Ansa» 2007-10-23 17:15
PRODI: FIDUCIA A MASTELLA
ROMA - Il premier Romano Prodi aprendo la riunione del Consiglio dei ministri ha confermato la piena fiducia al ministro della Giustizia Clemente Mastella. Romano Prodi conferma anche la "piena fiducia" nella magistratura, nella sua "piena autonomia e nelle sue gerarchie".
INIZIO CDM CON INTERVENTI MASTELLA E DI PIETRO
All’inizio del Consiglio dei ministri si è affrontato il tema delle tensioni tra il ministro della Giustizia Clemente Mastella e quello delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. I due, raccontano fonti di Palazzo Chigi, sono intervenuti, tra gli altri, all’inizio del dibattito. Un dibattito chiuso dal premier Romano Prodi, che ha ribadito quattro punti: fiducia al Guardasigilli; fiducia nelle politiche della giustizia; condivisione dell’appello di ieri del capo dello Stato Giorgio Napolitano; rispetto e fiducia per la magistratura e per la sua autonomia.
15:16 In cerca del chiarimento tra Di Pietro e Mastella
Il Consiglio dei ministri è convocato per le ore 16. La decisione da parte del ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro potrebbe lasciar pensare che l’atteso "chiarimento definitivo" stia per essere raggiunto in questi minuti
15:11 Idv annulla la manifestazione del 26 ottobre Il ministro Di Pietro, a fine mattinata, ha deciso di annullare la manifestazione in piazza Navona che era stata organizzata da Idv per venerdì proprio per capire la linea del governo sulla giustizia.
15:00 Diliberto: "Non saremo noi a provocare la crisi"
Il segretario dei Comunisti italiani ribadisce, come ha fatto più volte in questi giorni, che non sarà la sinistra radicale a provocare la crisi. "Il Senato è in una situazione difficile sin dal primo giorno - dice Diliberto - oggi vedo fibrillazioni al centro. Non saremo noi a creare problemi al governo sulla Finanziaria".
14:54 Diliberto: "Il chiarimento Mastella-Di Pietro? Chiamate i caschi blu"
Il segretario del Pdci Oliviero Diliberto cerca di stemperare i toni di una giornata cominciata in modo pesantissimo. E regala un po’ di leggerezza. "Come si fa a risolvere la crisi tra Di Pietro e Mastella? Non resta che chiamare i caschi blu dell’Onu o il generale Angioni".
14:47 L’Unione ritira tutti gli emendamenti al decreto fiscale
Maggioranza e governo hanno ritirato tutti gli emendamenti al decreto legge collegato alla Finanziaria presentati per l’aula. Il relatore del dl ha spiegato che restano "due emendamenti del relatore e 3 emendamenti di singoli parlamentari (Elga Thaler del gruppo delle Autonomie, Costituente Socialista e Ulivo con De Petris)". Restano i 446 emendamenti della Cdl.
13:28 Fassino: "Riconoscere a Mastella titolarità funzioni"
"Ogni ministro dev’essere in condizioni di esercitare la propria funzione con serenità e sapendo di godere della piena fiducia della propria maggioranza. Ciò vale a maggior ragione per chi, come Mastella, è chiamato a reggere un ministero così delicato e cruciale". Lo afferma in una nota Piero Fassino. "Mi auguro perciò che tutti avvertano la responsabilità di mettere fine a polemiche strumentali, riconoscendo al ministro la piena titolarità delle sue funzioni".
13:24 Tg La7: "Mastella vuole dimettersi"
Il Tg di La7, nell’edizione delle 12.30, ha rivelato che "secondo autorevoli fonti interpellate, Clemente Mastella è intenzionato oggi a rassegnare le sue dimissioni, ma il presidente del Consiglio Romano Prodi sarebbe fermamente determinato a respingerle".
13:23 Mastella: Leggete il documento" Come va? "Benissimo". Mastella fende la folla dei giornalisti al termine dell’ufficio politico dell’Udeur. E non parla: "C’è un documento che è esplicito, leggete il documento - dice ai cronisti - e trovate la linea politica".
12:35 Mastella: "In Cdm chiarimento definitivo"
L’Udeur chiede un"chiarimento politico definitivo" in sede di Consiglio dei ministri (oggi alle 16). "Qualora fosse disattesa questa richiesta" si legge nel documento diffuso al termine dell’ufficio politico del partito "l’ufficio politico invita il Guardasigilli e la delegazione governativa ad assumere le conseguenti determinazioni e decisioni".
