San Giovanni in Fiore

L’on. Laratta e il vuoto

Gli intellettuali di "Impegnocivile" continuano a esprimersi in vista delle prossime elezioni comunali
giovedì 21 aprile 2011.
 

Comunicato n. 2

Fra le tante affermazioni rese recentemente dall’on. Laratta, ve n’è una (quella secondo la quale dietro l’azione politica di Antonio Barile e della sua Giunta vi sarebbe il vuoto) che ha fatto scattare in alcuni fra coloro che nei primi anno ’80 avevano dato vita all’Associazione “Impegnocivile” e successivamente avevano con lui promosso la realizzazione del periodico “La Città di Gioacchino”, delle amare considerazioni.

In quel tempo anche l’on. Laratta era fra quanti cercavano di partecipare e contribuire alla lotta per il cambiamento in questa Città mediante strumenti vari di impegno culturale, politico e civile.

Sapeva bene quanto fosse duro battersi contro le oligarchie che “governavano” la città e che erano costituite dai gruppi dirigenti della vecchia D.C., del vecchio P.C.I.. e del vecchio P.S.I..

Aveva anch’egli piena consapevolezza del vuoto di progetto e di idee che quel gruppo di potere portava colpevolmente con sé. Ebbene, molti dei protagonisti di allora sono gli stessi che oggi conducono, con l’on. Laratta, un’ astiosa lotta politica ad Antonio Barile.

Quale miracoloso evento sia capitato per convincere l’on. Laratta a cambiare letteralmente il fronte non è dato sapere. Ma è noto a tutti che dopo avere piantato in asso coloro che credevano nella possibilità di dare al nostro territorio un futuro diverso, egli si è unito a coloro che lui avrebbe fortemente voluto mandare a casa non perché fossero antipatici ma perché rappresentavano il nulla, il niente, il vuoto, per l’appunto.

Cambiare idea è certamente legittimo anzi, spesso, è indice di vitalità nell’individuo.

Ciò che a noi appare inammissibile è sacrificare, sull’altare del cambiamento, le proprie consapevolezze maturate nel corso di anni di riflessioni, elaborazioni, battaglie politiche..

Se si ha consapevolezza del fatto che uno dei più forti limiti per la crescita della nostra città è rappresentato dall’artificiosa linea di separazione provinciale che ha sempre impedito che S.G.F. beneficiasse della “intercomunalità” naturale con i paesi limitrofi (Cerenzia, Castelsilanmo, Caccuri, Savelli, Verzino, Belvedere ecc.), non si può fare poi causa comune con chi ha pervicacemente impedito la eliminazione di quella separazione esclusivamente per propri personali interessi.

Se nel corso degli ’80 e ’90 si aveva piena consapevolezza della insensibilità di molti dei protagonisti della vita amministrativa del tempo rispetto ai temi della legalità, della trasparenza, dello sviluppo urbanistico, della crescita economica, civile, culturale ecc. , non si può in seguito fare squadra comune con quelle medesime persone.

Ognuno è libero di seguire la strada che ritiene più opportuna portandone ovviamente con sé la responsabilità di fronte agli elettori e di fronte alla Storia.

In nessun caso però, neanche nel corso della più violenta delle polemiche politiche, si dovrebbe ricorrere ad affermazioni che, ancorché palesemente bugiarde, possono fortemente ledere gli interessi vitali della nostra Città: non si può, specialmente se lo si fa nella più alta e sacra delle Istituzioni della nostra Repubblica ovvero il Parlamento, scambiare la disperazione di chi vede infrangere un sogno con atteggiamenti di prepotenza di stampo fascista. Soprattutto se chi fa questa affermazione ha vissuto la vicenda referendaria del ’97 sul cambio di provincia, quando la prepotenza, quella si veramente fascista, di un solo uomo (oggi principale sodale dell’on. Laratta) si è imposta al volere di un’intera città compromettendone irreparabilmente le sorti per chissà quanti decenni.

La statura nazionale assunta dall’on. Laratta autorizzava a immaginare un suo ruolo incisivo e positivo nella ricerca della strada che questa Città avrebbe potuto percorrere negli anni presenti per invertire la rovinosa corsa verso il declino. Un ruolo che consentisse di colmare la totale incapacità di analisi mostrata da parte del gruppo dirigente delle sedicente “sinistra” locale che non è stata capace di cogliere la straordinaria e favorevole condizione che si era determinata per la nostra Città: eravamo in presenza di una Giunta Municipale fatta di giovani che avevano dimostrato sul campo di essere capaci e determinati, e che erano comunque “costretti” ad operare con correttezza e trasparenza poiché eravamo contemporaneamente in presenza di una maggioranza di consiglieri comunali che, disponendo della formidabile arma delle dimissioni, era sempre in grado di controllare e verificare che tutti i provvedimenti dell’Amministrazione Comunale rispondessero davvero agli interessi della collettività. La cittadinanza avrebbe potuto tranquillamente esprimere, fra quattro anni, un obiettivo giudizio sull’operato di Antonio Barile ed avrebbe certamente apprezzato il senso di responsabilità dei suoi avversari.

Un’altra delle tante occasioni offerte alla nostra Città dalla Storia gettata alle ortiche con grave e preoccupante insipienza.

9 aprile 2011

Circolo culturale Impegnocivile


Comunicato n. 1

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