“Omnia Impianti” ha vinto la procedura pubblica per l’adeguamento del Pronto soccorso dell’ospedale di San Giovanni in Fiore. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della società, già aggiudicataria, cui l’Asp di Cosenza aveva in autotutela revocato il provvedimento di assegnazione dei lavori, che allora potranno iniziare nel 2017.
Per una volta, una buona notizia, che premia la tenacia e la determinazione dell’impresa, di cui abbiamo già scritto con dovizia su “La Voce di Fiore” (qui il relativo link).
Per rifare la gara, se la magistratura amministrativa avesse deciso altro, sarebbe servito almeno un anno, col rischio reale di ripensamenti in vista della possibile trasformazione dell’ospedale civile in casa della salute.
L’insistenza di “Omnia Impianti” ha dunque avuto un effetto positivo per la comunità locale, che potrà contare su un pronto soccorso finalmente a norma, con gli spazi necessari alle attività degli operatori e alla dignità dei pazienti.
Per lettera il sindaco Giuseppe Belcastro si è intanto scusato con le aziende che responsabilmente avevano segnalato la situazione delle caldaie degli istituti scolastici sotto la competenza del municipio. Il primo cittadino continua, però, a non presentarsi in commissione consiliare Vigilanza, benché convocato. Lo racconta il presidente, Antonio Lopez, consigliere di minoranza.
Lopez ha detto che Belcastro ha saltato senza giustificazione più commissioni: per il nodo delle ore lavorative spettanti agli operai della cooperativa “Città pulita” e per la successione del comandante dei Vigili urbani, andato in pensione.
Il sindaco non si è presentato e non ha giustificato l’assenza, per quanto riferito da Lopez. Questo pone un problema: il sindaco si dice offeso se la folla gli chiede in corteo dove si trovi e poi diserta in libertà delle commissioni Vigilanza, come fosse normale.
Nel frattempo, spulciando il Codice etico del Partito democratico, a. D. 2008, si leggono dei princìpi - per dirla con Belcastro - «importanti», che meritano di essere sottolineati a beneficio di tutti.
Le donne e gli uomini del Partito democratico - dice il documento - «concepiscono la politica come aperta all’ascolto della società e dei suoi bisogni, rispettosa delle altre autonomie», «considerano il pluralismo una ricchezza e scelgono il confronto democratico come metodo per ricercare sintesi condivise». E più avanti: «Le donne e gli uomini del Partito Democratico vivono l’impegno politico con responsabilità e, per questo, sentono il dovere di confrontarsi e di dare conto del proprio operato». «Mantengono - prosegue il Codice etico del Pd - con i cittadini un rapporto corretto, senza limitarsi alle scadenze elettorali».
Naturalmente l’impegno per le donne e gli uomini del Partito democratico è anche quello, secondo il Codice etico, di non «cumulare una funzione monocratica interna al partito con la titolarità di una carica istituzionale monocratica di equivalente o analogo livello territoriale».
Non si legge norma che escluda le donne e gli uomini del Partito democratico di San Giovanni in Fiore dall’obbligo di osservare il riferito Codice etico. Forse il mitico portavoce “Zorro” può aiutarci a capire meglio.
Emiliano Morrone
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