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* la Repubblica, 23.10.2007, ripresa parziale
Prodi: «Piena fiducia a Mastella» Soddisfatto il Guardasigilli
Fallito lo sgambetto della Cdl in Senato
Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, aprendo la riunione del Consiglio dei ministri «ha voluto ribadire la piena fiducia del governo al ministro Clemente Mastella e alle politiche del governo sulla giustizia che sono sempre state approvate e votate all’unanimità dal Consiglio dei ministri stesso». Prima dell’intervento di Prodi sia Clemente Mastella che Antonio Di Pietro avevano preso la parola. Dopo la conferma della fiducia nel Guardasigilli da parte del premier la riunione è proseguita con l’esame dei provvedimenti all’ordine del giorno.
Le parole di Prodi rappresentano quel chiarimento che il Guardasigilli aveva chiesto prima della riunione e in mancanza del quale sarebbe stato disposto anche a dimettersi. Si scioglie così il nodo della ventilata crisi di governo. Il Guardasigilli, Clemente Mastella, aveva infatti chiesto «un chiarimento definitivo in Cdm o sarà crisi». Nei giorni scorsi, infatti, l’Udeur aveva avvertito gli alleati sulla possibilità di non votare il decreto della finanziaria. E lo stesso Mastella aveva affermato: «Noi siamo per andare al voto in primavera. Prima ti togli il dente e meglio è, nell’interesse degli italiani».
In mattinata Mastella ha riunito l’ufficio politico del partito e in due note distinte ha ribadito la sua posizione. Quanto alla vicenda De Magistris, il Guardasigilli aveva garantito: «Continuerò la mia battaglia di dignità e di difesa della mia onorabilità. Chiedo con fermezza che l’inchiesta vada avanti, ma velocemente, per non lasciare i cittadini-elettori nel limbo dell’incertezza».
Quanto all’aspetto politico, il ministro aveva ribadito la sua intenzione di non voler fare alcun passo indietro, anzi: «Purtroppo in queste settimane si è consolidata una preoccupante anomalia democratica per cui chi non condivide la politica del governo in un settore delicato come la giustizia, come da ripetute dichiarazioni anche televisive, resta nel governo e nella maggioranza», riferendosi al ministro Di Pietro. «Il Guardasigilli - proseguiva la nota -, che a nome di tutto il governo è il responsabile politico del settore e nel contempo il tutore di quel necessario clima di serenità essenziale per la vita quotidiana del pianeta giustizia, ha il dovere di determinare nell’odierno Consiglio dei ministri un chiarimento politico definitivo sulla linea che il governo, nella sua collegialità, ha sin qui seguito nella politica giudiziaria».
* l’Unità, Pubblicato il: 23.10.07, Modificato il: 23.10.07 alle ore 18.34
Mastella chiede chiarimento Ma Prodi è «tranquillissimo»
La Cdl prepara lo sgambetto in Senato *
Romano Prodi è «tranquillissimo», non dà peso alle voci dell’innesco di una crisi. Anche se la giornata è iniziata male, tra voci e smentite, indiscrezioni inquietanti e il ritorno delle paure - su tutti i giornali - anzi dei sospetti, che Silvio Berlusconi abbia fatto shopping di parlamentari dello schieramento avverso per dare la famosa "spallata" a Prodi. Chi, quanti? Circolano dei nomi, anche se la maggior parte dei chiamati in causa smentisce a gran voce. E circola la voce, da ieri sera, che lo sgambetto è pronto su una votazione di quelle che di solito non meritano neppure una riga negli articoli: sulla pregiudiziale di costituzionalità del decreto fiscale in discussione a metà pomeriggio. Niente di meno simbolico. Il voto comunque è previsto dopo le 18 in Senato.
Ciò che è certo è che i palazzi sono in fibrillazione. Ne è dimostrazione un’altra voce, rimbalzata in un dispaccio dell’Adnkronos, di un arrivo di Clemente Mastella nell’ufficio di Prodi per dare le dimissioni. Voce immediatamente smentita dall’Udeur: Mastella è da ore chiuso in una riunione dell’ufficio politico in largo Arenula. E del resto Prodi non è in sede, ma a un convegno economico. «Dimissioni di Mastella? Speriamo di no», si spaventa la senatrice Manuela Palermi del Pdci che apprezza «saggezza e correttezza» del Guardasigilli nei confronti di «intrusioni di Di Pietro».
Marina Sereni ammette che - dopo tutte le tensioni, le accuse di una compagnie di governo “libanese” (ieri Mastella) cioè in perenne guerra interna - «c’è bisogno di un chiarimento per rassicurare il Pese». E questo chiarimento, aggiunge, potrebbe essere chiesto proprio da Mastella. Per altro la Sereni fa appello al senso di responsabilità delle forze di tutta la maggioranza. «Dobbiamo garantire che il paese abbia un governo che si occupi dei problemi degli italiani», esorta la vice capogruppo dell’Ulivo alla Camera.
