ALLA CAMERA DEI DEPUTATI SCOPPIA "IL CASO WC" *
ROMA - Battibecco oggi ai bagni delle donne di Montecitorio. Durante una pausa nella votazioni, la portavoce azzurra, Elisabetta Gardini, incappa in Vladimiro Guadagno, Luxuria, il deputato transgender del Prc e lo attacca: "Questo é il bagno delle donne, tu non ci puoi stare". Luxuria spiega di aver pensato che fosse uno scherzo, ma poi si arrabbia: "Sono anni che usufruisco dei bagni delle donne e da sei mesi di quelli della Camera, non mi sarei mai aspettata una aggressione con quei toni e con quella violenza".
"Dopo sei mesi pensavo che la questione fosse risolta...era lontano mille miglia da me l’idea di poter entrare e trovarlo là...sono entrata e l’ho visto e l’ho vissuta come una violenza, è una violenza ’sessuale’, mi sono proprio sentita male, perché devo essere costretta a stare male?". La portavoce di Forza Italia, Elisabetta Gardini, racconta così la querelle avuta al bagno delle donne di Montecitorio, con Vladimiro Guadagno, il parlamentare transgender del Prc. "L’ho visto lì - aggiunge la Gardini - e gli e l’ho detto: qui non puoi stare, questo è il bagno delle donne". La Gardini sottolinea di ritenere sbagliato che polemiche e problemi "che attengono all’organizzazione della Camera vengano fuori" visto che tra l’altro "gettano discredito sul Parlamento". L’azzurra ha scritto una lettera ai questori ("che hanno già sottoscritto molte colleghe" spiega), per invitarli a risolvere il problema. Come? chiedono i giornalisti: "dandogli un bagno per lui, ce ne sono tanti...".
"Siamo arrivati alla vergogna civile, me ne sono andato disgustato". Così il capogruppo dell’ Italia dei Valori, Massimo Donadi, commenta un intervento fatto nel corso della capigruppo sul caso Luxuria. "Ad un certo punto - spiega Donadi - ha preso la parola il rappresentante di An (Roberto Menia, ndr) dicendo che per lui non esiste la deputata Luxuria, ma solo il deputato Guadagno ed ha poi aggiunto altre dichiarazioni lesive del decoro e del rispetto di una scelta fatta in base alla legge". Dopo aver ascoltato l’intervento, racconta Donadi, "mi sono scusato ma non ho ritenuto opportuno restare perché si tratta di un episodio lesivo della dignità umana".
"La mia posizione è nota ed è quella di rispettare le scelte individuali che conformano la personalità e orientano le scelte sessuali". Così il presidente della Camera Fausto Bertinotti è intervenuto sul ’caso Luxuria’ nel corso della conferenza dei capigruppo, secondo quanto riferisce il capogruppo del Prc Gennaro Migliore. "Ho chiesto che venissero prese le distanze da comportamenti - ha detto - che almeno nel dubbio, non contemplano la tolleranza". Certo, ha ancora aggiunto: "la capigruppo non è una cattedra etica ma in un’istituzione non si può non fare premio delle libere scelte individuali". E al capogruppo dell’Udc Luca Volonté e al vicepresidente dei deputati di Forza Italia Antonio Leone che avrebbero "insistito" che la vicenda chiama in causa il tema "della reciprocità" dei diritti, Bertinotti ha replicato: "No, non c’e reciprocità e simmetria. Un diritto individuale fa sempre premio su tutto".
"Il comportamento della Gardini? Penoso sul lato umano prima che politico". Così Franco Grillini, deputato dell’Ulivo, commenta la querelle tra Elisabetta Gradini e Vladimino Guadagno, Luxuria, deputata transgender del Prc. "La sua è stata una reazione isterica ma assume anche connotazione politica - prosegue - perché ricopre un ruolo nel suo partito. Quello che è accaduto esprime l’anima di questa destra intollerante e che rifiuta la diversità. Una destra clericale e bigotta". Grillini paragona la destra italiana con quella europea "dove si sta percorrendo davvero e concretamente la via della modernizzazione" . "Loro - aggiunge - anziché allinearsi con il processo di modernizzazione, vanno indietro come i gamberi. Hanno il bigottismo della destra anni ’50 senza le capacita’ della classe dirigente di allora e la Gardini ci ha dato dimostrazione di trovarsi ancora nel Medioevo".
