Brindisi, 3 ott. (Adnkronos/Ign) - Si è arreso il giovane turco, uno e non due come si credeva inizialmente, che nel pomeriggio ha dirottato un aereo della Turkish Airlines in volo da Tirana a Istanbul e atterrato a Brindisi. I 107 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio che si trovavano a bordo stanno bene e stanno piano piano scendendo a terra. L’allarme è scattato nel pomeriggio nello spazio aereo greco dopo la segnalazione del pilota. A quel punto, il Boeing 737 è stato scortato da un caccia F-16 dell’Aeronautica militare e fatto atterrare sulla pista di Brindisi.
L’uomo, un turco di 30 anni, voleva portare un messaggio al Papa, anche se in un primo momento si pensava che il gesto fosse una protesta contro il prossimo viaggio del Pontefice in Turchia, in programma dal 28 novembre al 1 dicembre. Il dirottatore non era armato e si è detto subito disposto ad arrendersi, chiedendo però asilo politico in Italia.
Sull’aereo della Turkish Airlines viaggiavano 107 passeggeri e sei membri dell’equipaggio. ’’I passeggeri e l’equipaggio non sono sotto minaccia’’, aveva assicurato il presidente della Turkish airlines, Candan Karlitekin, parlando con la televisione Ntv. E pure i due piloti dell’aereo turco, il capitano Mursel Gokalp e il copilota Yavuz Yilmaz, avevano confermato che i passeggeri non erano in pericolo.
Il segnale di dirottamento era stato lanciato due volte mentre il velivolo si trovava nello spazio aereo greco. ’’Ho a bordo due persone indesiderate che vogliono andare in Italia per vedere il Papa e consegnarli un messaggio’’, aveva detto il capitano ai controllori di volo greci. Immediatamente si sono alzati in volo quattro caccia dell’Aeronautica di Atene. Dall’Italia invece è partito alle 17.16 un caccia F-16 del 37° stormo dell’Aeronautica militare che ha intercettato l’aereo di linea turco e lo ha quindi affiancato e scortato fino all’atterraggio sull’aeroporto di Brindisi.
Subito dopo l’atterraggio l’aeroporto di Brindisi è stato chiuso al traffico. Sulla pista numerosi mezzi di polizia e carabinieri e 10 squadre dei vigili del fuoco. Anche l’aeroporto di Tirana è stato chiuso e le misure di sicurezza sono state rafforzate. ’’Tutti i voli da e per Tirana sono stati cancellati’’, ha annunciato il ministro dei Trasporti albanese Lulezim Bash.
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Il pirata dell’aria ha detto di avere un messaggio per Benedetto XVI. Il gesto legato alla visita del Papa in Turchia. Il Vaticano: i programmi non cambiano
Paura sul volo Tirana-Istanbul il dirottatore si arrende a Brindisi
Voleva andare a Roma, un F16 lo costringe all’atterraggio in Puglia. Non era armato, ha chiesto asilo politico e si dichiara cristiano *
ROMA - Si è arreso il turco che aveva dirottato un aereo della Turkish Airlines con 113 persone a bordo in volo da Tirana a Istanbul. Intercettato da un F16 dell’aeronautica militare italiana, il velivolo, un Boeing 737, è stato fatto atterrare all’aeroporto di Brindisi, che è stato chiuso al traffico. Subito sono state avviate trattative. Inizialmente si era parlato di due dirottatori. Circa tre ore dopo l’atterraggio nello scalo pugliese la vicenda si è conclusa: il pirata dell’aria si è consegnato alle forze dell’ordine e gli ostaggi hanno potuto lasciare l’aereo.
L’azione criminale è stata condotta da Hakan Ekinci, 30 anni, già noto alle forze dell’ordine turche. L’uomo si professa cristiano e in agosto aveva scritto al Papa per esporre i suoi problemi di obiettore di coscienza rispetto al servizio militare.
