L’incidente intorno alle 9.35 sulla linea A nella stazione di Piazza Vittorio Emanuele. La vittima è una donna di Frosinone. Ha funzionato la macchina dei soccorsi
Roma, disastro nella metropolitana Tamponamento fra treni: 1 morto, 110 feriti
Cinque dei ricoverati sono in gravi condizioni. Si è temuto l’attentato, poi escluso. Le ipotesi: guasto tecnico o errore umano. Salvo il macchinista *
ROMA - Una donna è morta, ci sono cinque feriti gravi e circa 110 lievi, ma Roma oggi ha temuto il peggio per un grave incidente nella metropolitana. Il disastro, intorno alle 9.35. Un tamponamento tra due treni della linea A: uno era fermo nella stazione Vittorio Emanuele II, l’altro veniva da Anagnina. Per ragioni ancora sconosciute il treno che arrivava non si è fermato, ha urtato l’altro, la centralina elettrica è andata in tilt, si è scatenato l’inferno.
I vigili del fuoco hanno estratto dalle lamiere dei due vagoni distrutti il corpo di una donna, Alessandra Lisi, 30 anni, di Pontecorvo, in provincia di Frosinone, ricercatrice all’università. Faceva la pendolare, era partita dalla stazione di Roccasecca con il treno delle 6.05. E’ morta sul mezzo che prendeva ogni giorno per andare al lavoro.
Subito tutti hanno temuto per la vita del macchinista del treno che ha tamponato. Viste le condizioni della sua cabina, c’erano poche speranze. L’hanno trovato e tirato fuori. Non sembrava grave, parlava. Ma, poco dopo, si è sparsa la notizia (da fonti del 118) che l’uomo era morto per le gravissime lesioni interne. Poi la smentita. Solo 10 giorni di prognosi per l’uomo che il pm Elisabetta Cericcola sta interrogando in ospedale per capire le dinamiche dello scontro.
Nei corridoi della stazione e nella piazza centinaia di persone sconvolte: molti sanguinavano, altri erano ancora intontiti dallo shock, altri ancora cercavano il telefono per avvisare subito i parenti. La paura era sul volto di tutti, perché il primo pensiero, quando nella metro si è sentito il fragore ed è piombato il buio, è stato quello di un attentato.
La macchina dei soccorsi, secondo quanto hanno più volte voluto sottolineare il prefetto Achille Serra, il sindaco Walter Veltroni e il governatore del Lazio, Piero Marrazzo arrivati subito sul posto, è scattata con prontezza. La piazza è stata transennata, nella zona dell’Esquilino, che comprende anche la stazione Termini, è stato subito caos, ma le ambulanze hanno raggiunto in fretta gli ospedali.
L’ipotesi di un’esplosione è stata esclusa sin dal primo momento, ma poco si sa sulle cause del tamponamento. I due convogli erano nuovi, prodotti dalla spagnola Caf, tra gli ultimi ad essere messi in funzione. Esluso l’attentato restano il guasto tecnico (si è parlato di una centralina elettrica che non avrebbe funzionato) e l’errore umano. Alcuni testimoni hanno riferito che non si è sentito lo stridio di una frenata, per cui, anche se il treno procedeva a velocità limitata, sarabbe piombato sull’altro in corsa. Secondo alcuni passeggeri ci sarebbe stato un semaforo rosso che il macchinista, forse, non ha visto.
A chiarire sarà l’inchiesta della magistratura, ma intanto ha il sapore di un presagio sinistro l’articolo apparso proprio oggi sulla cronaca di Roma di Repubblica, che indica la stazione Vittorio Emanuele come una tra le più bisognose di urgenti interventi di ammodernamento.
Il comandante dei vigili del fuoco di Roma, Guido Parisi, ha escluso il guasto elettrico. "Il quadro elettrico, la centralina non ha nulla a che vedere con quanto accaduto - ha detto il dirigente - allo stato dobbiamo parlare unicamente di tamponamento, sulle cui origini tocca ad altri pronunciarsi, ma di sicuro escludiamo problemi relativi alla centralina elettrica". Parisi ha inoltre aggiunto che nel giro di appena mezz’ora dall’incidente "tutte le persone ferite erano state soccorse e trasferite negli ospedali di zona".
Il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, si è detto molto preoccupato per i feriti. A Milano per un convegno il ministro ha spiegato: "Non sappiamo molto sulla dinamica dell’incidente, qualcosa non ha funzionato nei sistemi di controllo automatici".
La società Met.Ro ha fatto sapere che il traffico sulla linea A sarà ripristinato probabilmente domani mattina e ha categoricamente smentito le voci che prima dell’incidente ci fossero stati problemi alla linea elettrica. Il traffico automobilistico e dei mezzi pubblici di superficie in piazza Vittorio Emanuele è ripreso intorno alle 13. (17 ottobre 2006)
www.repubblica.it, 17.10.2006
Metro di Roma, scontro tra treni
Due morti, tra cui una ragazza. Sono 50 i feriti gravi
(www.repubblica.it, 17.10.2006)
Due treni della linea A della metropolitana di Roma si sono scontrati questa mattina all’altezza della stazione di piazza Vittorio. Due morti, tra cui una donna, sono stati estratti dalle lamiere. Sarebbero circa sessanta i feriti, di cui 50 gravi. Alcune persone sono ancora intrappolate. Non ancora chiara la dinamica dell’incidente. Chiusa la Linea A.
10:45 Una donna tra le vittime Il corpo estratto dalle lamiere del convoglio della metro A è quello di una donna di trenta anni. I vigili del fuoco stanno lavorando tra i rottami dei due convogli, tentando di liberare altri passeggeri rimasti intrappolati. Molti sono in gravissime condizioni.
10:43 Il pubblico ministero sul luogo dello scontro Il pm della procura di Roma, Elisabetta Ceniccola si sta recando per un sopralluogo al fine di ricostruire la dinamica dell’incidente alla metro avvenuto all’altezza della fermata di Piazza Vittorio.
10:40 Scontro treni, due morti Ci sarebbe anche un secondo morto nell’incidente tra due treni della metro avenuto stamane
10:33 Scontro treni, a tamponare convoglio nuovo treno A tamponare il convoglio della metro A sarebbe stato uno dei nuovi treni Caf, vetture messe da poco in circolazione sulla linea A e con tecnologia all’avanguardia, di fabbricazione spagnola che sostituiranno gradualmente l’attuale flotta della metropolitana.
10:32 Scontro treni, estratti 50 feriti gravi I vigili del fuoco hanno estratto anche cinquanta feriti gravi
10:30 Incidente metro, estratto un cadavere Ci sarebbe un morto nell’incidente tra treni della metro. Un cadavere è stato estratto dalle lamiere.
