A convegno ricercatori di tutta Europa per tutelare una ricchezza antropologica unica.
"La rete italiana è una delle più fitte al mondo, costellata di opere d’arte"
Vie della transumanza, un patrimonio a rischio
Nasce il progetto ’Parco dei regi tratturi’
"Ma sono anche un modello vincente di sostenibilità integrata"
di ANNALISA IZZO *
ROMA - Quasi 3000 chilometri di piste erbose, una rete viaria che unisce il parco nazionale del Gran Sasso ai parchi pugliesi, che mette in comunicazione cinque regioni italiane, decine di comuni, borghi e comunità rurali del centro-sud. Una rete che si srotola attraverso una storia culturale, economica e archeologica ricchissima e che il nostro Paese sta perdendo: è la rete tratturale più fitta d’Europa.
Appena la settimana scorsa il World Monument Fund aveva lanciato l’allarme e segnalava i tratturi del Molise - e i servizi e le architetture che li costellano - tra i 100 siti culturali a più grave rischio di scomparsa. Oggi, ricercatori e studiosi di tutt’Europa riuniti a convegno propongono al Ministero per l’Ambiente l’istituzione del "Parco dei regi tratturi". E, insieme agli amministratori di 11 province, chiedono al Ministero per i Beni culturali il riconoscimento di questi siti come patrimonio dell’umanità, tutelato dall’Unesco.
Fenomeno millenario, la transumanza dei capi di bestiame cominciava nelle settimane precedenti la calura estiva e permetteva la rigenerazione delle terre temporaneamente abbandonate. La transumanza ha segnato la vita delle popolazioni rurali per secoli, fino agli anni Settanta: pare che l’ultima transumanza tradizionale, a piedi, con lo spostamento di centinaia di migliaia di pecore seguite da pastori e cavalli, risalga al 1972. Il trasferimento avviene ancora in certe zone ma spesso su camion e per un numero ridotto di animali.
Il progetto del ’Parco dei regi tratturi’ nasce sulle basi di un censimento dei sentieri che ha coinvolto molti studiosi europei, dalla Spagna - dove i percorsi sono già protetti dall’Unesco - alla Slovenia, passando per la Francia. "Sarà un parco speciale, non circoscritto ma reticolare, che intende recuperare e proteggere la tipicità di tutti i paesaggi coinvolti, dal Tavoliere delle Puglie alla Maiella" dice il professor Alessandro Busca, coordinatore del progetto.
I percorsi della transumanza hanno tracciato il reticolato sul quale i Romani costruirono un sistema viario capillare - 100 mila chilometri di strade in tutta Europa. E ai percorsi dei transumanti si sono intrecciati i cammini devozionali. Lungo questi tracciati sono nati villaggi, sono state costruite chiese, fontane e croci viarie che il degrado sta distruggendo. Lungo questi tracciati si sono sviluppate civiltà, economie e maestranze che l’isolamento e la disoccupazione stanno facendo sparire.
"L’arte del tombolo di Isernia, quella delle campane di Agnone, quella dei coltelli a Frosolone: attività collegate al passaggio di milioni di capi di bestiame e che si sono identificate con la cultura e l’economia locale - spiega Beniamino Di Rico dell’Università Chieti-Pescara, coinvolta anche per la parte tecnologica del progetto - Realtà che dobbiamo proteggere prima che spariscano".
Memoria del passato e valorizzazione delle identità antropologiche, quindi. Ma non solo. "Perché il sistema della transumanza rappresenta un modello di sostenibilità integrata a cui dobbiamo ispirarci per pensare il futuro", sottolinea il professor Giorgio Conti, esperto di progettazione ambientale, già coinvolto nei piani di tutela delle isole di Venezia e abituato a guardare oltre il folklore, "pure importante". "La transumanza - spiega - è parte di un sistema agricolo in sé autonomo, che cioè non ha mai avuto bisogno di energie fossili, né di supporti chimici: il passaggio del bestiame costituisce da solo una pratica di dissodamento delle terre e di fertilizzazione naturale. Inoltre impedisce l’avanzata della boscaglia, un disastro ambientale cui sono collegati disastri idrogeologici. Boscaglia significa incendio e incendio significa emissioni tossiche". Insomma, dietro il sistema della transumanza c’è tutta una gestione delle risorse naturali e del territorio da cui abbiamo ancora molto da imparare per programmare uno sviluppo sostenibile. Come a dire, il futuro è già scritto nel passato.
* la Repubblica, 14 giugno 2007
Tempo transumanza su tratturi Molise-Puglia, tradizione regge
Trecento bovini, venti mandriani, 180 chilometri da percorrere *
di Redazione ANSA *
ROMA. E’ una tradizione secolare che resiste anche nell’economia 4.0. quella della transumanza, il rituale spostamento delle mandrie di bovine lungo i tratturi molisani e pugliesi, le antiche autostrade, a caccia di verdi pascoli per il bestiame. La lenta marcia e il transito, con tanto di guadi dei fiumi come il Biferno di 300 capi bovini di razza podolica e marchigiana, prenderà il via mercoledì 25 maggio, con arrivo sabato 28 a Frosolone. Lo annuncia dal comune molisano la famiglia Colantuono, custode dell’unica forma di transumanza orizzontale ancora attiva in Italia.
