Peccati mortali

Ripartiamo dal caso di Guarascio, il disabile deriso dal potere istituzionale di San Giovanni in Fiore

domenica 1 aprile 2007.
 

Leggo adesso la Voce, dopo giorni di assenza personale. Scorgo subito un insistente attacco al Vaticano da parte del nostro Federico La Sala, che aggiunge note e complementi alle tante righe contro l’atteggiamento culturale della Chiesa romana.

Debbo scrivere in libertà che a me non importa, se non marginalmente, di Dico, Pacs e altre faccende da tv. Sono sempre più convinto della necessità d’un riscatto del Sud italiano e planetario. Ma è ovvio che questo non può avvenire cogli sforzi e la difesa delle categorie deboli in rete.

Si richiede altro. C’è bisogno di un impegno sul campo (di battaglia). E, a quanto pare, non c’è molta disponibilità, in giro, verso la responsabilità e l’azione diretta. Faccio, come si dice outing, e mi appello al professor La Sala perché la Voce ritorni a essere equilibrata sul piano degli argomenti e dei contenuti. Ho già scritto che non sono per crociate al contrario.

Sono dell’idea che non si possa perdere la nostra vocazione alla denuncia e all’emancipazione culturale.

Per questo, chiedo pubblicamente a tutta la redazione di riprendere il discorso di sempre, evitando che si cada nel monotematico.

Sono ancora a Fiore, dove ho visto che lo svuotamento generale prosegue indisturbato.

Il potere ha potuto perfezionare il proprio sistema di protezione. Le persone qui sono scontente, non sopportano la povertà totale determinata da scelte politiche particolari, che, al solito, non tutelano l’interesse collettivo.

Solo bisogna formare un gruppo politico indipendente che si opponga con fermezza a chi governa (da sempre) senza rispettare le regole di base della democrazia.

In questi giorni si sta celebrando la festa del commercio e del consumo, ma io direi principalmente del consumo.

Messa in piedi da Aldo Orlando, assessore al ramo, dovrebbe servire alla promozione del commercio locale, anche con l’apparizione di quella figliuola di Barbara Chiappini.

Una promozione irripetibile, secondo certa stampa asservita.

Il dipendente pubblico Antonio Guarascio, geometra dell’ufficio tecnico comunale, disabile, non è riuscito a raggiungere il suo posto di lavoro in municipio, lo scorso venerdì. Il parcheggio per gli invalidi, l’unico, viva la democrazia, era occupato da uno stand della manifestazione.

Fortuna che il Guarascio aveva avvisato per tempo la Polizia municipale, sempre pronta a garantire le ragioni dei diversamente abili.

Morale della favola, il povero zoppo, così lo chiama qualcuno a palazzo, è andato dal suo medico e ha chiesto alla moglie di consegnare un certificato di malattia al capo del suo ufficio.

Guardate che cosa deve inventarsi, è il caso di dirlo, una persona che per legge è tutelata in quanto "la Repubblica rimuove gli ostacoli" eccetera.

Ma, qui a San Giovanni in Fiore, in Calabria, la legge è altro ed è fatta da altri. E se minimamente chiedi o pretendi diritti, ti aprono in due, ti sparano, direbbe Luigi Pirandello.

Non conosco luoghi più incivili di San Giovanni in Fiore, in cui norme e leggi sono facoltative e in cui proprio il potere, che dovrebbe assicurare giustizia, si fa carico di produrre orrori e illegalità.

Mi rivolgo al Presidente della Repubblica, perché arrivi e veda coi suoi occhi. Scrissi al Presidente Ciampi, che non venne perché alla fine del mandato.

Nemmeno in Iraq o in altre zone calde del globo ci sono condizioni tali: persecuzione dei deboli, assenza dei servizi e delle garanzie minimi, impossibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero.

Ne riparleremo tra qualche anno, quando questo governo locale avrà compiuto il suo piano di distruzione del rimanente e di annientamento delle coscienze.

Noi ci ripresenteremo agli elettori, con una forza rinnovata, di giovani ed emigrati.

Vedremo se l’elettorato continuerà a promuovere il male sociale e il processo di annichilimento definitivo della città.

Resta una traccia, più di una, scritta con chiarezza.

Emiliano Morrone


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