IL GOLPISMO DEL MENTITORE. PER "SOPRAVVIVENZA", UN CITTADINO RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO E LO USA PER FONDARE IL PROPRIO PARTITO-STATO... E PROCLAMA "URBI ET ORBI" DI LAVORARE PER IL PARTITO DEL POPOLO DELLA LIBERTA’ ...

NELL’ITALIA RIEDUCATA DA MEDIASET LA PAROLA E LA REALTA’ "ITALIA" E’ PROPRIETA’ PRIVATA DEL PARTITO E I VECCHI CODICI OVVIAMENTE VANNO CANCELLATI. Una nota di Franco Cordero - a cura di Federico La Sala

venerdì 18 luglio 2008.
 


I codici cancellati

di Franco Cordero (la Repubblica, 17.07.2008)

Parole, gesti, mimica berlusconiani sono materiale clinico. Vedi come reagisce nella Ville Lumière, dove autorità e popolo commemorano il 219° anniversario della Bastiglia espugnata.

Quando gli comunicano l’arresto d’O. D. T., già sindacalista Psi, ora Pd, e alcune persone più o meno limpide al vertice della Regione Abruzzo, sotto l’accusa d’una gestione corrotta della sanità, la cui spesa tocca livelli stellari, sembra ignaro del caso (lo suppongo tale, mentre qualche interessato, stando alle notizie, se l’aspettava), inveisce contro l’ennesimo «teorema». Nome curioso.

Nell’Italia rieducata da Mediaset parola e pensiero sono drasticamente ridotti: circola un italiano «basic», vocaboli combinati in sintagmi che l’utente trova prêts-à-dire, senza fatica mentale; glieli forniscono speaker, giornali, politicanti; «teorema» viene da questo fondo, come «gogna mediatica», «assalto allo Stato democratico», «cittadino crocifisso». Quanto più parlano e scrivono, tanto meno dicono: fissa lui la misura del pensabile, pochissimo; e non essendo Erasmo da Rotterdam o Tommaso Moro (glieli avevano nominati dei ghost writers), subisce i limiti che impone, ma l’osservatore attento nota l’emissione verbale coatta; tipico sintomo. Il paziente pensa, dice, fa qualcosa costrettovi ab intra (nel lessico freudiano «Zwang» o l’inglese «compulsion»). Lo sfondo è una paura angosciosa. Freud la studia in due casi famosi, «Il piccolo Hans» e «L’uomo dei topi».

Cosa spaventa Sua Maestà? Un’entità astratta, senza viso: in greco, nómos basiléus, la legge, regola sovrana: gl’infesta le notti; la combatte da quarant’anni; l’ha manomessa in mille modi; dallo scempio è nato un impero. L’ormai vecchio nomòfobo vuol chiudere i conti seppellendola. Tale il senso della furia verbale: poiché a Pescara le toghe perseguitano chi merita riguardi, su due piedi annuncia una «riforma radicale della magistratura»; vuol scindere le carriere?; non basta, scaverà a fondo.

Chi avesse dei dubbi, legga l’editoriale milanese. L’autore è un garantista sui generis: due anni fa ventilava l’uso virtuoso della tortura nella prassi antiterroristica; materia da servizi segreti; lavorino tranquilli, senza occhi indiscreti; la legalità penale costa troppo negli stati d’assedio; de facto siamo in guerra, e simili sublimi pensieri. Vestito da Salvation Army, suona il trombone berlusconiano. Non bastava incriminarli a piede libero? E se l’eccellente uscisse «pulito»? Domande profonde.

Rispondiamogli. La pena implica un giudizio: che N debba o no essere punito, consta alla fine; se avessimo l’intellectus angelicus o sguardo intuitivo sincrono, le procedure sarebbero puro passatempo; lo specchio giudiziario riflette l’accaduto, fallibilmente visto che non siamo angeli; B. ad esempio, quando non s’aboliva le norme incriminanti o perdeva tempo finché i reati fossero estinti, ha lucrato dei proscioglimenti sulla base d’un dubbio sofistico, poco plausibile. Ma supponendo che vada bene al reo, chi castiga il persecutore? (dipendesse da lui, scudiscio somministrato in pubblico, e come vitupera i manomissori della privacy, salvo ammettere la tortura).

Spieghiamogli come stanno le cose: quel pubblico ministero ha delle prove e le sottopone al giudice chiedendo una misura cautelare detentiva; regole codificate impongono stretti requisiti; «gravi indizi» nonché periculum in mora, rigorosamente diagnosticato (che N sottragga o inquini le prove o fugga o commetta delitti d’un dato nome); i provvedimenti coercitivi sono riesaminabili dal tribunale della libertà; da lì in cassazione; l’ingiustamente detenuto ottiene un risarcimento. Insomma, dica ogni male del sistema italiano ma non che l’imputato abbia poche risorse difensive: tra qualche giorno molte cose saranno chiare; intanto stia quieto.