Sarà l’ufficio di presidenza a discutere del caso ’Luxuria’ sollevato dalla portavoce di Forza Italia Gardini. E’ quanto è stato deciso nel corso della capigruppo di questa pomeriggio, nel corso della quale questo è stato uno dei temi all’ordine del giorno. La richiesta è stata avanzata dal capogruppo dell’Udc Luca Volonté e dal vicepresidente dei deputati di Fi Antonio Leone. La maggioranza nel suo complesso ha invece espresso la propria solidarietà a difesa di un episodio che "rappresenta una sorta di violenza della sensibilità di una persona", riferiscono al termine i capigruppo di Prc e Verdi, Gennaro Migliore Angelo Bonelli. Per l’opposizione due sono le possibili soluzioni: la presenza dei questori ai bagni della Camera e in un secondo tempo la creazione di uno spazio ad hoc, raccontano Migliore e Bonelli. La seconda ipotesi equivale a voler dare luogo a una situazionétipo il braccio 5 di Rebibbia. Ma si dimenticano - sottolinea però Bonelli - che lì è stata una conquista a seguito delle violenze". Prc e Verdi fanno quadrato contro la Cdl: Le "parole dell’esponente di An Menia sono la testimonianza della cultura da cui proviene - afferma Migliore - il peggio dell’omofobia, del razzismo, della xenofobia". I Verdi si dicono "stupefatti e interdetti per l’offensiva nei confronti di una persona e di una sensibilità che sta, tra l’altro, lavorando per i diritti".
* http://www.ansa.it/opencms/export/main/visualizza_fdg.html_2021510843.html
Un socialista chiede il wc per transgender e scoppiano le polemiche.
Luxuria: «No alle trans-toilette alla Camera».
Il neodeputato del Prc si indigna: «No all’apartheid della segregazione urinaria, polemica strumentale e offensiva»
di Alessandra Muglia*
Onorevole Luxuria la sua decisione di utilizzare i bagni delle donne in Transatlantico ha sollevato proteste e polemiche. Se lo aspettava?
«Non mi aspettavo che la politica scendesse così in basso con questa polemica che reputo strumentale e offensiva. Ci sono momenti molto difficili nella vita di una trangender e anche un po’ imbarazzanti, come l’uso dei bagni pubblici. Di solito andiamo nei bagni delle donne perché gli uomini si imbarazzano. Penso che volare così in basso nella politica sia un modo per perdere tempo e per non interessarsi dei problemi della gente».
E’ indignata la prima deputata transgender (eletta nelle file di Rifondazione): single, 41 anni il prossimo 24 giugno, una laurea con lode in Lingue in tasca e un trascorso di attivista gay e di attrice, Luxuria le battute le aveva messe in conto ma di certo non si aspettatava che il primo argomento di discussione alla Camera fosse dove fare pipì. Tant’è che un altro «debuttante» di Montecitorio, il «ripescato» Lucio Barani (Partito Socialista-Nuovo Psi), è arrivato chiedere di istituire una toilette ad hoc: «Ho inoltrato al presidente Bertinotti un’interrogazione urgente (leggi il testo), uno strumento previsto dal regolamento ma non conosciuto e quindi mai utilizzato. Bertinotti ha voluto Luxuria in Parlamento, ora deve provvedere, ci sono degli obblighi igienico-sanitari da adempiere» s’inalbera il neodeputato.
Luxuria era all’oscuro della singolare iniziativa. E raggiunta al telefono prima dell’ennesimo decollo (fino al 14 maggio fa la spola tra Roma e Torino dove è in scena con "lezioni di sesso" aperte al pubblico nel suo spettacolo «Si sdrai, per favore») ha reagito con la consueta ironia: «L’apartheid della segregazione urinaria non è un argomento che mi appassiona particolarmente. E’ un privilegio che non penso di meritare. Non voglio ottenere il privilegio di avere un bagno tutto per me. Penso invece che alcuni servizi per le donne debbano essere rivolti anche alle trans. Come è successo in Gran Bretagna dove ci è stata riconosciuta come età pensionabile quella delle donne: 60 anni invece di 65».
