Gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi contro diversi componenti del mandamento mafioso di ’Boccadifalco-Passo di Rigano’. Tra le accuse, l’aver protetto il boss latitante Lo Piccolo
Mafia, operazione nel palermitano
Arrestati anche funzionari pubblici
Rilascio ’compiacente’ di alcune licenze edilizie.
Indagati anche imprenditori e professionisti
Emersi dall’indagine stretti legami con le cosche americane: teneva i contatti Frankie Calì
PALERMO - Operazione della polizia a Palermo contro il mandamento mafioso di Boccadifalco-Passo di Rigano, che secondo gli inquirenti ha protetto nel corso della sua latitanza Salvatore Lo Piccolo, uno dei boss emergenti del dopo-Provenzano. Quattordici le ordinanze di custodia cautelare: tra gli arrestati anche imprenditori, liberi professionisti e due funzionari pubblici, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa per il rilascio, ritenuto "compiacente", di alcune licenze edilizie.
La latitanza di Lo Piccolo e gli altri illeciti. Lo Piccolo ha trascorso un periodo della sua latitanza nel territorio della "famiglia" di Torretta, che fa capo appunto al mandamento di Boccadifalco-Passo di Rigano. Ma aver protetto il boss è solo uno dei reati tra quelli per cui vengono accusati gli arrestati, che devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso in impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, estorsione. Ad alcuni viene invece contestato il solo concorso esterno in associazione mafiosa.
Lo Piccolo sfuggito tre volte alla cattura. Dalle intercettazioni utilizzate dalla polizia per portare a termine l’indagine e gli arresti è emerso che Lo Piccolo, latitante da anni assieme al figlio Sandro, è sfuggito per tre volte alla cattura. Il ’reggente’ della famiglia mafiosa di Torretta, Vincenzo Brusca, parlando per telefono al nipote Nicolò Testa ha detto che Lo Piccolo "ha cambiato zona se ne è andato", dal momento che "... a lui gli hanno fatto ’la zampata’ tre volte e lui ... loro entrano di qua e lui esce di là se l’è fatta franca così ... franca per miracolo proprio". Dunque, in passato gli investigatori sono arrivati vicinissimi a Lo Piccolo, riuscito a dileguarsi tre volte "per miracolo".
I nomi dei 14 arrestati. Tra gli arrestati, Calogero Caruso, 70 anni, ritenuto il capo della "famiglia" di Torretta e che era libero per decisione del Tribunale del riesame dopo essere stato arrestato una prima volta due anni fa. Gli altri provvedimenti giudiziari riguardano Rosario Bordonaro, 55 anni, impiegato dell’Ufficio tecnico del Comune di Torretta; Gaspare Caravello, 41 anni; Antonio Di Maggio, 35 anni; Benedetto Dragotta, 58 anni, funzionario del Comune di Torretta; Salvatore Ferranti, 36 anni; Matteo La Barbera, 34 anni, e Pietro La Barbera, 32 anni, figli del vecchio boss Michelangelo La Barbera; Andrea Licata, 47 anni, architetto libero professionista; Stefano Mannino, 58 anni; Rosario Mignano, 43 anni, imprenditore; Francesco Sirchia, 69 anni; Francesco Spinelli, 49 anni, imprenditore. Altre cinque persone sono indagate, e per una di queste il gip non ha accolto la richiesta di misura cautelare proposta dalla Procura.
’La casetta delle delizie’ e il riciclaggio. Un filone dell’indagine ha riguardato attività di riciclaggio che sarebbero state realizzate dai fratelli La Barbera, in particolare attraverso la società in accomandita semplice "La casetta delle delizie" per la gestione di snack bar, tavole calde, gelaterie, pasticcerie, rivendite di alimentari e casalinghi, costituita nel maggio del 2003. Sono stati infatti sequestrati l’omonimo panificio di via Leonardo da Vinci a Palermo e un terreno in contrada Codilla Falconieri a Torretta.