10:26 Chiuse la linea A e piazza Vittorio E’ stata sospesa la circolazione in entrambe le direzioni della linea A della metropolitana. I passeggeri potranno ricorrere a navette sostitutive messe a disposizione lungo i tragitti della metropolitana. Inoltre le forze dell’ordine hanno bloccato ogni accesso alla zona di Piazza Vittorio per favorire l’accesso e il lavoro dei mezzi di soccorso che stanno affluendo in massa per trasportare negli ospedali i feriti dello scontro fra due convogli della linea a della metropolitana avvenuto questa mattina.
10:25 Scontro treni: sessanta feriti, 15 gravi Sarebbero sessanta, secondo gli operatori del 118, i feriti nello scontro tra convogli avvenuto alla fermata metro Vittorio Emanuele. Di questi 15 sarebbero in gravi condizioni.
10:23 Testimoni: "Ancora tanta gente là sotto" "C’è ancora tanta gente là sotto. Credo che non possa muoversi". E’ quanto ha raccontato un testimone, una persona che si trovava su uno dei due convogli, secondo il quale almeno un quarto del vagone che ha tamponato l’ altro treno si sarebbe completamente accartocciato. I due convogli sarebbero nuovi treni entrati in funzione di recente. "Ho visto una metro della Linea A, il nuovo modello come la nostra sulla quale viaggiavamo - ha raccontato il testimone - ho visto che avevamo velocità sostenuta e non frenavamo, sembrava impossibile che entrassimo lì con tanta forza".
10:19 Testimoni, corpi incastrati tra le lamiere Dalla ricostruzione fatta da alcuni dei passeggeri sembra che il secondo treno non andasse a velocità molto elevata. L’impatto comunque ha fatto sì che il treno in corsa sia entrato completamente nell’ultimo vagone del convoglio che era fermo alla stazione di Piazza Vittorio. Secondo i testimoni, che sono scesi dal treno che si è schiantato, tra le lamiere accartocciate dei treni ci sarebbero delle persone. I feriti più gravi sono già stati portati ai pronto soccorso, ma è ancora molta la gente che sta aspettando in strada le autoambulanze. Qualcuno perde sangue dalla testa, altri meno gravi hanno preso colpi in testa, o agli arti e alle gambe. Le entrate della metropolitana sono state transennate.
10:15 Scontro treni, forse un tamponamento Secondo una prima ricostruzione dell’ incidente, un convoglio della metropolitana avrebbe tamponato un altro treno.
10:12 Veltroni e Serra sul luogo dello scontro Il sindaco Veltroni ha lasciato in questo momento il Campidoglio per recarsi a piazza Vittorio dove si è verificato lo scontro fra due convogli della metro A. Con lui il prefetto Achille Serra. A quanto emerso ci sarebbero una cinquantina di feriti.
10:12 Diverse persone incastrate tra le lamiere Ci sono ancora diverse persone incastrate tra le lamiere dei due convogli della metropolitana che si sono scontrati questa mattina a Roma. I vigili del fuoco, secondo quanto si è appreso dagli uomini che stanno operando sul posto, hanno già estratto una sessantina di feriti. La maggior parte ha riportato contusioni, ma una ventina sono in condizioni gravi, mentre si sta lavorando per liberare gli altri.
10:11 Forse anche esplosione centralina elettrica Ancora poco chiara la dinamica degli eventi. Pare ci sia stata anche la piccola esplosione di una centralina elettrica, non si sa se prima del tamponamento, del quale sarebbe stata la causa, o dopo, in conseguenza dell’incidente. Alcuni testimoni hanno raccontato che un treno fermo è stato tamponato da un altro in arrivo e che ci sarebbero dei feriti intrappolati sotto alcune travi cadute. Sul posto ci sono carabinieri, poliziotti e vigili del fuoco.
10:06 Scontro treni, una sessantina di feriti Sono una sessantina le persone rimaste ferite nell’incidente di questa mattina, alcuni gravi. Secondo un primo bilancio, una quindicina di questi sarebbero molto gravi.
10:05 Scontro treni, numerosi feriti Lo scontro tra due treni della metropolitana avvenuto all’altezza della fermata di Piazza Vittorio della linea A ha provocato il ferimento di alcuni passeggeri. Sul posto sono intervenuti i vigili del Fuoco, carabinieri e polizia. Piazza Vittorio è stata chiusa.
10:05 Roma, tamponamento tra treni del metro Tamponamento tra treni questa mattina alla stazione Metro A di Roma Vittorio Emanuele. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e tutti i passeggeri sono stati fatti evacuare. Al momento non si conosce ancora la dinamica dell’incidente e non è chiaro se ci siano feriti.
Roma, dalle 9 i funerali di Alessandra Lisi. Stop alle passerelle per la Festa del cinema. Il sindaco Veltroni viaggia sulla linea A da privato cittadino
Scontro metrò, domani lutto cittadino. Riaperta la stazione di Piazza Vittorio *
ROMA - Lutto cittadino domani a Roma in occasione dei funerali di Alessandra Lisi, la giovane ricercatrice morta nell’incidente avvenuto due giorni fa nella linea B della metropolitana. Comincerà alle 9 e finirà per le 17 come proclamato dal sindaco Veltroni, e la Festa del Cinema ha già deciso che abolirà passerelle e la diffusione musicale all’interno della cavea dell’Auditorium.
Questa mattina Veltroni è voluto tornare sul luogo dell’incidente, nella stazione di piazza Vittorio, dove è salito sulla metro da privato cittadino, senza scorte, nè seguito. "Ho trovato molta tranquillità, serenità, affetto e simpatia, e mi ha fatto molto piacere. E’ stato un viaggio di solidarietà, senza scorta nè giornalisti".
La stazione è stata riaperta questa mattina alle 5 e 30, il pezzo di marciapiede della banchina, di appena qualche centimetro, saltato nell’impatto, è stato riparato. Per quanto riguarda le indagini, si investiga sui freni del convoglio che potrebbero essere difettosi visto che aveva già deragliato in fase di collaudo.
Sul fronte dei feriti, una nota positiva: sono stabili dal punto di vista respiratorio e cardiocircolatorio, pur rimanendo gravi, le condizioni della donna giapponese coinvolta nell’incidente; in miglioramento le condizioni degli altri.
