Ecco cosa prevedono i quattro quesiti per cui gli italiani saranno chiamati alle urne il 12 e 13 giugno *
ROMA - Con la decisione della Cassazione, che ha stabilito che il referendum sul nucleare si svolgerà anche se il governo con il decreto Omnibus ha abrogato per un certo tempo la normativa a cui i quesiti si riferivano, rimette in moto la macchina referendaria anche per il quarto dei quesiti previsti.
Due giorni di voto quindi per gli italiani per dire Sì o No su quattro temi:
la privatizzazione dell’acqua, i profitti sull’acqua,
il legittimo impedimento e appunto il nucleare.
QUANDO SI VOTA. Le urne saranno aperte domenica 12 e lunedì 13 giugno. Il 12 si potrà votare dalle 8 alle 22, mentre il 13 le urne apriranno alle 7 e chiuderanno alle 15.
COME SI VOTA. Gli elettori devono presentarsi, con un documento d’identità valido e la tessera elettorale, presso la sezione elettorale indicata sulla tessera stessa. Il voto deve essere espresso con una X sull’opzione scelta in ciascuna delle quattro schede, una per ogni quesito.
Come tutti i referendum abrogativi, bisogna votare Sì se si vogliono cancellare le norme al centro dei quesiti. Con la vittoria del No, le norme rimarrebbero vigenti.
PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA (SCHEDA ROSSA) Il titolo completo del quesito è "Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica" e si riferisce all’abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133/2008. Sono le norme che permettono l’affidamento dei servizi idrici ai privati. Votando Sì, si vota contro la privatizzaione dell’acqua . Votando No, si lascia intatta la possibilità di affidare i servizi idrici ai privati.
PROFITTI SULL’ACQUA (SCHEDA GIALLA) Il secondo quesito propone l’abrogazione di una parte dell’art.154 del Decreto Legislativo n. 152/2006. Nello specifico, se vincessero i Sì sarebbe abrogata la norma che prevede che i privati possano stabilire una tariffa per il servizio idrico tenendo conto dell’"adeguatezza della remunerazione del capitale investito", ovvero garantendosi un profitto. Votando No, la norma rimarrebbe valida.
NUCLEARE (SCHEDA GRIGIA) Il titolo del quesito, riformulato dalla Cassazione alla luce delle norme introdotte col decreto ’Omnibus’, sarà "Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare". Per votare contro il nucleare in Italia, gli elettori dovranno scegliere il Sì.
LEGITTIMO IMPEDIMENTO (SCHEDA VERDE CHIARO) Il quesito sul legittimo impedimento mira ad abrogare una parte della legge nr. 51 del 7 aprile 2010 dal titolo ’Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza’. È la norma che introduce la possibilità per chi è impegnato in attività di governo di non comparire nelle aule di giustizia.
* la Repubblica, 01 giugno 2011
E don Milani disse: «L’acqua è di tutti»
di Lorenzo Milani (Avvenire, 09 giugno 2011)
Caro direttore, *
col progetto di consorzio di cui ti parlai si darebbe l’acqua a nove famiglie. Quasi metà del mio popolo. Il finanziamento è facile perché siamo protetti dalla legge per la montagna. La benemerita 991 la quale ci offre addirittura o di regalo il 75 per cento della spesa oppure, se preferiamo, in mutuo l’intera somma. Mutuo da pagarsi in 30 anni al 4 per cento comprensivo di ammortamento e interessi. Nel caso specifico, l’acquedotto costerà circa 2 milioni. Se vogliamo sborsarli noi, il governo fra due anni ci rende un milione e mezzo.
L’altro mezzo milione ce lo divideremo per 9 che siamo e così l’acqua ci sarà costata 55.000 lire per casa. Oppure anche nulla; basta prendere pala e piccone e scavarci da noi il fossetto per la conduttura e ecco risparmiate anche le 55.000 lire.
Se invece non avessimo modo di anticipare il capitale allora si può preferire il mutuo. Il 4 per cento di due milioni è 80.000 lire all’anno. Divise per nove dà 8.800 lire per uno. Se pensi che 8.000 lire per l’acqua forse le spendi anche te in città e se pensi che a te l’acqua non rende, mentre a un contadino e in montagna vuol dire raddoppiare la rendita e dimezzare la fatica, capirai che anche questo secondo sistema è straordinariamente vantaggioso. Insomma bisogna concludere che la 991 è una legge sociale e meravigliosa.
Mi piacerebbe darti un’idea chiara di quel che significa l’acqua quassù, ma per oggi mi contenterò di dirti solo questo: s’è fatto il conto che per ogni famiglia del popolo il rifornimento d’acqua richieda in media 4 ore di lavoro di un uomo valido ogni giorno. Se i contadini avessero quella parità di diritti con gli operai che non hanno, cioè per esempio quella di lavorare solo 8 ore al giorno, si potrebbe dunque dire che qui l’uomo lavora mezza giornata solo per procurarsi l’acqua. Dico acqua, non vino! Tu invece per l’acqua lavori dai tre ai quattro minuti al giorno. A rileggere l’articolo 3 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale» mi vengono i bordoni. Ma oggi non volevo parlarti dei paria d’Italia, ma d’un’altra cosa.
Dicevamo dunque che c’è questa 991 che pare adempia la promessa del 2° paragrafo dell’art. 3 della Costituzione: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini». A te, cittadino di città, la Repubblica non regala un milione e mezzo, né ti presta i soldi al 4 per cento compreso l’ammortamento. A noi sì. Basta far domanda e aver qualche conoscenza. Infatti eravamo già a buon punto perché un proprietario mi aveva promesso di concederci una sua sorgente assolutamente inutilizzata e inutilizzabile per lui, la quale è ricca anche in settembre e sgorga e si perde in un prato poco sopra alla prima casa che vorremmo servire.
Due settimane dopo, un piccolo incidente. Quel proprietario ha un carattere volubile. Una mattina s’è svegliato d’umore diverso e m’ha detto che la sorgente non la concede più. Ho insistito. S’è piccato. Ora non lo scoscendi più neanche colle mine.
Ma il guaio è che quando ho chiesto a un legale se c’è verso d’ottenere l’esproprio di quella sorgente, ma risposto di no. Sicché la bizzettina di quell’omino, fatto insignificante in sé, ha l’atomico potere di buttare all’aria le nostre speranza d’acqua, il nostro consorzio, la famosa 991, il famoso articolo 3, le fatiche dei 556 costituenti, la sovranità dei loro 28 milioni di elettori, tanti morti della Resistenza (siamo sul monte Giovi! Ho nel popolo le famiglie di 14 fucilati per rappresaglia). Ma qui la sproporzione tra causa ed effetto è troppa! Un grande edificio che crolla perché un ragazzo gli ha tirato coll’archetto! C’è un baco interiore dunque che svuota la grandiosità dell’edificio di ogni intrinseco significato. Il nome di quel baco tu lo conosci. Si chiama: idolatria del diritto di proprietà.
A 1955 anni dalla Buona Novella, a 64 anni dalla Rerum Novarum, dopo tanto sangue sparso, dopo 10 anni di maggioranza dei cattolici e tanto parlare e tanto chiasso, aleggia ancora vigile onnipresente dominatore su tutto il nostro edificio giuridico. Tabù. Son 10 anni che i cattolici hanno in pugno i due poteri: legislativo e esecutivo. Per l’uso di quale dei due pensi che saranno più severamente giudicati dalla storia e forse anche da Dio? Che la storia condannerà la nostra società è profezia facile a farsi.Basterebbe il solo fatto della disoccupazione oppure il solo fatto degli alloggi.
