Con il debutto di Bonolis a Radio2 è di fatto partito il Festival
Stasera a "Porta a porta" il conduttore respinge critiche e polemicheIl "B day" di Sanremo
"Voglio l’Italia migliore"
di SILVIA FUMAROLA *
ROMA - Dalla radio alla tv, è il giorno dell’incoronazione di Paolo Bonolis in Rai. Manca poco più di un mese al debutto del festival, e l’operazione Sanremo è iniziata. Il "B day" scatta dai microfoni di Radio2, e finisce, nel pomeriggio, a pochi metri, negli studi di Porta a porta (la puntata va in onda stasera), per la beatificazione con Bruno Vespa. Nello spazio glorioso di Fiorello l’arciromano Bonolis prende in prestito per titolo la battuta di Sordi "America me senti?", e, complice Luca Laurenti, canta e scherza con Will Smith e Gabriele Muccino, attore e regista di Sette anime. "Parliamo della scena di sesso con Rosario Dawson. Con Rosario c’era la sorpresa finale?" poi giù battute. "La prossima volta per l’ammucchiata chiamate Tom Cruise e Malgioglio". Vola al discorso di Martin Luther King: "I have a dream", il sogno si realizza con Obama "che aveva adottato come slogan Yes we can" spiega Bonolis, "l’ha scelto anche Veltroni, ma forse la gente ha capito Yes weekend ed è partita".
Da Vespa va in scena un Bonolis più istituzionale: arriva con Laurenti, il direttore musicale Mazza, Dolcenera, oltre Iva Zanicchi e a Povia (che canterà Luca era gay), coinvolti nelle prime polemiche. Aurelio Mancuso, presidente dell’Arcigay, accusa: "Quell’"era" sta a sottolineare che si può guarire dall’omosessualità, invece noi difendiamo gli omosessuali, tanti si rivolgono a noi perché sono disperati, vogliono tentare il suicidio". "Non racconto un percorso di guarigione da una malattia, ma una storia individuale di un cambiamento" replica Povia "Sono stato contattato da un paio di registi, vorrei fare un film dalla canzone". Bonolis bucolico: "L’omosessualità è un aspetto della natura come lo stambecco, l’abete, il mare... Nessuno si chiede se il mare sia giusto o sbagliato".
La Zanicchi, europarlamentare, serafica, ha trovato la soluzione al suo conflitto d’interessi. "Non chiederò alla gente di votarmi per non essere fraintesa. Sono europarlamentare ma prima sono cantante". Grazie al suo duetto con Mannheimer che canta Zingara, Blob ha materiale assicurato. Allarmato dall’anticipazione di Repubblica sul testo di Marco Masini, il sottosegretario alla Cultura Giro protesta: "La sua canzone è un insulto all’Italia, com’è possibile che un festival finanziato e trasmesso dalla tv pubblica possa ospitare simili indecenze?". Bonolis respinge le critiche: "Non mi sembra che sia così, e comunque c’è libertà di pensiero e di espressione".
Un Sanremo con un palco affollato: oltre a Luca Laurenti e a cinque primedonne diverse ogni sera, ci sarà una coppia fissa. "Due giovani, un uomo e una donna. Gli altri? Con la Bellucci" dice Bonolis "c’è una trattativa che potrebbe andare a buon fine. Angelina Jolie costa troppo, e per la stessa ragione abbiamo rinunciato a Sean Penn con i Pearl Jam. Vorrei la Littizzetto, ma il suo agente non mi risponde. Carla Bruni non l’ho mai cercata e nemmeno Beckham. Invece voglio l’Italia dell’eccellenza, inviterò i ricercatori".
Tra gli ospiti sicuri i Queen, senza Paul Rodgers, e gli Easy Stars All Star. Replica al maestro Vince Tempera, che aveva parlato di un Sanremo allo sbando: "Si era candidato come direttore stabile, abbiamo fatto una scelta diversa e ciascuno reagisce secondo il proprio stile" e difende Baudo: "L’ultima edizione non era perfetta, ma ne ha fatte 13 splendide". Il suo festival segue l’ispirazione del Senso della vita già dagli spot ("La vittoria ha molte facce"), con i perdenti/vincenti Gabriela Andersen, che arriva stremata al traguardo della maratona, alle Olimpiadi dell’84 e Vasco Rossi, penultimo al festival nell’83 e poi re degli stadi. Lancia la Lotteria di Sanremo Adotta un angelo, per sostenere l’assistenza domiciliare gratuita dei bambini con handicap. "I bambini hanno bisogno della meraviglia", spiega commosso "se gli levi quella, gli hai tolto l’infanzia".
* la Repubblica, 13 gennaio 2009
Sul tema, nel sito, si cfr.:
L’Arcangelo Bonolis ha già vinto
di Roberto Brunelli (l’Unità, 21/02/2009 21:56)
L’Arcangelo Bonolis è già in Paradiso. Mentre il paese va a pezzi, lui salva la Rai, Mediaset, il festival, e con esso forse pure la televisione generalista. Grazie a lui ha vinto Amici, ha vinto Maria De Filippi, ed il poderoso Frankenstein Rai-Set oggi ha solidi piedi coi quali correre verso il futuro. Qui non contano granché Marco Carta o Povia - incoronati dal televoto, cui si ricorrerà probabilmente alle prossime consultazioni politiche - non conta Al Bano né Sal Da Vinci, nè Marco Masini, né Alexia e Lavezzi e men che mai il trio lescano Pupo-Belli-N’Dour: qui conta solo l’Arcangelo Bonolis, il trionfatore unico di Sanremo 2009. Con la benedizione della creatrice di Amici (Canale5) venuta apposta nel tempio della Rai, San Paolo ha ieri firmato il suo capolavoro, cui tiene come Michelangelo teneva alla Cappella Sistina.
Ha cantanto, ha ballato, ha baciato Laurenti, ha aizzato il pubblico dell’Ariston, si è collegato in diretta con Antonella Clerici fresca di parto, ha trattato la valletta gnocca come una scema e difeso una bambina malata dalla ferocia dello Stato, ha omaggiato Annie Lennox, irriso i direttori d’orchestra. Paolo Bonolis è il diabolico Mozart della televisione senza scopo né senso, se non quello dell’Auditel: ha accolto i gay che protestavano e difeso chi li vorrebbe nell’inferno del «disagio», ha citato la beat generation e Mino Reitano, ha mischiato le arie di Verdi e le pornostar, l’eredità di De André e le conigliette di Playboy, Fellini e la «merda» di Masini, il Lago dei Cigni e la mistica del televoto. Una strategia che pesca il pubblico vociante preso dai salotti dei pomeriggi tv, lo confonde con le citazioni pseudo-colte e le lettere degli scrittori famosi, e che piazza l’eversivo e poetico Roberto Benigni in apertura e la dea Khalì del talent show sado-maso Amici in chiusura. Sceneggiatura perfetta, la sua. E così, dall’alto di quei 12 milioni e passa di spettatori tenuti per tutta la durata del festival, ha dimostrato che la «Grosse Koalition» Rai-Mediaset potrà vincere la guerra con Sky ed, in teoria, rallentare lo smottamento progressivo della tv generalista.
