[...] al contrario di ciò che accade nel resto del nostro paese, dove i sindaci spesso sono a capo delle lotte civili per la difesa del territorio, il sindaco della città di Crotone ascolta il grido di allarme lanciato dai propri cittadini e dalla società civile senza assumere alcuna decisione ufficiale.
Da lunedì 19 novembre 2007 presso la sede ARCI Provinciale di Crotone è stato avviato un presidio democratico permanente, per chiedere la revoca immediata della suddetta ordinanza commissariale e per lanciare una serie di iniziative di lotta, che culmineranno in una manifestazione regionale che il Movimento intende indire orientativamente per giorno 15 dicembre 2007 a Crotone [...]
Movimento
"No Alle Discariche a Crotone" *
Noi cittadini del Movimento civico
“No Alle Discariche”,
composto dalle associazioni:
Arci Nuova Associazione Crotone, Cittadinanzattiva, L’Iride, Associazione Cooperativa Giovanni Paolo II, Legambiente, Emily, Italia Nostra, Ass. Culturale Paideia, Comitato Centro Storico, Ass. I Geografi, Ass. Città dell’Uomo, Coop. Soc. “Agorà Kroton”, Circolo Arci “Culture in... Movimento”, LiberAssociazione degli Aderenti Individuali alla Sinistra Europea, Lipu, WWF Crotone, Circolo Arci “Pagania”, Circolo Arci “Cutro XXI”, Circolo Arci “Libreria Cerrelli”, Aranceto, ENPA, Amici del Neto,CEA del Marchesato, Don Tonino Bello AGESCI, Zona Marchesato, ConfArtigianato e da singoli cittadini,
abbiamo deciso di far sentire forte e chiara la nostra voce per un chiaro NO all’ampliamento della discarica RSU di Columbra ed alla realizzazione di un altro impianto di selezione.
Queste sono le nostre ragioni:
A seguito della richiesta di ampliamento di 2.600.000 metri cubi, della discarica già sita in località Columbra in Crotone, avanzata a gennaio 2007 dalla ditta SOVRECO s.p.a. di Crotone, si è costituito un movimento civico dall’esplicito nome di “No alla discarica.
Il Movimento “No alla Discarica” oltre a chiedere alle istituzioni locali (Provincia e Comune) di attivarsi per scongiurare il possibile ampliamento della discarica di località Columbra, situata nelle adiacenze del centro abitato di Poggio Pudano che comprende abitazioni, chie-se, seminario, istituti di cura, albergo, attività commerciali e nuovi insediamenti residenzia-li, ha avviato una petizione popolare “Per la tutela della salute dei cittadini, per il recupero del territorio e per uno sviluppo sostenibile della provincia di Crotone” e che prevede al primo punto impegni precisi e concreti per impedire l’ampliamento della discarica già sita in località Columbra in Crotone (Poggio Pudano).
Ad oggi sono state raccolte oltre 12.000 firme.
Petizione Popolare
Per la tutela della salute dei cittadini, per il recupero del territorio
e per uno sviluppo sostenibile della provincia di Crotone
1. per impedire l’ampliamento della discarica già sita in località Columbra in Crotone (Poggio Pudano);
Prima di tutto non serve a Crotone perché, come dice il Piano regionale per la gestione dei rifiuti, abbiamo già tutti gli impianti necessari per la nostra provincia.
E poi è bene ricordare che a Poggio Pudano ci sono già 4 discariche: 1 di RSU esaurita e una di RSU in attività, una di rifiuti speciali esaurita e una di rifiuti speciali in attività.
Questa sarebbe la quinta... Decisamente si sta esagerando.
2. per impedire lo smaltimento, nella provincia di Crotone, di rifiuti provenienti da altre realtà provinciali e regionali, così come previsto dal Piano Regionale per la gestione dei rifiuti della regione Calabria e per incentivare la raccolta differenziata nella provincia di Crotone;
Ogni anno la metà dei Rifiuti Solidi Urbani dell’intera Calabria viene smaltito nella discarica di Crotone perché qualche altra provincia (COSENZA) non vuole gli impianti.
In pratica è come se nella nostra provincia abitassero (e producessero rifiuti) 515.000 persone e non 160.000 come invece è.
Ogni provincia deve smaltire i propri rifiuti.
E comunque, per non avere più discariche anche in futuro è indispensabile che tutti facciano la raccolta differenziata.
Chi fa la differenziata deve pagare meno degli altri e la raccolta deve essere fatta porta a porta.
Così anche chi non è convinto lo farà perché gli conviene.
