[...] Chi è integrato e vive serenamente la sua identità e relazione affettiva e sessuale cresce aromiosamente e in equilibrio tra sè ed il mondo sociale, chi la reprime di contro si infila in un vicolo cieco di frustrazione e di ego-distonia, con un meccanismo di sessualità anonima e compulsiva, autodistruttiva, spesso diretta a soggetti impropri.
Della lezione americana Ratzinger non ha capito nè imparato niente: c’è molta probabilità che un prete represso divenga un pedofilo. Mentre un prete, anche omosessuale, integrato e sano può essere un pastore di grande valore sia morale che spirituale. Questo documento insomma va contro la conoscenza, e contro il sapere scientifico, e anzichè affrontare i problemi reali, li raggira con pericolose deviazioni e scorciatoie [...]
CHIESA ANTICA CATTOLICA E APOSTOLICA
Diocesi di Milano - Monza
Comunicato Stampa
PAPA e DIVIETO AI PRETI OMOSESSUALI
REPLICANO VESCOVO E TEOLOGI di MILANO
Milano, 17 Milano 2008
Questo il testo della nuova disposizione papale emanata dal cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano *
“La Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”.
Questa norma, contenuta nell’Istruzione della Congregazione per l’Educazione Cattolica del 4 novembre 2005 (Istruzione circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri), vale “per tutte le Case di formazione al sacerdozio, comprese quelle che dipendono dai Dicasteri per le Chiese Orientali, per l’Evangelizzazione dei Popoli e per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica”.
E’ quanto si precisa in un “Rescriptum ex audientia” a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e approvato dal Papa, pubblicato in seguito a numerose richieste di chiarimento rivolte alla Santa Sede a questo proposito.
L’Istruzione del 2005 - ricordiamo - affermava che a causa della sua configurazione a Cristo “tutta la vita del ministro sacro deve essere animata dal dono di tutta la sua persona alla Chiesa e da un’autentica carità pastorale”: per questo motivo “il candidato al ministero ordinato ... deve raggiungere la maturità affettiva. Tale maturità lo renderà capace di porsi in una corretta relazione con uomini e donne, sviluppando in lui un vero senso della paternità spirituale nei confronti della comunità ecclesiale che gli sarà affidata”.
Per quanto riguarda coloro che presentano tendenze omosessuali profondamente radicate, l’Istruzione, pur affermando la necessità di evitare “ogni marchio di ingiusta discriminazione”, rileva che tali persone si trovano “in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne” per cui “non sono affatto da trascurare le conseguenze negative” che possono derivare dalla loro Ordinazione. “Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l’espressione di un problema transitorio - aggiunge l’Istruzione - come, ad esempio, quello di un’adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere chiaramente superate almeno tre anni prima dell’Ordinazione diaconale”.
* (FIDES NEWS a cura di Sergio Centofanti)
Noi non abbiamo nemmeno la voglia di replicare ad una disposizione così povera di contenuti ed anche puerile, poichè le scienze moderne (non medioevali) dicono che un omosessuale integrato con la sua identità personale può essere equilibrato e relazionarsi con le persone - uomini e donne - come un eterosessuale e forse avere anche qualche qualità in più, considerando le difficoltà che è obbligato ad affrontare nella vita.
Il discorso del Vaticano avrebbe qualche senso se tutti, omo ed etero, fossero invitati alla castità, per cui un problema di candidati gay o etero non si porrebbe, poichè ad entrambi il celibato e la castità sono richiesti come condizione fondamentale per ricevere un Ordine Sacro (cosa che le altre Chiese cristiane, che seguono l’antica autentica tradizione apostolica , non contemplano poichè i Diaconi e i Presbiteri, nelle Chiese Ortodosse, ed anche i Vescovi , in quelle Anglicane e Protestanti, si sposano).
Questo discorso, con le migliori delle intenzioni di chi l’ha prodotto, è un discorso non improntato alla conoscenza scientifica , ma al pregiudizio e al moralismo, per cui nonostante dica di voler rispettare le persone omosessuali, diviene un’ulteriore stigmatizzazione pubblica di gay e lesbiche poichè si basa sull’assunto che l’omosessualità sia un disturbo della personalità. (la psicoanalisi di stampo vaticano).