Hai voglia a dire, come ha fatto ieri mattina Maria De Filippi, che «Mediaset non ha fatto alcuna contro-programmazione»: certo, mica ce n’era bisogno, visto che - insieme al transfuga Bonolis e a lei medesima - stavano sul palco dell’Ariston due degli ex concorrenti del maggior programma di Canale 5. «Una bella coincidenza», dice soave la signora Costanzo. «Rai-Set? Non sarebbe più semplice dire che sono qui perché Bonolis me lo ha chiesto». Il mondo, intanto, plaude, mentre lei scende dalle scale «di cui ha tanta paura» introdotta prima dalla Cavalcata delle Valchirie e poi da Barry White avvolta nel suo abito nero seta e piume nell’abito Givenchy (haute couture by Riccardo Tisci).
Dopodiché ci sarebbero le canzoni. Nonostante che egli, il Bonolo, continui a ribadire come in un mantra la «centralità della musica», il problema è che Sanremo 2009 non è la canzone italiana: Sanremo è solo Bonolis. Che ha rubato la scena a tutti: dopo la serata del giovedì - quella in cui alcuni pesi massimi della canzone accompagnavano le «nuove proposte» - tutti parlavano della genialità di Re Sole Bonolis nell’aver tirato fuori l’ideona. Ha rubato la scena anche a quel Povia a causa del quale ieri qualche centinaio di persone hanno invaso le vie di Sanremo scadendo slogan tipo «Lucia stava con un gay, ora sta con lei». Erano quelli delle associazioni gay, lesbiche e bisessuali: un corteo festoso controllato a vista da una massiccia presenza di accigliate forze dell’ordine.
Poi si è anche parlato delle canzoni, in effetti: per esempio in sala stampa si è deplorata l’esclusione di Afterhours, Tricarico, Iva Zanicchi, Nicky Nicolai & Stefano Di Battista, considerati di gran lunga i migliori pezzi del festival. Ma oggi è un’altra storia. Oggi conta solo la vittoria, contano i coriandoli e le luci cangianti sul palco dell’Ariston, conta il Verbo intoccabile del televoto, che è il vero sancta sanctorum dell’era televisiva del consenso. «Bravo, bravo, bavro», gli gridano da tutte le parti. Ormai è onnipotente, il Bonolo. «Non ho bisogno di riconciliarmi con nessuno - manda a dire alle gerarchie vaticane, in seguito alla stroncatura del festival ad opera dell’Osservatore romano - il messaggio che la Chiesa manda impone a loro di riconciliarsi con qualcuno». L’Arcangelo Bonolis è già in paradiso: quello dell’Auditel.
« È una storia incredibile che va avanti da millenni. Gli omosessuali non sono fuori dal piano di Dio. Di peccati c’è solo la stupidità. Per rendere l’idea dell’assurdità e ridicolaggine, ricordo che gli omosessuali sono stati seviziati e morti nei campi di concentramento perché amavano un’altra persona. Mettiamo che un eterosessuale si innamori focosamente di una persona dell’altro sesso, e a un certo punto lo prendono, lo torturano e lo uccidono perché si è innamorato. Tanti omosessuali sono stati torturati perché amavano un’altra persona, lasciate stare il sesso. È un’assurdità. È incredibile che si parli ancora degli omosessuali così, con questa incredibile rozzezza. Sono persone che si amano, non è che per colpa loro finisce la razza, come dice qualcuno. Nella storia dell’umanità ci hanno fatto doni enormi, ed è il sentimento dell’amore che caratterizza gli omosessuali. E quando c’è l’amore tutto diventa grande. Nemmeno la fede rassicura, l’unica cosa che rassicura è l’amore »
Dopo l’esibizione di Povia, con la sua controversa canzone "Luca era gay", Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, ha chiesto di poter salire sul palco, leggendo poi un sms inviatogli da un suo amico. «Caro Franco, ho visto Benigni ed ho pianto pensando al mio compagno che non c’è più. E’ il messaggio che mi ha inviato Mario Pozzato - concludendo con - Povia impara cos’è la felicità degli omosessuali». Dopo di ciò è stato criticato con dei fischi in sala, fermati dell’intervento del conduttore della serata, Paolo Bonolis, che ha detto che facendo così andavano contro ciò che avevano applaudito prima con Benigni. (Wikipedia)
Lungo monologo dell’attore, al centro Veltroni e Berlusconi
Poi un tributo agli omosessuali, "perseguitati solo perché amavano un’altra persona"
Benigni: "Rialzati, Walter"
e la crisi del Pd entra all’Ariston
"Mina ormai manda solo video, come Bin Laden
Silvio, fai come lei: se vuoi diventare un mito, sparisci"
dal nostro inviato ALESSANDRA VITALI
SANREMO - "Ho detto Berlusconi? Non lo volevo dire, ma è una cosa che m’esce da sé". E comunque, "è meglio nominarlo, qualche volta: a una persona che non lo ha nominato mai, non è che gli è andata troppo bene...". Non poteva, Roberto Benigni, ignorare l’attualità politica nel suo intervento al Festival. Ed eccolo, seppur con garbo, invocare Walter Veltroni, che in campagna elettorale definì Berlusconi sempre come "il leader dello schieramento avversario". Il segretario del Pd è il bersaglio, anche se solo per poco, perché "è già abbattuto abbastanza". "Tirati su, Walter - gli dice Benigni dal palco - ti trovo lo slogan per la prossima campagna elettorale: rialzati, Walter ("Rialzati Italia" era lo slogan del Pdl, ndr), che vuoi che sia la Sardegna, c’è Montecristo, c’è Capraia, e le Eolie...".
Accolto da un’ovazione, Benigni ha fatto il suo ingresso sul palco dell’Ariston per un intervento preceduto dalle polemiche legate all’accordo che la Rai avrebbe stipulato per ottenere la sua partecipazione al Festival. Un lungo monologo, il presidente del Consiglio l’obiettivo primario ma anche colpi di genio, come quello riservato a Mina, "che ormai manda solo filmati come Bin laden". E però "è un mito", e allora potrebbe essere d’esempio a Berlusconi, al quale "non interessa la Sardegna ma la Corsica, Ajaccio", patria di Napoleone. "Berlusconi - dice l’attore rivolgendosi idealmente al premier - ti propongo di diventare un mito come Mina, come Greta Garbo: devi sparire, devi andare lontano. Più lontano vai e più mito sei, magari con Apicella scrivi una canzone e ogni tanto la mandi, come Mina".