"L’intera città e l’Amministrazione tutta - recita una nota del Campidoglio - colpita da questo drammatico evento, intendono così partecipare al dolore dei familiari della vittima ed esprimere la propria solidarietà a tutti coloro che sono rimasti coinvolti nel tragico incidente". (19 ottobre 2006)
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www.repubblica.it, 19.10.2006
La metropolitana torna in funzione dopo l’incidente mortale di ieri. Gravi "ma stabili" le condizioni di una donna giapponese
Roma, riaperta la linea A della metro Indagato il macchinista
Oggi dal pm l’incarico a un perito per l’analisi della scatola nera. Semaforo rosso, velocità e sistemi di sicurezza al vaglio degli inquirenti *
ROMA - La linea A della metropolitana di Roma è stata riaperta al traffico questa mattina dopo il disastro di ieri che è costato la vita ad Alessandra Lisi, 30 anni, ricercatrice di Frosinone e il ferimento di 235 persone. Rimossi, durante la notte, i treni che si erano scontrati nella stazione. Il primo convoglio è stato rimosso all’una e 34, ed il secondo, che lo aveva tamponato, alle 5,30.
Il servizio è regolare su tutta la linea, salvo alla stazione di piazza Vittorio che rimane ancora chiusa ai passeggeri: i treni transitano, ma non si fermano, perchè la stazione è ancora inagibile. Probabilmente verrà riaperta in giornata.
Il macchinista del convoglio che ieri ha tamponato un treno che era fermo alla stazione Vittorio Emanuele è stato iscritto nel registro degli indagati. L’iscrizione di Angelo Tomei costituisce un atto dovuto perché gli consente di nominare un consulente che lo rappresenti negli accertamenti tecnici disposti dal pm.
La conferma della sua iscrizione nel registro degli indagati si è avuta quando il difensore d’ufficio nominato dalla procura ha ricevuto il conferimento dell’incarico peritale per la nomina di un consulente di parte che assisterà all’autopsia sul corpo di Alessandra Lisi. Secondo quanto si è appreso l’esame autoptico si svolgerà domani. Il fascicolo dell’incidente alla metro è stato secretato dal Pm il quale procede per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni gravissime.
Le condizioni dei feriti. La paziente più grave è sicuramente la ragazza giapponese le cui condizioni "anche se severe sono stabili", spiega il direttore del centro di rianimazione dell’ospedale San Giovanni Addolorata, Italo Volpe, dove la ragazza è ricoverata da ieri. "La donna in questo momento è sedata e la prognosi rimane riservata. Salvo complicazioni siamo fiduciosi di arrivare al recupero completo della paziente". Nello stesso ospedale restano ricoverati altri 7 feriti.
Dal bollettino si apprende che la donna giapponese alle ore 11 di ieri presentava condizioni generali gravi per un importante trauma toracico, fratture costali multiple, lesioni ortopediche agli arti superiori e fratture del bacino. Dopo essere stata sottoposta ad un intervento chirurgico pluri-disciplinare, terminato alle 20 di ieri sera, attualmente la donna presenta insufficienza respiratoria post traumatica.
Sono quattro i pazienti ricoverati in ortopedia in condizioni generali definite dal bollettino medico buone. Un sesto paziente di 41 anni - le cui condizioni vengono definite buone - è ricoverato in medicina di urgenza, presenta una contusione lombare destra e la distrazione del rachide cervico-dorsale. La settima paziente di 49 anni è ricoverata presso la terapia sub-intensiva della medicina d’ urgenza: "Ha riportato fratture multiple del bacino e delle costole e rimane ricoverata in quanto affetta da altra patologia non legata all’ incidente subito ieri".
L’ ultima paziente è stata trasferita nel pomeriggio di ieri dall’ ospedale Fatebenefratelli dell’ Isola Tiberina per essere trattata in ambiente ultra specialistico. "E’ stata immediatamente sottoposta ad intervento di chirurgia maxillofacciale per la frattura mandibolare - dice il bollettino - Attualmente è ricoverata presso il centro di rianimazione. Al momento del ricovero presentava anche la frattura di una vertebra cervicale e ferite al volto".
Tre inchieste per la verità. Proseguono le tre inchieste avviate dopo l’incidente. Quella della procura di Roma, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni gravissime. Quella del governo, che ha nominato una commissione composta da docenti e tecnici affidata al coordinamento del direttore generale del settore sicurezza del ministero dei Trasporti. E l’ultima della società che gestisce la metropolitana romana.
La scatola nera. Il pm Elisabetta Ceniccola dovrebbe assegnare oggi l’incarico a un esperto per l’analisi della scatola nera montata sui convogli. Probabilmente l’incarico andrà a un ingegnere dei trasporti e in particolare dei trasporti su ferro, dotato di un software adeguato e di una preparazione specifica. Con la scatola nera, i periti dovranno esaminare treni, centraline che segnalano il passaggio dei convogli, filmati.
Il semaforo rosso. Numerosi gli interrogativi ai quali fornire una risposta. Partendo da alcune, poche, certezze: i due convogli si sono tamponati; il semaforo - che doveva bloccare la corsa di uno dei due treni - era rosso, ma non è stato rispettato. Il macchinista del treno in corsa Angelo Tomei - illeso per miracolo e ora ricoverato in ospedale con 10 giorni di prognosi - ha raccontato a un collega di aver ricevuto il via libera della centrale operativa che, pure, era a conoscenza del fatto che davanti c’era un altro convoglio fermo in stazione.
Dalle testimonianze - e da alcune registrazioni sequestrate dalla polizia - emerge che il non rispetto dei "rossi" è abbastanza usuale tra i macchinisti che vengono sollecitati dalla centrale operativa a recuperare i ritardi "procedendo a vista", ovvero camminando lentamente (15 chilometri orari) invece di bloccare completamente il treno.
Secondo interrogatorio per il macchinista. Proprio in queste ore è in corso l’interrogatorio, da parte del pm Ceniccola, del macchinista del treno tamponato, ascoltato in qualità di testimone. L’uomo è apparso ancora visibilmente provato per l’incidente di ieri. In precedenza era stato sentito dallo stesso magistrato un operatore della centrale della Garbatella ed è in attesa di essere ascoltato un responsabile della stessa sala.
L’inchiesta comunque dovrà anche accertare il funzionamento dell’impianto di segnalazione: dubbi sull’efficienza dell’ impianto semaforico sarebbero emersi, secondo quanto si è appreso, nel corso di uno dei sopralluoghi compiuti nell’ arco della giornata.
La velocità. Secondo la ricostruzione fatta dal ministro dei trasporti Alessandro Bianchi in parlamento i due convogli che si sono scontrati alle 9:37 andavano "abbastanza piano", ad 25-30 chilometri orari. Una velocità comunque superiore ai 15 chilometri all’ora. Quindi, le inchieste, dovranno accertare la velocità esatta alla quale correva il treno che poi si è schiantato contro l’altro convoglio nella stazione di piazza Vittorio.
