Desidero intervenire in merito al commento di Domenico Barberio pubblicato sul precedente numero del “Quindicinale”. Barberio critica le dichiarazioni di Barile di domenica 6 marzo, nella parte in cui invitava i cittadini a candidarsi "anche se non sanno parlare o non capiscono di politica”. Secondo Barberio “c’è bisogno di saper parlare, c’è bisogno di capire di politica”. Ritengo che queste siano qualità non indispensabili per tutti coloro che intendano fare la loro parte, in questo momento a San Giovanni in Fiore. Le vere qualità della politica sono l’onestà e la capacità. Oggi, la sfida è vincere la battaglia di tutte le battaglie: sconfiggere la classe politica deludente del passato. Metà dell’opera è stata compiuta. Intellettuali e oratori dovrebbero aiutare a completarla. Non riesco a capire perché alcuni non lo facciano! Se tutto andrà come ci auguriamo, si potrà discutere su quali requisiti debba avere la classe dirigente. Al momento non rimane molto tempo e bisogna decidere: il cambiamento o il vecchio modo di far politica. Barile non è di destra né di sinistra. È riuscito, con la sua forza di volontà, a scardinare un sistema davanti al quale altri, purtroppo, si sono arresi. In democrazia, si raggiunge l’obiettivo con i voti. Allo stato attuale la maggior parte dei patrioti scesi in campo parla poco, ma è disponibile a sacrificarsi. Intellettualmente onesti e coraggiosi. Qualità certamente non garantite dal saper parlare. Anzi, se in questa caratteristica si annida il male, la cosa diventa devastante. Si vedano alcuni politici in attività. Dunque, bisogna uscire allo scoperto! Metterci la faccia, dare l’esempio... Quello che conta sono i fatti. Prendere posizione e contribuire al cambiamento. Sacrificarsi! Barile l’ha fatto e i risultati elettorali l’hanno gratificato. Il popolo l’ha eletto, anche se poi un manipolo di irresponsabili l’ha sfiduciato. Barile al Polifunzionale ha semplicemente chiesto aiuto a chiunque. Di certo non l’ha chiesto ai delinquenti o ai disonesti. Ha solo tranquillizzato chi volesse aiutarlo ma non si candida al consiglio comunale perché timido o non esperto di politica o non brillante nel parlare. Questo significa che non avere la parola facile non è un handicap. E l’ignoranza dei meccanismi, strategie e tattiche politiche non è un ostacolo a chi voglia partecipare alla battaglia. Di personaggi esperti di queste cose (e che ne hanno fatto una carriera) ne abbiamo visti abbastanza! In verità, anche senza tanto rumore si può contribuire a migliorare il paese. E in ogni caso, la Costituzione garantisce che ogni cittadino possa candidarsi, senza che sia di impedimento il mancato possesso di un sapere politico o dell’arte oratoria. Le candidature servono per sostenere e far vincere certe idee. Più riflessione e accortezza sarà opportuno praticarle in un secondo momento, nel designare la giunta municipale, seguendo il criterio delle competenze. Quando si seguono le vicende politiche locali da lontano, per motivi anche tecnici, le cose non vengono capite perfettamente. Infine, per quanto riguarda l’irruenza oratoria di Barile, per noi che lo sosteniamo non è un demerito, ma una qualità che ci invoglia a proseguire. Sulla scia del recente passato.
Prof. Pasquale Tiano - Ex sostenitore del Quindicinale