Si ride a lungo, poi Benigni cambia registro. E dice la sua sulle polemiche sugli omosessuali: "E’ una storia incredibile che va avanti da millenni. Gli omosessuali non sono fuori dal piano di Dio. Di peccati c’è solo la sutpidità". "Per rendere l’idea dell’assurdità e ridicolaggine" di certi atteggiamenti, Benigni ricorda che gli omosessuali "sono stati seviziati e sono morti nei campi di concentramento perché amavano un’altra persona. Mettiamo che un eterosessuale si innamori focosamente di una persona dell’altro sesso - spiega - e a un certo punto lo prendono, lo torturano e lo uccidono perché si è innamorato. Tanti omosessuali sono stati torturati perché amavano un’altra persona, lasciate stare il sesso. E’ un’assurdità".
L’attore giudica "assurdo" che si parli di omosessualità "con tanta rozzezza", "sono persone che si amano, non è che per colpa loro finisce la razza, come dice qualcuno". Nella storia dell’umanità, continua, "ci hanno fatto dei doni enormi, ed è il sentimento dell’amore che caratterizza gli omosessuali. E quando c’è l’amore tutto diventa grande. Nemmeno la fede rassicura, l’unica cosa che rassicura è l’amore".
Poi Benigni ricorda Oscar Wilde, "messo ai lavori forzati per la sua omosessualità. In prigione ha scritto una lettera alla persona per la quale era stato condannato". La lettera, Benigni la legge tutta. Poi lascia il teatro, ed è standing ovation.
* la Repubblica, 17 febbraio 2009
SANREMO. PUBBLICHIAMO IL TESTO DELLA CANZONETTA DI POVIA E IL COMMENTO DI FRANCO GRILLINI
Psicologismi da 4 soldi, non è una canzone ma un proclama politico
di Franco Grillini *
LUCA ERA GAY
INTRO:
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo,
1° STROFA:
Luca dice: prima di raccontare il mio cambiamento sessuale volevo chiarire che
se credo in Dio non mi riconosco nel pensiero dell’uomo che su questo
argomento è diviso ,
non sono andato da psicologi psichiatri preti o scienziati sono andato nel mio
passato ho scavato e ho capito tante cose di me
mia madre mi ha voluto troppo bene un bene diventato ossessione piena delle
sue convinzioni ed io non respiravo per le sue attenzioni
mio padre non prendeva decisioni ed io non ci riuscivo ma i a parlare stava fuori
tutto il giorno per lavoro io avevo l’impressione che non fosse troppo vero
mamma infatti chiese la separazione avevo 12 anni non capivo bene mio padre
disse è la giusta soluzione e dopo poco tempo cominciò a bere
mamma mi parlava sempre male di papà mi diceva non sposarti mai per carità
delle mie amiche era gelosa morbosa e la mia identità era sempre più confusa
RITORNELLO:
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano Luca dice
sono un altro uomo
2° STROFA:
sono un altro uomo ma in quel momento cercavo risposte mi vergognavo e le
cercavo di nascosto c’era chi mi diceva “è naturale” io studiavo Freud non la
pensava uguale
poi arrivò la maturità ma non sapevo che cos’era la felicità un uomo grande mi
fece tremare il cuore ed è lì che ho scoperto di essere omosessuale
con lui nessuna inibizione il corteggiamento c’era e io credevo fosse amore si
con lui riuscivo ad essere me stesso poi sembrava una gara a chi faceva meglio
il sesso
e mi sentivo un colpevole prima o poi lo prendono ma se spariscono le prove poi
lo assolvono cercavo negli uomini chi era mio padre andavo con gli uomini per
non tradire mia madre
2° RITORNELLO:
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano luca dice
sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano luca dice
sono un altro uomo ,
SPECIAL:
Luca dice per 4 anni sono stato con un uomo tra amore e inganni spesso ci
tradivamo io cercavo ancora la mia verità quell’amore grande per l’eternità
poi ad una festa fra tanta gente ho conosciuto lei che non c’entrava niente lei mi
ascoltava lei mi spogliava lei mi capiva ricordo solo che il giorno dopo mi
mancava
questa è la mia storia solo la mia storia nessuna malattia nessuna guarigione
caro papà ti ho perdonato anche se qua non sei più tornato
mamma ti penso spesso ti voglio bene e a volte ho ancora il tuo riflesso ma
adesso sono padre e sono innamorato dell’unica donna che io abbia mai amato
RITORNELLO FINALE:
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano luca dice
sono un altro uomo
Luca era gay e adesso sta con lei Luca parla con il cuore in mano luca dice
sono un altro uomo
Ho riletto diverse volte il testo di Povia perché stentavo a credere che un simile cumulo di banalità pseudo psicologiche e di livore antigay potesse trasformarsi in una canzone, per di più al festival di Sanremo dove l’attenzione e l’audience solitamente sono molto alti.
Tutti sanno che la polemica va avanti da ormai da mesi ed è stata sapientemente dosata, giorno dopo giorno, con lo scopo di avere il massimo dell’attenzione e dell’esposizione mediatica, non a caso il testo viene reso noto solo adesso su “Sorrisi”. In futuro gli studenti di comunicazione potranno analizzare con quale cinismo è stata costruita la notizia di una canzone “politically incorrect”, volutamente provocatoria, esplicitamente omofoba, prendendo a prestito il racconto (non sappiamo quanto sincero) di tal Luca Tolve il quale, dopo averne fatte di tutti i colori, sputa veleno sugli omosessuali e si dichiara “guarito” con un percorso guarda caso molto simile a quello del brano di Povia.
Povia ci racconta di una infanzia senza padre e con madre dominante (in Italia sono un milione e centomila) “colpevole” di non aver saputo tirar su un figlio etero. Da questa situazione, secondo Povia, un maschio non può che diventare gay e cadere tra le braccia del porco profittatore di turno molto più grande di lui che si sostituisce alla figura paterna facendone le veci.
Chi scrive è psicologo ed ha avuto una infanzia esattamente opposta a quella descritta da Povia: padre molto presente madre un po’ meno, come la mettiamo? E come me tantissimi altri. Moltissimi eterosessuali hanno avuto la madre presente e il padre assente. Si sa che molti genitori maschi preferiscono fare altro e delegano alla moglie il compito di accudire i figli. L’orientamento sessuale non dipende quindi dal tipo di educazione e nemmeno dalla presenza o meno di uno dei due genitori. A un certo punto della vita ti accorgi di essere gay e l’unica possibilità di scelta è quella di vivere bene con la propria identità, costruendoti una relazione soddisfacente e sposandoti con il tuo uomo laddove questo è consentito dalle leggi. In Italia no, ovviamente, perché qui, causa Vaticano, è vietato tutto e chissà quando sarà possibile ciò che invece è scontato in quasi tutti i paesi europei.
