SARAJEVO - Il Ministro generale dei Francescani, Jose Rodrigues Carballo, ha espulso dall’Ordine fra Tomislav Vlasic, la guida spirituale dei sei veggenti di Medjugorje, ai quali apparirebbe la Madonna fin dal 1981. Lo scrive il quotidiano di Sarajevo Dnevni avaz’ che pubblica anche un facsimile della lettera di Carballo datata 10 marzo di quest’anno.
Nella lettera, scrive il giornale, a Vlasic, che dal 1992 vive in Abruzzo, viene vietata ogni attività apostolica con l’accusa di aver "diffuso l’eresia, un dubbio insegnamento e manipolato le coscienze". Gli si attribuiscono anche azioni "contra sexum", cioé, precisa il giornale, rapporti sessuali immorali con una suora.
A fra Vlasic, che dal 1992 vive in Abruzzo, viene vietata, scrive Dnevni avaz, ogni attività apostolica con l’accusa di aver "diffuso l’eresia, un dubbio insegnamento e manipolato le coscienze". Gli si attribuiscono anche azioni "contra sexum", cioé, precisa il giornale, rapporti sessuali immorali con una suora. Negli anni passati altri frati francescani in Erzegovina sono stati espulsi dall’Ordine dei frati minori e "sospesi a divinis" per non aver consegnato alcune parrocchie ai preti diocesani.
Tutti erano anche sostenitori delle apparizioni mariane. La notizia dell’espulsione di fra Vlasic, secondo il giornale, a Medjugorje è stata accolta come un nuovo attacco contro i veggenti e le apparizioni. La Chiesa non si è ancora espressa sulle presunte apparizioni, verso le quali è molto critico il vescovo locale, e che durano da 28 anni. Fino ad oggi ne sarebbero avvenute ormai decine di migliaia poiché ad alcuni veggenti la Madonna apparirebbe ogni giorno, indipendentemente dal luogo ove essi si trovino.
L’unica presa di posizione ufficiale è la dichiarazione dei vescovi dell’allora Jugoslavia, dell’aprile 1991, in cui si dice che "in base alle investigazioni finora condotte non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali". Otto anni fa la Conferenza episcopale della Bosnia ha deciso, in accordo con la Santa Sede, di nominare una nuova commissione che indaghi su quanto è avvenuto. Intanto, milioni di pellegrini si recano ogni anno a Medjugorje, un piccolo villaggio dell’Erzegovina occidentale dove i frati francescani che reggono la parrocchia ritengono che la Madonna continui ad apparire.
Contro il frate francescano, Tomislav Vlasic, "padre" spirituale di Medjugorje e guida dei veggenti che ogni giorno incontrano la Madonna, era pronta la scomunica da parte del papa per le accuse di eresia, manipolazione delle coscienze, adulterio. E’ stato però lo stesso religioso a presentare le dimissioni dallo stato clericale lo scorso marzo per evitare che si arrivasse ai provvedimenti estremi. E’ quanto precisano i frati francescani all’ANSA.
INDAGINE DELLA SANTA SEDE
"Un figlio con una suora"
Sospeso il frate visionario
Il Vaticano pronto alla scomunica
del prete di Medjugorje accusato
di GIACOMO GALEAZZI *
CITTÀ DEL VATICANO«Spretato» il padre spirituale dei sei veggenti di Medjugorje. Tomislav Vlasic non è più sacerdote. Si è dimesso prima che arrivasse la scomunica di Benedetto XVI, già pronta, per diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza verso gli ordini legittimamente costituiti e rapporti sessuali immorali con una suora. Padre Francesco Bravi, procuratore generale dei Francescani, puntualizza che le contestazioni dell’ex Sant’Uffizio rientrano «nel contesto del fenomeno delle apparizioni di Medjugorje» e che il frate non è stato espulso ma ha chiesto lui la dispensa dal sacerdozio, visto il procedimento che era stato avviato dal Vaticano e che si stava concludendo con la riduzione allo stato laicale.
Il religioso, dal 1981 in poi, era stato il grande promotore di Medjugorje, dove sei ragazzi, da lui guidati spiritualmente, avevano cominciato a riferire di avere visioni e colloqui quotidiani con la Madonna. Vlasic, in una lettera del 1984 a Giovanni Paolo II, affermava di essere «colui che, attraverso la Divina Provvidenza, guidava i veggenti di Medjugorje». La località dell’Erzegovina è così diventata uno dei santuari mariani più frequentati al mondo, anche se mai riconosciuto ufficialmente né dalla Santa Sede né dall’allora Conferenza episcopale jugoslava. Il vescovo di Mostar, responsabile della zona, Pavao Zanic, accusò il francescano di aver «inventato» tutto.