I sistemi di sicurezza. Altra questione da chiarire, quella dei sistemi di sicurezza - tesi a prevenire errori umani e tecnici - che non sarebbero scattati: uno controlla la distanza tra i treni, uno la velocità e uno interviene in caso di malore del macchinista. Hanno funzionato a dovere? Anche questo andrà chiarito dai magistrati.
Le testimonianze dei passeggeri. L’inchiesta della magistratura si avvarrà, sicuramente, anche delle testimonianze dirette dei passeggeri. Molti dei quali hanno riscontrato anomalie nella velocità dei convogli o strani movimenti sussultori del treno nelle ore precedenti l’incidente.
La polemica. Intanto al sindaco Walter Veltroni, che ieri ha ricevuto la solidarietà di numerosi primi cittadini, arriva anche quella di Marco Follini che prende le distanze dalle critiche avanzate da una parte consistente dlela Cdl: "Capisco il gusto della contesa politica. Ma trovo particolarmente sgradevoli, per usare un eufemismo, le polemiche di una parte del centrodestra, con esponenti dell’Udc in prima fila, contro il sindaco Veltroni per il grave incidente della metropolitana". (18 ottobre 2006)
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www.repubblica.it, 18.10.2006.
Met.Ro: quello è il segnale che consente di marciare a vista a 15 km/h Ministro e vigili del fuoco: "Niente sabotaggio, né guasto elettrico né errore umano"
Il metro è passato col rosso "permissivo". "Il macchinista aveva avuto il via libera"
La registrazione di un colloquio con la centrale svela che gli era stato detto di partire. Le segnalazioni a Repubblica: "Stamattina il mio treno a piazza Vittorio non ha fermato"*
ROMA - Il convoglio che ha causato il disastro nella metropolitana di Roma sarebbe passato con il semaforo rosso ma il macchinista avrebbe avuto l’ok direttamente dalla sala controllo che gestisce il traffico della metropolitana. E’ quanto rivela la registrazione di una comunicazione intercorsa tra il macchinista ferito e il personale della sala. La registrazione è stata sequestrata dalla polizia. Secondo Met.Ro si è trattato di un "rosso permissivo", che da regolamento consente di marciare a vista a 15 km/h.
In base a quanto registrato nella conversazione di questa mattina, in sostanza, il macchinista ha rilevato "un notevole intasamento" del traffico delle metropolitane chiedendo se doveva fermarsi o proseguire il viaggio. A questo punto gli è stato risposto in gergo tecnico di "andare a vista", procedendo cioè ad una velocità moderata di massimo 15 chilometri orari passando eventualmente anche con il rosso ma procedendo per "snellire il traffico". Unica cautela in questa procedura - è stato fatto notare - è affidata alla massima attenzione del macchinista che aziona i freni in caso di improvviso pericolo.
La ricostruzione. La dinamica del disastro, infatti, è parsa subito molto strana. L’errore umano del macchinista è praticamente impossibile sui convogli moderni (e nuovissimi) come quello che si è schiantato contro l’altro treno fermo a Piazza Vittorio. Se anche il guidatore non avesse visto il rosso, o avesse avuto un malore, il treno si sarebbe fermato nel tempo di 6 secondi dalla partenza. Dunque, il macchinista Angelo Tomei (5 anni di esperienza, considerato molto affidabile) può essersi mosso solo volontariamente dopo aver ricevuto un input sbagliato e fuorviante come quello di cui alla registrazione.
Le altre ipotesi, infatti, sono state escluse. I vigili del fuoco hanno smentito ad esempio che il tamponamento possa essere collegato a un guasto alla centralina che governa gli scambi e l’alimentazione a tutti i comandi lungo quel tratto di binario. "C’è stato semplicemente uno stacco della linea e uno scintillamento dovuto all’incidente, non è esplosa nessuna centralina", ha chiarito il comandante dei vigili del fuoco di Roma, l’ingegner Guido Parisi.
Al capo dei vigili ha fatto eco il questore Marcello Fulvi. "Qualcosa di palesemente anomalo è accaduto - ha ammesso - ma è presto per poter trarre conclusioni sulle cause. Aspettiamo l’esito delle perizie e delle indagini della magistratura". Al ministro dei Trasporti Bianchi spetta invece il compito di smentire altre due ipotesi circolate nelle prime ore successive allo scontro. "Non è stato un sabotaggio, altrimenti ci sarebbe stata una rivendicazione - ha osservato - Inoltre, se fosse stato un errore umano, il sistema delle vetture, di nuovo modello, si sarebbe bloccato".
Esclusa anche, per bocca di un portavoce della società Met.Ro, la voce, circolata con insistenza tra i passeggeri in transito a piazza Vittorio, secondo cui poco prima che avvenisse l’incidente si erano verificati problemi o anomalie al servizio, come un’interruzione elettrica o problemi al convoglio precedente a quelli rimasti coinvolti nello scontro.
La posizione di Met.Ro. Secondo l’azienda che gestisce le metropolitane romane, il segnale nella galleria è stato un "rosso permissivo" che consente, da regolamento, di "marciare a vista", a una velocità di non più di 15 chilometri orari. "Nella maggior parte delle metropolitane, anche all’estero - ha spiegato il direttore di esercizio della società Gennaro Maranzano - in galleria c’è quasi sempre il segnale di rosso permissivo". L’espediente servirebbe per prevenire situazioni di panico tra i passeggeri, che non amano restare fermi in galleria e potrebbero comportarsi in modo pericoloso, ad esempio tirando le leve di emergenza. Superata la stazione Manzoni, chiusa per i lavori di ammodernamento, il treno avrebbe incontrato in galleria un primo segnale di rosso permissivo a circa 480 metri da piazza Vittorio e un secondo segnale di rosso permissivo a 120 metri dalla quella stazione. Secondo i tecnici ed i dirigenti di Met.Ro, per capire realmente quello che è successo bisognerà però avere le registrazioni e i computer di bordo che però sono ora sotto sequestro.
Via alla commisione d’inchiesta. "Le indagini al momento non sono arrivate ad alcuna conclusione circa le possibili cause - spiega Bianchi - Lo spettro delle possibili cause è ampio. Potrebbe essere il mancato funzionamento degli impianti di linea o condizioni che non possiamo sapere: nulla possiamo escludere". Per fare luce sullo scontro il governo ha nominato una commissione di inchiesta che sarà guidata dal direttore generale del settore sicurezza del ministero dei trasporti e composta da docenti e tecnici specializzati nel ramo. Bianchi, dopo aver precisato che il convoglio che ha causato l’incidente "era dotato di un dispositivo automatico" che frena il treno in caso di malore del macchinista, spiega che la velocità del treno che ha tamponato era di 15 chilometri orari.
