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CONTRO OGNI DELEGITTIMAZIONE, A CLEMENTINA FORLEO, CITTADINA SOVRANA E MAGISTRATA CORAGGIOSA, IL RICONOSCIMENTO DEL "PREMIO BORSELLINO PER L’IMPEGNO SOCIALE E CIVILE" - a cura di pfls

martedì 30 ottobre 2007.
 
[...] Il giudice ricorda Paolo Borsellino: «Il suo messaggio è più che mai attuale: non cedere al ricatto dei poteri forti, qualunque colore abbiano e dietro qualunque colore si nascondano». L’esordio carica la platea. «Paolo Borsellino sappiamo come morì e quali furono gli eventi che precedettero la sua morte. Fu screditato e delegittimato purtroppo anche dai suoi colleghi e dalle forze dell’ordine. Denunciò che le indagini si stavano arenando e che il pool si stava sfasciando». Un parallelismo tra la situazione che lei sente di vivere e quella del magistrato trucidato dalla mafia. Mentre a fatica trattiene le lacrime, Clementina Forleo invita i giovani «a non cedere al ricatto » [...]

Forleo in lacrime: vogliono delegittimarmi

-  La gip premiata con Woodcock: screditata dai colleghi, come fecero con Borsellino
-  "Sostengono che faccio la diva, ricevo pallottole"
-  Il dibattito a Pescara con Olga D’Antona Franca Rame e Nicky Vendola

di GIUSEPPE CAPORALE (la Repubblica, 28.10.2007)

PESCARA - Piange il giudice Clementina Forleo. Piange sul palco, mentre riceve il premio Borsellino. Davanti a colleghi magistrati, ad alti rappresentanti delle forze dell’ordine, a politici. Ed a tanti, tantissimi studenti. Le sue lacrime non si fermano neanche quando torna a sedere in prima fila, tra il magistrato della procura di Potenza John Woodcock (che in alcuni momenti le prende la mano per rincuorarla) e il procuratore capo della Repubblica di Pescara, Nicola Trifuoggi. E piange anche dopo la cerimonia davanti alle telecamere della Rai. Prima di salire nell’auto con la scorta. Con un groppo in gola, dice quasi gridando: «Quello che sto subendo è... vergognoso».

Il giorno delle lacrime del gip di Milano, comincia con la lettura dei quotidiani. A turbarla la notizia sull’esistenza di un fascicolo per un procedimento disciplinare, nei suoi confronti, da parte della procura generale della Cassazione. I fatti riguardano un duro scontro verbale avuto con il comando carabinieri di Francavilla Fontana, in Puglia (per una sua vicenda personale). Per questo, quando lei arriva davanti alla sala De Cecco, dove si tiene la cerimonia del «Premio Borsellino per l’impegno sociale e civile», è già visibilmente scossa. Nervosa. All’entrata si copre il viso con una cartellina. Poi, cede ai microfoni per un momento: «Sostengono che faccio la diva, ma non è vero. L’altro giorno ho ricevuto un proiettile...». Alla fine, cercando di evitare microfoni e telecamere aggiunge: «Questo è maschilismo».

In sala, invece, l’atmosfera è tranquilla. Si discute di legalità, di giustizia, con Olga D’Antona, la vedova del giuslavorista ucciso dalle Br, a tirare le fila del dibattito. Ma quando si passa alle premiazioni e arriva il suo momento, Clementina Forleo prende il microfono e si lascia andare ad un lungo sfogo. «Sono un po’ scossa perché su un quotidiano nazionale c’è l’ennesimo tentativo di delegittimazione del mio operato... Il potere mediatico non faccia il gioco di questi poteri forti. Qualcuno ha voluto manipolare, ha voluto falsare, dandomi l’immagine di un fiume in piena, probabilmente di una pazza che sta perdendo l’equilibrio». In sala un leggero imbarazzo. Poi il pubblico degli studenti l’applaude. Lei non si ferma. E paragona la sua vicenda a quella di Paolo Borsellino: «Sappiamo come morì e soprattutto sappiamo quali furono gli eventi che precedettero la sua morte. Paolo Borsellino fu screditato, fu delegittimato, purtroppo anche dai suoi colleghi, purtroppo anche dalle forze dell’ordine. Lui denunciò in un’intervista come le indagini si stavano arenando». Poi, il premio a Woodcock che si è rivolge ai giovani: «Mi sento di dire, prima ancora che parlare di cultura della legalità, che i giovani devono pretendere un lavoro adeguato».

