Dura critica dell’Osservatore romano alla manifestazione di sabato nella capitale. "Una proposta ideata soprattutto per legalizzare le coppie omosessuali"
Il Vaticano sui Dico: una carnevalata
bambini sfruttati per la causa gay *
ROMA - Una carnevalata, per di più isterica, i cui autori sono persone irrispettose. Questa l’opinione dell’Osservatore romano sulla manifestazione romana di sabato sui Dico. Una "esibizione carnascialesca della vera natura dei Dico", questo "il corteo di Roma a favore del riconoscimento legale delle coppie omosessuali. Una manifestazione nella quale - commenta il giornale vaticano - al di là dell’immagine borghese e rassicurante che si voleva dare, hanno trovato posto discutibili mascherate e carnascialate varie. Ironie e isteriche esibizioni da parte di chi invoca riconoscimenti e non esprime rispetto".
Nell’articolo, l’Osservatore rileva che "erano in molti, fra l’altro, i manifestanti omosessuali che recavano sulle spalle o per mano, dei bambini, frutto di precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate all’estero. Bambini - scrive il quotidiano del Papa - la cui presenza è stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l’immagine, che vorrebbe essere rassicurante, di una famiglia da tutelare. Almeno quando è nato, ogni bambino - ricorda la nota - gode, anche nell’ordinamento italiano, di diritti che gli vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si trovino i loro genitori. Anche per questo, sfruttare la loro ingenuità appare un’operazione particolarmente criticabile".
Secondo l’Osservatore, quanto è accaduto sabato a Roma è allora "ancora una volta, la prova evidente di quale sia la finalità di chi si batte per il riconoscimento legale delle coppie omosessuali, essendo la presenza di minori determinante per garantire ad un nucleo famigliare particolari diritti. Non è un caso - conclude la nota vaticana - che nelle immagini trasmesse sul corteo di sabato a parlare siano state quasi esclusivamente le coppie omosessuali, la categoria per la quale, al di là di ogni tattica politica, i recenti tentativi di regolamentazione sono concepiti".
* la Repubblica, 12 marzo 2007
Sul tema, nel sito, si cfr.:
VERONA 2006. IV Convegno della Chiesa - "cattolica": "chiamata dunque a coinvolgere tutti, a raggiungere l’umanità intera" (Tettamanzi, Prolusione). 39 SACERDOTI omosessuali HANNO GIA’ PRESO LA PAROLA ... E PARLATO IN UN NUOVO CONCILIO E IN UNA NUOVA CHIESA!!!
IL VATICANO PREPARA LE SUE “LEGGI ” CONTRO GLI OMOSESSUALI?! Nel 150 anniversario della nascita di Sigmund Freud...
Vaticano contro i Dico: una mascherata la manifestazione *
Nuovo attacco del Vaticano ai Dico. Stavolta nel mirino dell’Osservatore Romano finisce la manifestazione di sabato a Roma in difesa dei diritti delle coppie di fatto, eterosessuali e non. Secondo le gerarchie ecclesiastiche le oltre 50mila persone (donne, uomini e bambini) che hanno chiesto il riconoscimento dei propri diritti, hanno partecipato a «una manifestazione nella quale al di là dell’immagine borghese e rassicurante che si voleva dare, hanno trovato posto discutibili mascherate e carnascialate varie. Ironie e isteriche esibizioni da parte di chi invoca riconoscimenti e non esprime rispetto».
Insomma: un carnavalata. Anzi di più. Nell’articolo, l’Osservatore rileva che «erano in molti, fra l’altro, i manifestanti omosessuali che recavano sulle spalle o per mano, dei bambini, frutto di precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate all’estero». «Bambini - scrive il quotidiano del Papa - la cui presenza è stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l’immagine, che vorrebbe essere rassicurante, di una famiglia da tutelare». «Bambini che godono - scrive ancora il quotidiano - anche nell’ordinamento italiano, di diritti che gli vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si trovino i loro genitori. Anche per questo sfruttare la loro ingenuità appare un’operazione particolarmente criticabile».
Mirino puntato dunque contro le rivendicazioni dei diritti da parte degli omosessuali. Per il Vaticano infatti la manifestazione di sabato «è anche, ancora una volta, la prova evidente di quale sia la finalità di chi si batte per il riconoscimento legale delle coppie omosessuali, essendo la presenza di minori determinante per garantire ad un nucleo famigliare particolari diritti. Non è un caso - conclude - che nelle immagini trasmesse sul corteo di sabato a parlare siano state quasi esclusivamente le coppie omosessuali, la categoria per la quale, al di là di ogni tattica politica, i recenti tentativi di regolamentazione sono concepiti».