A metà degli anni Ottanta il frate fu però costretto a lasciare Medjugorje dopo la rivelazione che aveva avuto un figlio da una suora, e si trasferì in Italia dove ha fondato la comunità Regina della Pace. Dal febbraio 2008, a padre Vlasic era stato imposto di vivere ritirato in un convento francescano all’Aquila, mentre era in corso l’inchiesta vaticana a suo carico per peccati di natura sessuale e per il sospetto di diffondere «eresia e scisma». Padre Vlasic, però, non aveva rispettato le misure disciplinari che erano state imposte ed era stato quindi colpito dall’«interdetto», che gli proibiva di ricevere i sacramenti e partecipare al culto pubblico. Il ministro generale dei Francescani, José Rodriguez Carballo ha aggiunto il divieto di «rilasciare dichiarazioni su questioni religiose, specialmente sul fenomeno Medjugorje» e negato il permesso di vivere nelle strutture dell’ordine.
Negli anni passati altri frati in Erzegovina sono stati espulsi e «sospesi a divinis» per non aver consegnato alcune parrocchie ai preti diocesani. Tutti erano anche sostenitori delle apparizioni mariane, sulle quali la Chiesa non si è ancora espressa. Ormai in 28 anni ne sarebbero avvenute decine di migliaia. L’unica presa di posizione ufficiale è la dichiarazione dei vescovi dell’allora Jugoslavia, dell’aprile 1991, in cui si dice che «in base alle investigazioni finora condotte non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali». Otto anni fa la Conferenza episcopale della Bosnia ha deciso, in accordo con la Santa Sede, di nominare una nuova commissione che indaghi su quanto è avvenuto.
Scomunicato Vlasic, ex guida spirituale veggenti Medjugorje
Aveva aperto una comunità nel Bresciano
di Redazione ANSA BRESCIA
(ANSA) - BRESCIA, 23 OTT - La Congregazione per la Dottrina della Fede ha emesso un decreto di scomunica nei confronti di Tomislav Vlasic, diventato famoso per essere il ’padre spirituale’ dei sei ragazzini che nel 1981 cominciarono a riferire di vedere ogni giorno la Madonna a Medjugore, ruolo che mantenne fino al 2009 quando fu costretto a dimettersi dallo stato sacerdotale dopo accuse gravissime di "diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza verso gli ordini legittimamente costituiti e atti contro il ’sextum’ (contro il Sesto comandamento di non commettere adulterio)’’.
La decisione è stata comunicata al vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada visto che Vlasic nel Bresciano, a Ghedi, ha realizzato, con la sua collaboratrice Stefania Caterina, la casa santuario Fortezza dell’Immacolata, che è centro della Chiesa di Gesù Cristo dell’Universo. Una realtà new age, convinta degli ufo, o meglio della vita negli altri pianeti, contro cui si era già scagliato in passato il vescovo Tremolada.
L’ex francescano, spiega una nota della Diocesi, "ha continuato a dichiararsi religioso e sacerdote della Chiesa cattolica, simulando la celebrazione di sacramenti non validi; ha continuato a suscitare grave scandalo tra i fedeli, compiendo atti gravemente lesivi della comunione ecclesiale e dell’obbedienza all’Autorità ecclesiastica".
Con la scomunica Vlašić non può prendere parte come ministro alla celebrazione dell’Eucarestia o a qualunque altra cerimonia di culto pubblico, celebrare o ricevere sacramenti. "Nel caso in cui il Sig. Vlasic intendesse prendere parte alla celebrazione dell’Eucarestia o a qualsiasi atto di culto pubblico, deve essere allontanato o si deve interrompere l’azione liturgica, se non si opponga una grave causa". (ANSA).
“Medjugorje, culto autorizzato”.
