Le vite di scarto
di Marco Revelli *
Così la «casta», alla fine, un foro per uscire, a modo suo, dall’angolo in cui era stata cacciata, se l’è immaginato. All’indignazione crescente per i privilegi di cui godono gli abitanti dei piani alti del Palazzo, al fastidio per una politica separata ed estranea alla propria gente, si pensa di rispondere con un bel giro di vite contro i «miserabili» che stanno in basso. Tanto in basso da essere «fuori» (senza rappresentanza, senza parola, senza diritti).
Ci vorrà tutto l’ingegno del Dottor Sottile che sta al Viminale e il pragmatismo un po’ rozzo del «partito dei sindaci» che controlla il contado, ma alla fine sperano di potercela fare: una bella «legge contro i vagabondi» che colpisca nel mucchio lavavetri e ambulanti, writers e clochard, zingari e senza fissa dimora (insomma, tutti quelli che non stanno «al loro posto» per la semplice ragione che un «posto» per loro non c’è), così da offrire una bella immagine di ordine alla società del disordine e dell’incertezza che grande finanza e deregulation mercantile vanno creando. Certo la cosa puzza un po’ tanto d’ançien régime, quando una bella gogna per esporre davanti al castello il pezzente di turno bastava a coprire le magagne del Signore. E fa specie nelle mani di chi si riempie quotidianamente la bocca del mito della modernizzazione. Ma tant’è. L’occasione è troppo ghiotta: un governo che non riesce nemmeno a resistere a qualche migliaio di taxisti, può comprarsi a buon prezzo l’aura (e la faccia da «duro») di Sarkozy. Perché lasciarsela scappare?
Già una volta, in fondo, è stato così: prima si è fatta la «recinzione delle terre», e poi le «leggi contro i vagabondi». Si chiamava «accumulazione originaria». Ora che la nuova recinzione delle terre realizzata con la privatizzazione selvaggia dello spazio pubblico e dei relativi beni comuni sopravvissuti, va accumulando nelle nostre città la massa informe delle «vite di scarto», degli sradicati, dei fuori-luogo, si pone a un nuovo livello il problema di «sorvegliare e punire». O di stokkare e smaltire, come si smaltiscono le cose superflue, il ciarpame che disturba la vista ai cittadini bennati e benvissuti. Un brutto mestiere. Che, c’è da giurarlo, non riuscirà a produrre i risultati che promette, perché il livello di «sicurezza» che può garantire non sarà mai all’altezza della domanda di ordine a cui intenderebbe rispondere. E perché anziché ridurle, è destinato di per sé ad accrescere illegalità e devianze. Ma non per questo resterà indolore.
La «pedagogia del disumano» che tutto ciò mette in campo, la cancellazione dei residui frammenti di ethos umanitario e di tolleranza che esso comporta, l’accreditamento del fastidio verso l’Altro (l’Altro come disturbo), la certificazione ufficiale della sua rimozione dall’orizzonte umano e trasformazione simbolica in minaccia: tutto questo lo pagheremo tutti, con una società più dura e intollerante. Tanto più che esso appare la cifra scelta dagli strateghi del nuovo corso del centro-sinistra per qualificare la propria nuova identità politica.
Sul tema, in generale, si cfr.:
Imparate da Bologna
di Bifo (il manifesto, 06.09.2007)
All’inizio venne Cofferati. Nell’autunno del 2005 il sindaco di Bologna lanciò una campagna contro i lavavetri. Secondo lui c’era un racket e bisognava colpirlo. I carabinieri si misero alla ricerca del racket, e dopo qualche tempo dovettero smentire la tesi del sindaco. Non c’è nessun racket, sono solo poveracci che chiedono danaro in cambio di un lavoro utile: lavano vetri e se vuoi puoi dargli mezzo euro. Ma la gente si incazza. L’automobilista che alle sette di mattina, incolonnato in una fila eterna respira gas di scarico è triste, rabbioso, aggressivo. E come non capirlo? Va al lavoro. I prezzi salgono. I salari scendono. E quando sei incazzato hai bisogno di prendertela con qualcuno, possibilmente più debole e più povero. Il lavavetri è perfetto.
In Italia sta nascendo un nuovo partito. Anche se si chiama democratico quel partito ha deciso di presentarsi sulla scena con una campagna che non si può qualificare altrimenti che razzista. Per conquistare il consenso della gente troviamo qualcuno che sia più miserabile di tutti e scarichiamogli addosso la miseria di tutti quanti. Ha funzionato, può funzionare ancora.
Chi sono i lavavetri? Scocciatori, risponde il benpensante irritabile che è in ciascuno di noi. Arresteremo tutti gli scocciatori? Quella di lavavetri è una definizione di tipo razziale.
Perché perseguitare un poveraccio che fa il gesto di lavarti i vetri della macchina? Invece di chiedere l’elemosina propone uno scambio normale. E’ il libero mercato, no? Ma ai lavavetri è precluso.