«C’era chi mi diceva “è naturale” io studiavo Freud non la pensava uguale». Quindi se ne deduce che per Povia l’omosessualità non è “naturale” chiamando a sostegno Sigmund Freud. In realtà se c’è una cosa naturale è proprio l’omosessualità non solo e non tanto perché esiste in natura tra le specie animali come ha dimostrato magnificamente la bellissima mostra di Genova esposta fino a poco tempo fa al museo delle scienze. Ma lo stesso Freud dice esattamente il contrario di ciò che Povia gli attribuisce e non è molto onesto dire bugie in questo campo. Nel suo bellissimo libro del 1905 “I tre saggi sulla sessualità” Freud ci spiega che la sessualità umana va in tutte le direzioni e "anche l’interesse sessuale esclusivo dell’uomo per la donna è un problema che ha bisogno di essere chiarito e niente affatto una cosa ovvia" (aggiunta di Freud del 1914 ai 3 saggi, ciò significa che ci aveva pensato bene).
“Luca dice per 4 anni sono stato con un uomo tra amore e inganni spesso ci tradivamo io cercavo ancora la mia verità quell’amore grande per l’eternità”. Nella vita reale Povia ci ha detto di aver avuto una relazione gay durata 7 mesi, poi ha smentito dicendo (Ansa 10 febbraio) che aveva voluto scherzare e che non ce l’ha con i gay e che vorrebbe persino andare al gay pride. No grazie, caro Povia. Ti sei fatto una gran pubblicità sparando veleno su di noi, adesso per favore niente scuse e niente assoluzioni, continua pure a frequentare i vari “family day” e le sacrestie odorose d’incenso.
In quanto alla felicità sappi che ci sono milioni e milioni di gay, lesbiche e trans assolutamente felici, con bellissime storie d’amore. L’infelicità per gli omosessuali viene tutta da chi, come te, passa il suo tempo a parla male di noi e da chi usa il veleno antigay per farsi un po’ di facile promozione.
E’ per questo che saremo al festival con ironia e leggerezza. Ci baceremo davanti all’Ariston come abbiamo fatto il 14 febbraio con il kiss crossing agli angoli delle strade. Così potrai vedere dal vivo quanti sono i gay, le lesbiche e i trans felici di essere tali e che ringraziano la “natura” di averli fatti così.
*GAYNEWS, lunedì 16 febbraio 2009.
Il direttore di RaiUno: "Anno decisivo per il Festival". Difende l’accordo con Benigni:
"La Rai non ci rimette". E il compenso di Bonolis: "Polemiche pretestuose"
Del Noce: "O arrivano i risultati o è crisi"
Bonolis: "Arcigay contro Povia per rabbia"
dal nostro inviato SILVIA FUMAROLA *
SANREMO - Il compenso del conduttore che finisce in procura, le proteste dei gay, il caso Benigni, l’allarme del direttore di RaiUno Fabrizio Del Noce sulla salute del festival: la 59ma edizione si apre, nella migliore tradizione, tra le polemiche. "Parliamoci chiaro o arriveranno i risultati quest’anno o dovremo ufficializzare la crisi di questo evento", dice Del Noce, che getta acqua sul fuoco sui compensi "in linea con quelli dello scorso anno. Perché nessuno protesta per quelli dei dei calciatori?".
Il caso tiene banco e rischia di avvelenare il debutto: con un esposto urgente, inviato alle Procure della Repubblica di Sanremo e di Roma e alla Corte dei Conti, il Codacons ha chiesto il sequestro dei contratti stipulati dalla Rai con Paolo Bonolis e con Roberto Benigni. "Il milione di euro percepito da Bonolis per la conduzione e la direzione artistica della kermesse è ormai assodato", spiega l’associazione. "Ciò che non è chiaro, invece, è il compenso riconosciuto dalla Rai a Roberto Benigni. Pur di averlo sul palco dell’Ariston la Rai, secondo le indiscrezioni, avrebbe ceduto i diritti delle partecipazioni del comico sulla tv di Stato da sfruttare per l’home video. Diritti valutati in 350 mila euro, ma che per alcuni potrebbero arrivare addirittura a 2 milioni di euro".
Bonolis non si scompone: "E’ una polemica sterile, messa in atto da persone che cercano di gettare ombre sulla luminosità del Festival. Parlano di compensi che sono simili a quelli degli altri anni, che riguardano il lavoro di un anno. E’ un diversivo. Ci sono persone che si adoperano per il Festival e altre che adoperano il festival". Lui dice che lo sta organizzando "col cuore". "Non ho poteri medicamentosi su Sanremo. Credo che questa manifestazione abbia in sé gli anticorpi per riprendersi. Diciamo che noi speriamo di riuscirli a metterli nella giusta luce". Il salvatore della patria insiste: "Io devo pensare prima di tutto al prodotto, l’obiettivo è costruire un bel Festival, e pensiamo di averlo costruito, e ora speriamo che arrivino ottimi ascolti. Non posso lavorare sugli ascolti, lavoro sul progetto". Il conduttore torna dopo quattro anni, il Festival 2005 segnò ascolti trionfali: la Rai spera di fare il bis, anche se il panorama televisivo è molto cambiato.
Il conduttore del rilancio si è portato Luca Laurenti e ha due assi nella manica: Mina domani proporrà "Nessun dorma" e, a differenza di quanto annunciato, si vedrà in immagini recenti, e Roberto Benigni. La sua è l’esibizione più attesa, dopo le polemiche sui 350mila euro legati alla partecipazione all’Ariston e alla restituzione dei diritti televisivi delle sue esibizioni in Rai. Un minuto dei diritti home video del materiale "barattato" dalla Rai con la performance di Roberto Benigni costa normalmente a qualunque acquirente sul mercato 2.200 euro. A scriverlo, evidenziando il danno portato all’azienda in una lettera inviata al direttore generale della Rai Claudio Cappon, è l’amministratore delegato di Rai Trade Carlo Nardello. Per intenderci, secondo queste cifre, se a Benigni sono stati ceduti 500 minuti, il valore di mercato al quale potrebbe acquistarlo un editore che volesse realizzare un dvd, sarebbe di un milione e 100.000 euro, se i minuti arrivassero addirittura a 1000 (come qualcuno ha azzardato sulla stampa) il valore arriverebbe a 2.200.000 euro. Una cifra molto distante dai 340 mila euro che è stata valutata nell’accordo.
