In principio era il Logos ... non il "Logo"!!!

SOVRANITA’ DELLA PERSONA E COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA. Nuovo manifesto di bioetica laica - della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni.

giovedì 29 novembre 2007.
 

ll 25 novembre 2007 si è tenuto il Convegno nazionale “Manifesto di bioetica laica”, organizzato dalla Consulta Torinese per la laicità delle Istituzioni, in cui i più qualificati esponenti della bioetica laica italiana hanno presentato il NUOVO MANIFESTO DI BIOETICA LAICA.

Invitiamo il mondo accademico, scientifico, culturale, politico, ma anche tutti i cittadini che ritengono sia giunto il momento di difendere lo Stato laico, di sottoscrivere il Manifesto

NUOVO MANIFESTO DI BIOETICA LAICA *

Nella nostra società singoli cittadini e gruppi manifestano sempre più intensamente l’intento di sperimentare forme di vita nuove e si organizzano per ottenerne il riconoscimento, mentre la ricerca scientifica e le tecnologie mediche offrono nuove opzioni nei confronti di aspetti fondamentali dell’esistenza.

Profondamente coinvolta in questi processi, la bioetica suscita grande interesse nell’opinione pubblica e assume un rilevante peso politico. Talvolta essa è intesa come uno strumento di difesa dalle innovazioni scientifiche e tecniche, capace di riportare la medicina sotto il controllo di credenze consolidate da tradizioni.

Chi si muove in una prospettiva laica, intende invece promuovere le nuove libertà, proponendo, ovunque sia possibile, regole tali da permettere la coesistenza di persone che seguono orientamenti diversi senza danni o sopraffazioni reciproche.

Oggi sono in atto, da più versanti, pesanti tentativi di soffocare o di limitare gravemente gli sforzi innovativi in tal senso, in modo particolare da parte di quelle organizzazioni religiose che, piuttosto di esprimersi ed operare liberamente e pubblicamente, lasciando ad altri la libertà di comportarsi secondo le proprie convinzioni profonde non dannose a terzi, per ottenere il consenso dei propri fedeli e dei singoli cittadini (come è perfettamente legittimo nel pieno rispetto del principio della libertà religiosa), pretendono di imporre i propri orientamenti a tutti i cittadini, credenti e non credenti, in forza di leggi dello Stato.

Il rispetto per la libertà altrui ci porta ad affermare che l’etica laica, pur assumendo forme assai variegate, costituisce un orientamento diffuso, cui informa i propri comportamenti un numero ampio e crescente di cittadini. Essa non rappresenta un corpus monolitico basato su un sistema di dogmi, bensì una linea di tendenza che riesce ad individuare un ampio fascio di sensibilità morali (comprese quelle di ispirazione religiosa che rispettino l’autonomia individuale), che pongono al centro dell’esistenza alcuni valori chiave, quali il rispetto della libertà individuale e dell’autodeterminazione, l’attenzione alla qualità della vita ed alla diminuzione delle sofferenze.

In questa prospettiva rifiutiamo l’imposizione alla ricerca biomedica di limiti e barriere che non siano motivati da possibili danni, realmente e chiaramente provati, arrecati direttamente o indirettamente ad altri.

Limiti alla ricerca di conoscenze e all’adozione di pratiche non possono essere imposti con il ricorso a etiche di un tipo piuttosto che di un altro o a convinzioni filosofiche personali, come quelle che asseriscono l’esistenza di un ordine naturale intrinsecamente benefico, perché così si rischia di impedire lo sviluppo di tecniche capaci di correggere i danni naturali prevedibili, ampliare il ventaglio delle scelte umane e rendere possibili nuovi stili di vita. Riteniamo che la bioetica laica debba anche prevenire il rischio che al tradizionale paternalismo medico si affianchino o si sostituiscano altre forme di paternalismo, quali ad esempio quello che assegna valore intrinseco alla natura.

Convinti che ogni nuova scoperta conoscitiva o tecnica possa generare conseguenze tanto positive quanto negative, riteniamo che si debba vigilare per rilevare tempestivamente i danni che ne possono derivare, ma che sia ingiustificato porre alla ricerca scientifica limiti pregiudiziali in nome di un generico e difficilmente quantificabile principio di precauzione, o trattarla come un’attività puramente strumentale . Alla ricerca scientifica riconosciamo il valore intrinseco che deriva dal suo contributo al miglioramento delle condizioni della vita umana.

In particolare le conoscenze e le tecniche mediche hanno reso possibile affrontare la nascita e la morte secondo prospettive nuove, trasformando in un campo di scelte possibili quelle che un tempo si presentavano come un destino ineluttabile.

Riteniamo che la procreazione debba essere intesa come un atto responsabile, nel quale i genitori debbano tenere conto del proprio patrimonio genetico per tutelare la salute del nascituro, che la gravidanza possa essere interrotta per tutelare la libertà riproduttiva della donna e la salute del nascituro, che sessualità e procreazione possano essere distinte e che alla procreazione possano provvedere singoli e coppie nei diversi modi messi a disposizione dalla pratica medica.