A Bologna adesso si parla di mandare in galera coloro che scrivono sui muri: non piacciono al sindaco della città.. Keith Haring e Basquiat, Rammelzee e Chamberlain e Dash sono considerati grandi artisti e le loro opere adesso si vendono nei musei, ma prima hanno sporcato con i loro segni i muri delle strade di tutte le città americane. E le paperette di Pea Brain, e le facce digrignanti di Cane k8, non sono forse l’arte più interessante che si sia vista a Bologna negli anni ’80? Ma per Cofferati gli artisti sono da mettere in carcere. Forse Cofferati odia i graffitisti perché ce n’è uno che scrive sui muri: Cofferati mi fa pena, e un altro che scrive Bologna non merita un sindaco fascista.
Il suo amico Dominici sindaco di Firenze dice che ha riletto Lenin prima di lanciare il suo pogrom. Bravo. Che gli dobbiamo fare a questi lumen proletariat, caro compagno Vladimir Ilic? Noi che siamo il partito della classe operaia mica possiamo tollerare questi straccioni. Già che c’è il bolscevico Dominici dovrebbe dirla tutta. Il compagno Vladimir nel 1918 non esitava a invitare allo sterminio, quando si trattava di raddrizzare le gambe ai lunpen e ai kulaki. E la Kolyma, compagno Domenici, la tua Kolyma la metti a Scandicci? Dicono che questo è il solo modo per ottenere un po’ di consenso. Incitare al pogrom contro i poveracci è un modo per avere quel consenso che il centrosinistra non sa ottenere altrimenti.
Però io ci penserei due volte. Ad esempio, il primo di questi democratici amanti dell’ordine, il sindaco di Bologna di cui dicevo poc’anzi, nel primo anno del suo mandato aveva un consenso così maggioritario che qualcuno diceva pare bulgaro. Dopo tre anni di stress ininterrotto ha talmente scassato le scatole che Renato Mannheimer ha fatto un sondaggio nel mese di giugno. Il consenso è sceso al 39%: Cofferati ha perso. La sinistra ha perso Bologna. La perderà, alle prossime elezioni, accetto scommesse, e non la riconquisterà mai più.
I sindaci di Firenze e di Bologna hanno partecipato a un forum sul degrado nelle città
L’ex sindacalista: "Quando mi paragonano a Tex, ricordo che è amico degli indiani"
Sicurezza, Domenici e Cofferati
"Poteri di polizia ai sindaci"
Ma la sinistra radicale attacca ancora. Cauto anche Follini: "Non inseguire la destra" Manuela Palermi, Pdci: "Indecoroso e reazionario. Può essere votata solo da An" *
ROMA - "Che ai sindaci e alla polizia municipale possano essere assegnate funzioni di polizia giudiziaria è, in determinate situazioni, di qualche utilità". Parola del primo cittadino di Bologna Sergio Cofferati che, insieme al sindaco di Firenze e presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, ha partecipato a un forum sui temi del degrado nelle città organizzato dal QN. Ma nella maggioranza le polemiche sono sempre più aspre.
Il forum. Sergio Cofferati, nel corso del forum, ha spiegato meglio la sua idea di dare più potere ai sindaci: "Parlo di pochissimi compiti, definiti con molta precisione, per non cambiare la natura al ruolo dei sindaci", ha precisato il ’Cinese’, che poi ha scherzato: "Ma una volta, quando eravamo piccoli, gli sceriffi non erano i buoni? E anche quando mi paragonano a Tex Willer, ricordo che Tex è amico degli indiani...".
Anche Domenici è d’accordo. "Non sono contrario a interventi di polizia giudiziaria", ha affermato. "Giusto che anche i sindaci, in casi limitati, possano fare ricorso a provvedimenti per allontanare alcune presenze indesiderate. Norme precise devono garantire, a italiani e stranieri, che naturalmente siano rispettati i diritti fondamentali della persona. Il foglio di via può anche andare bene. Se posso farlo come la questura, allora ho un problema: bisogna indicare i casi in cui la polizia municipale può intervenire con poteri analoghi a quelli delle forze dell’ordine".
La polemica. Non si placano, intanto, nella maggioranza le prese di posizione pro e contro il pacchetto Amato: "Cogliere i problemi di sicurezza dei più deboli è di sinistra", ma, ammonisce, il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, "noi non siamo quelli del bastone: il tema deve essere assunto con un menù di strumenti che vanno dai servizi sociali alla giusta dose di repressione".
Intanto la sinistra della coalizione insiste: "Non possiamo inseguire le destre sul loro terreno", ha ribadito il segretario di Prc Franco Giordano. "Condivido le parole del magistrato Caselli che di sicurezza se ne intende", ha aggiunto il segretario del Prc che sottolinea "bisogna distinguere la criminalità da chi ha invece delle difficoltà come ad esempio i lavavetri".
E ad Amato che in una intervista ieri avvertiva: "Attenti a una svolta fascista" e ammoniva i democratici di stare attenti a "non svegliare la tigre della reazione", risponde il capogruppo della Sinistra Democratica al Senato, Cesare Salvi: "Quando vedo che si dileggiano le idee di Cesare Beccaria e i principi dello Stato di diritto e di equità sociale, mi sembra che la svolta reazionaria rischi di essere già in atto".