Riconoscimenti anche per Niki Vendola, governatore della Puglia, Franca Rame, il procuratore Trifuoggi, il presidente della commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione.



Forleo, protesta e lacrime E rinuncia alla scorta

-  Lo sfogo: «Perché i carabinieri non indagano sulle mie denunce?»
-  Il gip a Pescara: notizie false per farmi passare per pazza
(Corriere della Sera, 28 ottobre 2007)

PESCARA - Il giudice Clementina Forleo rinuncia alla scorta dei carabinieri con un gesto di protesta che segue la sua denuncia di pressioni e intimidazioni. «Perché i vertici dell’Arma non fanno luce su quanto ho denunciato?», si chiede il giudice delle scalate bancarie. E’ la mattina di ieri e con il collega di Potenza Henry John Woodcock la Forleo sta per ricevere a Pescara il premio «Paolo Borsellino» dall’associazione Società civile. I due magistrati siedono vicini, ma i loro pensieri sono distanti. Il pm che ha dato il via a Vallettopoli prende la parola. Calmo, informale, parla di Borsellino come di un modello umano e professionale. Il suo intervento affronta il rapporto legalità- lavoro: «Non si può parlare di cultura della legalità senza pretendere un adeguato sbocco lavorativo per i giovani ». Quindi un riferimento all’inchiesta

Why not del collega di Catanzaro Luigi de Magistris: «Le vicende calabresi, come tanti fenomeni criminali, sono ancora una volta legate ai problemi della disoccupazione. Non si può pensare che la gente si ispiri a criteri di probità quando alla fine del mese non c’è da mangiare».

Clementina Forleo è arrivata turbata. Ha letto sulla stampa in questi giorni «notizie alterate ad arte e non corrispondenti al vero» relative alle sue dichiarazioni spontanee ai carabinieri. Anche sui genitori, morti in un incidente stradale. L’auditorium «De Cecco» è affollato soprattutto da ragazzi. «Noi difendiamo la legalità a prescindere. Anche quando bisogna schierarsi contro gli stessi operatori della legalità. Talvolta è difficile sopportare il peso delle pressioni specialmente quando arrivano anche dall’interno delle stesse strutture di lavoro», è la motivazione al premio spiegata da Leo Nodali, coordinatore abruzzese dell’associazione «Società civile».

Applausi scroscianti che aumentano quando la Forleo sale sul palco per ricevere la targa da Olga D’Antona, vedova del giuslavorista assassinato dalle Br. Il giudice ricorda Paolo Borsellino: «Il suo messaggio è più che mai attuale: non cedere al ricatto dei poteri forti, qualunque colore abbiano e dietro qualunque colore si nascondano». L’esordio carica la platea. «Paolo Borsellino sappiamo come morì e quali furono gli eventi che precedettero la sua morte. Fu screditato e delegittimato purtroppo anche dai suoi colleghi e dalle forze dell’ordine. Denunciò che le indagini si stavano arenando e che il pool si stava sfasciando». Un parallelismo tra la situazione che lei sente di vivere e quella del magistrato trucidato dalla mafia. Mentre a fatica trattiene le lacrime, Clementina Forleo invita i giovani «a non cedere al ricatto » prima di tornare agli articoli di giornale: «vogliono dare di me l’immagine di un fiume in piena, di una pazza, una che sta perdendo l’equilibrio» è la conclusione. Applausi e urla in sala. Quando esce con Woodcock ha già maturato la sua decisione e i carabinieri di scorta sono costretti a lasciarla partire. Da sola.


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