ALCUNE BREVI SPECIFICAZIONI
Intervengo di nuovo per continuare questa sorta di dibattito a distanza nato con l’articolo del sulfureo Emiliano la scorsa settimana, e corroborato dalle considerazioni di Vincenzo Tiano dopo il mio intervento. Mi preme specificare alcune questioni evidenziate da Vincenzo:
1) quando parlo del fenomeno mafioso il mio è un approccio di tipo sociologico, in particolare faccio riferimento all’ipotesi definitoria formulata da Umberto Santino, (uno dei più importanti studiosi di fenomeni mafiosi che dirige il CSD “Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato” di Palermo): “Mafia è un insieme di organizzazioni criminali, di cui la più importante ma non l’unica è Cosa Nostra, che agiscono all’interno di un vasto e ramificato contesto relazionale,configurando un sistema di violenza e di illegalità finalizzato all’accumulazione del capitale e all’acquisizione e gestione di posizioni di potere, che si avvale di un codice culturale e gode di un certo consenso sociale” (La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi. Rubettino Editore, 1995. La bibliografia di Santino sull’argomento è molto vasta e la si può trovare sul sito del CSD). Avendo come punto di riferimento questa nozione di mafia, e l’insieme di studi e interpretazioni che la sottendono, ho affermato che per il contesto sangiovannese l’utilizzo di questa chiave interpretativa appare inesatto. Il discorso sulla mafia è complesso, delicato, articolato, merita un’attenzione particolare. All’interno di queste nostre considerazioni ritengo sia un argomento soltanto da “lambire”.
2) Sul degrado nel nostro territorio pesa non solo la mancanza di responsabilità individuale ma anche, direttamente collegata a questa, la corruzione generalizzata, grande o piccola che sia, del nostro sistema politico. Ci tengo a ribadire questo concetto, visto che nel mio precedente intervento non ho per nulla toccato quest’aspetto, anche se ad onor del vero in passato in più occasioni non ho mancato di ribadirlo. Da ebeteinfiore intanto non arrivano risposte alle sollecitazioni di Emiliano: solo uno che si nasconde, un certo prof. Pasticcio, su cui è meglio stendere un velo pietoso.
Domenico Barberio
Caro Barberio, studentello, se citi un nome, dovresti anche citarne i motivi di detta citazione. Tene sarò grato.
p.s. Non mi nascondo, ma il mio vero nome è pasticcio, colpa di un destino cattivo che mi ha voluto trovatello in un ospedale calabrese credo sporco e puzzolente, avendo messo anche in un bel "pasticcio" qualcuno: a) chi mi lasciò; b) chi mi trovò. quindi, un po’ di rispetto, le chiedo, se non altro, per citar un motivo del mio intervento su una sua citazione. A quando troverà parole, per parlar senza parlar di parole.
ah! se vuole, mi scriva: prof.pasticcio_coccinella_gmail.com