Come l’allora cardinale Joseph Ratzinger scriveva nel 1986 - nella lettera sulla Cura pastorale delle persone omosessuali - in merito ad alcune figure professonali, come quelle dell’educatore e del docente (professori di educazione civica, ecc. - sic!) insinuando che fossero "indadatte" al loro compito, essendo a contatto con i giovani e adolescenti, così oggi il Papa Ratzinger sostiene che i preti omosessuali sarebbero persone "squilibrate" psicologicamente, ed inaffidabili per la Chiesa, salvo avessero superato (non si capisce come e secondo quale trattamento?) il loro orientamento (definito "tendenza" secondo un impianto teorico nosologico, per continuare a patologicizzare questa realtà emotiva ).
La relazione affettiva-sessuale, il documento poi la chiama "pratica omosessuale", proprio per non darle alcuno statuto di legittimità, poichè al contrario della sessualità eterosessuale (con procreazione o meno ) che potrebbe essere virtuosa e anche santa, questa è soltanto vista come pratica erotica, fine a se stessa e non aperta al mutuo scambio di amore, semmai fondata su una sorta di "autoinganno" reciproco , e quindi peccaminosa e abominevole agli occhi degli uomini e di Dio.
Oggi sappiamo, dalle scienze psicologiche e antropologiche, che un omosessuale non decide di essere ciò che è: il suo orientamento precede ogni libertà di scelta del soggetto e che l’attuazione o la repressione di questa fondamentale caratteristica porta a conseguenze ben diverse.
E sappiamo pure che la sua condizione non preclude affatto - come dice questa teologia vaticana - ad una relazione di amore, sincera e vituosa, stabile e anche feconda perchè genera armonia e benessere anche spirituale tra le persone, sottraendole ad una disperazione solitaria, ed egotica, che le chiuderebbe spesso irreversibilmente anche all’amore di Dio e alla dimensione spirituale.
Quale Dio ha potuto pensare e creare uomini e donne (numerosi milioni nel mondo) destinati ad una tale tragica solitudine di morte? Lui che è il Dio non dei morti ma dei vivi? Il Dio della vita? Oppure quale Dio avrebbe potuto creare esseri umani che - attratti l’un l’altro in modo naturale - fossero soltanto capaci di generare peccati di perversione anzichè mutuo scambio di amore ed affetto? Un Dio che è amore in Cristo Gesù suo Figlio non crea esseri di questo tipo poichè contraddicono in toto la stessa sua identità divina. ("Dio è amore" afferma infatti in modo deciso Giovanni apostolo ed evangelista).
Chi è integrato e vive serenamente la sua identità e relazione affettiva e sessuale cresce aromiosamente e in equilibrio tra sè ed il mondo sociale, chi la reprime di contro si infila in un vicolo cieco di frustrazione e di ego-distonia, con un meccanismo di sessualità anonima e compulsiva, autodistruttiva, spesso diretta a soggetti impropri.
Della lezione americana Ratzinger non ha capito nè imparato niente: c’è molta probabilità che un prete represso divenga un pedofilo. Mentre un prete, anche omosessuale, integrato e sano può essere un pastore di grande valore sia morale che spirituale. Questo documento insomma va contro la conoscenza, e contro il sapere scientifico, e anzichè affrontare i problemi reali, li raggira con pericolose deviazioni e scorciatoie!....
Noi comprendiamo con chiarezza di essere su due posizioni teologiche che stanno agli antipodi, la nostra e quella vaticana o ratzingeriana: ma sta proprio qui la differenza tra la nostra Chiesa e quella di Roma. E’ in gioco una visione opposta di teologia biblica e di teologia morale: noi rispondiamo alla domanda di senso e di umanità che viene dai milioni di persone omosessuali e transessuali.
Il Dio in cui crediamo dà loro delle risposte degne della loro dignità, qui invece con la teologia papale Dio si limita ad essere il grande Giudicatore e Repressore, contraddittorio, di ciò che Lui stesso ha creato!