Ed è quello che fa, confortato dai suoi dell’ufficio politico. Anzi è l’Udeur che chiede un «chiarimento politico definitivo» dopo aver rimarcato che «con crescente intensità, una componente della maggioranza parlamentare ritiene profondamente sbagliata la politica giudiziaria dell’intero Governo». Un chiarimento che Mastella esige subito da Prodi, cioè già nel consiglio dei ministri che dovrebbe esserci oggi pomeriggio. Altrimenti è crisi.
Un’eventualità che Lamberto Dini in una intervista a il Giornale non vede come il fumo negli occhi: «Se cadesse non ne farei un dramma». E neanche Willer Bordon. Anzi, il senatore che era stato inserito nella lista dei parlamentari più incerti sul dare o meno l’appoggio a Prodi, prevece che «il governo avrà vita breve, le biglie sono tutte impazzite - dice -, non c’è percorso. Da Catanzaro arrivano carte che fanno perdere credibilità a Mastella e di conseguenza al governo. Ormai c’è un clima di insopportabilità nei confronti della situazione attuale». Bordon aggiunge: «io non sono un Ghino di Tacco, ma mi sono stancato della sclerotizzazione politica attuale, bisogna andare oltre gli schieramenti».
La destra già dà il governo oltre l’orlo del baratro. Umberto Bossi decide proprio stamattina di chiedere le elezioni anticipate con la legge attuate. E il neodc Gianfranco Rotondi lo segue: anche a lui del resto è sempre piaciuta la "legge porcata". Da parte sua Pierferdinando Casini, che solo ieri sembrava disposto a impegnarsi per una riforma elettorale in grado di ricalcare il modello tedesco di proporzionale con soglia di sbarramento, oggi è tranchant sulla tenuta della legislatura. «Il governo naviga ormai nel buio - dice il leader dell’Udc-. A questo punto mi auguro che Prodi si dimetta nelle prossime ore». Casini dice così ai cronisti al sole freddo di piazza Montecitorio. «Il governo - s’intrattiene - ha difficoltà enormi». Alla domanda se si debba andare subito al voto, si sgancia bofonchiando sui suoi convincimenti democratici su cui «non ha fatto mai confusione». Anche lui torna all’ovile dopo il suono del campanaccio del "pastore" Berlusconi?
Berlusconi vuole mandare «l’avviso di sfratto» a Prodi il prossimo 17 novembre. Bossi dice che c’è già «un’aria da fine di governo» in Parlamento. Casini ora si accoda. I colonnelli di An fanno il tifo.
* l’Unità, Pubblicato il: 23.10.07, Modificato il: 23.10.07 alle ore 15.44
MANOVRA: DL IN AULA, AL CDM IL PACCHETTO SICUREZZA
di Marco Dell’Omo
ROMA - Con la Finanziaria arriva un bonus Irpef per le mamme lavoratrici. La proposta, contenuta in un emendamento presentato dal relatore Giovanni Legnini, prevede una detrazione aggiuntiva di 150 euro a favore delle madri che hanno redditi da lavoro. La misura sarà discussa nei prossimi giorni in commissione Bilancio, durante l’esame della manovra, insieme ad una serie di altre misure, tra le quali quella che destina 30 milioni di euro all’aumento degli assegni familiari per le famiglie dove ci sono inabili o bambini orfani di un genitore.
Intanto, da oggi approda in aula il decreto fiscale collegato alla finanziaria, il cui esame ha tenuto impegnata la commissione per tutta la serata. Il primo nodo da sciogliere sarà quello delle pregiudiziali dell’opposizione: un voto sul filo del rasoio, decisivo per le sorti della manovra e, di conseguenza, del governo. Seguirà la discussione sugli emendamenti: ne sono stati presentati 630, e l’assemblea del Senato avrà tempo fino a giovedì prossimo per votarli.
Tra le novità inserite in commissione spiccano i 550 milioni stanziati per ampliare l’offerta di alloggi a canone sociale da destinare alle giovani coppie a basso reddito, oltre che agli sfrattati. Previsti anche nuovi fondi per rifinanziare i programmi di riqualificazione delle periferie degradate. Dall’esame in commissione escono ridotti i tagli per i piccoli editori e i giornali di partito: previsti inizialmente al sette per cento, scendono al due, e salgono invece al 12% per i grandi gruppi editoriali.
Altra novità la messa in liquidazione della società Stretto di Messina Spa: ma modifiche potrebbero però arrivare ancora in aula con la proposta avanzata dal ministero delle infrastrutture Di Pietro di fondere la società nell’Anas. Buone notizie per i pensionati pubblici: salta infatti il prelievo "automatico" dello 0,15-0,35% delle pensioni per finanziare il fondo Inpdap. Nuove norme sono state previste per il rientro dai deficit sanitari delle regioni. Sempre in campo sanitario c’é l’incompatibilità tra il ruolo di "commissario" e quello di un qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione Commissariata. Tra i poteri del commissario, inoltre, c’é la possibilità di sostituire i direttori generali delle Asl o delle aziende ospedaliere. La tassa di scopo proposta nelle settimane scorse da alcune decine di sindaci di città d’arte, tra cui Firenze, Roma, Venezia, ma anche centri più piccoli, trova decisamente contrario il ministro per i Beni culturali con delega per il turismo, Francesco Rutelli.