Le testimonianze dei lettori. A denunciare anomalie nel funzionamento della linea A è stato stamane anche un lettore di Repubblica.it che ha segnalato al sito lo strano comportamento del convoglio sul quale viaggiava questa mattina poco prima delle 7.45 in direzione Anagnina-Battistini. Il treno, al momento di arrivare nella stazione di piazza Vittorio, avrebbe infatti tirato dritto, senza effettuare la consueta sosta. "Non è mai successo - ci ha scritto il nostro lettore - in otto anni che utilizzo giornalmente la metro che un treno con persone a bordo non si fermasse ad una fermata".
E un’altra nostra lettrice, Cinzia Lancia, è disposta ad andare davanti al magistrato. Questa la sua testimonianza. "Vi scrivo per confermare quanto testimoniato da un Vostro lettore sulle anomalie della Metro A: sono salita alla stazione San Giovanni, dopo aver lasciato passare un convoglio perché troppo pieno, diretta a Battistini verso le 8.30 di questa mattina; il convoglio si è fermato per lungo tempo alla Stazione di Piazza Vittorio, alla stazione Termini, e alle fermate successive, anche se per meno tempo, poi a Lepanto è andata via la luce e siamo stati fermi per un tempo incredibilmente lungo, al buio, con la metro che faceva strani rumori. Sono arrivata a Battistini alle 9.15 passate.
Una ragazza scesa a Piazza di Spagna ha commentato che la giornata cominciava veramente male. Se necessario sono disposta a testimoniare anche al magistrato inquirente, Ho sentito anche altre persone che si lamentavano della stessa cosa".
L’inchiesta. "Qualunque affermazione sulle cause in questo momento è frettolosa e inopportuna", hanno fatto sapere dai vigili del fuoco. Nessuna dichiarazione invece dal magistrato incaricato dell’indagine, il sostituto procuratore Elisabetta Ceniccola che ha già svolto il primo sopralluogo alla stazione di piazza Vittorio e si è recata poi in ospedale per interrogare il macchinista del treno che ha tamponato il convoglio fermo in stazione. Il reato ipotizzato al momento dalla procura di Roma è quello di disastro colposo, omicidio e lesioni colposi.
Di certo c’è però il fatto che le disastrose condizioni di usura della rete metropolitana di Roma sono da tempo oggetto di preoccupazione. Proprio oggi dalle colonne di Repubblica il presidente del consorzio Met.ro Stefano Bianchi denunciava l’urgenza di una revisione generale sulla sicurezza dei convogli della linea B e la necessità di intervenire per ristrutturare sei stazioni centrali della A. (17 ottobre 2006)
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www.repubblica.it, 17.10.2006
"Il nostro convoglio viaggiava ad alta velocità. Non abbiamo frenato. Sembrava impossibile che entrassimo con tanta forza..."
I testimoni: "Abbiamo pensato a una bomba". "Il treno da Furio Camillo è partito col rosso"
E un passeggero racconta di "uno strano modo di viaggiare" del convoglio *
ROMA - "Ero appoggiato con le spalle alla parete del convoglio quando ho visto il treno che si avvicinava sempre di più. Ho avuto tantissima paura, dopodichè mi sono buttato all’indietro, a terra, e ho sentito un grande botto". E’ il drammatico racconto di un giovane avvocato che si trovava all’interno dell’ultimo vagone del convoglio della metro A fermo alla stazione di Vittorio Emanuele, al momento dello scontro.
Secondo un altro testimone, a provocare l’incidente potrebbe essere stato uno dei macchinisti: "Il treno della metropolitana che proveniva da Furio Camillo è partito con i semafori rossi, di solito credo bisogna aspettare il verde ma in questo caso sono sicuro di aver visto il rosso", ha dichiarato Simone Saltarelli, uno dei feriti.
Versione confermata anche da un altro passeggero, Fabiano De Santis: "Ho visto il semaforo rosso e un mezzo della metropolitana fermo davanti a noi. Ho avuto la percezione dell’impatto prima che questo avvenisse". "Mi sono tirato indietro e ho visto il mezzo accortocciarsi davanti a me - ha continuato a raccontare il testimone - Per fortuna si sono aperte le porte e siamo riusciti a scappare. Davanti a me ho visto gente rimasta incastrata. Io sono stato fortunato perchè mi sono accorto di ciò che avveniva".
Ma un altro passeggero riferisce di uno "strano andamento" del treno proveniente da Cinecittà: "Dalla fermata di S. Giovanni, e fino al momento del tamponamento, il convoglio ha fatto registrare uno strano modo di viaggiare, diverso da quello che si registra normalmente. Dalla fermata di S. Giovanni il treno, di ultima generazione, ha proceduto a velocità lentissima. Arrivato alla stazione di Manzoni, chiusa da tempo per lavori, ha improvvisamente accelerato e poi si è nuovamente fermato con una brusca fermata. Di fronte allo strano modo di procedere alcuni passeggeri del vagone si sono chiesti "ma come guida questo...?". Quindi è ripartito e senza nessun segno di frenata pochi istanti dopo c’è stato il tamponamento".
I passeggeri raccontano di uno scontro "pazzesco", di moltissimo fumo e di un terribile impatto. "Dopo l’impatto, la parete si è sfondata, ho dolore alle gambe e ho battuto la testa. Ho visto i feriti a terra, perchè lo scontro è stato talmente forte che siamo caduti tutti uno sull’altro", racconta una signora in lacrime, mentre aspetta di salire sull’ambulanza.
Le testimonianze si susseguono. "Ero nel treno che ha tamponato. Ha rallentato, si è fermato e poi è ripartito, e mentre accelerava ha sbattuto contro il convoglio fermo" dice Michele, 28 anni, ferito ad una gamba.
Molti passeggeri sono confusi e sotto shock come Roberto Cavaliere: "Ero nel treno che ha tamponato. Si è spenta la luce e ho avuto la netta sensazione dello scontro. Io me la sono cavata con poco, ho solo un forte dolore al petto, ma molta gente è invece rimasta per terra e quando sono uscito c’erano molte persone insanguinate e più gravi di me".