Ma una storia serena non potrà non valutare forse qualche scusante, certo qualche attenuante: l’ostacolo della burocrazia insabbiatrice, quello dell’Italia sconvolta dalla guerra, quello degli impegni internazionali... Insomma, tra attenuanti e aggravanti, chi studierà l’opera dei cattolici in Italia forse non riuscirà a dimostrare che la loro incapacità sia un’incapacità costituzionale. Saremo perdonati dunque anche se in questa preziosa decennale occasione di potere non avremo saputo mostrare al mondo cosa sappiamo fare. Ma guai se non avremo almeno mostrato cosa vorremmo fare. Perché il non saper fare nulla di buono è retaggio di ogni creatura. Sia essa credente o atea, sia in alto o basso loco costituita. Ma il non sapere cosa si vuole, questo è retaggio solo di quelle creature che non hanno avuto Rivelazione da Dio. A noi Dio ha parlato. Possediamo la sua legge scritta per steso in 73 libri e in più possediamo da 20 secoli anche un Interprete vivente e autorizzato di quei libri.
Quell’Interprete ha già parlato più volte, ma se non bastasse si può rivolgersi in ogni momento a lui e sottoporgli nuovi dubbi e nuove idee. A noi cattolici non può dunque far difetto al luce. Peccatori come gli altri, passi.
Ma ciechi come gli altri no. Noi i veggenti o nulla. Se no val meglio l’umile e disperato brancolare dei laici. Che i legislatori cattolici prendano dunque in mano la Rerum Novarum e la Costituzione e stilino una 991 molto più semplice in cui sia detto che l’acqua è di tutti. Quando avranno fatto questo, poco male se poi non si riuscirà a mandare due carabinieri a piantar la bandiera della Repubblica su quella sorgente.
Manderanno qualche accidente al governo e ai preti che lo difendono. Poco male. Partiranno per il piano ad allungarvi le file dei disoccupati e dei senza tetto. Non sarà ancora il maggior male. Purché sia salva almeno la nostra specifica vocazione di illuminati e di illuminatori. Per adempire quella basta il solo enunciare leggi giuste, indipendente dal razzolar poi bene o male.
Chi non crede dirà allora di noi che pretendiamo di saper troppo, avrà orrore dei nostri dogmi e delle nostre certezze, negherà che Dio ci abbia parlato o che il papa ci possa precisare la Parola di Dio. Dicendo così avrà detto solo che siamo un po’ troppo cattolici. Per noi è un onore.
Ma sommo disonore è invece se potranno dire di noi che, con tutte le pretese di rivelazione che abbiamo, non sappiamo poi neanche di dove veniamo o dove andiamo, e qual è la gerarchia dei valori, e qual è il bene e quale il male, e a chi appartengono le polle d’acqua che sgorgano nel prato di un ricco, in un paesino di poveri.
* Don Milani scrisse questa lettera dalla montagna alla fine del 1955 e venne pubblicata sul «Giornale del Mattino» di Bernabei. Singolare consonanza con i temi dei referendum dei prossimi giorni. «Mi piacerebbe darti un’idea di quel che significa l’acqua quassù: per ogni famiglia il rifornimento richiede in media 4 ore ogni giorno Qui l’uomo fatica mezza giornata solo per procurarsi da bere» «Tu per l’acqua lavori 3 o 4 minuti...» "Che i legislatori cattolici prendano dunque in mano la Rerum Novarum e la Costituzione e stilino una 991 molto più semplice in cui sia detto che l’acqua è di tutti." (Finesettimana.org)
Sul tema, nel sito, si cfr.:
COSTITUZIONE, EVANGELO, e NOTTE DELLA REPUBBLICA (1994-2011): PERDERE LA COSCIENZA DELLA LINGUA ("LOGOS") COSTITUZIONALE ED EVANGELICA GENERA MOSTRI ATEI E DEVOTI
VIVA L’ITALIA!!! LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico. Una nota (2006) di Federico La Sala
La Costituzione è (...) la nostra “Bibbia civile”, la Legge e il Patto di Alleanza dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ Costituenti (21 cittadine-sovrane presero parte ai lavori dell’Assemblea).
Appello
TRADIMENTO MONTI
di Alex Zanotelli *
SALVIAMO IL REFERENDUM DELL’ACQUA
Era il 13 giugno, esattamente 7 mesi fa, quando 26 milioni di italiani/e sancivano l’acqua bene comune :”Ubriachi eravamo di gioia... le spalle cariche dei propri covoni!(Salmo,126)
E oggi,13 gennaio ritorniamo a “seminare nel pianto..” (Salmo,126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre. Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosidetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta.
E’ quanto emerge oramai con chiarezza dalla fase 2 dell’attuale governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori.Infatti le dichiarazioni di ministri e sottosegretari, in questi ultimi giorni, sembrano indicare che quella è la strada anche per l’acqua. Iniziando con le affermazioni di A.Catricalà, sottosegretario alla Presidenza, che ha detto che l’acqua è uno dei settori da aprire al mercato.E C.Passera, ministro all’economia,ha affermato :”Il referendum ha fatto saltare il meccanismo che rende obbligatoria la cessione ai privati del servizio di gestione dell’acqua, ma non ha mai impedito in sé la liberalizzazione del settore.” E ancora più spudoratamente il sottosegretario all’economia G. Polillo ha rincarato la dose: “Il referendum sull’acqua è stato un mezzo imbroglio. Sia chiaro che l’acqua è e rimane un bene pubblico. E’ il servizio di distribuzione che va liberalizzato.”E non meno clamorosa è l’affermazione del ministro dell’ambiente C.Clini:”Il costo dell’acqua oggi in Italia non corrisponde al servizio reso.....La gestione dell’acqua come risorsa pubblica deve corrispondere alla valorizzazione del contenuto economico della gestione.”
Forse tutte queste dichiarazioni preannunciavano il decreto del governo (che sarà votato il 19 gennaio) che all’art.20 afferma che il servizio idrico - considerato servizio di interesse economico generale - potrebbe essere gestito solo tramite gara o da società per azioni, eliminando così la gestione pubblica del servizio idrico. Per dirla ancora più semplicemente, si vuole eliminare l’esperienza che ha iniziato il Comune di Napoli che ha trasformato la società per azioni a totale capitale pubblico(ARIN ) in ABC (Acqua Bene Comune-Ente di diritto pubblico).
E’ il tradimento totale del referendum che prevedeva la gestione pubblica dell’acqua senza scopo di lucro .E’ il tradimento del governo dei professori.E’ il tradimento della democrazia.
Per i potentati economico-finanziari italiani l’acqua è un boccone troppo ghiotto da farselo sfuggire.Per le grandi multinazionali europee dell’acqua(Veolia,Suez,Coca-Cola...) che da Bruxelles spingono il governo Monti verso la privatizzazione, temono e tremano per la nostra vittoria referendaria,soprattutto il contagio in Europa.
“Un potere immorale e mafioso -ha giustamente scritto Roberto Lessio, nel suo libro All’ombra dell’acqua- si sta impossessando dell’acqua del pianeta.E’ in corso l’ultima guerra per il possesso finale dell’ultima merce:l’acqua.Per i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello dell’accesso all’acqua è il più criminale.Perchè è il più disonesto, il più sporco, il più pericoloso per l’esistenza umana.”
Per questo dobbiamo reagire tutti con forza a tutti i livelli, mobilitandoci per difendere l’esito referendario, ben sapendo che è in gioco anche la nostra democrazia.
Chiediamo al più presto una mobilitazione nazionale, da tenersi a Roma perché questo governo ascolti la voce di quei milioni di italiani/e che hanno votato perché l’acqua resti pubblica .
Chiediamo altresì che il governo Monti riceva il Forum italiano dei movimenti per l’acqua,ciò che ci è stato negato finora.
Rilanciamo con forza la campagna di “obbedienza al referendum” per trasformare le Spa in Ente di diritto pubblico(disobbedendo così al governo Monti).
Sollecitiamo i Comuni a manifestare la propria disobbedienza alla privatizzazione dell’acqua con striscioni e bandiere dell’acqua.
