzione di modifiche nelle costituzioni volte ad impedire matrimoni o unioni tra omosessuali,

D. considerando che al contempo, in taluni casi, si è registrata una positiva reazione democratica e tollerante da parte del pubblico, che ha manifestato contro l’omofobia, nonché da parte della magistratura, che ha corretto le discriminazioni più flagranti e illegali,

E. considerando che diversi Stati membri dell’Unione europea hanno introdotto nei rispettivi ordinamenti giuridici misure volte a tutelare i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, a combattere le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e a promuovere la parità,

F. considerando che è necessaria un’ulteriore azione a livello dell’UE nonché negli Stati membri per sradicare l’omofobia e promuovere una cultura di libertà, tolleranza e uguaglianza tra i cittadini e nella legislazione,

1. invita gli Stati membri e la Commissione ad intensificare la lotta contro l’omofobia, sia con mezzi didattici - ad esempio lanciando campagne contro l’omofobia nelle scuole, nelle università e nei media - sia attraverso strumenti amministrativi, giudiziari e legislativi;

2. chiede agli Stati membri di garantire che le dichiarazioni inneggianti all’omofobia o le istigazioni alla discriminazione siano condannate con la massima efficacia e che la libertà di manifestazione - sancita da tutti i trattati sui diritti dell’uomo - sia concretamente rispettata;

3. invita la Commissione a garantire che la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale sia vietata in tutti i settori completando il pacchetto di misure antidiscriminazione basato sull’articolo 13, sia presentando nuove proposte di direttive sia proponendo una sola direttiva di portata generale che contempli tutti i tipi di discriminazione e tutti i settori;

4. chiede agli Stati membri di includere la lotta contro l’omofobia al momento di stanziare i fondi dell’"Anno 2007 -Parità di opportunità per tutti" e di coinvolgere le ONG di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, ed invita la Commissione a controllare da vicino tale processo e ad avvertire immediatamente il Parlamento qualora gli Stati membri non procedano in tal senso;

5. invita gli Stati membri ad intraprendere qualunque altra azione essi ritengano opportuna per lottare contro l’omofobia e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, nonché per applicare il principio di parità quale parte integrante delle rispettive società e dei rispettivi ordinamenti giuridici;

6. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati nonché al Consiglio d’Europa.

* Risoluzione approvata il 18 gennaio 2006


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