Riteniamo che ci debba essere il più largo accesso alle diverse forme di controllo delle nascite, a partire dalla contraccezione e sterilizzazione volontaria per arrivare alle nuove forme con le quali si riesce a bloccare il processo riproduttivo, dalla contraccezione d’emergenza alle nuove modalità di aborto. Indichiamo negli ostacoli frapposti alla contraccezione d’emergenza ("pillola del giorno dopo"), dei veri e propri attentati al diritto all’autodeterminazione delle donne e un danno per il paese. Denunciamo una situazione analoga circa il ritardo applicativo delle nuove modalità di aborto medico (pillola RU486).

Respingiamo il tentativo di imporre pubblicamente la protezione di materiali biologici, come sangue o cellule, con riferimento a regole etiche non condivise. Il divieto imposto alla ricerca sulle cellule staminali embrionali rischia di isolare il nostro paese dalla ricerca scientifica internazionale e di rendere più difficile o oneroso accedere alle risorse terapeutiche che ne possono derivare (ad esempio attraverso la cosiddetta "clonazione terapeutica" o quella finalizzata alla produzione di organi per i trapianti). Riteniamo che gli embrioni umani debbano essere trattati con grande attenzione, anche perché nella loro produzione sono sempre coinvolte le donne. Ma proprio per questo respingiamo le posizioni ideologiche o dogmatiche che vorrebbero considerarli intoccabili fin dal concepimento ed indipendentemente dal motivo per cui sono stati creati, così come respingiamo la pretesa di imporre per legge l’equiparazione degli embrioni ai cittadini. Il tabù dell’embrione, protetto fin dal concepimento, incorporato nella legge 40/2004 sulla procreazione assistita, impedisce il libero accesso a questa pratica procreativa, costringendo chi ha possibilità economiche ad andare all’estero e vietando di salvaguardare la salute del nascituro con la diagnosi preimpianto.

Anche modi e tempi della morte sono diventati oggetti possibili di scelta. Rivendichiamo la possibilità di scegliere, per mezzo di strumenti come il testamento biologico, i modi nei quali morire, esercitando il diritto di accettare, di rifiutare o di interrompere le terapie anche se iniziate, il diritto di respingere tutti gli interventi medici non voluti, fossero anche il prolungamento di respirazione, idratazione e alimentazione artificiali, anche qualora non fossero futili. Respingiamo inoltre le sofferenze inflitte senza bisogno, la sublimazione del dolore come esperienza di per sé significativa, il prolungamento della mera vita biologica, quando sia venuta meno ogni prospettiva di guarigione o di ritorno alla vita cosciente. Ma rivendichiamo anche il diritto all’eutanasia volontaria, cioè alla richiesta che si ponga termine alla propria vita, per evitare forme di esistenza dolorose o ritenute per sé non dignitose.

Rifiutando un’idea sacrale della natura, ribadiamo l’impegno a riconoscere nuovi modi di intendere la sessualità e la famiglia. Le differenze di genere e l’evoluzione della loro percezione non sono più così rigide come in passato, e si deve prendere atto che l’orientamento sessuale può assumere varie direzioni. Riteniamo che l’orientamento sessuale, qualsivoglia esso sia, rappresenti un modo per realizzare la propria personalità e che esso possa essere liberamente vissuto, finché non reca danno a nessuno, anche perché una società libera e laica favorisce la sviluppo delle differenze tra i suoi membri.

La famiglia è per noi soprattutto il luogo degli affetti, che possono essere manifestati anche in forme diverse da quelle tradizionali, quali le unioni civili delle coppie di fatto etero ed omosessuali ed ulteriori possibili forme giuridiche di unione fra persone dello stesso sesso, che vanno a collocarsi accanto alla famiglia tradizionale basata sul matrimonio fra uomo e donna. La filiazione e l’adozione stanno assumendo una fisionomia nuova, perché la relazione parentale è connessa alla assunzione di responsabilità nei confronti del nuovo nato. Le responsabilità parentali, che impongono ai genitori l’obbligo di provvedere alla salute e al benessere dei figli, non devono dar loro il diritto di condizionarne rigidamente l’educazione: per questo auspichiamo una società che sappia offrire forme plurali di educazione, capaci di superare le chiusure rappresentate da certe tradizioni familiari e comunitarie.

La bioetica laica è parte di un impegno per una società in cui, oltre allo sviluppo dell’accesso alla conoscenza (ed in particolare a quella scientifica) inteso come uno dei nuovi diritti di cittadinanza, cresca lo spettro dei modi di vita possibili e diminuiscano le sofferenze dovute all’imposizione di un certo atteggiamento di pensiero, piuttosto che di un altro, soprattutto per una società in cui nessuno possa imporre divieti ed obblighi in nome di un’autorità priva del consenso delle persone sulle quali pretende di esercitarsi.