Ma Bonolis pensa solo all’esibizione del premio Oscar, promette che andrà a ruota libera: "State certi, ci divertiremo. Avrà la massima libertà d’azione. Ho cinque figli, l’unica cosa che mi interessa garantirgli è l’assoluta libertà. Se non esercitassi questo nel mio lavoro non lo potrei garantire neppure a loro". Del Noce annuisce: "Ho condiviso con Benigni ’L’ultimo del paradiso’. Quando si chiamano artisti di questo livello si lasciano esprimere. Sta alla sensibilità dell’artista sapersi muovere nel contesto in cui si trova".
Le associazioni omosessuali sono sul piede di guerra contro Povia e il suo brano "Luca era gay": prima manifestazione domani, un’altra organizzata dall’Arcigay sabato sera. "Quella portata avanti dall’Arcigay è una battaglia giustissima, ma non deve esserci una chiusura totale o peggio, l’arroganza: penso che il brano non sia una traiettoria irriverente, ma uno dei tanti racconti che l’omossessalità può raccontare" commenta Bonolis "l’omosessualità è una cosa naturale come il mare, lo stambecco, la sintesi clorofilliana. Non ci chiediamo se il mare è bene o male. La battaglia dei gay è una lotta giusta, ma l’impegno a non accettare una storia è uno sbaglio, dettato dalla rabbia per una battaglia che non avrebbero mai dovuto combattere". E a chi cita l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, che su un settimanale ha criticato il brano di Povia, ha detto: "La gente su questo palco cerca di infilarsi come i sorci".
Povia, che con questa storia si sta facendo una gran pubblicità, sul sito di "Sorrisi e canzoni" è lapidario: "Le manifestazioni gay per protestare contro la mia canzone non mi spaventano. Non me ne frega niente. La provocazione va bene, a me piace provocare, sono un provocatore, ma l’intimità deve restare privata. A un bambino che vede due uomini che si baciano non puoi dire che si tratta solo di due uomini che si vogliono bene, perché due che si vogliono bene non si baciano sulla bocca".
* la Repubblica, 16 febbraio 2009
Domenica 22 il brano verrà presentato a ’Domenica in’
’Musica’ di Berlusconi debutta a Sanremo
Mariano Apicella all’Adnkronos: ’’Il premier ha scelto il brano più melodico e adatto per l’occasione. La nuova canzone parla, naturalmente, d’amore’’
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - ’Musica’. E’ questo il titolo della nuova canzone scritta a quattro mani da Silvio Berlusconi e il cantautore napoletano Mariano Apicella scelta per il debutto del ’premier-compositore’ sul palco dell’Ariston.
Domenica 22, l’artista partenopeo sarà ospite di Monica Setta, nello spazio di ’Domenica In’ dedicato al Festival di Sanremo. In quell’occasione canterà le note del brano voluto dal Cavaliere per l’esordio alla kermesse musicale.
Il presidente del Consiglio ha preferito il testo melodico di ’Musica’ tra una rosa composta da tre new entry, tutte inedite, che faranno parte del nuovo cd in uscita a primavera. ’Se ti perdo’ e ’C’è amore’ sono le altre due canzoni in ballo per Sanremo composta da Berlusconi e il ’posteggiatore’ conosciuto circa sette anni fa all’Hotel Vesuvio di Napoli durante una cena elettorale. Dice all’ADNKRONOS Apicella: ’’Abbiamo scelto ’Musica’, perché è il brano più melodico e adatto per l’occasione. La nuova canzone parla, naturalmente, di musica e amore’’.
Sul tema nel sito, si cfr.: O CHE "BEL" NATALE: E CHE "BUON" ANNO !!! IL PRESIDENTE DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’" GIA’ PREPARA LO SPETTACOLO "IO SONO NAPOLITANO" E CANTA: "FORZA ITALIA"!!!
Nel filmato è in abito nero e vistosa parrucca arcobaleno
Sanremo, impazza su YouTube il video-parodia di Luxuria vs Povia
Da ’Luca era gay’ a ’Luca non era etero’, la vincitrice dell’’Isola dei Famosi’ fa il verso al cantante che si presenterà in gara a Sanremo: "I bambini fanno oh, i gay fanno wow" (video)
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - Da ’Luca era gay’ al più accettabile ’Luca non era etero’. Si intitola così il video di Vladimir Luxuria che impazza da ieri su YouTube, nel quale la vincitrice dell’’Isola dei Famosi’ fa il verso a Povia e alle polemiche sul brano che il cantante proporrà in gara a Sanremo, incentrato sulla ’guarigione-ripensamento’ di un gay.
Nel video Luxuria in abito nero e vistosa parrucca arcobaleno canta, fra l’altro di "un padre preoccupato". Poi esclama: "Mica sono malato. Sono malato solo d’amore. Va bene? Luca non era etero". E aggiunge: "Il padre preoccupato gli presentò una bella ragazza, ma lui gli si lanciò addosso per sfilargli gli orecchini". Poi la strofa finale che fa il verso al successo che ha fatto conoscere Povia al grande pubblico: "I bambini fanno oh, i gay fanno wow".
La conduttrice, indiscusso simbolo della tv del Biscione,
presenterà l’ultima puntata del Festival, sulla Rai, con Bonolis
De Filippi, signora dell’Auditel
regina per una notte a Sanremo
E la Ue critica il brano anti-gay di Povia
di GIUSEPPE VIDETTI *
MILANO - Nella serata finale del Festival, Maria De Filippi scenderà le scale dell’Ariston insieme a Paolo Bonolis. Sarà anche il "suo" Sanremo. Il 21 febbraio, nel momento rovente della gara, la regina di Canale 5, mattatrice del sabato sera, entrerà dalla porta principale della rete ammiraglia. Prima volta in Rai dopo il no dell’allora presidente Antonio Baldassarre alla proposta di un eventuale Dopofestival firmato De Filippi nel 2003. "Impensabile affidare al personaggio simbolo della rete concorrente uno dei programmi simbolo di RaiUno", disse. E l’idea non piacque neanche a Berlusconi. Oggi le televisioni, anche quella pubblica, non escludono partnership quando si tratta di ascolti. Maria dovrà chiedere il permesso a Piersilvio, che non farà storie. Perché dovrebbe? La sua presenza all’Ariston ribadisce un primato che neanche i mostri sacri del tradizionale sabato sera sono riusciti a scalfire. E poi, in fondo, il suo microsanremo, a eliminazione diretta, lei se lo gioca tranquillamente ogni giorno, nello studio di Amici. Con la differenza che i cd del suo programma poi vanno a ruba.