Ad aver vissuto momenti drammatici, soprattutto chi stava sull’ultimo vagone della metropolitana che era ferma alla stazione di Piazza Vittorio. "Ho visto in lontananza le luci della metropolitana, poi il buio - racconta Silvia, mentre si tiene un fazzoletto premuto sulla fronte - e poi l’impatto forte, e più niente. Credo di aver battuto la fronte contro qualcosa e adesso aspetto di andare all’ospedale".
Molti tra i passeggeri hanno pensato a un attentato: "Con le altre persone sul treno diretto a Battistini - ha raccontato una giornalista della Dire, Maria Carmela Fiumanò, ci siamo ritrovate all’improvviso buttate per terra. Una addosso all’altra, cercando in qualche modo di tenerci. Molti, presi dal panico, hanno cominciato a piangere. Non si capiva che cosa fosse successo. La paura di un attacco terroristico è stata subito tangibile. Nessuno lo diceva apertamente, ma si leggeva negli occhi delle persone, che velocemente cercavano di scappare da quel tunnel della stazione di Piazza Vittorio".
Tra i primi a portare soccorso ai passeggeri coinvolti nello scontro tra due convogli della linea A della metropolitana a Piazza Vittorio, sono stati i commercianti che hanno la loro attività sotto i portici della piazza umbertina. "Ci siamo accorti dell’incidente - ha raccontato la titolare di un negozio di calzature - dalle urla disperate che abbiamo sentito. Dall’uscita della metropolitana si è riversata una folla di persone disperata. Chi era ferito, chi semplicemente terrorizzato".
La signora ha raccontato di aver offerto dell’acqua ad una donna di colore che si era rannicchiata per terra sotto i portici e tremava dalla paura. Lo stesso hanno cercato di fare i negozianti vicini, mentre già i primi soccorsi erano arrivati e anche gli operatori e volontari della protezione civile comunale stavano distribuendo le prime coperte ai passeggeri.
All’esterno del pronto soccorso del San Giovanni ci sono anche i parenti dei feriti. Tra questi Giulio Laurenza, è in attesa di informazioni sulla moglie Tiziana Guarnieri di 49 anni: "Mia moglie prende la metro tutti i giorni, lavora in un negozio di abbigliamento in centro. Non dovrebbe avere niente di grave ma mi ha telefonato sotto shock. Mi ha raccontato che si è trovata per terra con molta gente addosso, le persone in preda al panico le camminavano sopra e lei non riusciva ad alzarsi". (17 ottobre 2006)
www.repubblica.it, 17.10.2006
Scontro nella metro di Roma: una vittima, oltre 100 feriti
Bianchi riferisce in Parlamento *
L’impatto è arrivato poco dopo le 9 e trenta. Un treno delle metropolitana A, uno di quelli nuovi, più confortevoli e informatizzati ma comunque pieno di passeggeri sbatte violentemente contro un altro convoglio fermo alla stazione di piazza Vittorio. Il "crash" è violentissimo: il convoglio penetra per diversi metri dentro l’ultimo vagone di quello che lo precede. Il treno in arrivo quasi si impenna, rompe le lamiere e si incastra tra i binari e le pensiline della stazione. Buio nei cunicoli della metro ma fortunatamente le porte delle carrozze si aprono, si può uscire, anche se barcollanti e sanguinanti.
L’allarme scatta immediatamente, subito ambulanze, pompieri, carabinieri si precipitano nei cunicoli della metropolitana e cominciano a estrarre feriti più gravi. Mentre quelli che ce la fanno da soli escono il più velocemente possibile dalle uscite sotto i portici. Sono minuti convulsi. Mentre le ambulanze cercano di farsi largo nel traffico impazzito e il quartiere viene isolato e controllato anche dal cielo dagli elicotteri, all’inizio sembra che i morti siano prima uno, poi due poi addirittura tre. Ma alla fine solo una vittima viene portato fuori. È quello di una ragazza (non nigeriana come si era detto in un primo momento) della provincia di Frosinone, Alessandra Lisi, ricercatrice, che tutti i giorni veniva a Roma a lavorare da Pontecorvo. Il primo bilancio ufficiale della tragedia arriva dal 118 e smentisce definitivamente la notizia di una seconda vittima. I feriti sono 140 feriti di cui 6 molto gravi - "codici rossi" - 22 "codici gialli", 110 "verdi" e 2 "bianchi", cioè medicati ambulatorialmente. La Prefettura poi aggiorna il conto: i feriti veri e propri, quelli ricoverati negli ospedali San Giacomo, Policlinico Umberto I, Tor Vergata, Sant’Andrea, Celio, San Camillo e Policlinico Casilino sono 110. La ferita più grave è una donna di nazionalità giapponese: «Ora respira da sola. Non credo che sia in pericolo di vita, ma per il momento rimaniamo cauti», hanno fato sapere i medici.
Le cause
Il macchinista, che è stato estratto vivo dalla cabina di guida accartocciata, è ricoverato al Policlinico Casilino con dieci giorni di prognosi. L’uomo sarà al più presto sentito dal pm Elisabetta Ceniccola per chiarire la dinamica dell’incidente che, secondo il questore Marcello Fulvi, è avvenuto in maniera «palesemente anomala». La Procura di Roma ha intanto aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando i reati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni gravissime, riferiscono fonti giudiziarie, mentre il ministro dei Trasporti ha disposto un’indagine amministrativa. I primi testimoni avevano riferito di un semaforo chiaramente rosso alla fermata precedente, ma alcuni addetti sul posto hanno fatto sapere che una centralina sarebbe saltata. Sono stati già acquisiti al fascicolo degli inquirenti i filmati delle telecamere che si trovano all’interno della stazione.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso di una telefonata col sindaco di Roma Walter Veltroni, ha espresso il suo cordoglio e la sua vicinanza alla città di Roma per il tragico incidente. Il ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, è intervenuto in Senato sull’incidente, e poi anche alla Camera.
La società Met.Ro ha diffuso un comunicato in cui fa sapere che il traffico sulla linea A sarà ripristinato probabilmente mercoledì mattina e ha categoricamente smentito le voci che prima dell’incidente ci fossero stati problemi alla linea elettrica. Il traffico automobilistico e dei mezzi pubblici di superficie in piazza Vittorio Emanuele è ripreso intorno alle 13.
I testimoni
«Vedevo questo treno che si avvicinava sempre di più, o meglio eravamo noi che ci avvicinavamo al treno, che era fermo», ha detto Fabiano De Santis, un procuratore legale che viaggiava sul primo vagone e che ha visto la scena da un finestrino che si affaccia sulla cabina di guida. «Gli siamo andati contro a velocità considerevole, senza frenare. Allora mi sono ritratto d’istinto. Ho sentito l’impatto che arrivava, poi ho visto la parete della metro accartocciarsi. Ho preso una botta alla spalla, ma sono stato fortunatissimo», ha detto ancora l’uomo che si stava recando in tribunale. «Subito dopo l’impatto c’era parecchio fumo. Ho visto persone rimaste incastrate, persone che avevano perso conoscenza... I soccorsi sono stati tempestivi».