Torino, 25 novembre 2007

I PROMOTORI del NUOVO MANIFESTO DI BIOETICA LAICA

-  Maurizio Mori
-  Giovanni Boniolo
-  Patrizia Borsellino
-  Gilberto Corbellini
-  Emilio D’Orazio
-  Aldo Fasolo
-  Carlo Flamigni
-  Mariella Immacolato
-  Eugenio Lecaldano
-  Claudia Mancina
-  Tullio Monti
-  Demetrio Neri
-  Alberto Piazza
-  Mario Riccio
-  Sergio Rostagno
-  Gianni Vattimo
-  Carlo Augusto Viano

FIRMATARI:

-  Massimo L. Salvadori
-  Gian Enrico Rusconi
-  Chiara Saraceno
-  Edoardo Tortarolo
-  Lucia Caneva Airaudo
-  Dario Allamano
-  Laura Andrini
-  Piero Arlorio
-  Marilla Baccassino
-  Silvio Basile
-  Maria Rosa Benso
-  Mariella Berra
-  Mirella Bert
-  Mario Bertelli
-  Cesare Bianco
-  Paolo Bonetti
-  Amalia Bosia
-  Paolo Briziobello
-  Flavio Brugnoli
-  Rosanna Butticiliero
-  Paolo Silvio Bruni
-  Anna Maria Byron
-  Marisa Caccia
-  Susanna Camusso
-  Andrea Guarnieri Calò Carducci
-  Christel Guarnieri Calò Carducci
-  Michela Casella
-  Francesco Casile
-  Raffaele Casoli
-  Camen Milani Cavallaro
-  Dimana Cavallaro
-  Salvatore Cavallaro
-  Maria Chiarenzi
-  Sergio Chiarloni
-  Gaetano Chirico
-  Paola Cirio
-  Massimo Clara
-  M.Rutilia Coccetta
-  Giuseppe Costa
-  Franca Culasso
-  Filippo D’Ambrogi
-  Marisa D’Amico
-  Ines Damilano
-  Laura Degiorgis
-  Patrizia Delpiano
-  Fulvia De Luise
-  Luciano Deodato
-  Flavia De Rossi
-  Antonietta Dessolis
-  Gaetana Maria Di Fini
-  Roberto Escobar
-  Giuseppe Farinetti
-  Roberta Fassiano
-  Nicoletta Pipitone Federico
-  Marco Forni
-  Lidia Fubini
-  Mario Garassino
-  Mariangela Genovese
-  Gianfranco Ghiberti
-  Franco Giampiccoli
-  Alaide Gianara
-  Maurizio Giancola
-  Annarita Gili
-  Salvador Giner
-  Alda Guastalla
-  Andrea Iperoni
-  Gianluca Incerti
-  Giunio Luzzatto
-  Piercarlo Mamino
-  Salvatore Manunza
-  Renzo Malvano
-  Maria Mantello
-  Salvatore Manunza
-  Cristiana Marchese
-  Dora Marucco
-  Enzo Marzo
-  Giorgio Micheli
-  Giuliana Michelini
-  Simonetta Michelotti
-  Sergio Montalbano
-  Paola Mora
-  Eduardo Moribondo
-  Valter Morizio
-  Milena Mosci
-  Palmira Naydenova
-  Luigi Negrinotti
-  Maria Immacolata Neri
-  Gian Andrea Nicolai
-  Mauro Palitto
-  Nicola Pantaleo
-  Germana Pareti
-  Filippo Parigi
-  Enrico Pasini
-  Roberto Pauletta
-  Francesca Pennacchietti
-  Massimiliano Piazza
-  Davide Pinardi
-  Maria Teresa Pizzulli
-  Laura Poli
-  Giovanni Pons
-  Giovanna Pratis
-  Luigi Ranzani
-  Silvana Ronco
-  Salvatore Romagnolo
-  Edda Saccomani
-  Elisa Santini
-  Roberto Saracco
-  Mirella Sartori
-  Luca Savarino
-  Riccardo Simbula
-  Andrea Stroscio
-  Magda Talamo
-  Carlo Talenti
-  Annie-Frannçoise Tognan
-  Selene Broccolo Tommasi
-  Salvatore Tonti
-  Willem Tousijn
-  Marisa Vaccaneo
-  Merendino Venaria
-  Silvio Viale
-  Renzo Vigna
-  Stefano Vitale
-  Agnese Volonté
-  Aldo Volpi
-  Alessandro Zan
-  Liliana Zappi
-  Antonio Zappia

-  Per firmare il Manifesto, basta inviare una mail con la
-  parola "sottoscrivo" a

info@torinolaica.it

Associazioni Firmatarie del Manifesto:

-  Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni
-  Libera uscita, Associazione per la depenalizzazione dell’eutanasia e la legalizzazione del testamento biologico
-  Circolo Liberalsocialista "Carlo Rosselli"
-  Associazione Ippocrate - La cultura della salute
-  Comitato Provinciale Arcigay di Torino "Ottavio May"
-  Anziché Anziano
-  Italialaica

* CONSULTA TORINESE PER LA LAICITA’ DELLE ISTITUZIONI


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  La Costituzione e la Repubblica che è in noi

"ERODE" E LE GERARCHIE CATTOLICO-ROMANE CONTRO CRISTO E "CONTRO CESARE. Cristianesimo e totalitarismo nell’epoca dei fascismi".

FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA.

Federico La Sala


Rispondere all'articolo

Forum