E infine ai 26 milioni di cittadini/e di manifestare il proprio dissenso esponendo dal proprio balcone, uno striscione con la scritta :”Giù le mani dall’acqua”!
In piedi, popolo dell’acqua!
Ce l’abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso!
E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia (Salmo,126)
Alex Zanotelli
Napoli, 13 gennaio 2012
* IL DIALOGO, Lunedì 16 Gennaio,2012 Ore: 16:02
VITTORIA - Abbiamo scelto la democrazia
di Giancarla Codrignani
Evviva, evviva, evviva! Sentite ancora i boatos? Diciamo che davvero abbiamo capito e fin da subito non ci neghiamo, soddisfatti, esaltati, finalmente ottimisti, di pensare. Nel numero di giugno di ‘Altreconomia’ Roberto Mancini scriveva di un’emozione “che non resta effimera, fine a se stessa. Perché invece è l’impulso del risveglio che porta a scoprire la passione per la democrazia. I referendum hanno finalmente diffuso nel Paese la sensazione che si possa cambiare, che i cittadini possano contare intanto per fermare i progetti più deliranti. Questa percezione è decisiva: l’iniquità, che sembra vincente e insuperabile, in verità non è necessaria, può essere sconfitta. Sorge da qui l’emozione della libertà, che si dispiega divenendo passione, ma anche esercizio di intelligenza e di creatività civile.
Mancini individuava nelle tre tematiche - il nucleare, l’acqua e l’eguaglianza di tutti dinanzi alla legge - un unico filo di collegamento: “il gelo del cuore chiuso dall’avidità è infatti riconoscibile chiaramente alla radice del desiderio perverso di fare affari gettando il Paese contemporaneamente nella trappola del nucleare, nell’assurda privatizzazione di un bene naturale e universale come l’acqua, nonché nella pretesa di monopolizzare il potere esecutivo del governo ponendolo al di sopra di ogni legge. Se la democrazia fosse immaginabile come un albero, provvedimenti del genere somiglierebbero a letali colpi di scure”.
Il ritorno alla partecipazione che si è manifestato in questi giorni non va perduto. E’ stato necessario scoprire che non è vero che non ci sono rimedi, che il cittadino è impotente, che tutti sono uguali. Adesso bisogna che la “passione referendaria” diventi passione politica. Non basta dire no ai disastri annunciati quando l’acqua arriva alla gola (e alla privatizzazione): bisogna “prevenire” senza antipolitica. I partiti hanno commesso errori, certamente; infatti la società civile inascoltata li aveva avvertiti non solo di scelte incomprensibili, ma anche dei sentimenti via via più ostili nei confronti delle loro inadempienze valoriali. Tuttavia anche la società ha proprie responsabilità: forse non è tutta individualista, ma certo fa della propria frammentazione un dato identitario e non la ricerca di possibili unità. Per capirci, alle municipali bolognesi ci sono state 17 liste, a quelle torinesi 27 e alcuni segnali indicano la propensione a ritenere che “l’esserci” di ciascun frammento costituisce ragione di riesumazione del mai dismesso manuale Cencelli.
Adesso abbiamo molto da fare, rioccupando gli spazi pubblici, con il voto, con la presenza in tutte le agorà, nella voglia di capire per meglio sorvegliare gli interessi generali. Anche cercando di guidare i partiti ad essere, come debbono, il luogo in cui la partecipazione diventa rappresentanza democratica non solo delle persone, ma degli interessi del popolo, “sovrano” non per modo di dire.
Il popolo sovrano, non “la gente” adesso deve dire se e con quali risorse rifare la rete idrica tutta fessurata da secoli e come riaggiustare le normative con gli enti locali. Deve dire che la cancellazione del programma governativo sul nucleare non incide sulla ricerca a cui sono stati tolti i fondi e che questo è il vero problema. E deve rifondare ogni discorso democratico sull’uguaglianza. Ma deve anche dire se la banche debbono diventare un potere così importante da non rispettare regole e diritti e far pagare ai contribuenti pasticci e fallimenti. La ristrutturazione del debito pubblico, cresciuto ad opera del governo e che costerà una grossa stretta della cinghia per rispettare i parametri richiesti dall’Europa, ma non tutti i possibili governi lo faranno con uguali priorità e uguali costi.
Siamo l’unico paese Ocse che non ha visto crescere il reddito: il danno resta senza rimedio, ma la qualità delle riforme va assunta con la massima serietà da lavoratori, sindacati, imprese. Si taglieranno le spese: impediamo che siano a detrimento dei diritti, della scuola (l’anno prossimo avremo 22.000 insegnanti in meno con una popolazione scolastica crescente e con più alta percentuale di stranieri), della sanità, della cultura, dell’assistenza. Anche l’informazione: quello che è successo in questi anni nel sistema pubblico è intollerabile: inventiamo scioperi dell’audience, lotte nonviolente, riempimenti delle caselle postali ed elettroniche dei responsabili.
Avete visto l’ambulante di Modena che si è fatto carico personale delle offese che Berlusconi ha continuato a rivolgere alla magistratura e ha denunciato il presidente del consiglio di vilipendio? Anche una persona sola, intelligente e generosa, può fare la sua parte.
Teniamo in piedi questa bella reazione civile e se anche i giovani ci daranno più inventiva e coraggio, forse integreremo quel senso dello stato che né il Risorgimento né, almeno in parte, la Costituzione sono riusciti a darci.
NOTA BENE: Non vorrei che nessuno dimenticasse che per prime hanno alzato la testa le donne. Non per amore di medaglie, ma per non ritrovarci tutte casalinghe.
NELLA SEDE DELL’ITALIA DEI VALORI, PROMOTRICE DI DUE QUESITI, GIÀ SI FESTEGGIA
Referendum, il quorum c’è: vota il 57%
Vertice della Lega: «Basta sberle»
Vittoria netta dei sì in tutti i quesiti. Anche -Berlusconi aveva ammesso: «Addio al nucleare» *
MILANO - Il quorum è stato raggiunto. Quella che fino a lunedì mattina sembrava solo una eventualità più che probabile (dopo il 41% di votanti registrato nella rilevazione di domenica sera) è diventata una certezza con l’arrivo dei primi dati ufficiali del ministero dell’Interno: l’affluenza alle urne per i quattro referendum si è infatti attestata al 57%. Lo stesso Silvio Berlusconi, in mattinata, a voto ancora in corso, aveva rotto il silenzio elettorale ammettendo che «dovremo dire addio al nucleare in seguito del voto popolare» e che «dovremo impegnarci sulle energie rinnovabili». Un concetto poi ribadito a risultato ormai conclamato: «La volontà degli italiani è netta su tutti i temi delle consultazioni».
I RISULTATI - Insomma, un risultato decisamente positivo per i comitati referendari, che per la prima volta da 16 anni a questa parte riescono nell’obiettivo di ottenere una partecipazione di popolo tale da garantire la validità della consultazione. In tutte le precedenti occasioni, infatti, il fronte dei no ha sempre preferito optare per una campagna pro-astensione, con l’obiettivo di far fallire il voto assommando il proprio non voto a quello degli astensionisti fisiologici, coloro che cioè non vanno a votare neppure per le elezioni politiche. Ma questa volta il «fuori gioco» referendario non è scattato. E il risultato alla fine è stato scontato: i sì per i diversi quesiti, senza significative variazioni per i diversi temi affrontati, risultano attorno al 95-97%.
RIPERCUSSIONI SUL GOVERNO - Resta ora da verificare se vi saranno ripercussioni sul governo, visto che il referendum sul legittimo impedimento coinvolge direttamente il premier Silvio Berlusconi e che gli altri tre sono comunque legati a provvedimenti approvati dal governo o legati al programma elettorale del centrodestra. Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, e il ministro Ignazio La Russa, che del partito è coordinatore, si sono affrettati a dire che gli italiani hanno votato su quesiti specifici e non sulla tenuta dell’esecutivo. Le opposizioni, dal canto loro, sono immediatamente partite all’attacco. Per il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, Berlusconi a questo punto avrebbe solo un passo da compiere: «Si dimetta e vada al Colle».