Piuttosto noterei: mette paura l’idea d’un rifiorente malaffare consortile; Deo adiuvante, le procure non dormono né guardano strabiche vedendo solo i misfatti d’una parte. Ma costoro fanno scuola alla sinistra: vuole un futuro governativo?; smetta d’essere «pesce in barile»; difenda l’arrestato eminente; è ora «d’una svolta decisa», solenne e pubblica. La «democrazia liberale» richiede due riforme: abolire la cosiddetta obbligatorietà dell’azione penale; e (punto sottinteso ma fondamentale) procure inquadrate nel potere esecutivo.

Bellissimo programma. Muore l’illusione che siamo uguali davanti alla legge: punire o no diventa materia d’una scelta, come nell’autonomia privata; avendo dei crediti, chiedo il pagamento o lascio perdere, affare mio. Lo chiamavamo diritto penale: nel lessico dei dottori, «criminalia», e adesso ordigno adoperabile sui malvisti dal governo; è l’arma che impugna contro chi vuole, se gli torna comodo. I meno ignoranti sanno attraverso quale laborioso sviluppo i quattro codici dell’età unitaria elaborino un controllo dell’inazione: era problema capitale; i meccanismi attuali lo risolvono nel modo meno imperfetto.

Caduto l’obbligo d’agire, regnano prassi legalmente amorfe: l’uomo del ministro colpisce o no, secondo direttive derogabili da ordini ad personam; e perde ogni senso l’altro carattere della domanda penale, l’essere irretrattabile; quando l’attore ministeriale desista, la causa finisce.

Adesso vediamo cosa sia la «democrazia liberale» declamata dai pedagoghi: nel caso pescarese il pubblico ministero in sintonia con chi comanda ammonirebbe l’autore della denuncia, «stanco d’essere munto»; se non vuole rogne, porti via quel materiale (fotografie, colloqui registrati, tabulati Telepass, numeri delle banconote ecc.). Che la Regione abbia un debito spaventoso da spesa sanitaria, è questione minore: siamo un Paese ingegnoso; basta scaricarla sulla bestia da soma; non immaginate quanto peso porti. Ha mille forme il fisco occulto. Nella Repubblica del malaffare fisiologico, quindi indisturbato, l’indebitamento significa vita: i portaborse diventano finanzieri; l’animale totem è un pidocchio gigante.

L’happening berlusconiano 14 luglio e le glosse milanesi dicono a che punto siamo nella regressione: fondata da una Destra austera, l’Italia bene o male era paese europeo; presto lo sarà solo geograficamente. Se n’è impadronito un plutocrate ignorante: sotto maschera ilare ha disegni brutali, visibili anche dai fisionomisti meno acuti; governa, dispone delle Camere, comanda la giustizia penale attraverso mani ministeriali. Erano tre i poteri, separati: se li è presi; li confonde semplificando l’ordinamento alla misura minima; Napoleone costruiva dei codici; lui detesta l’astratto; decide, ordina, deroga, paga, promuove, affossa, castiga, grazia. I chierici gli cantano salmi in ginocchio. Valuterei in questa chiave il pericolo dello scudo immunitario al quale Palazzo Madama ribadirà l’ultimo chiodo.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  BERLUSCONI E IL SUO LINGUAGGIO DA "OSTERIA": LA FONDAZIONE DEL PARTITO DELLA PRESA STRISCIANTE DEL POTERE.
-  Il Presidente della Repubblica grida: Forza Italia. Il Presidente del Partito grida: "Forza Italia". Una trappola e una lesa maestà alle Istituzioni e alla dignità di ogni cittadino e cittadina della Repubblica italiana.

IL BERLUSCONISMO E IL RITORNELLO DEGLI INTELLETTUALI. Dal 1994 al 2008: "Gran brutta aria, regime ancora no"!!!

-  ULTIMA NOTIZIA. Una riunione di grandi intellettuali (uomini e donne) delle Accademie e delle Università della Penisola ha deciso all’unanimità di approvare il nuovo inno "nazionale": "Forza Italia"!!!
-  Per l’avvio del nuovo anno scolastico e del nuovo anno accademico..... è prevista la presenza di tutti i Premi No-bel del Mondo.

-  L’ITALIA AD PERSONAM E IL PROF. CORDERO CHE SI LAMENTA. MA E’ ELEMENTARE (1994-2010)!!! "L’ITALIA SONO IO" E IL DIRITTO E’ "UN DIRITTO AD PERSONAM": "FORZA ITALIA"!!!


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