3. per la bonifica di tutti i siti inquinati che insistono sul territorio della provincia di Crotone;
4. per la bonifica della discarica Tufolo-Farina, per la bonifica integrale dell’ex sito industriale di Crotone, (già siti di interesse nazionale) in tempi certi e con procedure trasparenti, che permetta da un lato, il risanamento dell’area e, dall’altro, il recupero dell’enorme patrimonio archeologico dell’Antica Kroton;
E’ necessario che Comune, Provincia, Regione, Commissario Straordinario e Governo si impegnino seriamente e tutti insieme per far partire la bonifica di tutti i siti inquinati, cominciando da quelli più pericolosi. Non basta la buona volontà di un Ente, ci vuole l’impegno di tutti.
Non è più possibile continuare a rinviare la soluzione a un problema che mette a serio rischio la salute di tutti.
5. per realizzare un sistema di monitoraggio ambientale costante su tutto il territorio crotonese;
Per potersi difendere bisogna sapere cosa ci minaccia.
Questa è sicuramente la richiesta meno impegnativa e la Provincia provvederà senz’altro ad un adempimento di sua competenza che serve a conoscere e a prevenire le minacce alla salute dei cittadini che vengono da vari tipi di inquinamento ambientale.
6. per istituire il Registro Tumori della provincia di Crotone.
E’ un adempimento che consentirà di stabilire una volta per tutte, senza che nessuno possa far finta che non sia vero, la terribile incidenza di questa malattia nella nostra provincia e, in particolare nella nostra città, in conseguenza.
La nostra contrarietà riguarda, non solo la richiesta di ampliamento della discarica di Columbra, ma anche la richiesta di realizzazione di un impianto di selezione dei rifiuti, visto che nel Crotonese è stato già realizzato un impianto di tale genere in Località Ponticelli, utilizzato, tra l’altro, solo parzialmente poiché, mentre vi dovrebbero confluire i Rifiuti Solidi Urbani dei 27 Comuni della provincia di Crotone, la società mista che gestisce la raccolta dei RSU di gran parte di detti Comuni, conferisce tali rifiuti alla discarica del privato.
Intendiamo, inoltre, evidenziare, come riportato nella relazione conclusiva del Commissario per l’emergenza ambientale nel territorio della regione Calabria, prefetto Antonio Ruggiero, del 24 gennaio 2007, dove si legge: “la sola discarica di Crotone, di proprietà della ditta SOVRECO, accoglie un quarto del totale dei rifiuti prodotti regionalmente e oltre la metà di quelli che finiscono in discarica come tal quale, provenienti in gran parte dai comuni della provincia di Cosenza, per una popolazione complessiva di circa 515.000 abitanti (il 25% della popolazione calabrese)”, in pratica, gran parte della produzione di RSU della provincia di Cosenza viene inviata in discarica nella provincia di Crotone, con la conseguenza di aumentare i costi, incrementare l’inquinamento ambientale complessivo, aumentare il numero delle discariche nel nostro territorio, non rispettare la normativa europea ed italiana di divieto di discarica dei RSU talquali.
In conclusione, la richiesta del privato di aumentare la capacità della propria discarica, così come quella di realizzare un nuovo impianto di selezione, non è motivata sicuramente dalla necessità di affrontare un’esigenza del territorio crotonese, ma dall’interesse diretto di un privato che “più smaltisce e più guadagna”, nonché dall’incapacità dei vari commissari per l’emergenza ambientale che si sono susseguiti in Calabria negli ultimi dieci anni.
Ciò che chiediamo è il rispetto del principio di autosufficienza e del principio di prossimità così come stabilito dal Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (Legge Ronchi) e recepito dal Piano di gestione dei rifiuti.
Riteniamo, infatti, che ogni provincia calabrese debba smaltire solo ed esclusivamente sul proprio territorio i rifiuti ivi prodotti.
Chiediamo, inoltre, che sin da ora si cominci a progettare affinché la filiera della gestione integrata dei rifiuti possa essere completata con impianti di lavorazione del rifiuto stesso. Solo così finalmente potremmo trasformare i rifiuti in risorse e non viverli più solo come una minaccia.
Inoltre crediamo che la rinascita ed il progresso del territorio crotonese può e deve passare attraverso la bonifica integrale di tutti i siti inquinati, il monitoraggio e controllo ambientale continuo di tutto il territorio crotonese e non solo delle aree a rischio, per difendere e tutelare la salute ed il benessere dei cittadini.