Un altro testimone, l’italo-americano Andrew Trovaioli, che si trovava sull’ultimo vagone dello stesso convoglio - ancora in galleria al momento dell’impatto - ha detto: «L’impatto è stato brutale. Dopo è andata via la luce. C’era della gente per terra, c’era del sangue. Ci siamo aiutati tra noi. Un signore ha gridato "calma", ed è riuscito ad aprire una delle porte. Siamo scesi nel tunnel e ci siamo incamminati in fila indiana verso la stazione». «Dalla stazione nessuno ha detto nulla, non hanno dato alcun annuncio».
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wwww.unita.it, Pubblicato il: 17.10.06 Modificato il: 17.10.06 alle ore 17.23
«Nessuno lo diceva ma abbiamo pensato a una bomba» *
«Prese dal panico, molte persone hanno cominciato a piangere. Non si capiva che cosa fosse successo. La paura di un attacco terroristico è stata subito tangibile anche se nessuno lo diceva apertamente, ma si leggeva negli occhi delle persone, che velocemente cercavano di scappare da quel tunnel della stazione di Piazza Vittorio». È la testimonianza di una giornalista dell’agenzia Dire di Roma, Maria Carmela, che si trovava sul treno fermo alla stazione, contro il quale si è schiantato il secondo.
Molte le voci che aiutano a ricostruire i momenti di agitazione subito dopo lo scontro. «È stato un attimo - continua la cronista della Dire - la gente, come ogni mattina, leggeva il giornale, qualcuno sbirciava l’agenda, altri scambiavano due chiacchiere prima di andare al lavoro, immagino, ricordo alcuni ragazzi. Una giornata di ordinaria routine ma all’improvviso il botto, un rumore fortissimo. Il treno era fermo, aspettavamo che si aprissero le porte. Si sono aperte subito dopo lo scontro e subito richiuse e non si aprivano più. Con le altre persone sul treno, che era diretto a Battistini, ci siamo ritrovate all’improvviso buttate per terra, una addosso all’altra, cercando in qualche modo di tenerci».
«Dopo l’impatto, la parete si è sfondata, ho dolore alle gambe e ho battuto la testa - racconta una donna che si trovava dentro il treno in sosta durante l’incidente - Ho visto i feriti a terra, perché lo scontro è stato talmente forte che siamo caduti tutti uno sull’altro». Sono stati momenti drammatici per tutti i passeggeri , ma in particolare per coloro che si trovavano sull’ultimo vagone del treno in sosta, che prima degli altri si sono resi conto che lo scontro sarebbe avvenuto. «Ho visto in lontananza le luci della metropolitana, poi il buio - racconta Silvia, mentre si tiene un fazzoletto premuto sulla fronte - e poi l’impatto forte, e più niente. Credo di aver battuto la fronte contro qualcosa e adesso aspetto di andare all’ospedale».
«Stavo andando in Tribunale, di solito se non trovo posti a sedere mi metto vicino alla cabina perché mi fa passare meglio il tragitto. Ad un certo punto ho visto delle indicazioni semaforiche rosse, anche se il vetro era un pò annerito. La cosa più spaventosa è che ho visto con chiarezza una vettura metro ferma davanti a noi a qualche centinaio di metri e che non frenavamo». È questa la testimonianza del praticante avvocato Fabiano De Santis che si trovava nel primo treno del convoglio della metro che si è scontrato con il secondo. L’avvocato spiega di «non voler entrare in discorsi di responsabilità perché spetta alla magistratura. «Andavamo alla velocità normale, ho visto molti feriti gravi c’era parecchio fumo ma niente fuoco. Molta gente - ha detto ancora il testimone - è rimasta incastrata tra le lamiere, ma i soccorsi sono stati tempestivi»
I testimoni raccontano di uno scontro «pazzesco», di moltissimo fumo e di un terribile impatto. Chi si trovava sulla metropolitana ferma alla stazione di Piazza Vittorio racconta che «il treno si è fermato, poi è ripartito piano e subito dopo è avvenuto l’impatto». «Ho visto il semaforo rosso e un mezzo della metropolitana fermo davanti a noi. Ho avuto la percezione dell’impatto prima che questo avvenisse». «Mi sono tirato indietro e ho visto il mezzo accortocciarsi davanti a me - ha raccontato un testimone, confermnado quanto detto da altri - Per fortuna si sono aperte le porte e siamo riusciti a scappare. Davanti a me ho visto gente rimasta incastrata. Io sono stato fortunato perché mi sono accorto subito di ciò che avveniva».
«Ero sulla seconda metro, quella che ha tamponato; all’improvviso il treno ha rallentato e poi ho sentito un botto tremendo. Siamo caduti a terra, sopra di me c’erano tre persone e molte gridavano all’attentato». È quanto dichiara uno dei testimoni, Michele, ferito alla gamba destra e con varie contusioni sulle braccia. «Sono riuscito ad alzarmi nonostante la pressione della gente. Ho cercato di aiutare le persone che non erano ferite gravemente, ma ho visto altra gente incastrata nelle lamiere e, seppure a malincuore, non ho potuto fare niente per loro per paura di fare dei danni. La parete della metro era piena di sangue. Il deflusso è stato difficile perché tutti urlavano e piangevano».
Manom, cittadino bengalese era sul treno tamponato e racconta di aver sentito «un colpo fortissimo e sono andato a sbattere contro il sedile ed ora non vedo con l’occhio sinistro. Rispetto ad altri sono stato fortunato, perché sono riuscito ad alzarmi ed andare verso l’uscita», metre un ragazzino rumeno ferito alla gamba destra dice di aver visto «la morte in faccia. Ero sotto quattro persone, tra cui una con una gamba rotta e non riuscivo a muovermi ma mi sono fatto largo, poi ho provato a portare uno dei feriti fuori riuscendovi ma nella calca l’ho perso di vista».
www.unita.it, Pubblicato il: 17.10.06 Modificato il: 17.10.06 alle ore 14.29
«Sono arrivati subito e ci hanno salvato» *
«I soccorritori sono arrivati subito e ci hanno guidato verso l’uscita». È il racconto di una testimone rimasta coinvolta nell’incidente della metropolitana di Roma, nel quale è morta una donna, mentre altre 140 persone sono rimaste ferite. La ragazza è molto soddisfatta dal lavoro degli operatori che, giunti quasi subito sul luogo dell’incidente, hanno allestito in prossimità della fermata di Piazza Vittoria un tendone per la prima assistenza medica. «Hanno aiutato tutti - continua la giovane - e in particolare le persone che erano nel treno che ha tamponato, rimaste nel tunnel al buio».