Ovviamente l’Osservatore Romano non manca di criticare anche la presenza al corteo di tre ministri, «a dimostrazione di come una parte del Governo sembra volersi impegnare personalmente per una questione diventata inspiegabilmente prioritaria. Una presenza - prosegue - che ha portato fra l’altro il ministro della Giustizia Mastella a sfrondare il campo da ogni ipocrisia, avvertendo che sulla questione dei ’dico’ il Governo potrebbe giocarsi la sua stessa esistenza. Mastella ha anche criticato il presidente del Consiglio Romano Prodi che, a suo modo di vedere, avrebbe potuto esprimere le sue ’perplessità’ sulla presenza dei ministri in piazza ’un po’ prima’».
Immediata le reazioni politiche nel centrosinistra. «La cecità politica dell’organo di informazione del Vaticano fa impressione - dice il presidente dei senatori del Prc Giovanni Russo Spena - definire una carnavalata una grande manifestazione, composta, seria...ma davvero pensano che quelle ottantamila persone che hanno gremito piazza Farnese siano tutte dei pagliacci? Anche l’accusa alle coppie gay di aver portato in piazza i bambini per strumentalizzarli, per dare l’idea di famiglia dove secondo il Vaticano evidentemente c’è solo vizio e deviazione, mi sembra così fuori dalla realtà degli affetti, talmente bassa da suscitare una grande preoccupazione. Credo che l’Osservatore Romano debba delle scuse a tante coppie, gay e etero, che probabilmente crescono i loro figli nell’idea del rispetto e della tolleranza».
Altrettanto dura la reazione del diessino Franco Grillini: «L’odio omofobico diffuso dalle gerarchie non ha precedenti nella storia del paese e non ha eguali in occidente. Non ci meraviglia che l’imponente manifestazione del 10 marzo non sia piaciuta all’Osservatore Romano. Un conto però è- sottolinea- non condividere i contenuti della kermesse, e un conto è insolentire i migliaia di manifestanti, apostrofati come ’pagliacci’, e perseguire nell’ossessione antiomosessuale che caratterizza il vertice vaticano».
* l’Unità, Pubblicato il: 12.03.07, Modificato il: 12.03.07 alle ore 18.44
Alla "festa dell’orgoglio cattolico" hanno aderito 450 associazioni. Alla stessa ora
la contro-manifestazione del "Coraggio laico". Bonino ai Ds: laici lasciati soli
Oggi il Family Day in piazza
Napolitano: non discriminare i gay
di GIOVANNA CASADIO *
ROMA - Gli unici a parlare di Dio, alla vigilia del raduno cattolico del Family day, sono Giulio Andreotti e Paola Binetti. L’uno, il senatore a vita, per annunciare che "a 88 anni sono già in proroga con la vita ma, se Dio vuole, sarò in piazza". L’altra, la senatrice Teodem, per assicurare che i centomila attesi sono obiettivamente una sottostima così che "ognuno di più è grazia di Dio". Per il resto, parole pesate degli organizzatori visto il clima politico incandescente, scosso dal contro-raduno del "Coraggio laico" in Piazza Navona, dalle polemiche sui gay, dalla massiccia presenza del centrodestra alla manifestazione cattolica di Piazza San Giovanni. Silvio Berlusconi fa sapere che potrebbe esserci anche solo per "un salutino".
Prova il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a smorzare i toni e in un messaggio inviato al convegno nazionale dell’Arcigay a Milano, invita a "rimuovere le discriminazioni" e a "un confronto pacato". Proprio davanti alla platea gay, il ministro radicale Emma Bonino, animatrice della piazza e delle battaglie laiche, attacca i Ds. Barbara Pollastrini, ministro delle Pari opportunità, ha appena concluso il suo intervento e Bonino denuncia: "Barbara ha appena detto che quella di Piazza Navona sarà una manifestazione piccola, io le rispondo che è un peccato che anche loro abbiano lasciato l’organizzazione solo alla Rosa nel pugno". E aggiunge, poi:"Hanno deciso di essere equidistanti, o equivicini" alle gerarchie ecclesiastiche. Un rimprovero alla Quercia che Fabio Mussi, il ministro transfuga dai Ds e anti-Partito democratico, rincara:" Io ci sarò in Piazza Navona con tutta la sinistra per difendere la libertà. Il Family day? Non ci andrei neanche se fossi ministro, è una manifestazione più "anti" che "pro"".