IL VERTICE DELLA LEGA - Ma non è solo l’opposizione ad analizzare il secondo risultato negativo per il centrodestra a distanza di poche settimane dalla debacle delle amministrative. Da più parti gli analisti, anche dell’area pidiellina, parlano di disaffezione degli elettori moderati e di necessità di rivedere la politica della maggioranza. La Lega ha riunito in via Bellerio il proprio stato maggiore: ci sono Bossi e i principali ministri. E anche se questi incontri sono la norma il lunedì nella sede del Carroccio, appare certo che le valutazioni che il Senatur si accingono a fare riguarderanno non solo l’esito della consultazione ma anche i rapporti interni alla coalizione. A maggior ragione considerando che domenica prossima ci sarà il tradizionale raduno di Pontida nel corso del quale Bossi parlerà al popolo leghista reduce dalla doppia sconfitta al referendum e alle elezioni amministrative, con il tracollo di Milano. Particolarmente esplicito Roberto Calderoli: «Diremo a Berlusconi cosa dovrà portare in aula il 22 giugno. Siamo stanchi di prendere sberle...».
Al. S.
DIRETTA
Seggi aperti, l’Italia alle urne
Affluenza alle ore 22 al 40,7 % *
Votazioni per il referendum Urne chiuse alle ore 22, si torna a votare lunedi mattina dalle 7 fino alle 15. Quattro i quesiti: due riguardano l’acqua, nucleare e legittimo impedimento. Il Viminane inizia a diffondere il dato della terza rilevazione sull’affluenza. Ottimismo per il raggiungimento del quorum dopo il dato delle 19, che il Ministero dell’Interno rileva dal 2003. Da allora, solo un caso di referendum confermativo, nel 2006: alle 19 l’affluenza era al 22% e si raggiunse il quorum. Il numero "magico" è 25.209.345. L’affluenza alle ore 12 era già la più alta dopo quella del voto sul divorzio (1974) e sul finanziamento pubblico dei partiti (1978). Incognita sugli italiani all’estero. Bersani: "Col 50% si cambia la storia". Berlusconi: "Non accadrà niente". A Roma hanno votato Napolitano e Ciampi, a Napoli De Magistris, a Milano il cardinal Tettamanzi. Prossima proiezione sui votanti alle 22
Referendum: i Tg oscurano Napolitano *
Come aveva annunciato, il presidente della Repubblica è andato a votare per i referendum questa mattina verso le 11, ma i principali ne hanno dato notizia in modo ’altalenante’.
Nessuna traccia di Napolitano nelle edizioni del Tg2 delle 13, Tg1 delle 13.30 e 17, Tg5 delle 20. Lo stesso Tg5 però aveva parlato del presidente al voto nell’edizione delle 13.
Cambia rotta il Tg2 delle 20.30 che dopo il servizio con le ’istruzioni per l’uso’ del referendum inserisce il video di Napolitano al seggio. Il Tg1 delle 20, invece, è andato in onda in ritardo per la concomitanza del Gran premio di F1
* la Repubblica, 12 giugno 2011
Seggi aperti, l’Italia alle urne
Affluenza alle ore 22 al 37,9% *
Votazioni per il referendum Si vota fino alle 22, domani dalle 7 alle 15, quattro i quesiti: due riguardano l’acqua, nucleare e legittimo impedimento. La seconda rilevazione, delle ore 19, conferma il dato positivo per il fronte del sì. Il Viminane inizia a diffondere il dato sull’affluenza rilevato alle ore 22. Ottimismo per il raggiungimento del quorum dopo il dato delle 19, che il Ministero dell’Interno rileva dal 2003. Da allora, solo un caso di referendum confermativo, nel 2006: alle 19 l’affluenza era al 22% e si raggiunse il quorum. Il numero "magico" è 25.209.345. L’affluenza alle ore 12 era già la più alta dopo quella del voto sul divorzio (1974) e sul finanziamento pubblico dei partiti (1978). Incognita sugli italiani all’estero. Bersani: "Col 50% si cambia la storia". Berlusconi: "Non accadrà niente". A Roma hanno votato Napolitano e Ciampi, a Napoli De Magistris, a Milano il cardinal Tettamanzi. Prossima proiezione sui votanti alle 22
(Aggiornato alle 22:10 del 12 giugno 2011)
* la Repubblica, 12.06.2011
Il vescovo di Torino
"Andrò a votare"
Monsignor Nosiglia durante la presentazione del documento "Giovani e lavoro, un patto per il futuro" ha annunciato che domenica andrà alle urne per i referendum
di MARIAELENA SPAGNOLO *
“Andrò certamente a votare”. Così l’arcivescovo di Torino Nosiglia ha risposto oggi a chi gli chiedeva un parere sui referendum del 12 e 13 giugno. Nosiglia ne ha parlato a margine della conferenza stampa di presentazione del documento “Giovani e lavoro, un patto per il futuro”. Senza precisare se voterà si o no, l’arcivescovo ha comunque spiegato che andrà alle urne. “ Si tratta di tematiche molto importanti - ha detto Nosiglia - è giusto informarsi bene per dare un voto consapevole. Mi sembra che giornali e tv ne abbiano dato la possibilità, presentando i problemi in modo oggettivo”.
* la Repubblica, 10.06.2011
Risveglio italiano
di Riccardo Petrella (il manifesto, 10.06.2011)
La battaglia dell’acqua in corso da alcuni anni nel nostro Paese ha già prodotto due risultati di grande importanza storica sul piano politico-culturale. Il primo riguarda l’affermazione in seno alla società italiana di milioni di persone che pensano che le nostre società, per funzionare in maniera giusta e corretta, devono essere fondate su una reale partecipazione dei cittadini al governo della res publica. Il notevole successo popolare, spontaneo, della campagna di raccolta delle firme per la legge regionale toscana sull’acqua di iniziativa popolare, poi per la legge nazionale e infine per i referendum, insieme alle lotte dei No Tav, contro il nucleare, del movimento viola, del movimento 5 stelle, dei Gas, di Altraeconomia, Altrafinanza, dei Comuni virtuosi, dimostrano che i cittadini italiani vogliono cessare di essere trattati come dei sudditi da mantenere tali grazie a un sistema nazionale di media asserviti e di proprietà dei potenti. Non vogliono più essere ridotti a consumatori beati, a degli indivualisti profittatori (evasori, abusivi...), ma vogliono (ri)diventare cittadini nel pieno senso della parola.
La battaglia per l’acqua pubblica rivela che gli italiani non desiderano affatto ritornare allo Stato di prima, ma vogliono partecipare alla costruzione di un altro Stato, di una maniera differente di vivere e far funzionare i comuni, le province, le regioni. Vogliono un altro pubblico, giusto, efficace, trasparente, dove i cittadini sono partecipanti attivi. Quel che nei referendum (nucleare ed impedimento inclusi, ovviamente) è fonte di paura per i gruppi al potere (anche della sinistra autodefinitasi moderata) è proprio questo gran desiderio di voler essere cittadini.
Dopo quarant’anni di politiche che hanno deliberatamente distrutto il welfare non clientelare, in Italia soprattutto, il senso dello Stato e della comunità «cittadina»; dopo quasi tre generazioni di giovani educati a considerare le istituzioni pubbliche - i comuni, le regioni, lo Stato - come degli enti inutili, dilapidatori delle risorse pubbliche; e dopo l’enorme propaganda ideologica che per anni ha fatto credere che solo l’impresa privata possiede le competenze e i saperi adeguati per gestire tutti i servizi pubblici detti «locali» e che solo la finanza privata dispone delle risorse per fare gli investimenti necessari, la voglia di essere cittadini rappresenta un fatto notevole, esplosivo. Si può dire che i referendum rappresentano il momento simbolico di una «rivoluzione dei cittadini» dal basso, come è accaduto nel mondo arabo, in Spagna, in America latina.