Il Vaticano: “Nessuna decisione presa”
L’arcivescovo Hoser, inviato del Papa, afferma che «le diocesi possono organizzare pellegrinaggi ufficiali», lasciando intendere che una svolta è vicina. Francesco però non ha dato recenti istruzioni al riguardo
di Andrea Tornielli (La Stampa, 09/12/2017)
Città del Vaticano
«Il culto di Medjugorje è autorizzato. Non è proibito e non deve svolgersi di soppiatto. La mia missione consiste precisamente nell’analizzare la situazione pastorale e nel proporre delle migliorie», afferma monsignor Henryk Hoser, arcivescovo emerito di Varsavia-Praga in Polonia, inviato speciale di Papa Francesco per la pastorale del santuario di Medjugorje, in Bosnia-Herzegovina. Hoser ha rilasciato un’intervista ad Aleteia e le sue parole sono state considerate come un via libera al riconoscimento delle apparizioni che sarebbero avvenute dal 1981 e non ancora terminate, in un paesino che attira milioni di persone ogni anno.
«Da oggi, le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali. Non ci sono più problemi - ha detto Hoser nell’intervista - Ma questa decisione dovrà essere presa dal Papa. Il dossier si trova ora negli uffici della Segreteria di Stato. Credo che a breve la decisione finale sarà presa».
Come si vede, monsignor Hoser parla di una decisione ancora da prendere - quella sulla possibile soprannaturalità del fenomeno - e di una decisione che sarebbe stata presa, vale a dire il via libera all’organizzazione di pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje. Per quanto riguarda i pellegrinaggi, nonostante i divieti, di fatto si sono sempre svolti e sarebbe anche difficile immaginare di proibire a dei fedeli di andare a pregare in una parrocchia. Medjugorje è stata peraltro visitata da vescovi e cardinali. L’affermazione «Da oggi le diocesi possono organizzare pellegrinaggi ufficiali» fa pensare ad una decisione presa di recente a questo proposito.
Dal Vaticano però fanno sapere che Papa Francesco «non ha dato di recente alcuna istruzione riguardante Medjugorje». Ciò ovviamente non significa che si opponga ai pellegrinaggi, tutt’altro. Significa però che al momento non sono state prese decisioni o date nuove istruzioni.
Come si sa, il Pontefice ha più volte espresso il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione su Medjugorje guidata dal cardinale Camillo Ruini e composta da cardinali, teologi, esperti in mariologia. La commissione aveva concluso con un parere favorevole al riconoscimento della soprannaturalità delle prime 7 presunte apparizioni, avvenute tra il 24 giugno e il 3 luglio 1981, distinguendo nettamente queste da tutto ciò che è successo dopo (e che di fatto ancora continua). Inoltre la commissione sottolineava l’importanza di scorporare Medjugorje dalla diocesi di Mostar, creando una nuova diocesi o un santuario alle dirette dipendenze dalla Santa Sede.
LEGGI - Medjugorje, ecco le conclusioni della relazione Ruini
L’iter della discussione sulle conclusioni della commissione Ruini è stato lungo. Non è un mistero che nella Congregazione per la dottrina della fede ci fossero delle opposizioni al riconoscimento della soprannaturalità. Papa Francesco ha ricevuto i pareri di tutti i cardinali e vescovi membri dell’ex Sant’Uffizio e bisogna attendere la sua decisione. Una decisione che, secondo Hoser, arriverà presto.
L’approccio di Bergoglio a questo come pure a fenomeni simili è sempre stato improntato alla priorità pastorale dell’accompagnamento dei fedeli e dei pellegrini. L’incarico di Hoser è stato proprio quello di verificare questo aspetto.
Apparizioni
L’inviato del Papa firma
la svolta su Medjugorje: culto autorizzato
di Paolo Rodari (la Repubblica, 09.12.2017)
CITTÀ DEL VATICANO C’erano una volta i pellegrinaggi a Medjugorje, il santuario della Bosnia- Herzegovina luogo, dall’ 81, di presunte apparizioni mariane, trasferte religiose organizzate anche da molti vescovi e cardinali con l’accortezza, tuttavia, di non dare troppo nell’occhio. Molti di loro erano e sono impauriti dall’ostilità di una parte delle gerarchie che non ha mai visto di buon occhio i milioni di fedeli che si recano lì ogni anno in cerca di guarigione, consolazione, un contatto con il soprannaturale. In incognito, ad esempio, è più volte andato nel paesino il cui nome significa semplicemente «tra le montagne» il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, discepolo di Joseph Ratzinger e nello stesso tempo punta di diamante di Francesco nella Mitteleuropa.
