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GUERRA E ANCORA GUERRA. ITALIA: DISTRUTTE LE API, PRODUCIAMO IL BOMBO!!! LA CAPACITA’ DI IMPOLLINAZIONE DELLE API. E il delirio di ... impallinazione e di distruzione degli esseri umani!!!

mercoledì 20 febbraio 2008.
 
[...] Per produrre quantità sufficienti di insetti impollinatori alternativi alle api ci sono due strade. Si possono importare dall’Olanda, che è uno dei paesi più attrezzati in questo genere di produzione. Oppure si può creare in Italia una rete di laboratori come il Biolab di Cesena, uno dei più efficienti e avanzati su scala europea. "La crisi è strutturale: faremmo bene ad attrezzarci facendo nascere delle fabbriche di insetti utili anche in Italia", propone Ansanelli [...]


-  Grave moria di insetti in tutto il mondo. Allarme degli agricoltori
-  "Raccolti a rischio, bisogna introdurre un altro insetto impollinatore"

-  Dimezzata popolazione delle api
-  E l’Italia vuol lanciare il "bombo"

di ANTONIO CIANCIULLO *

ROMA - La popolazione di api si è dimezzata in un anno. Morie gravi si erano già registrate in passato (in particolare nel 1830, nel 1910, nel 1964 e nel 1980) ma non avevano mai assunto un’estensione così larga. Questa volta la crisi ha un carattere mondiale - nel 2007 si è perso tra il 30 e il 50 per cento delle api in Europa, in alcune aree degli Stati Uniti si sono raggiunte punte del 60-70 per cento - e non riguarda solo la produzione del miele, che pure in Italia ha una dimensione rilevante visto che ci sono circa 50 mila apicoltori, più di un milione di alveari, una produzione di oltre 10 mila tonnellate. Il problema centrale è il crollo della capacità di impollinazione che sta mettendo a rischio alcuni raccolti.

Per tamponare il danno la Cia (Confederazione italiana agricoltori) ha lanciato la proposta di diffondere nei campi un altro insetto impollinatore: il bombo. Si tratta di un animale che si trova facilmente trovare nelle zone temperate e, essendo un eccellente bottinatore, è già usato per l’impollinazione di coltivazioni in serra, come pomodoro, peperone, melanzana, fragola, melone, e colture da frutto come pero, kiwi, ciliegio, lampone.

"Siamo di fronte alla possibilità concreta di perdere un miliardo di euro di raccolti a causa del dimezzamento delle api", ricorda Matteo Ansanelli, agronomo della Cia. "In particolare sono a rischio meloni, cocomeri, melanzane, peperoni, mele, ciliegie e pesche. E non parliamo di ipotesi teoriche perché il ruolo delle api si può misurare con precisione. Da alcuni studi, ad esempio, risulta che se un melo è a una distanza massima di 300 metri da un alveare produce 26 chili di mele all’anno, se è invece in un raggio di 1,5 chilometri dall’alveare produce solo 9 chili di mele all’anno".

Per produrre quantità sufficienti di insetti impollinatori alternativi alle api ci sono due strade. Si possono importare dall’Olanda, che è uno dei paesi più attrezzati in questo genere di produzione. Oppure si può creare in Italia una rete di laboratori come il Biolab di Cesena, uno dei più efficienti e avanzati su scala europea. "La crisi è strutturale: faremmo bene ad attrezzarci facendo nascere delle fabbriche di insetti utili anche in Italia", propone Ansanelli.

* la Repubblica, 20 febbraio 2008.


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