I collegamenti con la mafia Usa. Dall’inchiesta della polizia sono inoltre emersi stretti rapporti tra le famiglie palermitane, in particolare quella di Torretta, e la mafia americana. In particolare, secondo gli investigatori, a tenere i contatti con le cosche d’Oltreoceano e a curare i traffici di denaro e droga tra i boss dei due paesi sarebbe stato un uomo che nelle conversazioni intercettate dagli investigatori veniva chiamato "u Frankie’, identificato poi in Frankie Calì, uomo d’onore del clan mafioso dei Gambino e parente dei boss Inzerillo, fuggiti negli Usa dopo la guerra di mafia degli anni Ottanta. E infatti in indagini recenti gli inquirenti avevano accertato che il rientro in Sicilia degli Inzerillo sarebbe stato auspicato proprio da Lo Piccolo, che con la famiglia di Torretta ha stretto una forte alleanza.
Blitz a Palermo: nel mirino le famiglie di Passo di Rigano e di Torretta
Mafia: nuovi legami tra Palermo e New York
Torna l’asse Sicilia-Brooklyn.
Tra i 14 arrestati imprenditori, liberi professionisti e due funzionari pubblici *
PALERMO - Riemerge il ponte tra le famiglie mafiose palermitane e quelle di New York nell’inchiesta della Dda di Palermo che ha portato a un blitz della notte scorsa contro il "mandamento" di Passo di Rigano-Boccadifalco e la "famiglia" di Torretta. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa a carico di 14 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione e riciclaggio, e tutte arrestate. Tra gli arrestati anche imprenditori, liberi professionisti ed alcuni insospettabili colletti bianchi tra cui due funzionari pubblici.
IL LEGAME CON NEW YORK - Dall’attività investigativa della Squadra Mobile è venuta infatti la conferma dei buoni rapporti che la "famiglia" di Torretta mantiene mafiosi americani. Un legame storico che già negli ’80 era emerso nell’operazione antidroga «Iron Tower», condotta dalla Dea americana e della Criminalpol di Palermo che aveano arrestato tra gli altri, il capomafia americano Joe Gambino e molti boss e gregari palermitani inseriti nelle "famiglie" di Passo di Rigano e di Torretta.
IL BOSS - Rapporti che venivano tessuti soprattutto da Vincenzo Brusca, 63 anni, ufficialmente pensionato dell’Amat, l’azienda del trasporto locale di Palermo, ma secondo gli inquirenti in realtà "reggente" del clan di Torretta fino a quando non era stato arrestato nel 2005, e aveva preso il posto Calogero Caruso, una delle persone arrestate la notte scorsa. Brusca in passato si era recato più volte negli Usa, dove poteva contare su appoggi anche di parenti, come il cugino Santino Zito, e dove secondo la Dda di Palermo si interessava a speculazioni immobiliari a Brooklyn, il quartiere italo-americano di New York. In alcune intercettazioni, Brusca parlava con Salvatore Badalamenti, considerato esponente delle "famigliè americane", di «cristiani di Broccolino», che avevano interesse a partecipare alla realizzazione di un edificio, e si proponeva come mediatore per appianare contrasti che erano sorti tra mafiosi newyorkesi al riguardo.
INTERCETTAZUIONI - «A lui gli hanno fatto la "zampata" tre volte. Loro entrano di qua e lui esce di là: se l’è fatta franca così, proprio per miracolo». Così l’ex capomafia di Torretta, Vincenzo Brusca, non sapendo di essere intercettato, raccontava a un amico le fughe del superlatitante palermitano Salvatore Lo Piccolo, ricercato da oltre venti anni. La conversazione è riportata nell’ordinanza di custodia cautelare.
TRA GLI ARRESTATI ANCHE DUE DIPENDENTI COMUNALI - Tra gli arrestati nell’ambito dell’operazione antimafia condotta dalla squadra mobile di Palermo e coordinata dalla Dda del capoluogo siciliano ci sono anche due ex funzionari del comune di Torretta, in provincia di Palermo. Si tratta di Benedetto Dragotto, ex capo dell’ufficio tecnico, e Rosario Bordonaro. Secondo gli inquirenti avrebbero consentito il controllo della gestione di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici da parte dell’associazione mafiosa, in particolare della famiglia di Torretta.
* Corriere della Sera, 09 agosto 2007