Ebbene, da oggi tutta questa prudenza non ha più motivo di esistere. Secondo, infatti, quando ha dichiarato alla rivista religiosa Aleteia monsignor Henryk Hoser, arcivescovo di Varsavia- Praga, inviato speciale del Papa per la pastorale nella stessa Medjugorje, «il culto è autorizzato » . E ancora: « Non è proibito e non deve svolgersi di soppiatto. Da oggi, le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali. Non ci sono più problemi » . Hoser ha rilasciato la sua notevole dichiarazione nel giorno in cui lascia per limiti di età la sua diocesi per passare a tempo pieno come delegato papale nello stesso santuario.
Non sono trascorsi che pochi mesi dalle parole di fuoco che Francesco riservò ai presunti veggenti di Medjugorje di ritorno lo scorso maggio da Fatima: « Preferisco la Madonna Madre a quella che fa il capo di ufficio telegrafico che ogni giorno invia un messaggio », disse riferendosi ai messaggi che in varie parti del mondo dicono di ricevere da Maria. Eppure, l’annuncio di Hoser non è in contraddizione con il suo pensiero. Per il Papa, infatti, « il fatto spirituale e pastorale » di Medjugorje, e cioè l’evidenza che la gente « si converte » , « incontra Dio», «cambia vita», resta. E tutto ciò è da valorizzare a prescindere dall’ostilità di parte delle gerarchie. Disse in proposito il vaticanista Benny Lai: «La curia gioca il suo ruolo di istituzione monolitica. Cerca sempre di resistere fino all’ultimo ai visionari, veri o presunti tali. Ancora oggi le guarigioni di Lourdes sono guardate con sospetto».
Nelle mani del Papa c’è da tempo il resoconto finale della Commissione guidata dal cardinale Camillo Ruini sulle apparizioni. Il testo è positivo sulle prime manifestazioni: tredici voti favorevoli al riconoscimento della soprannaturalità delle prime sette, un voto contrario e uno sospensivo. Nel merito era il Sant’Uffizio, e in particolare l’ex prefetto Gerhard Müller, ad avere delle perplessità. Con lui, anche monsignor Ratko Peric, vescovo di Mostar, che ha dichiarato come la Madonna di Medjugorje sia una «figura ambigua » . « Non è la vera Madonna, la Madre di Dio », ha detto.
Oggi molti di questi dubbi restano, ma nello stesso tempo l’annuncio di Hoser segna un punto non da poco per il culto del luogo, per i pellegrinaggi, per tutti coloro che da anni partono per cercare il divino in questo paesino sperduto nella ex Jugoslavia. E non è escluso che presto la stessa Santa Sede si esprima pubblicamente anche sulle apparizioni, lasciando aperta la possibilità della loro veridicità.
Molta diffidenza di alcune gerarchie su Medjugorje è data dall’innegabile business che si è creato intorno al santuario. Il giro d’affari, infatti, si stima sia di oltre 11 miliardi di euro: 5 miliardi ascrivibile all’organizzazione dei pellegrinaggi, 3 miliardi agli introiti di bar, ristoranti e alberghi; altri tre miliardi a offerte e donazioni.
Nella linea della Chiesa il papa diffidente sui veggenti privati
di Luigi Accattoli (Corriere della Sera, 10.06.2015)
Sapevamo che papa Francesco era allergico alle «rivelazioni private»: lo raccontano le biografie e lo documentano i testi di quand’era arcivescovo di Buenos Aires. Già una volta si era espresso con sarcasmo - in un’omelia a Santa Marta - sui continui messaggi che la Madonna manda ai suoi devoti «tutti i giorni» qua e là per il mondo. Ma nel richiamo di ieri, venuto anch’esso durante la celebrazione del mattino, c’è un elemento in più, contenuto nella sentenza - come dicevano i teologi medievali - che «l’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente più».
È esattamente, parola per parola, la stessa frase usata dal cardinale Ratzinger nel «Commento teologico» con cui nel giugno del 2000 accompagnò la pubblicazione della «terza parte» del Messaggio di Fatima: «In Cristo, Dio ha detto tutto e pertanto la rivelazione si è conclusa con la realizzazione del mistero di Cristo, che ha trovato espressione nel Nuovo Testamento».
E le rivelazioni private, tipo Lourdes, Fatima e altre dieci, per contare solo quelle mariane che sono state riconosciute dalla Chiesa? Dodici in tutto, su 295 per le quali era stato chiesto il parere di Roma. Le rivelazioni private sono - dice sempre Ratzinger - «un aiuto che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso».