La cosa ci era giunta all’orecchio già da qualche giorno. Ma poi, negli studi di Cinecittà, proprio durante una puntata di Amici, la De Filippi sembrava terrorizzata all’idea di abbandonare il suo nido, di leggere copioni scritti da altri: "Io presentatrice? Fuori dai miei programmi non esisto. Ricordo come un incubo il Telegatto con Baudo". Alla presentazione di Scialla, il nuovo disco realizzato dai suoi ragazzi, si era però sbilanciata positivamente su Bonolis, che l’aveva ospitata nell’ultima puntata di Il senso della vita. Lei, parecchio riluttante, aveva accettato l’invito. "Ma ti avviso", gli aveva detto, "alla gente non importa un fico secco dei fatti miei. Sarà un flop". Invece alla gente - lei lo sa meglio di chiunque - la vita privata di chi si fa i fatti degli altri e tiene i suoi in cassaforte interessa moltissimo. Soprattutto se è una che esce poco, parla ancora meno e trascorre le sue giornate non con i vip ma con adolescenti frastornati dai sogni e coppie devastate dal malamore. Risultato: 38% di share. I due fraternizzano, scherzano, si trovano bene. Ci scappa anche un attimo di commozione, quando sullo schermo appare la foto del papà della De Filippi. Che sarà anche un corazziere, una dalla scorza dura, ma ha un cuore grande così, giurano i ragazzi di Amici.
Si sta concretizzando la temuta joint venture Rai-Mediaset? Magari un giorno si farà, ma per il momento è stato il fenomeno Amici a creare l’occasione che fa gongolare il direttore Del Noce, già felice di aver restituito Sanremo al suo presentatore preferito. A Bonolis non è sfuggito il potere della trasmissione di Maria, la popolarità del marchio Amici, presso i giovani ben più autorevole di quello di Sanremo. Marco Carta, vincitore della scorsa edizione del talent show di Canale 5, è stato selezionato tra i big. Karima, proveniente dalla stessa scuderia, è sì tra i giovani, ma abbinata a un cavallo di razza come Burt Bacharach. Il presentatore guardava già in quella direzione quando ha istituito il concorso web Sanremofestival.59, che ha selezionato 90 giovani (uno su mille ce la farà e avrà accesso alla finale). Insomma, per svecchiare il Festival - che rimane il trionfo dell’italietta melodica, ormai più un reality mordi-e-fuggi che una prestigiosa vetrina musicale - non si può ignorare la formula De Filippi. C’è da scommettere che nella "sua" serata ci sarà meno glamour di quella con la Bellucci, ma gli ascolti faranno boom.
* la Repubblica, 16 gennaio 2009
Ansa» 2008-12-23 18:45
SANREMO, ARCIGAY CONTRO POVIA
ROMA - Arcigay è pronta a bloccare il festival di Sanremo. Motivo della protesta, la notizia che il cantante Povia porterà una canzone dal titolo ’Luca era gay’: un titolo che, secondo Arcigay, "sembra già non lasciare dubbi sul tema trattato e sulle posizioni dell’autore". "Ricordiamo molto bene - dice il presidente Aurelio Mancuso - come Povia non sia del tutto nuovo a prese di posizione pubbliche su questioni del mondo lgbt. Ormai celebre è rimasta una sua intervista a Panorama in cui dichiarava: ’Gay non si nasce, lo si diventa in base a chi frequenti. Anche io ho avuto una fase gay, e’ durata sette mesi e poi l’ho superata. E ho anche convertito due miei amici che credevano di essere gay e invece adesso sono sposatì". "Ora da più parti - continua Mancuso - arriva la segnalazione di una curiosa coincidenza: che il Luca della canzone di Povia sia proprio quel Luca Tolve che dichiara di essere un ex gay, guarito grazie alle teorie ’riparative’ di Joseph Nicolosi, cattolico integralista Usa, le cui tesi sono state ampiamente confutate dalla comunità scientifica mondiale". "Se Bonolis e il suo direttore musicale - conclude - intendono mandare in scena uno spottone clerical-reazionario contro la dignità delle persone omosessuali, sappiano fin d’ora che la nostra reazione sarà durissima, rumorosa e organizzata. Già da questa mattina è iniziato il passa parola in tutta Italia, che partendo da Facebook si sta ampliando in tutto il web".
SU FACEBOOK NASCE GRUPPO CONTRO POVIA AL FESTIVAL Duecento membri in poche ore: l’Arcigay ha lanciato oggi su Facebook il gruppo ’Non lasciamo che Povia canti di ex-gay a Sanremo’, al quale stanno arrivando molte adesioni. "Formiamo un grande gruppo, e reagiamo compatti contro la Rai e chi di dovere, non si può nel 2008 arrivare su un palcoscenico nazionale a sostenere che gay e lesbiche sono malati, sbagliati o immaturi", si legge sulla homepage del gruppo appena nato. L’Arcigay ha annunciato una reazione "durissima, rumorosa e organizzata" sulla partecipazione di Povia al Festival di Sanremo. L’associazione minaccia di "bloccare" il Festival nel caso in cui il testo del brano, ’Luca era gay’, si riferisca a "cure riparative" per i gay. Nella homepage del gruppo viene anche reso noto l’indirizzo da utilizzare per protestare contro la Rai e le indicazioni per dare voce alla protesta, chiedendo "direttamente la sospensione del Festival" targato Bonolis.
L’Organizzazione, in una nota, comunica che, valutata la qualità delle canzoni presentate a Sanremo 2009, il direttore artistico e il direttore artistico musicale hanno deciso di portare il numero degli Artisti da 15 a 16 e il numero di quelli della categoria Proposte 2009 da 8 a 10. Per questo motivo, nella serata di venerdì 20 febbraio verranno eliminati 2 artisti della categoria Artisti anziché 1.
Ecco i nomi degli Artisti, delle Proposte e di Sanremolab:
ARTISTI:
AFTERHOURS, Il paese è reale
ALBANO, L’amore è sempre amore
ALEXIA feat.
MARIO LAVEZZI, Biancaneve
MARCO CARTA, Dentro ad ogni brivido
DOLCENERA, Il mio amore unico
GEMELLI DIVERSI, Vivi per un miracolo
FAUSTO LEALI, Una piccola parte di te
MARCO MASINI, L’Italia
NICKY NICOLAI & STEFANO DI BATTISTA, Più sole
PATTY PRAVO, E io verrò un giorno là
POVIA, Luca era gay
PUPO - BELLI - YOUSSOU’N DOUR, L’opportunità
FRANCESCO RENGA, L’uomo senza età
SAL DA VINCI, Non riesco a farti innamorare
TRICARICO, Il bosco delle fragole
IVA ZANICCHI, Ti voglio senza amore.
