Azione civile

Appello alla rete per la tutela del giornalista Antonino Monteleone, a cui hanno incendiato l’auto in Calabria

mercoledì 12 maggio 2010.
 

L’ho appreso da Facebook. Stavo per andare a dormire. Inquieto per le minacce ricevute dal pm Pierpaolo Bruni, recapitate da un codardo anonimo che per e-mail le ha mandate alla redazione di "il Crotonese". Hanno incendiato l’auto del giornalista Antonino Monteleone (nella foto in alto), un giovane professionista d’immenso coraggio e valore, da sempre impegnato a raccontare affari e reati di criminalità e poteri forti. Uno che fa inchiesta vera, che ha sempre la notizia, che segue e conosce processi molto importanti; a Marcello Dell’Utri e ad Antonio Bassolino, giusto per dare dei riferimenti.

Perché dice la verità, Antonino è stato riempito di querele, e ogni volta ha vinto. Non ha mai avuto paura e non ne avrà.

Non posso credere che la Calabria sia questa, che chi scrive, chi indaga per sconfiggere la mafia, il male peggiore del Mezzogiorno e dell’Italia, venga intimidito con tale facilità. No, non posso. Ora dobbiamo muoverci e si deve muovere lo Stato.

In questo momento, voglio che facciamo quadrato attorno ad Antonino, che lo proteggiamo con l’informazione e l’intervento collettivo, martellante.

Il vigliacco che ha usato questa violenza deve sapere, come il suo sporco mandante, che siamo con Antonino, che non è e non sarà mai solo. Deve sapere che noi siamo più forti di loro, che per imporsi hanno bisogno di armi e rifugi. Soprattutto dobbiamo reagire con la parola, coinvolgendo tutti i nostri amici, la stampa, l’opinione pubblica. Perché Antonino è la voce della Calabria bella, della Calabria che non tace, dell’informazione con la maiuscola.

Passiamo parola e facciamo in modo che su questa vicenda non cali il silenzio. Antonino Monteleone deve essere tutelato. Diversamente, sarà una nostra sconfitta.

Emiliano Morrone e Carmine Gazzanni


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