Del resto già Benedetto XIV, nel Settecento, aveva affermato categoricamente che «un assentimento di fede cattolica non è dovuto a rivelazioni [private] approvate in tal modo; non è neppure possibile. Queste rivelazioni domandano piuttosto un assentimento di fede umana conforme alle regole della prudenza».
Come a dire: se ci vuoi credere, puoi crederci, ma non sei tenuto e comunque in quelle rivelazioni private non trovi nulla di essenziale che non sia già nell’«unica rivelazione pubblica», cioè destinata a tutti. La Civiltà Cattolica già nel 1953, in un articolo su Fatima a firma del teologo fiammingo Edouard Dhanis, riassumeva in questi tre elementi il significato dell’approvazione ecclesiastica di una rivelazione privata: «Il messaggio relativo non contiene nulla che contrasta la fede ed i buoni costumi; è lecito renderlo pubblico; i fedeli sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione». Autorizzati, appunto: non tenuti.
I Papi hanno sempre seguito questa regola aurea, sostanzialmente razionale e diffidente nei confronti delle torme di veggenti da cui sono stati sollecitati nei secoli e più che mai negli ultimi due. Ma se tutti i Papi erano guardinghi, Benedetto e Francesco appaiono addirittura refrattari: Ratzinger per razionalità teologica tedesca, Bergoglio per buonsenso pastorale latino.
Un’idea della loro impermeabilità soggettiva alla passione visionaria di cui traboccano movimenti e parrocchie l’abbiamo avuta con il fatto che il primo chiamò a presiedere la Commissione su Medjugorje il cardinale Camillo Ruini, che il secondo ha confermato nell’incarico. Di Ruini tanto e tutto si può dire ma non che vada pazzo per «locuzioni» e «visioni».
Le conclusioni della Commissione stanno per essere pubblicate ed è verosimile che il Papa si limiti a recepirle nella loro asciuttezza. Di sicuro non sarà lui a contraddire la prevedibile severità di quel verdetto: si dice che vi sia apprezzamento per i buoni frutti che «spesso» vengono dalla frequentazione di quel villaggio dell’Erzegovina, ma il giudizio sulla natura delle apparizioni resterà «sospensivo»: non diranno che non sono attendibili, ma non diranno neanche che lo sono. «Provo un’immediata diffidenza davanti ai casi di guarigione e persino quando si tratta di rivelazioni o visioni; sono tutte cose che mi mettono sulla difensiva» ebbe a dire il cardinale Bergoglio nel volume di dialoghi con il rabbino argentino Abraham Skorka, tradotto da Mondadori nel 2013 con il titolo Il cielo e la terra.
Ogni sacerdote ha tra i suoi parrocchiani una dozzina di portatori di «messaggi»; i vescovi sono poi assediati da centinaia di «veggenti». Ne fece buona esperienza anche Bergoglio da vescovo argentino, quale fu per 21 anni. «Spesso, a Buenos Aires, devo screditarne molti - affermò in quel volume - perché i casi di falsi profeti sono molto più comuni e frequenti di quanto si possa immaginare».
Un caso recente di presunte rivelazioni private che mirano a condizionare i Papi si è visto il 9 maggio scorso, quando due persone in rappresentanza di una veggente di nome Conchiglia hanno incontrato Benedetto XVI nei Giardini Vaticani e gli hanno consegnato un volume che contiene accuse nei confronti di papa Francesco. Avendo costoro vantato l’appoggio del Papa emerito, don Georg, che era presente all’incontro, ha detto a Vatican insider che «se Benedetto XVI avesse saputo di che cosa si trattava non avrebbe accettato l’incontro: ci sono tanti che si dicono veggenti, in giro». Le stesse parole di Bergoglio cardinale.
Medjugorje: Papa, veggenti a orario? Non è fede cristiana
In vista pronunciamento, Bergoglio esprime scetticismo su visioni
di Fausto Gasparroni *
CITTA’ DEL VATICANO Solo tre giorni dopo aver annunciato che sono imminenti le sue decisioni sui fenomeni di Medjugorje, papa Francesco lancia un eloquente segnale su quale potrà essere il suo orientamento. E si può parlare di autentico scetticismo, se non di una vera e propria sconfessione dei veggenti. L’occasione è stata l’omelia della messa mattutina a Santa Marta, dedicata oggi all’"identità cristiana" e ai tanti pericoli di "annacquarla".