"Sono contrario perché la considero una complicazione amministrativa e un messaggio negativo che parte dall’Italia", ha detto intervenendo all’assemblea annuale della Confesercenti di Firenze. Resta in sospeso la questione dei derivati, gli strumenti finanziari utilizzati da Regioni e enti locali: l’intesa bipartisan è sfumata, ma potrebbe maturare nei prossimi giorni in aula.
Ferrero: "Troppe divergenze sul provvedimento" e alla fine si decide per il rinvio
Se ne riparlerà la prossima settimana. Contrasti sul potere dei sindaci e l’entità delle pene per piccoli reati
Pacchetto sicurezza, divisioni nel governo
Provvedimento rinviato al prossimo Cdm
La Bonino: "Non è stato approvato niente. Molte divisioni hanno consigliato una riscrittura" *
ROMA - Prima il caso Mastella, poi le divisioni sul pacchetto sicurezza. Infine il ministro Pecoraro che ne annuncia l’approvazione, poi smentita. Troppe divisioni nel Consiglio dei ministri di oggi e Prodi in serata decide di rinviare al prossimo Cdm l’approvazione del piano per contrastare piccola e grande criminalità.
’’Abbiamo deciso di approfondire la discussione’’, chiarisce il ministro della Solidarieta’ sociale Paolo Ferrero. Obiezioni, la sinistra radicale ne ha sollevate molte: "Sul provvedimento - ha proseguito Ferrero - c’erano vari pareri critici riguardo a vari elementi, tra cui l’ampliamento del potere concesso ai sindaci, l’entità della pena nell’ipotesi di vendita di merce contraffatta, la perseguibilità d’ufficio per chi imbratta i muri con le bombolette spray. E poi i reati finanziari e il falso in bilancio. Non so se si arriverà a un provvedimento condiviso da tutti, anzi, dubito che su alcuni punti come quello dei poteri di sindaci e prefetti si arriverà ad un accordo’’. Il riferimento è alla possibilità di concedere alle due autorità di espellere per motivi di sicurezza pubblica anche cittadini della Ue.
In precedenza, il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, aveva assicurato che il pacchetto sicurezza era stato invece approvato. Aveva addirittura espresso soddisfazione perchè erano state inserite norme per il rafforzamento dei forestali e per un inasprimento delle pene per i piromani. Ma in realtà, precisa Ferrero, ’’in consiglio non si è votato niente. Dunque le notizie uscite erano prive di ogni fondamento".
Il ministro Emma Bonino conferma che sulla stesura del "pacchetto" sono affiorate divisioni anche consistenti: "Quello che è avvenuto - spiega - è che c’è stato un lungo dibattito, con accenti molto critici da parte mia e non solo da parte mia, e non è stato approvato alcunchè. Il pacchetto sicurezza sarà all’ordine del giorno della seduta di martedì proprio per i suggerimenti, le resistenze le incongruenze notate nel corso del lungo dibattito. Sono emerse molte riserve su parecchi inasprimenti di pena. Tenuto conto dei molti suggerimenti arrivati, il presidente del Consiglio ha concluso che era necessaria una riscrittura del provvedimento".
"Troppi pareri diversi", ha riassunto la situazione Ferrero. Si rischiava un’approvazione viziata da numerose astensioni: ad esempio, Fabio Mussi, ministro all’Università, e lo stesso Pecoraro Scanio si sarebbero astenuti sul ddl che conferisce più poteri ai sindaci; Ferrero anche su quello della certezza della pena; Bonino su tutte e quattro le parti. Dopo la replica di Giuliano Amato, ministro dell’Interno e relatore del pacchetto sicurezza - "La vostra è una posizione anacronistica che va contro gli interessi del Paese", sembra abbia detto secondo quanto riferito da diversi presenti alla riunione - il rinvio è sembrato la soluzione migliore per evitare un muro contro muro.
Le norme contenute nel pacchetto sicurezza legiferanno sulle pene da comminare agli incendiari, ai pedofili, a chi sfrutta i bambini e guida ubriaco. Saranno discusse anche nuove norme sulle espulsioni dei cittadini comunitari e contro i tifosi violenti. Un capitolo dovrebbe riguardare l’assunzione di nuovo personale tra le forze dell’ordine.
Leggi la scheda sull’intero pacchetto sicurezza.
* la Repubblica, 23 ottobre 2007.