Negli ultimi anni, a partire dalla difesa dell’acqua pubblica, centinaia di migliaia di italiani sono scesi nelle strade e nelle piazze di centinaia di città con i loro banchetti, le marce, gli spettacoli, i dibattiti per dire «non vogliamo né più Stato, né più Stato corrotto, né più privato , né più privato corrotto e predatore (prendi e scappa), né potentati finanziari, partitici o sindacali, né istituzioni politiche inefficaci, né parlamenti composti da persone che non meritano di essere rappresentanti dei cittadini. L’acqua pubblica significa non solo l’acqua dei cittadini , ma anzitutto l’acqua ai cittadini, per i cittadini e dai cittadini». L’acqua pubblica diventa uno degli strumenti più importanti per ricittadinare la città del vivere insieme.
Centralità dei beni comuni
Il secondo risultato non è da meno. Concerne la (ri)scoperta della centralità dei beni comuni in una società che pretende di essere efficace, di ottimizzare il vivere insieme in termini di «progresso» economico, sociale e civile. Chi mai l’avrebbe detto solo pochi anni orsono che i «beni comuni» sarebbero diventati un’idea cosi popolare nel nostro Paese? Una moda? Un fuoco di paglia? Per il momento, la realtà è che si contano a centinaia, in tutte le regioni d’Italia, i gruppi territoriali «acqua bene comune» nati spontaneamente.
Senza alcun dubbio, l’acqua è all’origine del fenomeno. Chi dice «beni comuni» dice beni essenziali ed insostituibili per la vita, dice beni cui corrispondono intrinsecamente diritti (e doveri) individuali e collettivi, beni che esprimono la ricchezza comune messa al servizio del diritto ad una vita decente per tutti, beni che richiedono la responsabilità di tutti i cittadini. Quando si parla di beni comuni ci si inserisce in un visione del mondo e della società profondamente diversa da quella imposta negli ultimi quarant’anni. Con i beni comuni si afferma il primato del vivere insieme sulla logica di sopravvivenza individuale, dei più forti, dei più prepotenti, dei più furbi. In Italia la battaglia per l’acqua bene comune ha largamente contribuito a (ri)dare il loro titolo di nobiltà di bene comune anche al sole, all’aria, alla conoscenza, alla terra, all’informazione, all’educazione, alla salute, la cui mercificazione e privatizzazione si sono affermate con forza, e con la condiscendenza di tutte le classi dirigenti, a partire dagli anni ’80. Molto verosimilmente è grazie all’acqua che i beni ora menzionati sono nuovamente, in quanto beni comuni, all’ordine del giorno dei dibattiti e dell’agenda politica concreta nazionale e soprattutto delle collettività locali.
Una spallata al liberismo
Per concludere, il vivere insieme è diventato un nodo centrale della politica italiana tout court. In questo senso i referendum rivelano problemi, sfide e scelte non imprigionabili in sacchetti per uso immediato. Leggere i referendum nei termini di una nuova spallata contro il governo Berlusconi è una tendenza facile cui molti non hanno resistito. In realtà essi debbono essere letti contemporaneamente come simbolo e sintomo di un rigetto, sempre più diffuso in Italia, del sistema economico capitalista di mercato, che ha condotto alla mercificazione di ogni forma di vita, alla privatizzazione del potere politico e alla confisca del ruolo di cittadini.
Voler (ri)diventare cittadini per la propria dignità e anche per vivere insieme agli altri nel contesto di una umanità da inventare è il secondo risultato della battaglia per l’acqua in Italia. La vita è un diritto per tutti. L’acqua, in quanto elemento essenziale e insostituibile per la vita, è anch’essa un diritto per tutti. È tempo di concretizzare i principi. La vittoria aprirà le vie a nuovi percorsi di rinnovamento, d’innovazione e di sviluppo di nuove «città».
Sì, battiamo i privilegi
di Moni Ovadia (l’Unità, 11.06.2011)
Il raggiungimento del quorum e la conseguente vittoria del fronte referendario assumerebbe un significato politico decisivo per il futuro del nostro paese e non solo del nostro paese. In particolare il quesito che riguarda l’acqua contiene in se un orizzonte ben più ampio del suo merito specifico.
Una vittoria dei sì per affermare che l’acqua è bene comune, potrebbe inaugurare una rimessa in discussione dell’ideologia privatistica ed economicista del mondo che considera l’intero creato, essere umano incluso, costituito da una serie di commodities negoziabili sui cosiddetti mercati, ma soprattutto territorio violabile e violentabile con ogni forma di speculazione selvaggia.
Gli idolatri del mercato, da che il thatcherismo e le reganomics hanno fatto il loro impetuoso esordio sulla scena mondiale, hanno fatto gabellato per oro colato, l’idea che la privatizzazione di ogni attività economica sia la panacea di tutti i mali. È falso. L’ultima crisi economica mondiale ha smascherato questa ignobile menzogna dei signori del privilegio.
Per quanto attiene al bene acqua basta informarsi sulle ragioni della ripubblicizzazione dell’acqua a Parigi, dopo anni di fallimentare gestione privata. La lungimirante decisione ha portato solo vantaggi: alla qualità del servizio, alla qualità intrinseca del bene, alle tasche dei cittadini e da ultimo alle casse della municipalità, 35 milioni di Euro, permettendo all’amministrazione di investire nel welfare ancora a vantaggio dei cittadini. L’economia pubblica del bene comune è una scelta al servizio della società. Ed è la società civile che deve dettare questa priorità al ceto politico.
VERSO IL 12-13 GIUGNO
Referendum, rush finale
150 iniziative in 24 ore
Ultimo giorno di campagna referendaria. Oltre 1.500 appuntamenti segnalati in pochi giorni nella nostra agenda quotidiana.
Da domani silenzio elettorale
a cura di FLAVIO BINI *
VENERDI’ 10 GIUGNO
Benevento, dalle 10 alle 24 presso la sede del "Quinto Elemento" (via S. Pasquale) - "Un’occasione comune: acqua, natura, cultura, musica..." con dibattiti, letture e musica dal vivo
Fuorigrotta (Napoli), dalle ore 10.30 alle 13 - Flusso Umano Pro Referendum verso la Rai in Via Marconi, con partenza da piazza S. Vitale
Roma ore 11, piazza Santa Maria in Trastevere - Conferenza stampa di chiusura della campagna referendaria dei Comitati “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”
Napoli, dalle 11 alle 24 in piazza Bellini - La piazza diventa "Piazza Quattro Sì", con eventi e informazione sui referendum del 12 e 13 giugno
Naso (Messina) dalle 14, piazza Roma - Gazebo informativo "Perchè votare sì"
Roma dalle 14.30 alle 23.30, piazza del Popolo - Grande concerto con Quintorigo, Velvet, Piotta, Teresa De Sio, Francesco Baccini agli Area, Eugenio Finardi a Frankie Hi Nrg, Nathalie, Nada e gli Zen Circus, i Tetes de Bois, Brusco
Venezia ore 15, c/o S. A. L. E - Incontro "Commons: un nuovo paradigma oltre il privato e oltre il pubblico"
Trieste dalle 15.30, Via delle torri - banchetto referendario organizzato dal Partito Socialista Italiano
Napoli ore 16-19, metropolitane linee 1 e 2 - "Irruzioni Metropolitane" brevi sketch teatrali nei vagoni delle metro
Palermo ore 16, piazza Verdi - Manifestazione di chiusura della campagna referendaria
Udine ore 16, piazza San Giacomo - "Diritti, diritti in piazza"
Roma, via Capoprati 12 dalle ore 16 - Biciclettata verso il Referendum
Caserta ore 16.30, stazione ferroviaria - Flash mob referendario
Genova dalle 16.30, piazza Matteotti - Evento di musica e informazione sui referendum
Anagni (Frosinone) ore 17 - Chiusura campagna refendaria lungo il centro storico: banchetti informativi, musica, video
Bronte (Catania) dalle 17 - Banchetto informativo in vista dei referendum
Bagheria (Palermo) dalle 17, Corso Umberto I - Bagheria si mobilita
Monterotondo (Roma) ore 17, circolo legambiente - aperitivo pre-referendario
Formello (Roma) ore 17, scuole elementari in Viale Umberto I - "Energeticamente, la festa di Legambiente di Formello"
Velletri ore 17.00, piazza Mazzini. - Marcia per l’acqua
Roma ore 17, piazza Re di Roma - Iniziativa "Inondiamo Piazza Re di Roma - Acqua bene comune".