Barani ha motivato la sua richiesta sostenendo che «non è giusto provocare imbarazzo tra uomini donne e transgender relativamente all’uso della toilette».
«A lui ricordo che quando si va in un bagno si chiude la porta»
L’episodio più sgradevole e quello che l’ha sorpresa in positivo dal suo debutto in Aula?
«Mi ha fatto piacere ricevere i complimenti anche degli avversari politici per come ho condotto la campagna elettorale. L’episodio più sgradevole forse è stata la richiesta avanzata da Roberto Menia, di Alleanza Nazionale, di bandire il mio nome d’arte Luxuria definendolo "nomignolo di travestimento" quando è apparso sul tabellone elettronico alla chiama per l’elezione del presidente della Camera. Ma è stato zittito subito dal presidente della seduta Fabio Mussi: "Lo pseudonimo è consentito alla Camera". Che ha ricordato anche i precedenti: come Alberto Moravia che si chiamava Pincherle, il caso di Bobo Craxi, Ombretta Colli, il cui vero cognome è Comelli e Marco Pannella, che in realtà si chiama Giacinto».
Alessandra Muglia 05 maggio 2006
*www.corriere.it, 05 maggio 2006
L’Università di Siena: «Da noi funzionano da 25 anni» «Bagni per i trans? Meglio toilette unisex» Toniollo (Nuovi Diritti - Cgil): «Bisogna creare spazi più grandi e destinati a tutti. Senza fare discriminazioni» *
«Qui da noi funziona così da almeno 25 anni e non ci sono mai stati problemi. A parte qualche piccola lamentela perché a volte i maschi sporcano più delle ragazze». A Siena, e non soltanto lì, i bagni dell’Università sono rigorosamente unisex. Gli studenti sono abituati, e secondo il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, il professor Gioachino Chiarini, nessuno ci fa quasi più caso. «Ci sembra una cosa naturale, un modo per imparare da giovani le regole della convivenza. Ma credo che i bagni unisex andrebbero benissimo anche in Parlamento».
PROPOSTA - Già, perché dopo la polemica Gardini-Luxuria, è l’Unità di oggi (martedì) a rilanciare l’argomento: «Polemica Trans. La soluzione? Bagni unisex». La questione dei diritti dei trans sul posto di lavoro non è certo nuova, ma a scatenare il dibattito è stato l’episodio avvenuto un paio di settimane fa alla Camera: Elisabetta Gardini, parlamentare di Forza Italia, se l’è presa con Vladimir Luxuria, di Rifondazione comunista, all’uscita del bagno delle donne di Montecitorio. «Tu sei un uomo, non puoi stare qui, devi andare nel bagno degli uomini». Il "caso" ha sollevato, ovviamente, una ridda di reazioni contrastanti. E di proposte, rivolte a risolvere la questione non solo nei palazzi della politica.
SOLUZIONE MIGLIORE - Una di queste è proprio l’introduzione di bagni unisex sul posto di lavoro. «Per il Parlamento la vedo dura - sostiene Maria Gigliola Toniollo, del Settore Nuovi Diritti della Cgil - visto che si sta parlando dell’argomento solo perché c’è stata un’uscita infelice della Gardini. Ma sarebbe davvero la soluzione migliore». «Basterebbe creare bagni più grandi, in modo che possano accogliere uomini, donne, mamme con i bimbi, portatori di handicap. Ci pensi: come mai le toilette riservate ai disabili non fanno nessuna differenza tra uomini e donne? Ecco, il bagno unisex, secondo me, risolverebbe tutte queste incongruenze». E quando non ci sono i bagni unisex, come ci si deve comportare? «Bisogna rispettare la scelta del singolo» spiega la Toniollo. «Una persona che sta facendo la transizione da uomo a donna, per esempio, deve utilizzare i bagni femminili. Usare quelli maschili sarebbe per lui qualcosa di profondamente innaturale».