La soddisfazione per la tempestività dei soccorsi è condivisa anche dal direttore dell’ospedale di Tor Vergata, Giuseppe Visconti che avverte che l’emergenza è rientrata. «La macchina di soccorso ha funzionato bene, - sottolinea Visconti - avevamo due camere operatorie in funzione, due posti letto in terapia intensiva disponibili e dieci posti letto per eventuali emergenze». «La comunicazione col 118 - assicura - non si è mai interrotta».
«Il policlinico - spiega il direttore - era stato allertato in un primo momento per ricevere 20 o 30 feriti ma sono arrivati 7 pazienti: 6 in «codice verde» e uno in «codice giallo». «In tutti i pazienti - prosegue Visconti - sono stati riscontrati piccoli traumi e contusioni».
Superata l’emergenza primaria, adesso, il personale medico si preoccupa del trauma vissuto dai testimoni dell’incidente ma anche dai loro parenti ed amici. Il responsabile del Day hospital dell’ospedale Gemelli, Luigi Janiri, racconta come in questi casi sia necessario un supporto psicologico. «Appena i superstiti di un avvenimento simile arrivano in day hospital, dal pronto soccorso - spiega lo psichiatra - ci occupiamo subito di loro, per farli rientrare in una condizione di maggiore tranquillità. La valutazione immediata - prosegue - consiste in un intervento diagnostico di "primo livello" che porta a decidere i provvedimenti terapeutici da adottare».
Janiri spiega inoltre che una volta stabilita la gravità del trauma vengono effettuati una serie di colloqui con i pazienti, una sorta di ’counseling’ (terapia di auto aiuto, che consiste nell’ascolto attivo dei bisogni dell’utente), per aiutarli ad elaborare il trauma e in un secondo momento viene stabilita la necessità o meno di ulteriori interventi. Questa prassi permette al paziente di affrontare completamente il problema e «a seconda dei casi- conclude Janiri- si somministrano anche degli psicofarmaci, ma non sempre c’è n’è bisogno».
Secondo gli specialisti, in casi di questo tipo, la maggioranza delle persone ha conseguenze transitorie, ma nelle persone predisposte, cioè circa il 3% della popolazione, la paura durerà tutta la vita a meno che non vengano curati».
www.unita.it, Pubblicato il: 17.10.06 Modificato il: 17.10.06 alle ore 17.06
E’ strano credere che in Europa a pochi mesi di distanza (a Valencia, Spagna in luglio, 48 morti e a Roma, oggi, 2 morti), la miracolosa tecnologia avanzata occidentale ci passa questa funebre fattura.
Spendiamo i soldi coi contingenti militari in IRAK e muoriamo, oltre che in IRAK, nelle nostre metropolitane per ...mancanza di manutenzione (?).
Serve investire i soldi per i servizi sociali e diminuire le spese militari.
Soldati in IRAK a casa subito.
Zapatero in Spagna ha ritirato le sue truppe, e ha fatto bene: e Prodi che fa?
Vogliamo pensare alla gente che va a lavorare o ci ricordiamo solo di loro nelle campagne elettorali?
Cordoglio per le vittime e scusate la rabbia ma qui pagano sempre gli stessi.
Massimiliano
un romano residente in Spagna
Un guasto improvviso blocca il treno sulla linea B tra Cavour e Colosseo. I passeggeri terrorizzati forzano le porte e scendono sulla banchina.
Roma, metrò bloccato mezz’ora in galleria Panico a borbo, insulti al macchinista *
ROMA - Ritorna il terrore sulla metropolitana di Roma. Un treno della linea B è rimasto bloccato in galleria trenta minitui per un guasto all’impianto frenante. I passeggeri si sono sentiti male, il caldo era asfissiante e nelle carozze si era sparso un inquietante odore di bruciato. La paura si è impadronita dei passeggeri che temevano potesse ripetersi la tragedia di dieci giorni fa, il drammatico tamponamento che ha provocato un morto e centinaia di feriti.
"Non ne potevamo più di sentire l’altoparlante che ripeteva di stare calmi, che era solo un guasto: abbiamo forzato le porte - spiega un passeggero - e siamo scesi sulla banchina. Abbiamo percorso tutta la galleria a piedi, fino alla stazione Cavour". Ma il macchinista ha dovuto richiudere le porte per consentire ai colleghi di rimorchiare il treno e allora è scoppiata la rabbia tra i passeggeri rimasti ancora a bordo.
"Mi hanno insultato - ha detto il macchinista - ma era mio dovere richiedere le porte". Dopo mezz’ora, il treno è stato sbloccato e riportato lentamente verso la stazione. "Il servizio è ripreso regolamente alle 14.55", come spiega la direzione della metropolitana. Ma la paura, questo pomeriggio, è stata tanta.
"La metropolitana si è fermata improvvisamente", ricorda un passeggero. "Eravamo tra la stazione Cavoure quella del Colosseo, in galleria. Eravamo lì, non sapevamo cos’era successo. Dopo dieci minuti si sono abbassate le luci; l’aria condizionata si è spenta e la gente ha iniziato a sentirsi male. Il caldo era insopportabile. Gli altoparlanti ripetevano che c’era un guasto e che dovevamo essere trainati, ma il treno stava ancora fermo e noi avevamo paura".
E’ stato allora che i passeggeri hanno forzato le porte e si sono incamminati lungo la banchina verso la stazione di piazza Cavour distante circa duecento metri. Ma per rimorchiare il treno e trascinarlo in stazione, le porte dovevano essere richiuse: "Ho provato a farlo - spiega il macchinista - però la gente mi ha aggredito". Sono volati insulti, qualcuno voleva addirittura sputargli addosso. "Erano passeggeri presi dal panico", li giustifica la società Me.tro, ma precisa: "L’intervento del personale aziendale è stato reso oltremodo difficile e ostacolato dall’azionamento indebito del comando di apertura di emergenza delle porte e dall’uscita, lungo le banchine in galleria, dei passeggeri". E conclude: "Poco prima delle 15 il servizioè ripreso regolarmente in direzione Rebibbia, mentre il treno è stato avviato all’officina di Magliana per le necessarie verifiche". (26 ottobre 2006)
* www.repubblica.it, 26.10.2006