OLTRE AL DANNO, LA BEFFA:
In risposta a tutta una serie di iniziative che hanno accompagnato la mobilitazione per scongiurare l’ampliamento della discarica di località Columbra, il 31 ottobre scorso con ordinanza n° 6305 (31/10/2007), il Commissario Delegato per l’emergenza ambientale nel territorio della regione Calabria, ha autorizzato un ampliamento, di 260.000 mc. in altezza, della discarica già sita in località Columbra in Crotone, dove abbancare rifiuti provenienti dal circuito pubblico dei comuni di tutta la regione Calabria.
Per contrastare questo assurdo e pericoloso atto del commissario, il Movimento “No alla Discarica”, ha avviato uno sciopero della fame a staffetta per chiedere la revoca immediata all’Ordinanza.
Ci tocca sottolineare, in primis, la strana commistione tra la data dell’emanazione dell’ordinanza 31 ottobre 2007 e la scadenza del mandato commissariale 31 ottobre 2007.
Questa coincidenza, appare a noi, pilotata e faziosa rispetto alla mobilitazione messa in atto in città per impedire il raddoppio (2 milioni e 600 mila metri cubi di rifiuti in più) di una discarica che già da anni smaltisce rifiuti provenienti da tutta la regione Calabria e non solo, gestita da un privato e situata a ridosso di un centro abitato (quartiere Poggio Pudano - Crotone).
Il movimento, infatti, oltre a tutta una serie di azioni di lotta, di mobilitazione popolare e di incontri istituzionali ha raccolto oltre 12.000 firme di cittadini della provincia di Crotone per impedire il raddoppio della suddetta discarica.
Riteniamo, infatti, in pericolo la tenuta democratica del nostro territorio, rispetto a quello che per la provincia di Crotone, ma per la regione Calabria tutta, risulta essere la madre di tutte le problematiche: la tutela dell’ambiente e dei beni comuni.
Un regime commissariale, infatti, non prevede discussione ed analisi con il territorio, ma ordinanze insindacabili e perentorie.
Riteniamo, inoltre, debole la posizione di immobilismo assunta dall’Amministrazione Comunale della città che, ancora oggi, nicchia senza prendere posizioni nette contro l’ampliamento e contro l’ordinanza scandalosa del Commissario per l’emergenza ambientale che, invece, autorizza un progetto di ampliamento in altezza della discarica.
Ci fa specie rilevare come, al contrario di ciò che accade nel resto del nostro paese, dove i sindaci spesso sono a capo delle lotte civili per la difesa del territorio, il sindaco della città di Crotone ascolta il grido di allarme lanciato dai propri cittadini e dalla società civile senza assumere alcuna decisione ufficiale.
Da lunedì 19 novembre 2007 presso la sede ARCI Provinciale di Crotone è stato avviato un presidio democratico permanente, per chiedere la revoca immediata della suddetta ordinanza commissariale e per lanciare una serie di iniziative di lotta, che culmineranno in una manifestazione regionale che il Movimento intende indire orientativamente per giorno 15 dicembre 2007 a Crotone.
La manifestazione, che intendiamo promuovere, coinvolgerà tutti i movimenti e le lotte territoriali presenti nella nostra regione, puntando a sollevare le problematiche legate alla tutela dell’ambiente nella regione Calabria (bonifiche, difesa delle risorse comuni, aggressione delle coste, etc.), partendo da un no forte e chiaro a qualsiasi ampliamento, in altezza e in larghezza, della discarica già sita in località Columbra in Crotone. Al contempo manifesteremo per chiedere la tutela di tutti i beni comuni, dall’acqua, alla salute, all’istruzione. Manifesteremo per chiedere il rispetto dei diritti e la dignità del lavoro a Crotone, in Calabria e nel Mezzogiorno d’Italia, il rispetto dei diritti degli uomini e le donne migranti.
Registriamo, ad oggi, l’adesione delle forze sociali (CGIL, CISL, UIL), di alcune strutture di rappresentanza economica (CIA e Lega delle Cooperative), della Curia Arcivescovile, nonché delle tante associazioni ed i tanti cittadini che vivono il movimento.
Invitiamo, ancora, tutte le forze politiche, sociali, culturali ed istituzionali, nonché i cittadini tutti, ad unirsi alla nostra lotta in difesa del territorio e della qualità della vita di tutti i cittadini della Calabria.