Stessa ora (oggi, dalle 15), le due piazze raccoglieranno una marea di gente e dividono governo e politici. Imponente la festa dell’orgoglio cattolico che richiamerà almeno mezzo milione di persone, 450 le associazioni che hanno firmato il manifesto "Più famiglia" e contro i Dico, la legge del governo sulle coppie di fatto anche gay. Mega palco, intrattenimento dedicato in particolare ai bambini, 30 mila palloncini, tre grossi palloni aerostatici per indicare dov’è la festa. Berlusconi in piazza anche se i suoi collaboratori lo sconsigliano e chissa che non la spuntino e alla fine resti a casa. L’Udc di Pierferdinando Casini ha mobilitato le sue sezioni e prevede di trascinare al Family day seimila militanti. An in massa però difficilmente ci sarà il presidente Gianfranco Fini. Nella storica piazza "rossa", saranno presenti dell’Unione i Teodem, i ministri Beppe Fioroni della Margherita e Clemente Mastella. Il Guardasigilli e leader dell’Udeur a chi lo critica, replica: "Se proprio vogliono, sarei capace di dimettermi da ministro e riprendere la carica lunedì". Ci sarà con moglie e famiglia. Fioroni con il figlio ("A meno che non scelga i suoi amici scout"). Il vice premier Francesco Rutelli, il cui outing cattolico ("Se fossi semplice deputato ci andrei") ha colpito gli stessi colleghi di partito, si augura "una giornata serena, utile e costruttiva". Marco Follini ("Evitiamo gli eccessi di zelo") aderisce e se ce la fa, passa. I ministri Ferrero (Prc) e Pollastrini (Ds) fanno sapere di essere vicini "in spirito" alla piazza laica.
* la Repubblica, 12 maggio 2007
Io c’ero, ed avevo anche uno di quei cappelli "terribili" e "offensivi" con la scritta NO VAT in capo... E’ stato un modo perchè fosse visibile che, secondo il coordinamento Facciamo Breccia di cui faccio parte, il Vaticano vuol imporre al parlamento italiano la propria opinione non tanto sulle questioni di fede, ma soprattutto sulle questioni riguardanti l’organizzazione politico-sociale.
Meno Vaticano o -meglio- NO VAT, rappresenterebbe in Italia meno incitamento alla violenza contro gay, lesbiche, trans, donne e uomini non conformi al modello di vita proposto da quella chiesa. E una normativa che punisca gli insulti a causa dell’orientamento sessuale dovrebbe essere inserita nel codice italiano prima ancora di eventuali norme sulle unioni civili. Chissà, dovessero cominciare a pagare, magari ci penserebbero due volte... Visto che al soldo attaccati sono (vedi ICI, acqua che vien loro pagata dai/dalle cittadini/e di Roma, contributi alle loro scuole, alle loro radio, 8 per mille.......)
Ero mascherata? Ho utilizzato i bambini presenti?
Mascherata mi ha il Vaticano quando a sette anni mi mascherò da sposina... E continua a mascherare da sposine anche oggi le bambine di quell’età. Almeno io la tiara in capo l’ho messa a me stessa, non certo ai bambini che erano in piazza...
E sul rispetto dei bambini, un po’ di umile silenzio (non è la loro specialità?) da parte di chi, come Ratzinger, è uscito da un processo negli Stati Uniti, dov’era imputato per favoreggiamento della pedofilia, per il solo fatto di essere diventato capo di stato....
Mi firmo perchè troppo spesso, le opinioni "orfane" vengono buttate lì con superficilalità, e poi lo ritengo doveroso anche perchè mi voglio assumere la responsabilità delle affermazioni gravi che ho fatto qui sopra in riferimento ad un capo di stato estero.