Un percorso nel tempo, per leggere e vivere il paesaggio rurale e montano, che riparte, placido e rassicurante, come il movimento di greggi e bovini, accompagnato dall’eco dei campanacci nella natura incontaminata.
Nella quattro giorni di cammino e le quattro notti di bivacco sono protagonisti una ventina di mandriani che assicurano il rientro in Molise dei bovini che, passati sei mesi nel pianoro pugliese di contrada Foresta di San Marco in Lamis, dove oggi ha sede l’azienda di famiglia, tornano in Molise alle alture di contrada Acquevive di Frosolone. A supportare questo presidio di tradizione dall’Agenzia di Sviluppo Rurale Moligal.
Quest’anno anche le scuole parteciperanno all’evento. Oltre 400 ragazzi, molti provenienti dall’Abruzzo, altri molisani, cammineranno su una parte di tratturo, vivendo le esperienze di mandriani e pastori, compresa la colazione rurale, e saranno presenti allo spettacolare arrivo dei bovini nel centro storico di Frosolone fino alla masseria.
E poiché l’antico rito parla lingue contemporanee, si potrà seguirlo anche su sulla pagina Facebook ’transumanza 2016’ e sul canale youtube.
Dalla Puglia al Molise con i Colantuono: si ripete il rito della transumanza
di Redazione FdS, 15 Maggio 2015
E’ l’unico esempio di transumanza di tipo orizzontale ancora attivo in Italia. E’ la straordinaria esperienza che, dal 25 al 28 maggio, vedrà le vie pugliesi e molisane dei pascoli e delle migrazioni, protagoniste di un viaggio collettivo nel tempo: solcando gli antichi Tratturi e seguendo, da appassionati, turisti e addetti ai lavori, la lenta risalita della mandria di circa trecento capi bovini di razza podolica e marchigiana della famiglia Colantuono di Frosolone (Is).
La quattro giorni programmata da Asvir Moligal, e che vede la Regione Molise impegnata come parte attiva del progetto, è stata concepita secondo una formula fruibile a tutto campo. La sua efficacia affonda nella pratica che, in passato, ha animato economicamente e culturalmente il Molise e le regioni meridionali per millenni. Ma oggi, la tradizione rivive nel presente di un turismo di qualità, dello spirito ed esperienziale, percepito nella declinazione dei cinque sensi, soprattutto il gusto, come certifica la presenza ben amplificata dei Tratturi a Expo 2015. Nei padiglioni milanesi sono stati ‘stregati’ dalla pastorizia transumante perché le ‘vie verdi’ intese come ‘vie del cibo’ sono in grado di fornire numerosi prodotti naturali di altissima qualità, la cui domanda è aumentata in questi ultimi anni sul mercato globale.
La Transumanza 2015 parte da San Marco in Lamis (Fg), località Foresta, il 25 maggio. Quattro giorni più tardi l’arrivo ad Acquevive di Frosolone, dopo aver percorso 180 chilometri quasi tutti molisani e attraversato il territorio di tre province - Foggia, Campobasso, Isernia - con soste a San Paolo Civitate, Santa Croce di Magliano, Campobasso, Ripalimosani e Frosolone. Un percorso nel tempo, per leggere e vivere il paesaggio, che riparte, placido e rassicurante, come il movimento di greggi e bovini, accompagnato dall’eco dei campanacci nella natura incontaminata.
L’iniziativa-evento non è legata soltanto a Expo. L’imprinting del viaggio lungo i tratturi gode pure della supervisione dell’Unesco (nel luglio 2013 è stata ufficializzata in Molise la candidatura a Patrimonio sia materiale sia immateriale dell’Umanità) e dell’interesse dell Onu. Dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è infatti l’ultimo importante riconoscimento di questa intatta manifestazione della civiltà agro-pastorale.
Due mesi fa, nella “Terza Conferenza Internazionale per contrastare la desertificazione”, che si è svolta Cancun, in Messico, la pastorizia transumante è stata ‘certificata’ come la più efficace forma di allevamento per migliorare la biodiversità del pascolo, ridurre la CO2 e sostenere la conservazione dei grandi spazi naturali non antropizzati. Di qui l’appello dell’Onu ai Governi mondiali a investire per rafforzare la pastorizia perché ritenuta «molto più in accordo con gli obiettivi della green economy di tanti altri metodi moderni di allevamento».
Una risorsa primaria, dunque, che può dare impulso allo sviluppo economico, agricolo, ambientale e turistico delle terre molisane e di tutto il pianeta, stimolando un turismo slow e di qualità che possa apprezzare e ‘sperimentare’ le peculiarità, la salubrità e la bellezza dei paesaggi molisani e del Sud Italia. E anche un evento che si ripete da centinaia di anni (da dieci nella nuova veste) con lo scopo di spingere le istituzioni a conservare, tutelare e rivitalizzare quel patrimonio storico, archeologico, antropologico e naturalistico di valore inestimabile che è la civiltà della Transumanza.