Germano Antonucci 07 novembre 2006
*www.corriere.it, 07.11.2006
Gardini allontana Luxuria dai bagni, caso in Parlamento
Vladimir Luxuria: «Sono sotto choc, non me lo aspettavo»
(www.lastampa.it, 27/10/2006)
ROMA. «Sono davvero sotto choc, non mi aspettavo una aggressione verbale di questo genere. E dopo sei mesi di legislatura. Forse all’inizio, ma ora...». Vladimir Luxuria, un pò pallida sotto il trucco, racconta ’l’incidentè che le è capitato poco prima alla toilette di Montecitorio. «Come sempre sono andata nel bagno riservato alle donne. Uscendo mi sono trovata davanti Elisabetta Gardini, un pò agitata, che mi ha apostrofato: ’tu sei un uomo, non puoi stare qui devi andare nel bagno degli uominì. All’inizio, per la verità pensavo che scherzasse, lei, una donna di spettacolo, poi mi sono resa conto che non era così. Che faceva sul serio. E mi ha anche anticipato che si rivolgerà ai questori della Camera». «Ma io, che devo fare? Io vado nei bagni del sesso del quale mi sento. Se andassi in quello degli uomini, credo proprio che metterei in imbarazzo i colleghi maschi...», si ’giustificà Luxuria.
Spiega Gardini: «la mia è stata una reazione fisica, di pancia. Proprio non mi aspettavo di trovare un uomo nei nostri bagni. Credevo che la questione fosse stata risolta da tempo e trovare Guadagno lì mi ha provocato un trauma. E spontanemante gliel’ho detto. Adesso mi rivolgerò ai questori affinchè trovino una soluzione. Tanto più che mio disagio è quello avvertito da tante colleghe. Comunque trovo assolutamente eccessivo che la questione, di organizzazione interna, sia stata portata all’esterno. Mi vergogno che si dia una immagine così di basso profilo del Parlamento. Se avessi saputo, sarei stata zitta...
28/10/2006 - Gaynews - Aurelio Mancuso
GARDINI SI FACCIA FARE QUALCHE LEZIONE DA LUXURIA
Impieghi questi anni di convivenza nei bagni delle donne per farsi spiegare la differenza tra fisiologia e favolosità.
Davvero non si può credere che l’onorevole Elisabetta Gardini abbia paura di incontrare Vladimir Luxuria nei bagni delle donne. Tutto il trambusto che ha montato su oggi, alla Camera dei Deputati, la portavoce di Forza Italia, è il più chiaro sintomo della sua transfobia, che può essere sicuramente guarita, con una migliore conoscenza della condizione terribile di emarginazione e discriminazione in cui vivono i/le trans in Italia.
Nel frattempo, cara deputata, impieghi questi anni di convivenza nei bagni delle signore, per farsi insegnare dal deputato di Rifondazione Vladimir Luxuria, le buone maniere, che possono esaltare il suo orgoglio femminile e, renderla più in pace con il mondo reale. Non dimentichi inoltre di farsi una cultura cinematografica sul tema. Le indichiamo Priscilla la regina del deserto, una pellicola, che potrà divertirla e renderla anche più consapevole, che non esiste solo la fisiologia, ma anche la favolosità!
Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay
LA PORTAVOCE DI FORZA ITALIA CHIAMA I QUESTORI, CHE LE DANNO TORTO. IL CENTRODESTRA SI DIVIDE. LA RUSSA: PER ME PUO’ ANDARE DOVE VUOLE
La guerra dei tre sessi. Gardini caccia Luxuria dal bagno delle donne. Carfagna: se vuole entrare si faccia operare
di Costanza Rizzacasa (www.lastampa.it, 28/10/2006)
ROMA. «Se Luxuria si sottoponesse ai dovuti interventi e diventasse una donna a tutti gli effetti nessuno avrebbe più nulla da ridire, e sia io che Elisabetta l’accetteremmo di buon grado alla toilette delle signore». L’incredibile proposta arriva dalla deputata di Fi Mara Carfagna, dopo che ieri, a dispetto di spionaggi e Finanziaria, Montecitorio è stato monopolizzato dalle necessità fisiologiche di Vladimir Luxuria. Tutto è iniziato quando la portavoce forzista Elisabetta Gardini ha incontrato il deputato transgender nel bagno delle donne. «Allora è vero che usi i nostri bagni! - l’ha aggredito - Vai fuori, tu sei un uomo. Qui non ci puoi stare». Poi, dopo aver redarguito le addette alle pulizie per averlo fatto entrare, è corsa a lamentarsi coi questori della Camera. Che però hanno dato ragione all’esponente di Rifondazione sottolineando che «le scelte relative alla propria identità sessuale appartengono alla sfera personale di ciascuno e come tali vanno rispettate, specie quando sono note e oggetto di pubblico riconoscimento all’atto dell’elezione a deputato».
CHIACCHERE TRA DONNE
«Sono sei mesi che vado al bagno delle donne - spiega Luxuria -. Uso questa grande invenzione che si chiama porta, mi chiudo dentro e penso ai fatti miei. Di colleghe lì dentro ne ho incontrate tante, dalla Santanché a Katia Bellillo a Graziella Mascia, e nessuna ha mai avuto da ridire sulla mia presenza. Anzi, spesso ci intratteniamo in chiacchiere tra donne: “Dove hai comprato questa spilla”, “Chi ti ha fatto quel bel taglio di capelli”... Quando la Gardini mi ha attaccata, sulle prime ho pensato che fosse uno scherzo, poi però mi ha messo anche soggezione, alla fine ero scioccata». E manda a dire alla rivale: «Io mi riconosco nel genere femminile. Sarebbe imbarazzante per me andare a far pipì con gli uomini. Se la signora non vuole più vedermi nel bagno delle donne che vada lei al bagno degli uomini».
La portavoce di Forza Italia parla di «questione fisiologica» e di «gravissimo disagio». «E’ stato un trauma - racconta -. Mi sono sentita violata nel mio intimo. Appena l’ho visto ho provato subito una fortissima sensazione di malessere. Guadagno non è una donna, e rispettare la diversità non vuol dire non vederla. Poi francamente come può affermare di sentirsi donna uno che dice che andare nel bagno degli uomini sarebbe imbarazzante per gli uomini che lo incontrassero? E’ un discorso del tutto maschilista».
LA POLEMICA
E mentre scatta il tormentone, «Ma tu ci andresti al bagno con Luxuria?», Daniela Santanché prende le difese del deputato transgender. «Certe parole non si commentano nemmeno - afferma -. Da donna a donna vorrei dire all’onorevole Gardini che le violenze sessuali sono altre». Di diverso avviso la collega di An Giorgia Meloni, che chiede addirittura che «Guadagno venga richiamato per iscritto», mentre il ministro delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini si dice «esterrefatta». «E’ incredibile - osserva - che si debba intervenire su quali servizi possa utilizzare l’onorevole Luxuria, se non quelli che lei ritiene utili».
E se Jole Santelli riconosce che «forse a qualcuno può dare fastidio, e so che Elisabetta la vive molto male», ma precisa che lei non è turbata affatto e capisce il punto di vista di Luxuria, «che non può certo andare al bagno degli uomini», la diessina Gloria Buffo osserva che «se una è sicura della propria identità non può rimanere infastidita» e Franca Bimbi della Margherita esorta la Gardini «a cercare di andare sui giornali per motivi un po’ più seri». Ma il più categorico è Ignazio La Russa: «L’onorevole Luxuria può andare dove vuole, anche da noi. A me non crea nessun problema. Però se la Gardini ha questi dubbi, se li tenga».Il dilemma al cinema Il manifesto del film «Transamerica», interpretato da una strepitosa Felicity Huffman, vincitrice del Golden Globe 2006 come miglior attrice protagonista. Anche in questo caso, il transessuale non sa a che bagno votarsi.