Inoltre questa teologia papale espone queste persone anche al giudizio severo e senza misericordia del resto dell’umanità (non migliore per altro), generando discriminazioni e sofferenze inaudite, mentre noi riteniamo che nessuno abbia il diritto - se non il Signore che vede i cuori - di giudicare chicchessia, essendo tutti bisognosi del suo dono e della sua grazia, senza la quale non siamo nulla.
La nostra opzione teologica dunque non è in continuità ma di rottura, come lo fu la scelta del Maestro rispetto al suo tempo : tra una Chiesa che ascolta il Vangelo di Cristo e una che segue invece le altre sirene del Vecchio Testamento del Dio mosaico, un Dio che Gesù Cristo stesso aveva sempre cercato di superare e che di fatto ha superato.
Sul tema, nel sito, si cfr.:
IL LETTO DI PROCUSTE DELLA GERARCHIA VATICANA, L’ONU E L’ORIENTAMENTO SESSUALE DELLE PERSONE.
Ripresi gli orientamenti già affermati in un altro testo pubblicato nel 2005
Vaticano ribadisce: ’’No ai sacerdoti gay’’
Non contiene sostanziali novità rispetto al magistero tradizionale della Chiesa il documento redatto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica guidata dal cardinale Gorchelewski. Sì al rispetto del celibato, attenzione all’aspetto psicologico dei futuri preti spesso messi in crisi da una società consumistica, da relativismo morale e instabilità affettiva.
Città del Vaticano, 30 ott. (Adnkronos) - No all’ingresso nei seminari degli omosessuali, sì al rispetto del celibato, attenzione all’aspetto psicologico dei futuri sacerdoti spesso messi in crisi da una società consumistica, da relativismo morale e instabilità affettiva. Non contiene sostanziali novità rispetto al magistero tradizionale della Chiesa il documento presentato oggi in Vaticano dal titolo ’’Orientamenti per l’utilizzo delle competenze psicologiche nell’ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio’’, redatto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica guidata dal cardinale Zenon Gorchelewski.
Il testo di fatto riprende gli orientamenti già affermati in un altro testo pubblicato nel 2005 e cerca di precisare alcuni punti. In ogni caso il sacerdozio rimane precluso alle persone con ’’tendenze omosessuali fortemente radicate’’.
Fra gli aspetti che hanno trovato un approfondimento c’è quello relativo al sostengo psicologico dei seminaristi: insomma la Chiesa accetta l’aiuto e il sostegno di Freud per gestire i problemi di solitudine e le carenze affettive dei sacerdoti: ’’Il cammino formativo dovrà essere interrotto nel caso in cui il candidato - afferma il documento - nonostante il suo impegno, il sostegno dello psicologo o la psicoterapia, continuasse a manifestare incapacità ad affrontare realisticamente, sia pure con la gradualità di ogni crescita umana, le proprie gravi immaturità (forti dipendenze affettive, notevole mancanza di libertà nelle relazioni, eccessiva rigidità di carattere, mancanza di lealtà, identità sessuale incerta, tendenze omosessuali fortemente radicate, ecc)’’. ’’Lo stesso deve valere - si spiega ancora - anche nel caso in cui risultasse evidente la difficoltà a vivere nel celibato, vissuto come un obbligo così pesante da compromettere l’equilibrio affettivo e relazionale’’.
Pd e associazioni gay: "Vive in una favola, la discriminazione esiste"
Grillini: "Da lei battutacce da bar, conferma che la destra italiana è omofoba"
Diritti degli omosessuali
tutti contro la Carfagna
di CATERINA PASOLINI *
ROMA - Bella ma disumana come la matrigna di Cenerentola, la dipinge l’Arcigay, "perché è disumano non voler concedere riconoscimenti giuridici alle coppie omosessuali". Pronto a descriverla anche come "una bella addormentata che dice falsità e che vive nel mondo delle favole dove i gay non sono discriminati". Mentre Barbara Pollastrini l’accusa di fare una "politica sterile, miope" e Alessandra Mussolini di sbagliare perché non cerca il dialogo e fa "muro contro muro".