Dal 25 maggio il viaggio riprende sulle vie sterrate, integre, nella loro originaria bellezza e larghezza. Vie che, attraverso il passato, guardano al futuro sviluppo sostenibile di un pianeta realmente orientato a seguire il percorso del ‘vivere con cura’.
Lunedì 25 MAGGIO:
ORE 16:00 Partenza della Transumanza
ORE 23:00 Arrivo a San Paolo Civitate (FG), con sosta notturna presso la Vecchia Dogana e la Chiesetta della Madonna del Ponte sulle rive del fiume Fortore (Tratturo Aquila-Foggia).
Martedì 26 MAGGIO:
Sosta mattutina nel riposo sul Tratturo Aquila-Foggia a San Paolo Civitate.
ORE 16:00 Partenza per Santa Croce di Magliano (CB) attraversando il territorio del Comune di Serracapriola (FG).
ORE 21:00 Arrivo a Santa Croce di Magliano (CB) sistemazione e sosta notturna
Mercoledì 27 MAGGIO:
ORE 6:00 Partenza da Santa Croce di Magliano per la località “Femmina Morta” lungo il Tratturo Celano-Foggia attraversando i territori dei comuni di Bonefro (CB), San Giuliano di Puglia (CB), Sant’Elia a Pianisi (CB), Ripabottoni (CB), Monacilioni (CB). Camminando sul braccio Centocelle-Cortile si prosegue per Campolieto (CB), Matrice (CB) Campobasso (CB) Ripalimosani (CB).
Sosta notturna presso il Santuario della Madonna della neve in località “Quercigliole” a Ripalimosani (CB).
Giovedì 28 MAGGIO
ORE 5:00 Partenza per Frosolone. Si attraversano i territori di Santo Stefano (CB) si scende lungo la costa, si guada il Biferno, si risale verso Costropignano (CB), che attraversiamo, e poi Torella del Sannio (CB), Molise (CB), Frosolone (IS), il centro storico e poi direzione località Acquevive .
ORE 13:00 Arrivo della mandria in località Acquevive di Frosolone (IS) ai pascoli della “Montagnola Molisana”.
Il messaggio del vertice: libertà del nomadismo antidoto ai nazionalismi
Summit in Spagna rilancia la transumanza
Convegno mondiale di pastori a Segovia: vogliono ristabilire la libertà di passaggio sul modello delle leggi medievali spagnole *
MADRID (SPAGNA) - Arrivano da lontano. Da polverosi ricordi di scuola e memorie dannunziane, «Settembre, andiamo. È tempo di migrare...». Ma oggi si sono spinte fino a piazza de Cibeles e alla Puerta del Sol, nel cuore di Madrid, per ricordare che la Spagna, come il resto d’Europa e del mondo, potrebbero presto avere soltanto il deserto al posto dei pascoli. Sconfinando per un giorno dai loro tratturi, si sono riversate nelle strade centrali di Madrid mille pecore, un po’ frastornate dal traffico, ma docili ambasciatrici di una petizione politica per conto dei loro allevatori ai governi: libertà di movimento per il bestiame. La cultura nomade dei pastori non ammette confini nazionali, né regionali. Un messaggio forte, in un paese come la Spagna, frammentata dai nazionalismi.
DESERTIFICAZIONE - L’annuale «Festa della transumanza» è coincisa, nei tempi e nel luogo, con il Convegno delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione, e - a parte la manifestazione ovina nella capitale - prevede un summit mondiale vicino a Segovia, fino a domenica prossima, tra i pastori di 40 nazioni diverse. Nomadi e «profeti» della transumanza rivendicano la capacità, dimostrata in oltre 10 mila anni di attività, di saper utilizzare territori anche ostili, senza esaurirli e senza inaridirli. Che siano di cammelli, yak, pecore, capre, mucche, il transito delle mandrie per steppe, montagne, suoli fertili o arsi, non turba l’ecosistema, assicurano i convenuti.
LEGGI MEDIOEVALI - Ma la politica contemporanea non facilita la sopravvivenza di una tradizione millenaria come la transumanza. In Spagna ogni comunità autonoma ha le sue regole e misure sanitarie differenziate per il bestiame in transito. Ma - ha ricordato Jesus Garzon, presidente dell’organizzazione non governativa promotrice dell’incontro -, le leggi spagnole che risalgono al medioevo per la protezione delle rotte dei pastori, sono ancora un modello per ogni paese che voglia difendere la migrazione. Tutelano 125 mila chilometri di tratturi, per un totale di 400 mila ettari. Nel mondo i pastori nomadi sono 250 milioni, e tra i 300 che li rappresentano a Segovia ci sono i Samburu e i Masai del Kenya e i Nenet della Siberia.
Elisabetta Rosaspina
FOTO - Madrid invasa da migliaia di pecore.
* Corriere della Sera, 10 settembre 2007