Sinnai (Cagliari) dalle 17 nei locali della Biblioteca (ex municipio) - Esposizione della mostra realizzata nel 1978 contro il nucleare e la militarizzazione della Sardegna
Bari dalle 17 alle 20, incrocio stradale tra via Orazio Flacco e Via Giovanni XXIII - Volantinaggio organizzato da Libertà e Giustizia (Guarda tutti gli altri appuntamenti organizzati da LeG)
Pontedera (Pisa) dalle 17 alle 24, piazza Cavour - Festa di chiusura della campagna referendaria
Casale Monferrato (Alessandria) dalle 17 alle 22 in piazza Mazzini - "Sì vota": concerti per la chiusura della campagna referendaria
Arcore (Monza) dalle 17 alle 20.30 - Banchetto informativo presso la stazione FS
Messina dalle 17 alle 20, Piazza Cairoli - Manifestazione di chiusura della campagna referendaria
Pinerolo (Torino) dalle 17.30, Piazza Facta - Festa popolare per la chiusura della campagna elettorale
Pretoro (Chieti) dalle 17.30 - Inziativa pubblica in piazza per spiegare i quesiti referendari
Oristano dalle 17.30 alle 21, Piazza Roma - Festa del sì
Campobasso ore 17.30, piazza Municipio - Critical mass per i referendum
Torino ore 17.30, centro studi Sereno Regis 8 (via garibaldi 13) - Presentazione del libro L’Umanità di uno scienziato. Antologia di Giulio Alfredo Maccacaro Un’ultima occasione per riflettere su Salute, ambiente e democrazia prima dei referendum del 12 e 13 giugno
Catania, alle 17.30 in piazza Roma - "Come un fiume in festa": allegra passeggiata pro referendum
Centocelle (Roma) ore 17.30, piazza San felice - Corteo per il sì con arrivo in largo agosta
Roma ore 18, piazza de André (Magliana) - festa di chiusura dell acampagna referendaria
Napoli, dalle 18 alle 22 in tutto il centro storico - "Samba-parade per il centro storico: tingiamo di arancione i referendum"
Sulmona (L’Aquila) dalle 18 alle 20, piazza XX Settembre - Iniziativa di chiusura della campagna referendaria
Cividale del Friuli (Udine) dalle 18 alle 24, Piazza Paolo Diacono - Manifestazione di chiusura con burattinai e Banda Rithm & Blues
Vignola (Modena), dalle 18 in pizza dè Contrari - Serata conclusiva della campagna referendaria per l’acqua pubblica: spettacolo di burattini, tigellata, danze sull’acqua e concerto live con gli Audio2 Acoustic Duo
Perugia ore 18, caffè di Perugia, traversa di Corso Vannucci - Incontro "La legge è uguale per tutti?"
Roma dalle 18 alle 24, Piazza del Popolo - Menifestazione di chiusura della campagna referendaria dell’Italia dei Valori. In contemporanea, agli stessi orari, anche Milano (Piazza Duomo), Napoli (piazza Dante) e a Palermo (piazza Verdi)
Nocera (Salerno) Ore 18 - Critical mass per l’acqua pubblica (raduno biciclette alle 18 in piazza municipio) / Ore 20: al termine della critical mass, festa dell’acqua pubblica (in piazza municipio)
Marsala ore 18, sala degli angeli Chiesa Madre - Incontro sui referendum organzizato a Azione Cattolica e Unione Giuristi Cattolici Italiani
Ostia antica (Roma) ore 18, parco dei Ravennati - "Quattrovoltesì", concerto "La Storia siamo noi" con repertorio di canatutori italiani
Roma ore 18, piazza San Giovanni - Ciclopasseggiata per l’acqua pubblica
Cagliari, dalle 18 alle 22 - Manifestazione finale della campagna referendaria con corteo da piazza S. Michele a Piazza del Carmine.
Caltavuturo (Palermo) ore 18, piazza Cav. Vittorio Veneto - Manifestazione conclusiva della campagna referendaria “Una festa comune per l’acqua di tutti”.
Latina, ore 18 piazzale ex Autolinee - Batti il quorum: tutti insieme con l’ombrello per formare la scritta "Sì", con musica e interventi sul referendum
Firenze, in Piazza Annigoni (Mercato di Sant’Ambrogio) dalle 18 alle 24 - Chiusura della campagna referendazia, con informazioni sui quesiti e intrattenimento per grandi e bambini e alla musica
Pisa dalle 18, piazza della pera - Manifestazione dei mille colori per i 4 Sì ai referendum
Cosenza, ore 18 in Piazza Loreto - "Maratona per l’acqua" a sostegno del Si per i referendum
Monfalcone (Gorizia) in piazza della Repubblica dalle 18 alle 21 - Concerto e comizio
Trecastagni Etneo (Catania) dalle 18 alle 23, piazza Marconi - Concerto per 4 sì ai referendum
Borgosatollo (Brescia), ore 18 in piazza Castello - Biciclettata referendaria
San Vito al Tagliamento (Pordenone) ore 18, sala consiliare del Palazzo Rota - Incontro "Acqua, Nucleare, Legittimo impedimento. Il referendum come impegno civico".
Cagliari ore 18, Piazza San Michele - Menifestazione finale per i quattro referendum
Castagneto Carducci (Livorno) dalle 18 - Serata di musica e informazione sui referendum
Gorizia, giardini di Corso Verdi dalle 18.30 alle 21 - Concerto e comizio
Brindisi, ore 18.30 - Critical Mass PRO REFERENDUM: in bici per i quattro Sì
Fermo, dalle 18 allo Chalet Batida (ex Big Fish) - "La partita del Quorum": torneo di calcetto sulla spiaggia, aperi-cena e letture con accompagnamento musicale e concerto
San Canzian d’Isonzo (Gorizia) dalle ore 18 - Biciclettata con partenza dal P.e.e.p. e arrivo a San Canzian d’Isonzo con bicchierata finale
Savona ore 18, piazza Mameli - Biciclettata per le vie cittadine
Calascio (L’Aquila) ore 18, piazza della Repubblica - Festa del sì a Calascio
Massarosa (Lucca) dalle 18 alle 21, piazza caduti di Nassirya - Referendum in concerto
Chiaravalle Centrale (Catanzaro) dalle 18 alle 24, Piazzale Liceo - Serata “Musica per i referendum”
Nocera inferiore (Salerno), piazza municipio dalle 18 alle 21 - Critical Mass e Festa dell’Acqua
Ortona (Chieti), dalle 18.30 alle 20 - Volantinaggio e dibattiti informativi nel centro storico
Roma dalle 18.30 alle 23.30, La città dellUtopia (Via Valeriano 3F) - Serata dedicata all’acqua alla vigilia dei referendum
Ruffano ( Lecce) - Distribuzione di materiale informativo per le strade del paese, organizzato dai Giovani Democratici del circolo di Ruffano
Misterbianco (Catania) alle 18.30 in piazza Mazzini - Comizio di chiusura della campagna referendaria. Alle 21 in piazza Giovanni XXIII happy hour referendario
Tagliacozzo (L’Aquila), ore 18.30 in Piazza Duca degli Abruzzi - Incontro pubblico a Tagliacozzo: "Dire Sì a un futuro senza nucleare e con l’acqua pubblica, on è una scelta ideologica o di partito. È una scelta di civiltà!"