Graziella Bertozzo
Cara Graziella,
è sicura che questo suo sistema sia il migliore possibile per rispondere a uno dei molti, sicuramente non fra i primi, problemi importanti della nostra contemporaneità? A me pare che questa crociata contro il Vaticano non porti che ad aumentare la voragine. In ogni caso, la mia divergenza d’opinione non si fonda tanto, qui, sulla difesa dell’opportunità d’un dialogo, che, come è ovvio, abbisogna della disposizione di tutte le parti. Io credo che la responsabilità sia solo politica. E che in Italia, nonostante il Vaticano, il vertice della Chiesa è diventato un pretesto per deresponsabilizzare colpevolmente l’amministrazione della cosa pubblica. Scusi, non caschi nell’errore di buona parte degli elettori della sinistra italiana: chi fa le leggi?, chi le approva? Diciamola tutta. Ci rappresenta (?) una classe politica che non sa interpretare il proprio ruolo. Né vuole farlo. Perché, poi, dovrebbe? Non c’è dialettica, non c’è coraggio e non c’è onestà intellettuale, in parlamento e nel governo, sulla disciplina di tutti i diritti. E non sono generico e vago. Si ricordi di Rutelli sulla fecondazione assistita, ad esempio. In quanto alla sinistra, dia retta a me, non riesco a capire dove sta. Mi pare tutto un polpettone di inganni, raggiri, commedie e prevedibili colpi di scena. Che noi si vada a marciare cogli striscioni, i cartelli e i pastelli, mi sembra inutile e strumentale. Inutile perché non serve a niente. Strumentale perché rafforza, semmai, le tendenze ballerine in ogni balera romana.
Con grande cordialità.
Emiliano Morrone
Dopo la sveglia
di Paolo Hutter (il manifesto, 11.03.2007)
Piazza Farnese ha dato solo la sveglia per i diritti civili delle coppie. Adesso che ci siamo ri-svegliati c’è parecchio da fare, e forse c’è ancora qualcosa da capire, di questo impasse italiano in cui siamo immersi e che pure da qualche parte si potrà pur sbloccare. Gli organizzatori sottolineano che quella di ieri è stata la più grande manifestazione politica promossa dal movimento omosessuale italiano e intendono dire la più partecipata, lunga, intensa occasione di piazza all’infuori dei Pride.
Si può essere soddisfatti di qualche decina di migliaia di persone passate per piazza Farnese, dei ministri, dei politici e degli artisti presenti, di aver superato i confini del movimento politico gay e di aver trovato un tono appropriato, al tempo stesso orgoglioso combattivo e inclusivo, come negli applausi non scontati a Barbara Pollastrini (se fosse venuta, sarebbe stata applaudita anche Rosy Bindi). Ma è evidente che ci troviamo di fronte a ostacoli che non si sbloccano con 50.000 persone in piazza una tantum, né con un’astuzia parlamentare o con qualche invettiva contro i teodem. Vale la pena di ragionare ancora su questi ostacoli, anche per evitare l’errore opposto, quello di sopravalutarli.
L’Italia è un paese un tantino più cattolico e intriso di tradizionalismo vetero-familista degli altri. Ma non più di tanto, non è fuori dai processi sociali e culturali europei. La Chiesa cattolica ha più peso, ma non era riuscita a ritardare di molto né il divorzio né l’aborto. Il problema è che il peso conservatore della Chiesa è stato moltiplicato dal sistema politico e istituzionale, sia per ciò che è cambiato che per ciò che è rimasto intatto. Il superamento del proporzionale della prima repubblica, l’avvento del bipolarismo hanno avuto dei meriti, ma sono stati negativi per le rivendicazioni omosessuali e per la laicità in genere. E’ invece rimasto in piedi, sempre più anacronistico, il bicameralismo perfetto: e un Senato eletto senza il voto dei giovani oggi pende dagli umori degli ultra 80 enni. Se ci fosse solo la Camera a varare queste leggi (e a dare la fiducia al governo), come è più o meno ovunque, oggi staremo discutendo degli emendamenti ai Dico, non delle pregiudiziali.
E ancora: ieri si è visto un possibile nuovo fronte laico maggioritario, ma non è facile che prenda forma mentre si fa il Partito democratico coi teodem. Se questo, così prevalentemente o esclusivamente politico e istituzionale, è l’impasse, non ci si deve rassegnare ad attendere tempi miglior. A maggior ragione occorre cercare subito i venti propizi a far muovere le vele dei diritti: l’Europa, i giovani, la cultura, la realtà tenera e reale delle coppie, la musica, i linguaggi dei diritti e della solidarietà. Prima di affidarci a nuove conte parlamentari, dobbiamo far contare la società civile. Su tutti gli schieramenti.