"Condivido totalmente quanto oggi detto dal magistrato Caselli che non si può ritenere tenero contro la criminalità", aggiunge il ministro dell’Università Fabio Mussi. "Non è semplicemente digrignando i denti che si risolve il problema".
Più cauto il segretario del Pdci Oliviero Diliberto: "Aspetto di vedere il testo del provvedimento", anche se Manuela Palermi, capogruppo Verdi-Pdci a palazzo Madama, tira un fendente, definendo il pacchetto Amato sulla sicurezza "indecoroso, roba reazionaria che può essere votata solo da un’altra maggioranza di cui faccia parte a pieno titolo An".
Il pacchetto sicurezza non piace nemmeno a Marco Follini: "Stiamo attenti a non inseguire la destra sul suo terreno", dice il leader dell’Italia di mezzo e membro del comitato dei 45 del Partito democratico, in un intervento su ’Il Riformista’.
L’opposizione. E nel centrodestra si guarda con scetticismo al pacchetto sicurezza e alle polemiche nella maggioranza. "Mi auguro che quanto annunciato dal governo in questi giorni in tema di sicurezza non si riduca ad uno spot, ma mi sembra che purtroppo sia così. Mi sembra che lo scontro tra la sinistra radicale, la sinistra riformista ed il presidente del Consiglio dimostri quanto il discorso della sicurezza non stia a cuore al governo", afferma Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc.
Microcriminalità, sicurezza e politiche del centrosinistra.*
TOLLERANZA ZERO?
La recente, ridicola, se non fosse drammatica, ordinanza del Sindaco di Firenze contro i lavavetri e la ancora più recente richiesta dei Sindaci di Bologna e ancora di Firenze di attribuire poteri di polizia ai Sindaci, accompagnate dalle continue iniziative "securitarie" promosse dai Sindaci del Centro Sinistra, dimostrano ancora una volta come sia in atto un tentativo della sinistra di accreditarsi rispetto al concetto di sicurezza, normalmente ritenuto patrimonio della destra.
Ci pare necessario fare chiarezza su questo primo punto: l’istanza di sicurezza dei cittadini, di per sé, non è concetto né di destra, né di sinistra, ma esprime semplicemente la condivisibile richiesta di una vita possibilmente tranquilla; ciò che deve costituire la differenza tra destra e sinistra, invece, è il contenuto del concetto di sicurezza ed i modi per ottenerla. Ed è qui che, invece, si stanno verificando cedimenti inaccettabili da parte della sinistra in generale, e dei Sindaci eletti da quello schieramento, in particolare.
E’ recente la preoccupata dichiarazione, sul punto, del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Torino, Caselli, che ha affermato ’le differenze politiche si stanno affievolendo. Si fa a gara nellŽappiattirsi sulle posizioni con venature populistiche, ad accantonare ad esempio la difesa dei diritti sociali nel nome supremo della sicurezza, ad assecondare le paure e le insicurezze della gente e le sue percezioni esasperate’. E’ profondamente errato cavalcare la difesa della sicurezza ad ogni costo, come strumento per acquisire consenso popolare, occorre ribadire con forza che, se siamo d’accordo che vi sia uno sforzo da parte dello Stato per garantire maggior sicurezza a tutti i cittadini, mai si potrà accettare che, per quella ragione e per quello scopo, si limitino le libertà individuali di alcuni cittadini, ovviamente i meno tutelati ed i meno abbienti.
L’ordinanza del Sindaco di Firenze è emblematica del suo scopo elettoralistico: per dimostrare che il Sindaco è in sintonia con quei cittadini che hanno subito aggressioni da parte di lavavetri, si arriva ad affermare che il mestiere di lavavetri è vietato sino al 31 ottobre 2007, con il che affermando implicitamente che, prima dell’ordinanza e dopo il 31/10, l’attività poteva e potrà essere liberamente svolta, senza necessità di licenza alcuna!
L’ordinanza, dunque, non può che essere stata emessa in un tentativo di captatio benevolentiae della pubblica opinione.
Comunque, a parte il discorso sulla veramente dubbia legittimità di quell’ordinanza, rispetto alla quale sarà possibile l’impugnazione avanti il TAR, ciò che ci preoccupa vivamente come Giuristi Democratici è la filosofia sottesa a questo tipo di provvedimenti; occorre un’inversione di tendenza, che vada incontro alle esigenze dei cittadini, senza porre in pericolo i diritti di nessuno e senza ricorrere a strumenti tanto inefficaci, quanto vessatori; ed in questo senso, crediamo che le forze della Sinistra debbano operare un serio esame di coscienza e riappropriarsi di quella difesa dei diritti sociali che dovrebbe costituire, come in passato, il loro fiore all’occhiello.
06/09/2007
ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI -Pubblicato da: Redazione | 06/09/2007 20:19 |