Jesi (Ancona) ore 18.30, Porta Valle - Biciclettata per l’acqua pubblica
Guastalla (Reggio Emilia) ore 18.30, parco I maggio - “4 sì per il futuro”. Evento di chiusura della campagna referendaria
Viareggio ore 18.30, piazza Margherita - Concerto di chiusura della campagana referendaria
Milano, dalle 18,30 all’Arco della Pace - Chiusura della campagna referendaria con musicisti e attori.
Melegnano (Milano) ore 18.30, pub Cavaliere Servito - Presentazione del libro "Enigma nucleare: 100 risposte dopo Fukushima" di Luca Carra
Floridia (Siracusa) dalle 18.30, piazza Aldo Moro - "Floridia vota sì". Evento di chiusura della campagna elettorale
Ferrara, dalle 19 in piazza Trento e Trieste - In concerto per i 4 Sì
Padova, in Piazza delle Erbe, dalle 19 alle 23 - "Teatro musica e parole" per liberare l’acqua e cancellare il nucleare
Frosinone, ore 18 in piazzale Kambo - Critical Mass contro Nucleare e Privatizzazione dell’acqua
Lioni (Avellino) dalle 19, Piazza San Rocco- "VOTA SI" Dibattito pubblico, distribuzione volantini e concerto finale. Evento è organizzato dalla Fondazione Officina Solidale in collaborazione con Comune di Lioni, Rouge S. p. a. ed altre associazioni locali.
Mogliano Veneto (Treviso) dalle 19, Piazza dei Caduti - Festa di chiusura della campagna refeerendaria con Felice Casson (Partito Democratico Senatore della Repubblica) e Massimo Donadi (Capogruppo Italia dei Valori alla Camera dei Deputati)
Palermo ore 19, circolo Vella (Piazza Rivoluzione) - Festa referendaria
Portici (Napoli) ore 19, Piazza San Ciro - "In marcia per il quorum"
Torre annunziata (Napoli) ore 19 Corso Umberto - Manifestazione di chiusura della campagna referendaria
Montignoso (Massa Carrara), dalle 19 alle 23 in piazza Vittorio Veneto - Chi balla e canta va a votare: musica e interventi per 4 SI ai referendum
Carbonia dalle 19 alle 24, Villa Sulcis - ART 4 SI Artisti del Sulcis per il sì
Desenzano (Verona), ore 19 - Biciclettata per i referendum per le strade della città . Partenza da Piazza Matteotti.
Ferrara ore 19, piazza Trento e Trieste - "In concerto per quattro sì"
Livorno, Piazza Mazzini dalle 19 alle 24 - "Voglio essere il +1". Serata conculsiva della campagna referendaria
San Giorgio a Cremano (Napoli) dalle 19 alle 22, piazza Massimo Troisi - Manifestazione con musica, animazione e dibattiti sui referendum organizzata dai partiti del centrosinistra, dal Forum Democratico e dal Comitato Referendario per l’Acqua Pubblica
Givoletto (Torino) dalle 19 alle 24, piazza della concordia - kermesse musicale con i Malarrunca (musica del sud) e gli Ossi Duri in favore dei referendum
Spoltore (Pescara), dalle 19 alle 22 in via Dietro le Mura - Happening per creare insieme le nostre ragioni del sì
Bassano del grappa ore 19.30, piazza Garibaldi - Flash mob referendario
Galatone (Lecce) alle 19.30 presso l’Ex Oleificio - Festa scaramantica! No unu, no doi, no tre, ma quattru sì!
Leverano (Lecce) in via Roma - Proiezione video e musica a sostegno dei Sì contro la privatizzazione dell’acqua e contro il nucleare
Pozzuoli (Napoli) ore 19.30, Piazza della repubblica - "Corri per l’acqua per dire sì al referendum"
Fisciano (Salerno), sala consiliare "G. Sessa" ore 19.30 - Incontro pubblico sui referendum
Novoli (Lecce) ore 19.30, ancora nella Saletta della Cultura "Gregorio Vetrugno" - Incontro con la LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori) leccese sulle ragioni del Sì al quesito referendario relativo al nucleare
Trani (Bat) ore 19.30, sede del "comitato pro-referendum" - Biciclettata radioattiva
Marsciano (Perugia) ore 19.30, Museo del Laterizio - Manifestazione di chiusura della campagna referendaria
Verona ore 20, Lungadige San Giorgio - “Liberalacqua” Sbarco dei gommoni dei pirati dell’Adige
Teramo, dalle ore 20 in Piazza Martiri - Festa del sì con musica dal vivo
Comiso (Ragusa) dalle 20 alle 24 - "Noi un mondo così non lo vogliamo" 4 si per rendere l’Italia un paese migliore. Musica e dibattiti non stop dalle 20 alle 24
Pontinia (Latina) ore 20 presso i giardini pubblici viale Italia - Proiezione film, concerti, dibattito, enogastronomia
Donoratico (Livorno) ore 20, parco delle sughere - Serata di chiusura della campagna referendaria
Bisceglie (Bat) Piazza Diaz (Stazione FFSS), ore 20.00 partenza del Corteo Cittadino. Ore 21.00. Comizio del Comitato Referendario "2 SI per l’Acqua Bene Comune" Ore 22.00. Proiezione del dvd "Acqua Bene Comune"
Castellana Sicula (Palermo) - Proiezione nella piazza principale del film "Il Pianeta Verde" e forum conclusivo con appello per il voto
Torre del Greco, al teatro di Sant’Anna alle ore 20.30 - Proiezione del film "Water makes money - Acqua che fa profitti". Ingresso sarà gratuito e accoglienza con assaggio di prodotti equi e bio a Km zero.
Crema (Cremona), ore 20.30 in piazza Giovanni XXIII - Biciclettata per i referendum
Menfi (Agrigento) dalle 21, Piazza Vittorio Emanuele III - "Musica per il sì", grande concerto per sensibilizzare la popolazione al voto, in vista dei referendum del 12 e 13 giugno.
Terni ore 21, Piazza Europa - Concerto di chiusura della campagna referendaria "Referendum Rock: 4 Si per il tuo Futuro" con Outback + Laccati&Sfonati
Grontardo (Cremona) ore 21 - Interventi di Don Bruno Bignami, dirigente provinciale Acli, e Domenico Negri, referente del comitato, sui temi referendari
Ivrea (Torino) ore 21, Castello - Grande festa referendaria
Parabita (Lecce) ore 21, Piazza Regina del cielo - "Flashmob water"
Treia (Macerata) ore 21, piazza della Repubblica - Manifestazione per promuovere i 4 SI al referendum organizzata spontaneamente dai cittadini
Lucca dalle 20 alle 23, Piazza Battisti - Notte referendaria
Savigno (Bologna) ore 21, palazzo comunale - Incontro "Nucleare giù il sipario"
Vibo Valentia dalle 10 alle 20, Corso Vittorio Emanuele - Chiusura della campagna elettorale sui referendum
Sondrio ore 21, piazza Garibaldi - Concerto rock di fine campagna referendaria
Ventimiglia (Imperia) dalle 21, Belvedere Resentello - "Festa del SI’" per celebrare la fine della campagna referendaria e per convincere gli ultimi indecisi. Gazebo informativo,stuzzichini e bibite,il tutto accompagnato da un DjSet a base di HipHop e elettronica.
Montefano (Macerata), ore 21.15 presso la sala Olivi nel palazzo comunale - Incontro per discutere sul referendum.
