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Blogger di Contrada sono riconducibili all’avvocato Lipera? Il loro accanimento verso Marco Travaglio e Salvatore Borsellino è funzionale a una strategia precisa?

martedì 29 luglio 2008.
 

Premetto, per approfondimenti e notizie sulla condanna a Bruno Contrada, rinvio al sito 19luglio1992. Lì sono reperibili ricostruzioni della vicenda fatte da più autori e, stranamente, mancano i messaggi dei blogger di cui più sotto. Salvatore Borsellino non ha ancora ricevuto i loro commenti in queste pagine né post analoghi. Sarà perché ha predisposto un’iscrizione formale, prima che qualcuno possa lasciare un suo commento? Sarà perché i nostri cari blogger vogliono saggiamente evitare di iscriversi? In assenza di risposte dei blogger interessati, ognuno si faccia la sua idea.

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Subito dopo la publicazione dell’articolo a firma di Emiliano Morrone sull’annunciata querela da parte dell’avvocato Giusepe Lipera, per conto di Bruno Contrada, nei confronti di Salvatore Borsellino, reperibile al link http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=3408, a "la Voce di Fiore" sono pervenuti innumerevoli messaggi firmati da Marina Salvadore, Mauro Caiano e Agnese Pozzi.

Dapprima solo favorevoli a Contrada e, con insistenza, talvolta tesi a ribadire, dal punto di vista degli autori, una rilevanza penale di alcune dichiarazioni di Borsellino a proposito della scarcerazione di Contrada, questi messaggi si sono progressivamente trasformati in libere considerazioni su Marco Travaglio e su parenti di Dalla Chiesa e Paolo Borsellino.

Un vero e proprio accanimento e, soprattutto, una commedia grottesca, il contenuto nella successione dei medesimi; con giudizi arbitrari sulla persona di Salvatore Borsellino e la professionalità del collega Marco Travaglio, eccedenti il diritto di opinione e il limite di tollerabilità.

In alcuni casi, anche espressioni inaccettabili verso familiari di magistrati e personalità dello Stato ammazzate dalla mafia. Ho ritenuto opportuno lasciare, perché possano essere letti da tutti, diversi commenti di Salvadore, Caiano e Pozzi.

In un post, non pubblicato, Marina Salvadore, che risulta iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, benché non presente nell’ultimo annuario italiano della categoria, riferisce di avere domicilio legale presso lo studio dell’avvocato Lipera.

Convinti che Internet debba come mezzo servire a un dibattito comunque regolato; considerato che ogni invito del sottoscritto alla moderazione non è stato accolto da Salvadore, Caiano e Pozzi, che hanno trasmesso loro messaggi perfino a notte fonda; ribadito all’avvocato Guido Contrada, in risposta a un suo post, che i problemi di salute di Bruno Contrada vanno distinti dalla posizione con la giustizia del medesimo; sottolineato che, per il nostro umanesimo integrale, la collettività deve sollevare chi soffre ma non dimenticare che, nel caso di specie, esiste comunque una sentenza definitiva di condanna (per concorso esterno in associazione mafiosa), ho deciso di non dare più spazio a commenti, indipendentemente dagli autori, in cui non c’è rispetto per i morti e nei quali manca un riferimento a fatti oggettivi o verificabili.

Ciò precisato, informo Travaglio e Borsellino dell’accaduto e mi domando se gli autori dei predetti messaggi abbiano a che fare con l’avvocato Giuseppe Lipera, dal momento che è stata la stessa Marina Salvadore a dichiarare il suo domicilio legale presso lo studio dello stesso professionista.

In secondo luogo, mi chiedo se la battaglia, legittima e rispettabile, a favore di chiunque, debba basarsi su accaduti che non si conoscono - e che possono essere esposti nei modi e nelle forme adatti anche su questo spazio libero - oppure debba fondarsi sulla denigrazione non argomentata di soggetti che asseriscono fatti precisi e non smentiti.

Per ultimo, ritengo che il comportamento di Salvadore, Caiano e Pozzi non giovi alla causa di Bruno Contrada, di cui gli stessi si dichiarano sostenitori.

Indipendentemente dal mio convincimento personale sul caso Contrada, credo che il confronto debba sempre tenersi su fatti e argomenti dimostrabili.

La pubblicazione dell’articolo di Benny Calasanzio sulla vicenda di Contrada avrebbe potuto spingere Salvadore, Caiano e Pozzi a una replica sui fatti ricostruiti.

Invece, negli ultimi loro messaggi, c’è stato, oltre a un attacco al sottoscritto, un atteggiamento lontano da questa condivisibile raccomandazione.

La Voce di Fiore è, ribadisco, luogo di discussione aperta. Ma con princìpi senza deroghe.

29 luglio 2008

Emiliano Morrone


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