Tra questi, il Papa ha elencato il caso di coloro "che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana" e hanno "dimenticato che sono stati scelti, unti", che "hanno dentro la garanzia dello Spirito", e cercano: "’Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna ci manderà alle 4 del pomeriggio?’ Per esempio, no? E vivono di questo". Ma "questa non è identità cristiana - ha affermato -. L’ultima parola di Dio si chiama ’Gesù’, non ce n’è un’altra!".
Parole che arrivano come una sonora bocciatura sia dell’atteggiamento di chi vive la fede non con la forza interiore "dello Spirito" e con la propria "testimonianza", ma aggrappandosi ai presunti fenomeni soprannaturali, sia soprattutto di chi promette ’messaggi’ mariani a cadenza fissa.
Bergoglio non ha citato espressamente il caso dei sei veggenti di Medjugorje, ma l’esempio da lui fatto è inequivocabile. E non è la prima volta che ne parla in termini più che dubbiosi. Già nell’omelia del 14 novembre 2013, sempre a Santa Marta, ragionando sullo "spirito della curiosità mondana" che genera confusione e ci allontana dallo "Spirito della sapienza", a un certo punto aveva detto che la curiosità "ci spinge a voler sentire che il Signore è qua oppure là; o ci fa dire: ’Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere dalla Madonna, messaggi dalla Madonna’". E aveva commentato: "Ma, guardi, la Madonna è Madre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni". E già allora l’antifona era stata chiara.
La nuova uscita del Pontefice arriva dopo che sabato sera, sul volo di ritorno da Sarajevo, aveva risposto ai giornalisti che sui fenomeni di Medjugorje "siamo lì lì per prendere delle decisioni", mentre a breve, alla Congregazione della Dottrina della Fede è in programma una "feria quarta" (apposita riunione dei cardinali e vescovi) sulla base del lavoro fatto dalla Commissione di studio su Medjugorje istituita da Benedetto XVI nel 2010 e guidata dal cardinale Camillo Ruini, la cui relazione è stata consegnata a Francesco. "Hanno fatto un bel lavoro, un bel lavoro", ha sottolineato. Per il momento, in attesa del responso finale che spetterà al Papa, "si danno soltanto alcuni orientamenti ai vescovi, ma sulle linee che si prenderanno".
A questo punto, visto anche quanto detto da Bergoglio, tutto lascia pensare che la decisione sarà "negativa" e che non riconoscerà la soprannaturalità delle ’apparizioni’. Un aspetto diverso è quello del culto mariano presso il santuario della cittadina dell’Erzegovina, dove si cercherà comunque di non penalizzare la devozione popolare, vista anche la gran quantità di conversioni. In altre parole, Medjugorje non chiuderà, anche restando una realtà non riconosciuta dal magistero della Chiesa.
Intanto, l’arcidiocesi di Modena-Nonantola spiega perché è stato annullato l’incontro del 20 giugno a Sestola con la veggente di Medjugorje, Vicka Ivankovic. "Agli organizzatori dell’evento si è ricordato, su sollecitazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, che fino ad ogni ulteriore disposizione da parte della Santa Sede ci si deve attenere a ciò che è stato stabilito dai vescovi dell’ex Jugoslavia nella Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991: ’Sulla base delle ricerche finora compiute non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni di natura soprannaturale’, e pertanto non è consentito al clero e ai fedeli di nessuna Diocesi di partecipare a incontri o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata la loro attendibilità".
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CHIESA NEL MONDO
Medjugorje, Tomislav Vlasic «ridotto allo stato laicale» *
Benedetto XVI ha ridotto allo stato laicale fra’ Tomislav Vlasic, il francescano noto soprattutto per i legami con quelli che nel linguaggio ufficiale della Curia romana vengono definiti i «fenomeni di Medjugorje». Il provvedimento è stato reso pubblico via internet dove è stato messa in rete la fotocopia della lettera con cui il ministro generale dei Frati Minori, padre José Rodriguez Carballo, ha informato del provvedimento pontificio i provinciali di BosniaErzegovina, Croazia e Italia. Nella missiva, che porta la data del 10 marzo 2009, padre Rodriguez ha scritto che il Papa ha concesso a Vlasic, che l’aveva richiesta, «la grazia della riduzione allo stato laicale e la dimissione dall’Ordine» francescano.