Dopo essere stato arrestato, Ekinci è stato sottoposto a un primo interrogatorio da cui è emerso che il dirottamento è stato di fatto un bluff. L’uomo avrebbe asserito che sul Boeing c’erano suoi complici armati. Invece non ce n’erano e neanche lui aveva armi di nessun genere. Agli inquirenti ha detto di essere di religione cristiana ma non ha consegnato nessun messaggio per il Papa. Quanto alle ragioni del suo gesto, si è limitato a dire che le spiegherà in seguito.
La dinamica del dirottamento. Il volo è stato dirottato nello spazio aereo greco. Nelle prime fasi si sono susseguite informazioni frammentarie e spesso in contrasto fra loro. E il dirottamento è parso in qualche modo legato alla visita del Papa in Turchia, fissata per il 28 novembre. Il dirottatore ha detto di avere un messaggio per Benedetto XVI e ha mostrato un pacco alle hostess. "Faccio saltare l’aereo, portatemi a Roma". Il pilota ha lanciato il doppio allarme e cambiato direzione.
Sull’aereo. A bordo del volo, decollato da Tirana alle 16.40, c’erano 107 passeggeri e sei membri dell’equipaggio. Molti di loro non si sono nemmeno accorti di quello che stava accadendo, almeno in una prima fase. Secondo la polizia di Tirana, gran parte dei passeggeri erano di nazionalità albanese, gli stranieri erano una ventina (nessun italiano). Il velivolo è stato fatto atterrare su una pista decentrata dell’aeroporto di Brindisi ed è stato circondato da mezzi della polizia e dei vigili del fuoco. L’Enac ha fatto sapere che è scattato il piano d’emergenza per i casi di terrorismo internazionale.
"L’aereo ha inviato due segnali di dirottamento in codice mentre si trovava nello spazio aereo greco - ha riferito una fonte del ministero della Difesa di Atene - Quattro caccia dell’aviazione greca sono decollati e hanno scortato il velivolo fuori dallo spazio aereo greco in direzione di Brindisi". A questo punto è stato intercettato da un F-16 dello stormo di Trapani. Stando a quanto riferito dalla Ntv, uno dei piloti ha detto alle autorità aeroportuali di Istanbul che il dirottatore sarebbe voluto andare a Roma. Ma non è stato accontentato. L’F16 italiano l’ha costretto all’atterraggio a Brindisi.
Le richieste. Fonti dei vigili del fuoco hanno riferito che Ekinci ha chiesto di poter consegnare dei pacchi e parlare con la stampa. Le trattative sono state affidate al prefetto di Brindisi Mario Tafaro, al quale il pirata dell’aria ha manifestato la volontà di arrendersi e chiedere asilo politico. Ha dichiarato di essere cattolico e di sentirsi perseguitato in Turchia. "Appariva impaurito" ha dichiarato un passeggero. Ekinci aveva chiesto asilo politico già in Albania. Il dialogo con le forze di polizia non è stato mai teso: gli agenti speciali hanno capito di trovarsi davanti a una persona non pericolosa, che a un certo punto ha perfino chiesto di incontrare la stampa.
Reazioni dal Vaticano. Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa del Vaticano, ha commentato la notizia del dirottamento dicendo: "Siamo allertati. Attendiamo di avere più elementi". E successivamente ha chiarito che il viaggio del Papa in Turchia non subirà modifiche o rinvii e che "i preparativi proseguono regolarmente senza nessuna battuta d’arresto".
Minacce di Al Qaeda in Turchia. In conicidenza con il dirottamento monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico in Anatolia, ha parlato dei rischi che circondano la visita di Benedetto XVI in Turchia. Facendo riferimento in particolare alle "minacce di Al Qaeda contro tutti coloro che incontreranno il Papa, comprese le autorità dello Stato", minacce riportate dal quotidiano Hurriyet. (3 ottobre 2006)
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www.repubblica.it, 03.10.2006