Luxuria: il mio rapporto con il pisello
di Anna Corsico (Panorama, 13/11/2006)
Il deputato di Rifondazione in un’intervista a Grazia rivela: "Non ho mai odiato il mio corpo e non ho mai nemmeno pensato di operarmi". E sulla querelle, con Elisabetta Gardini, per l’uso dei bagni a Montecitorio, la prima (e unica) deputata transgender d’Europa dice: "Usassi i bagni degli uomini, creerei, forse, più scompiglio".
"Io non ho mai odiato il mio corpo. Non ho mai fatto terapie ormonali per diventare più femminile. Non ho mai nemmeno pensato di operarmi, né tantomeno ho intenzione di pensarci adesso".
E dunque si rassegni Elisabetta Gardini, portavoce di Forza Italia alla Camera: l’onorevole Wladimiro Guadagno, in arte Vladimir Luxuria, non ha nessuna intenzione di diventare donna per frequentare in santa pace il bagno delle donne a Montecitorio.
La prima (e unica) deputata transgender d’Europa, nata uomo in quel di Foggia nell’anno del Signore 1965, diventata famosa a Roma negli Anni 90 come "drag queen" - cioè travestito impegnato nel mondo dello spettacolo - eletta alla Camera nel 2006 nelle liste di Rifondazione Comunista, l’unica concessione che ha fatto alla femminilità è "l’elettro-coagulazione", dice, perché "avere la barba non mi piaceva".
Quanto al resto: non si identifica "né col genere maschile né con quello femminile", e se alla Camera usa i bagni delle donne è "perché sono più puliti" e "perché nei bagni degli uomini creerei, forse, più scompiglio". Risatina. "Ma l’unico scompiglio, finora, lo ha creato la Gardini". Altra risatina. "Donne si nasce, ma signore lo si diventa".
Chi si aspettava in Parlamento un fenomeno da baraccone ha dovuto ricredersi: interventi misurati, toni composti, eleganza, Luxuria è la rivelazione di questa legislatura. Molto umorismo (fino al 12, a Milano, è in scena al Teatro delle Erbe con Si sdrai per favore, il suo ultimo spettacolo, in cui è una sessuologa che illustra le miserie del sesso etero) e molto lavoro parlamentare ("non ho nemmeno più una vita sessuale, la sera mi schianto distrutta sul divano").
Vladimir ha un nome maschile ma parla di sé al femminile. Veste da donna, ma col suo pisello ("non mi disturba affatto") ha un rapporto senza conflitti. E quando legge, sul Corriere della Sera, che un lettore la invita "a cambiare definitivamente sesso o toilette", proprio si indigna: "Ma che cos’è, un invito a tagliarmelo? Qui mi pare che si sfiori il nazismo. Ma fate decidere a noi che cosa vogliamo fare del nostro corpo".
Noi chi, Luxuria? "Io sono transgender". Transessuale? "Essere transgender non è solo un fatto sessuale.
È un modo di vivere e di rapportarsi con il mondo, senza mai identificarsi né con un sesso né con l’altro". Difficile? "Come no. Fino al 1953, l’anno in cui il sessuologo americano Harry Benjamin ha coniato il termine transessuale, non esisteva nemmeno una parola per indicare le persone che avevano una disforia, ossia un contrasto, tra il sesso anagrafico e la percezione che avevano di sé. Ci chiamavano travestiti. Punto.
Quel concetto spregiativo, legato all’idea di camuffamento, di frode, ha addirittura portato nel 1931 a un Regio Decreto che viene ancora applicato contro le trans che si prostituiscono e vengono multate per occultamento di identità".
Quindi anche l’onorevole Luxuria, quando si presenta a Montecitorio con la gonna... "Potrei essere multabile, sì".