E ha aggiunto che il Pontefice, motu proprio - cioè senza che ci fosse una richiesta -, ha concesso allo stesso Vlasic «la remissione della censura incorsa, nonché la grazia della dispensa dai voti religiosi e da tutti gli oneri connessi con la sacra ordinazione, incluso il celibato». Nella lettera il ministro generale aveva prima spiegato che Vlasic in quanto «responsabile di condotte lesive della comunione ecclesiale sia in ambito dottrinale che disciplinare » era appunto «incorso nella censura dell’interdetto» che ora però viene rimossa.
Questi provvedimenti del Papa nei confronti dell’ormai ex frate non sono senza condizioni. Al «signor Tomislav Vlasic» infatti vengono «imposti» come «salutare precetto penale » e «sotto la pena della scomunica da dichiararsi dalla Santa Sede» tre «precetti». Il primo riguarda la proibizione assoluta di esercitare qualsiasi forma di apostolato, nonché di acquistare ed amministrare beni destinati ad opere pie (nella lettera si specifica che Vlasic non potrà, ad esempio, occuparsi della promozione del culto pubblico e privato, dell’insegnamento della dottrina cristiana, della direzione spirituale, né partecipare ad associazioni di fedeli).
Il secondo «precetto» consiste nel divieto assoluto di rilasciare dichiarazioni in materia religiosa, specialmente riguardo ai «fenomeni di Medjugorje». Il terzo riguarda la proibizione assoluta di abitare nelle case dell’Ordine dei Frati Minori. Ed è per far rispettare «in modo particolare» quest’ultima disposizione che il ministro generale ha inviato questa lettera del 10 marzo ai suddetti provinciali, i quali a loro volta l’hanno rigirata a tutte le case dell’ordine.
La lettera così ha avuto una certa diffusione, il che forse ha fatto in modo che arrivasse anche al circuito mediatico. Il provvedimento, ovviamente, non è un giudizio sui «fenomeni di Medjugorje», ma sui comportamenti personali di Vlasic soprattutto in quanto fondatore dell’associazione ’Kraljice Mira’, e non per il suo ruolo riguardo quanto accaduto nel piccolo centro dell’Erzegovina. Nella lettera di padre Rodriguez si addebitano a Vlasic «condotte lesive della comunione ecclesiale sia in ambito dottrinale che disciplinare », ma non si scende in particolari.
Lo scorso anno però, la diocesi Mostar-Duvno - contraddistinta storicamente da una secolare e ancora non pienamente risolta rivalità tra clero secolare e francescani, anche a prescindere da Medjugorje - aveva emesso un comunicato in cui, per spiegare lo status canonico di Vlasic, si citavano ampi stralci di una lettera dell’arcivescovo Angelo Amato, all’epoca segretario della Congregazione per la dottrina della fede. In quest’ultima lettera, datata 30 maggio 2008, Amato spiegava che «nel contesto del fenomeno Medjugorje, questo dicastero sta trattando il caso» di Vlasic e che con decreto del 25 gennaio precedente gli aveva imposto «severe misure cautelari e disciplinari».
In pratica Vlasic era stato segnalato alla Congregazione «per divulgazione di dubbie dottrine, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad ordini legittimamente impartiti ed addebiti contra sextum (contro il sesto comandamento ndr.)». E la stessa Congregazione in base a queste accuse aveva decretato cinque sanzioni, con la minaccia di interdetto in caso di mancata accettazione. Ma Vlasic però si è rifiutato e così l’interdetto è scattato automaticamente. A questo punto avrebbe dovuto essere sottoposto ad un processo penale canonico che avrebbe verificato le pesanti accuse che gli erano state rivolte.
Chiedendo la riduzione allo stato laicale, ha evitato il processo. Ma non le polemiche. Il provvedimento su Vlasic, è bene ribadirlo, non riguarda i ’fenomeni di Medjugorje’, le ’apparizioni’ mariane che dal 1981 si manifesterebbero a sei ’veggenti’ del borgo erzegovinese, sui quali ancora non c’è un giudizio definitivo della Chiesa. Veggenti di cui Vlasic è stato inizialmente «assistente spirituale». Pellegrini in preghiera davanti alla statua della Madonna a Medjugorje
* Gianni Cardinale (Avvenire, 30 Luglio 2009)