PROPOSTE:
SILVIA APRILE Giovedì 19 febbraio OSPITE PINO DANIELE Un desiderio arriverà
IRENE Giovedì 19 febbraio OSPITE ZUCCHERO-VANDELLI-BATTAGLIA-FIO Spiove il sole
ISKRA Giovedì 19 febbraio OSPITE LUCIO DALLA Quale amore
FILIPPO PERBELLINI Giovedì 19 febbraio OSPITE RICCARDO COCCIANTE L’orgoglio
CHIARA CANZIAN Giovedì 19 febbraio OSPITE ROBERTO VECCHIONI Prova a dire il mio nome
MALIKA AYANE Giovedì 19 febbraio OSPITE GINO PAOLI Come foglie
BARBARA GILBO Giovedì 19 febbraio OSPITE MASSIMO RANIERI Che ne sai di me
KARIMA Giovedì 19 febbraio OSPITE BURT BACHARACH Come in ogni ora
SANREMOLAB-ACCADEMIA DELLA CANZONE DI SANREMO (gli ospiti del giovedì saranno comunicati entro il 16 gennaio):
ARISA Sincerità
SIMONA MOLINARI Egocentrica
Le richieste di partecipazione alla categoria Artisti, rileva una nota, pervenute all’organizzazione sono state 104, mentre per la categoria Proposte 2009 sono state 146. La competizione online Sanremofestival.59 ha chiuso le iscrizioni venerdì 19 dicembre alle ore 24:00 con un totale di 470 video pervenuti. La regione più rappresentata è la Campania, in particolare Napoli e Salerno le città da cui sono arrivate più proposte, seguono Lazio e Lombardia. Oltre 350 gli uomini che si sono candidati. La maggior parte delle candidature è arrivata da giovani nati nel 1982, l’età media degli artisti che si sono presentati è compresa tra i 24 e i 26 anni.
Undicietrenta,
Povia e la sua canzone volgare e pericolosa
di Roberto Cotroneo *
Ma ora, dico, ma ci può occupare di Povia a Natale, e anche dopo Natale? Povia, il noto autore di “Quando i bambini fanno oh”, e “Vorrei avere il becco”?, un cantante di Sanremo che pensa che i gay sono malati e dunque vanno guariti. Ma soprattutto: ma con quale buon senso si può mandare a cantare uno che dice cose del genere in un festival più nazional-popolare che più nazional-popolare non si può? Nessun buon senso a pensarci bene. Anzi, una fatastica trovata degna di questi tempi deficienti. Perché le opinioni intellettuali di Povia sono merce poco interessante, e non risulta che i suoi testi siano entrati nella tradizione della canzone d’autore. Non risulta neppure che Povia abbia studiato con Derrida, e forse neppure che abbia studiato molto. Risulta un’altra cosa: che Povia ha più volte espresso apprezzamenti per le teorie di uno strano tipo, come se ne incontrano spesso nell’America integralista, che di nome fa Joseph Nicolosi. Uno che pensa che i gay si guariscono. E persino Povia ne ha guariti almeno due, e ora sono sposati.
Ora ognuno è libero di pensare quello che vuole. E se Povia pensa di guarire i gay pazienza, c’è tanta di quella gente al mondo che pensa cose strane, che uno più o uno meno, non fa la differenza. Il problema è un altro. Puoi mandare a Sanremo uno così? A cantare questa canzone intitolata “Luca era gay”. No che non puoi.
Sanremo è un festival di canzoni stinte, di arrangiamenti che sono sempre gli stessi, di artisti che vanno e vengono senza troppa passione. Di giovani cantanti che sembrano già vecchi, e di vecchi cantanti che vogliono sembrare a tutti i costi giovani. Povia non c’entra nulla. È un reazionario, ma con i capelli lunghi, che fa politica.
E Paolo Bonolis non può essere così miope da non capire che così non funziona, e che a Sanremo ci puoi mandare vecchie e nuove glorie che cantano la stessa canzone, che fa rima con cuore, con amore, con tutto quello che ti pare. Poi prendi due a caso, e gli fai cantare una bella canzoncina contro la guerra e la fame nel mondo, la miseria, la violenza alle donne. Giusto per mettere su un colonnino sui giornali. Per una manifestazione che non sa di nulla. Ma questa di Povia è volgare e persino pericolosa. Gli facciamo raccontare a milioni di telespettatori che i gay son dei malati? In un paese moderno e civile? Nel 2008? Sulla rete ammiraglia del servizio pubblico Rai?
Se è una trovata pubblicitaria per ridare ossigeno a un festival ansimante e tramortito, nessuna giustificazione: si tratta di una trovata volgare e indegna. Se invece non la è, allora preoccupiamoci, davvero. Siamo alla frutta. Capisco l’Arcigay che vuole impedire che Povia canti quella canzone. Ma se alla Rai rinsaviscono all’improvviso, e se ne accorgono, forse questa farsa grottesca si potrà impedire. Riguardo a Povia, troverà un’altra canzone più consona. E se ha solo quella, vuol dire che se ne farà volentieri a meno.
* l’Unità, 24 dicembre 2008
Abbiamo ascoltato in anteprima "Luca era gay", il brano che già ha sollevato un putiferio
Un ragazzo reso omosessuale da un pedofilo e che trova la felicità da eterosessuale
La canzone di Povia a Sanremo
Gay? È colpa di mamma e papà
di GINO CASTALDO *
ROMA - Attenti genitori. Attente mamme troppo affettuose, attenti padri distratti e sbevazzoni. Attenti soprattutto a decidere di separarvi con troppa leggerezza. Il vostro irresponsabile comportamento potrebbe avere l’indesiderato effetto di generare un figlio gay. È questo, in sintesi, il Povia-pensiero che sbarcherà sul palco di Sanremo. Abbiamo ascoltato, superando ostacoli degni di un segreto di Stato, la canzone più blindata del festival, quella che ha già provocato polemiche fin dal suo annuncio. È bastato il titolo, Luca era gay, con quel verbo all’imperfetto, a ispirare alle associazioni omosessuali un malaugurato sospetto: non è che Povia, viste alcune sue precedenti affermazioni sul tema, intenda dire che l’omosessualità possa essere considerata una malattia, e come tale passibile di guarigione? Apriti cielo. Povia ha smentito, riportando addirittura a circostanze autobiografiche la storia della canzone ("i miei si separarono quando ero piccolo. Rimasi solo in un ambiente tutto femminile, giocavo con le bambole. Sbaglia chi crede che gay si nasce" ha raccontato) ma non ha convinto del tutto. E l’ascolto della canzone chiarisce ogni cosa.