Una scuola di Kampang ha realizzato nuovi servizi igienici tra quelli dei maschi
e delle femmine. Sono tra il 10 e il 20% e difficilmente cambiano idea crescendo
Thailandia, bagni per transgender
la terza porta per studenti lady-boys
I transessuali sono tollerati nel Paese. Ma la discriminazione rimane
di RITA CELI *
VANNO A SCUOLA indossando la divisa maschile, non si truccano ma dentro si sentono donne. Appena adolescenti hanno forte dentro di loro la voglia di cambiare sesso. In Thailandia li chiamano lady-boys e sono tollerati dalla società. Ma c’è chi va oltre la tolleranza: la Bbc racconta che una scuola di Kampang, una regione povera nel nord est del Paese, dove la gran parte degli studenti sono figli di agricoltori, ha deciso di rendere loro la vita più facile e ha fatto costruire dei bagni appositamente per loro.
Bagni di cui la scuola è per altro molto fiera: si trovano in una zona della struttura circondati da fiori e piante tropicali e sono talmente puliti che l’istituto ha vinto il premio nazionale per l’igiene. Così ogni mattina, dopo il rituale alzabandiera, i ragazzi e le ragazze fanno una breve sosta alle toilette prima di entrare in classe per le lezioni. Un momento imbarazzante per molti studenti transgender, che ora si possono dirigere verso una terza porta, quella tra la toilette per femmine e la toilette per maschi, corredata da un simbolo rosso e blu che rappresenta una figura metà uomo e metà donna.
Così, di fronte ai lavandini e agli specchi molti ragazzi si sistemano i capelli con il gel o si mettono la crema sul viso, solo quella perché non è permesso agli studenti di usare il make up. In realtà molti di loro non resistono e sanno come usare mascara e un velo di rossetto senza sembrare truccati.
Il preside dell’istituto, Sitisak Sumontha, stima che ogni anno tra il 10 e il 20 per cento dei suoi studenti si considera transgender, ossia ragazzi che preferirebbero essere ragazze. "Venivano presi in giro ogni volta che usavano i bagni dei maschi. Così hanno cominciato a usare quelli delle ragazze, che però si sentivano imbarazzate. Tutto questo rendeva i ragazzi infelici e la questione stava intaccando anche il loro rendimento", ha spiegato il preside alla Bbc, soddisfatto dei risultati.
"Non siamo maschi", ha raccontato Triwate Phamanee, 13 anni, uno degli studenti della scuola di Kampang fermamente convinto che un giorno cambierà sesso. "Per questo non vogliamo usare il bagno dei maschi. Vogliano che si sappia che siamo transgender". Dello stesso avviso Vichai Saengsakul, 15 anni: "La gente deve sapere che essere transgender non è uno scherzo, è il modo in cui vogliamo vivere la nostra vita. Per questo siamo grati alla scuola per quello che ha fatto".
Gli adolescenti transgender tendono a chiudersi in gruppo. Il più giovane di loro ha 12 anni: naturalmente l’intervento chirurgico è fuori discussione alla loro età, ma sembrano essere perfettamente a loro agio e trattati alla pari dagli altri alunni e dagli insegnanti. Il preside con i suoi 35 anni di esperienza afferma di aver conosciuto molti ragazzi con problemi di identità sessuale che non hanno cambiato idea con il passare degli anni: molti hanno cambiato sesso, altri vivono come gay.
La Thailandia, prosegue l’articolo della Bbc, è ben nota per la sua tolleranza e i transessuali sono ben visibili nella vita quotidiana. Il cambiamento di sesso è diventata una specialità chirurgica della sanità tailandese ed è relativamente poco costosa; i pazienti vengono qui da tutto il mondo per sottoporsi all’intervento.
La discriminazione però rimane, come ha spiegato Suttirat Simsiriwong, un attivista dei diritti dei transgender. "Tolleranza non è la stessa cosa di accettazione" ha detto. Nonostante siano tollerati in Thailandia, i transessuali si lamentano di essere considerati ancora come uno stereotipo: possono trovare facilmente lavoro nel mondo dello spettacolo, nell’industria cosmetica, nei mezzi di informazione o come prostitute, ma è molto più difficile per loro diventare un avvocato o un commercialista. E ancora peggio è che non possono cambiare il loro status giuridico. Nonostante la proposta di legge fatta lo scorso anno per consentire loro di cambiare il sesso anche sulle loro carte di identità, non è ancora stato ancora approvato nulla.
* la Repubblica, 30 luglio 2008.