Ha provocato proteste, tra ironia, rabbia e amarezza, dalle organizzazioni gay e dai partiti di opposizione ma non solo, la decisione del ministro alle pari opportunità Mara Carfagna, di non dare il patrocinio al gay pride, sottolineando anche di essere contraria a riconoscimenti di diritti alle coppie omosessuali. Un replay dell’anno scorso quando si attirò contestazioni e strali per aver definito gli omosessuali "costituzionalmente sterili".
Eppure non è tanto il mancato patrocinio a deludere, anche il governo di centrosinistra prima concesse poi respinse e infine ridusse l’appoggio. Quello che inquieta dall’Arci gay al Gay lib di centro destra, è il negare la realtà con una "politica miope e ingannevole", sottolinea Barbara Pollastrini che occupava lo stesso ministero nel vecchio governo e sfilò tra carri e musiche.
Ferisce la sensazione di chiusura, di blocco. "E con il muro contro o muro non si fa da nessuna parte ci vuole dialogo, non esclusione a priori", la contesta persino l’onorevole e compagna di schieramento Alessandra Mussolini che ammette: i problemi ci sono e vanno affrontati. Il neo ministro - che dice di dormire molto male da quando è stata eletta all’alta carica - ribatte che non ci sono discriminazioni. "Forse è consigliata male dai suoi cinque amici omosessuali ricchi che vivono in un contesto sociale protetto", sbotta Paola Concia, deputata Pd lesbica dichiarata. Perché le cronache raccontano altro: come la sedicenne accoltellata pochi giorni fa dalla madre perché amava una donna.
"In due anni ci sono stati omicidi e 50 atti gravi di violenza denunciati mentre migliaia sono gli episodi di discriminazione", dice il presidente dell’Arci gay Aurelio Mancuso che chiede un incontro col ministro "perché si distacchi dal mondo delle favole, smetta di fare la matrigna e torni in quello dei comuni mortali costretti a nascondere il loro amore in famiglia, sul lavoro".
Grillini, storico leader del movimento, bolla le parole del ministro come "battutacce da bar, che confermano quanto la destra italiana sia omofoba e non ami la diversità" mentre il ministro ombra delle pari opportunità Vittoria Franco, la invita a partecipare al Pride. Particolarmente secca Vladimir Luxuria, ex parlamentare del Prc, secondo cui un ministero delle Pari opportunità "non intende assolvere al compito di dare e garantire pari opportunità" ed è quindi "un ministero inutile".
È l’unica voce alla quale il ministro, con una nota, risponde chiamandola col nome anagrafico: "Il signor Vladimiro Guadagno confonde il ministero per le Pari Opportunità con l’ufficio stampa e propaganda del movimento". Poche le voci a difesa del ministro, quasi tutte del centrodestra. Luca Volontè dell’Udc definisce "corretta" la decisione di negare il patrocinio e accusa "la sinistra gay di chiamare diritti i propri privilegi driscriminatori verso le famiglie e gli eterosessuali". In sua difesa, nel Pd, si alza la voce di Marco Follini, che sottolinea come "il patrocinio non sia un dovere del governo".
* la Repubblica, 20 maggio 2008
A margine della visita del Papa a Genova
Don Gallo, la Chiesa ha una ossessione sessuofobica
http://www.babiloniamagazine.it/leggi.php?p=s2174&gg=0
Sabato 17 maggio 2008
«I lontani attendono dal Papa un messaggio di speranza, un segno e una parola di apertura. Invece c’è questa ossessione sessuofobica pesante, il cristiano è diventato un crociato di valori, c’è integralismo». Don Andrea Gallo, una vita passata nella sua Genova accanto agli emarginati, prete no-global e progressista delle Chiesa Cattolica, non ci sta al clima di aut aut che vige nel mondo religioso e sociale. E in occasione vista della visita di papa Ratzinger a Genova, si rivolge proprio al Santo Padre: «Chiedo al Papa un dono, di essere più vicino ai lontani. Da prete vecchio come me, che vive da tanti anni sulla strada, sento e vedo che i lontani sono tanti e ho pensato di regalare al Papa una supplica, di avvicinare i ”lontani”».
Quanto al viaggio papale, si chiede polemico: «Che senso può avere?». Dal prete delle periferie giunge anche un appello al mondo gay a non alzare muri di protesta, che possono solo complicare le relazioni anzichè determinare un progresso.