Castelnuovo di Garfagnana (Lucca), ore 21.15 presso la Sala Suffredini - Proiezione del film inchiesta "Water Makes Money"
Grottamare (Ascoli Piceno) ore 21,15 alla sala Kursaal - Concerto di Theresia Bothe dedicato a all’acqua, ai diritti e a tutti i beni comuni
Corridonia (Macerata) ore 21, Soms via procaccini 50 - Proiezione del film documentario "Water makes money"
Macerata dalle 21.30, Fontemaggiore - Festa di chiusura della campagna referendaria
Civitanova Marche (Macerata) dalle 21.30, piazzaa XX settembre - Serata di chiusura della campagna referendaria
Roma ore 22.30, via Palmiro Togliatti - parco Madre Teresa di Calcutta - Iniziativa di "Artisti romani per il sì"
San Giuliano Milanese (Milano) dalle 23, via Risorgimento 21 - Serata Raggae per promuovere il referendum
* Per aaggiornamenti: la Repubblica, 10 giugno 2011.
di Angelo Bertani (Europa, 10 giugno 2011)
Dunque si può vincere anche sulla spinta dell’indignazione. Maria Cristina Bartolomei (su Jesus di maggio) ricorda che l’indignazione non è un sentimento di odio ma «è l’adesione affettiva ed emotiva al giudizio che distingue bene e male» (Kant). Certo, «Indignarsi non basta», come scrive Pietro Ingrao, ma può essere una buona partenza. Può aprire la strada per realizzare «la svolta mite di un paese stanco di urla» (Ilvo Diamanti, Repubblica, 6 giugno). «Partecipare è già vincere», spiegano i cattolici democratici milanesi Paolo Danuvola e Fabio Pizzul (Il sicomoro, 8 giugno).
Si tratta adesso di passare dalla liberazione alla ricostruzione. La prima occasione la offrono i referendum di domenica prossima. È importante che le voci significative del mondo cattolico, vescovi e settimanali diocesani abbiano auspicato la partecipazione e la scelta del Sì. Salvo i ciellini/pidiellini, e Avvenire (cfr. “Referendum , questioni di merito” di Sergio Soave, 2 giugno), l’“alleanza” tra la segreteria vaticana e il governo italiano sembra in difficoltà. «Il Vaticano ha chiuso gli occhi sulle violazioni più eclatanti dell’etica pubblica... Una delle più antiche diplomazie del mondo è stata piegata ai disegni di potere berlusconiano...» (Marco Politi, Il Fatto quotidiano, 1 giugno).
Ma per ricostruire una vita civile “a misura dell’uomo” serviranno partiti, programmi e soprattutto uomini. Il cardinale Bagnasco ha auspicato appunto una nuova generazione di cattolici impegnati in politica: persone di qualità e rettitudine, senza però costituire un nuovo “partito cattolico” (A. Tornielli, “La Chiesa in cerca di un partito”, La Stampa, 2 giugno).
A questo punto conviene rileggere le parole che Giuseppe Dossetti pronunciò nel 1993 e che oggi sono ancora più attuali: «Dobbiamo convincerci che tutti noi, cattolici italiani, abbiamo gravemente mancato, specialmente negli ultimi due decenni, e che ci sono grandi colpe (non solo errori o mere insufficienze), grandi e veri e propri peccati collettivi. I battezzati consapevoli devono percorrere un cammino inverso a quello degli ultimi vent’anni, cioè mirare non ad una presenza dei cristiani nelle realtà temporali e alla loro consistenza numerica e al loro peso politico, ma ad una ricostruzione delle coscienze e del loro peso interiore, che potrà poi, per intima coerenza e adeguato sviluppo creativo, esprimersi con un peso culturale e finalmente sociale e politico».
L’uomo “misura” dell’economia
di Vittorio Cristelli (vita trentina, 12 giugno 2011)
Si è concluso domenica scorsa il Festival dell’Economia di Trento. Già alla sua sesta edizione non ha perso in attrazione e interesse che per la presenza dei relatori, ma anche di uditori e testimoni può ben vantare un raggio internazionale. Il tema di questa edizione “I confini della libertà economica” era già in se stesso una provocazione, perché è forte ancora il mantra della libertà dell’attività economica come condizione sine qua non perché l’economia possa svilupparsi. Principio con accenti anche morali. Non è forse vero che uno dei “peccati” più gravi che oggi si addita è la turbativa di mercato? Eppure anche l’economia ha i suoi limiti.
Il primo è già nella sua concezione dominante. Si dà per scontato infatti anche negli ambienti accademici che l’economia è per il profitto. Ma allora il solidarismo cristiano e socialista non sono più economia? Dico di più: quella familiare e quella municipale, che non inseguono il profitto ma l’apprestamento di servizi alle persone non sono a loro volta economie? C’è un altro segnalatore quantomeno ambiguo se non ingiusto ed è il metro con il quale si misura la prosperità economica. Quello che va di moda già dai tempi di Truman è il Pil, che sta per “prodotto interno lordo” e si ottiene sommando tutta la ricchezza prodotta da un paese. Questa massa viene poi divisa per il numero dei cittadini e dà il prodotto “pro capite”. Bersagliato di satira già dal poeta romanesco Trilussa che scrive: secondo il prodotto pro capite, gli italiani mangiano due polli a testa ogni settimana. Ma a ben osservare, c’è chi di polli ne mangia tre, chi due, ma la massa non ne mangia nemmeno uno. Diverso sarebbe il calcolo se usassimo il metro del bene comune, che non è una sommatoria, ma una moltiplicatoria con una serie di fattori. Se in questa serie si incontrano il 2 o il 3, il prodotto si raddoppia o si triplica. Ma se si incontra l’1, il prodotto non aumenta. Se poi si incontra lo 0, cioè la povertà assoluta, il prodotto si annulla. E’ chiaro che in questo calcolo il criterio sono le persone.
E siamo nella dottrina sociale della Chiesa così plasticamente rappresentata dal sillogismo dell’enciclica “Laborem exercens” di Papa Wojtyla: “Non è l’uomo per il lavoro, ma il lavoro per l’uomo. Non è il lavoro per il capitale, ma il capitale per il lavoro”. Conclusione: lavoro e capitale sono per l’uomo. Un limite quindi e un confine invalicabile l’economia lo trova nell’uomo, nel senso che l’uomo deve essere sempre il fine dell’economia e non deve diventare mai un mezzo da sfruttare e magari anche sacrificare sull’altare del profitto.
Un altro limite enorme è stato messo in evidenza da Zygmunt Bauman a conclusione del Festival. Diceva Bauman: se il tenore di vita ed economico deve essere il nostro esteso a tutti gli uomini, non basterebbero tre mondi a soddisfarlo. Si impongono quindi rinunce o, come dice Serge Latouche, si impone addirittura la decrescita.
A proposito di rinunce, i referendum che siamo chiamati a votare domenica 12 e lunedì 13 giugno - due sull’acqua, uno sul nucleare e uno sul legittimo impedimento - sono a loro modo delle rinunce. Se il criterio è l’uomo, l’acqua è di tutti. Non si può quindi privatizzare nemmeno nella sua distribuzione facendone un business in cui pochi privati possono decidere a chi darla e a chi non darla e a quale prezzo. Sul nucleare anche si tratta di una rinuncia. Prendendo a criterio l’uomo, non è ammissibile il rischio di migliaia di morti e di contaminazione di interi territori per decenni, come è avvenuto a Chernobyl e a Fukushima. Già la Germania, che di centrali nucleari ne ha diciassette, ha deciso di rinunciarvi. E noi vogliamo adottarle?
Pure il referendum sul legittimo impedimento vuole che il capo del governo e i ministri rinuncino al privilegio di non presentarsi davanti ai giudici in eventuali processi che li riguardano. Perché tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.
Sono quattro referendum abrogativi di norme già esistenti. Pertanto si impongono quattro sì, se il criterio è l’uomo.
Lo dicevano già gli antichi greci: “L’uomo è la misura di tutte le cose”. E il Vangelo: “Che gioverà all’uomo guadagnare anche il mondo intero, se poi perde l’anima?”. Perde cioè lo stesso senso della vita.