Di malattia, a onor del vero, non si parla, anzi a un certo punto canta a chiare lettere: "né malattia, né guarigione", un verso che sembrerebbe quasi aggiunto in un secondo momento per rispondere al polverone polemico. Ma i conti non tornano lo stesso. La storia è questa: Luca è stato un ragazzo infelice, finché ha incontrato un uomo, molto più grande di lui, che gli ha dato amore, sesso e conforto. Poi a una festa incontra una lei, e la sua vita cambia. Il ritornello afferma implacabile: "Luca era gay, e adesso sta con lei" (da notare l’ineffabile rima Gay-lei) "Luca parla con il cuore in mano, Luca dice sono un altro uomo". Una semplice trasformazione, dunque, prima gay convinto, poi "finalmente" uomo. Ma l’equazione sospetta rimane. Tutto nella canzone porta verso un assioma incontrovertibile: omosessualità=infelicità, eterosessualità=felicità. L’Arci-gay avrà comunque pane per i suoi denti.
Non che a Sanremo non ci siano stati precedenti. L’anno scorso la Tatangelo fu sbeffeggiata per molto meno. In fondo si limitava a notare che il suo caro amico, pur essendo gay, era anche lui come noialtri etero un figlio di Dio. Ma Povia va molto oltre. La canzone è un rap e racconta con dovizia di particolari la storia di Luca, praticamente un melò: l’infanzia, dominata da una madre iperaffettuosa, ovviamente gelosa di altre femmine che "mi parlava sempre male di papà mi diceva non ti sposare mai" e un padre che non regge il disagio, "non prendeva decisioni e stava fuori tutto il giorno", alla fine se ne va, comincia a bere, di fatto scompare dalla vita di Luca finché, seguendo un determinismo meccanico, da manuale di psicologia minore, arriva un uomo adulto (in zona di sospetta pedofilia, tanto che il ragazzo teme possa essere arrestato, ma pensa già a far sparire le prove così lo assolvono), un uomo che, neanche a dirlo, sostituisce il padre mancante e gli regala il tanto agognato amore. Poi si arriva alla rivelazione finale. Luca scopre che attraverso una lei può finalmente smettere di essere gay ("papà ti ho perdonato, mamma ti penso spesso ma adesso sono innamorato dell’unica donna che abbia davvero amato").
Non fa una piega. Il Luca di fine canzone è un uomo ritrovato, con moglie e figli. Povia lo dice chiaramente: l’omosessualità non è una malattia, bontà sua, ma una deviazione sì, un errore causato da una pessima situazione familiare, e quindi rimediabile. Insomma la buona notizia è che per i gay non tutto è perduto, una speranza di redenzione c’è.
* la Repubblica, 21 gennaio 2009
Le associazioni omosessuali contro il brano presentato dal cantante
nel quale si racconta di un ragazzo che torna etero e ritrova la felicità
"Tutti a Sanremo contro Povia"
Sul festival la protesta dei gay
Il presidente Arcigay: "Teorie vaneggianti sostenute dagli integralisti cattolici" D’Gay Project: "Solo in Italia questo livello di ignorante provocazione"
di ALESSANDRA VITALI *
ROMA - Una marcia arrabbiata ma allegra e soprattutto felice, per dimostrare che ciò l’equazione gay=infelicità, cantata da Povia in Luca era gay, brano dello scandalo che porterà al prossimo Festival di Sanremo, non ha alcun fondamento. Le associazioni degli omosessuali non ci stanno. E annunciano un presidio a Sanremo, proprio in occasione della manifestazione canora. Appuntamento il 21 febbraio per dare una risposta, come spiega l’Arcigay, "alle vaneggianti teorie per cui si diventa omosessuali a causa di genitori iperprotettivi o assenti, o perché si incontrano anziani pedofili, stupidità e luoghi comuni - si legge in un comunicato dell’associazione - sostenuti dal cantante Povia e dai gruppi integralisti cattolici".
Sulla stessa linea il presidente di Di’Gay Project, Imma Battaglia: "Sa Povia quanti erano etero e poi si sono dichiarati gay? E lì, che fa, dice che erano infelici prima o dopo? Solo in Italia si può assistere a un livello così basso di ignorante provocazione. E Sanremo si presta, per motivi di audience a basso costo. Mentre noi dobbiamo confrontarci con la libertà di espressione. Povia sia libero di dire ciò che vuole - conclude Battaglia - tanto la sua resta solo una canzonetta. Per noi, essere gay significa essere felici."
"Il 21, serata di chiusura del Festival, ci saremo sicuramente - dice il presidente dell’Arcigay, Aurelio Mancuso - ma non escludiamo la nostra presenza anche negli altri giorni della kermesse. Abbiamo un sacco di idee, c’è grande fermento su Facebook e fra le associazioni perché la comunità omosessuale è sinceramente inorridita".
Inorridita per una canzone che fin dal titolo, Luca era gay, lascia intendere che l’omosessualità si può considerare una malattia, un incidente, una deviazione dal percorso dalla quale si torna indietro. E se a un uomo un altro uomo può dare l’amore, non sarà mai pari alla felicità che una donna saprà regalargli.
"Sbaglia chi considera la nostra portesta una forma di censura, noi non vogliamo censurare nessuno - insiste Mancuso - vogliamo solo ristabilire la verità scientifica, perché fino ad oggi nessuno ce ne ha data l’opportunità. Io sono andato a Porta a porta - racconta - mi hanno fatto un’intervista di due minuti infilata in un ’panino’, con Bonolis e lo stesso Povia in studio, nel quale mi hanno massacrato, fatto passare per un poveretto. Non è questo il compito del servizio pubblico".
Che si tratti di un’operazione commerciale è chiaro a tutti, "si deve sapere che è un’operazione che viene fatta sulle spalle della gente, non tanto gli omosessuali che vivono serenamente la loro vita, ma quelli che ancora hanno problemi, non riescono a dirlo ai genitori, non possono vivere alla luce del sole la loro sessualità. Questo è l’aspetto grave dell’operazione - continua il presidente dell’Arcigay - una presa in giro, dire che chi è gay è infelice e che l’unica felicità sta nell’eterosessualità".
Quanto alle forme della protesta, "ci stiamo pensando, abbiamo un sacco di idee, ma quel che conta è che passi il messaggio che non vogliamo fare una battaglia di casta. Se invece che Luca era gay, il titolo fosse stato Luca era ebreo o Luca era negro, che cosa sarebbe successo? E invece niente, politici, intellettuali, tutti zitti. Si dica, piuttosto, che le persone sono infelici per il clima che si respira nel paese, altro che gay o etero...".
* la Repubblica, 21 gennaio 2009