*
Movimento Civico
“No alle Discarica”
Email: nodiscaica.crotone@yahoo.it
Stemma di Crotone (Wikipedia)
Caserta, emergenza rifiuti 23 sindaci si dimettono
di Raffaele Sardo *
Ventritrè sindaci della provincia di Caserta hanno dato le dimissioni. Protestano contro la nuova emergenza rifiuti che da alcuni giorni è ritornata a minacciare la già precaria vivibilità di tantissimi comuni del casertano. A dimettersi dall’incarico sono stati i primi cittadini dei comuni che aderiscono al consorzio Geo Eco, quasi tutti concentrati nell’agro aversano. Le dimissioni le avevano annunciate già due giorni fa, ma venerdì sono state formalizzate anche presso le segreterie dei rispettivi comuni e portate poi al prefetto di Caserta, Maria Elena Stasi, nel corso di un incontro avuto in mattinata proprio per trovare una possibile soluzione allo smaltimento delle 6.000 tonnellate di rifiuti che giacciono sparse per le strade della provincia di Caserta.
«Abbiamo valutato, in piena coscienza, l’impossibilità di affrontare con mezzi e strumenti ordinari una situazione di emergenza - è scritto nella lettera di dimissioni - nella quale le amministrazioni da noi rappresentate non hanno avuto e non hanno alcuna soggettiva od oggettiva responsabilità». «Abbiamo allertato la protezione civile e il comando dei vigili urbani che saranno attivi 24 ore su 24 - spiega Domenico Ciaramella, il sindaco dimissionario di Aversa, la seconda città più popolosa della provincia di Caserta - Svolgeranno soprattutto un servizio di vigilanza contro i cumuli di rifiuti che presumibilmente prenderanno fuoco nelle prossime ore. Vogliamo evitare la beffa oltre ai danni. La produzione di diossina in questi frangenti è uno degli effetti più dannosi per la popolazione. Perciò facciamo appello al buon senso».
Anche il personale dell’ASL è mobilitato. Stesso ordine di servizio anche per i Vigili del fuoco, che sono chiamati a far fronte agli incendi dei rifiuti. Intanto i sindaci hanno disposto che per motivi igienico sanitari, siano vietati da subito i mercatini in ogni comune. E da lunedì scuole chiuse. Radio e tv locali hanno cominciato a diffondere appelli alle popolazioni per contenere al massimo la produzione di rifiuti o per evitare, dove possibile, di depositarli in strada. Insomma i sindaci chiedono ai loro concittadini la comprensione e la collaborazione per almeno una ventina di giorni. Tanti quanti ce ne vogliono per allestire un sito di ecoballe o una nuova discarica, in attesa che sia terminata la costruzione dell’inceneritore di Acerra che dovrebbe completare il ciclo dei rifiuti.
Il presidente della Provincia di Caserta, Sandro De Franciscis, ha ribadito la contrarietà a ogni ipotesi di delocalizzazione di ulteriori quantitativi di ecoballe sul territorio di Terra di Lavoro, nel corso dell’audizione alla Commissione Ambiente della Regione Campania. «Siamo stati lasciati soli - ha detto - privi di poteri, senza alcuna possibilità di incidere nei processi. Una solitudine che ci rende incapaci di dare la benché minima risposta alle nostre comunità e che mi porta oggi a solidarizzare con i sedici sindaci del mio territorio, i quali, di fronte alla nuova ondata di emergenza, hanno rimesso il mandato nelle mani del prefetto». De Franciscis è tornato anche ad esprimere un giudizio negativo sulla lunga gestione commissariale del ciclo dei rifiuti in Campania, «che non solo non ha dato frutti, ma ha lasciato sul campo solo macerie: inchieste giudiziarie, milioni di debiti, assenza di impianti, nessuna prospettiva di programmazione. Chiedo da mesi che il Parlamento torni ad assumersi la responsabilità di dare risposte vere a questo dramma, modificando la legge del luglio scorso , che non ha sciolto i veri nodi dell’emergenza».
Ora si teme l’esasperazione delle popolazioni. Perché già nella serata di giovedi si sono avuti segnali di rivolta popolare nella città di Aversa, che ha vissuto forti momenti di tensione. In viale Kennedy per almeno due ore un centinaio di cittadini ha bloccato il traffico. E anche in piazza Bernini, il centro direzionale della città, i rifiuti erano sparsi per centinaia e centinaia di metri: un vero e proprio mare di monnezza. Una ruspa ha consentito appena il passaggio delle auto per evitare altri disagi agli stessi cittadini. È una corsa contro il tempo. Si sta tentando di spostare parte delle ecoballe del CDR di Santa Maria Capua Vetere, nell’unica discarica ancora aperta in Campania, quella di Serre. Tutto questo mentre il Commissario Delegato per l’Emergenza Rifiuti della Regione Campania ha già predisposto la proposta di Piano regionale dei rifiuti urbani della regione, che può essere consultata sul sito internet www.cgrcampania.com/pianorifiuti.
* l’Unità, Pubblicato il: 24.11.07, Modificato il: 25.11.07 alle ore 17.36