Già pubblicato sul sito di Benny Calasanzio
Brutti, sporchi e cattivi. Vendicativi, senza cuore, giustizialisti. Di parte, giacobini e sanguinari. Cui loro preferiscono il volto dolce, quello istituzionale, quello pacato dell’antimafia per bene, con le scarpe e i vestiti puliti, quelli dell’"armiamoci e partite". Quelli che questo non si può fare e questo non si può dire perchè non ci compete. Quelli che rimangono in silenzio quando tutti si aspettano parole decise, fulimi e saette. Loro sono apprezzati, loro sono istituzionalizzati, loro sono bipartisan.
E poi ci siamo noi. Noi accecati dal dolore, noi che non ci facciamo una ragione dei nostri lutti e cerchiamo vendetta, col sangue agli occhi, con la bava alla bocca. Noi cui la mafia ci ha portato via affetti importanti e ora ovunque vediamo la mafia. Noi che dobbiamo prima "eleborare". Noi violenti, noi volgari. Noi che senza cuore ci opponiamo alle grazie per i collusi con la mafia fintemente morenti, noi che non andiamo alle manifestazioni antimafia per non stare accanto agli indagati per mafia. L’antimafia si fa con delicatezza, chiedendo per favore, attaccando "la mafia" ma non facendo i nomi dei politici e delle istituzioni colluse. Loro dicono che la mafia fa schifo ma poi stringono la mano a gente condannata per mafia.
Loro ci accetterebbero, ma siamo troppo esagerati. Loro Contrada lo manderebbero a Palermo, dalla sua famiglia, ma ci siamo noi, mostri dal cuore di pietra, che ci opponiamo. E se un giorno Contrada davvero morirà, sarà stata tutta colpa nostra. Noi dobbiamo stare calmi per non spaccare "il fronte comune antimafia", che non si sa dove sia, non si sa chi sia, però noi lo spacchiamo. Noi ci facciamo i nemici, loro coltivano le amicizie. Noi siamo i borderline, quelli da evitare, quelli che cercano "la polemica".
Invece il manuale del "perfetto militante antimafia" prevede stili e comportamenti sempre composti, prevede di fare buon viso anche di fronte a situazioni insostenibili.
Noi rovineremmo tutto. Noi siamo strumentali. Noi siamo gli appestati. Noi siamo pochi, se togli quella che fa la grillina a Palermo e vuole fare casino all’Ars e che aveva un padre giornalista che scriveva troppo, se togli quello di mezza età che solo perchè si chiama Borsellino vuole fare il processo a Contrada, se togli quelli che "si vogliono fare ammazzare tutti", poi levi pure quelli di Genova che ormai sono fottuti, sono circondati dopo aver denunciato e fatto arrestare, poi io che sono il peggio del peggio e in più sono basso, poi quell’altro Morrone che avendo quei capelli non può essere una persona seria, chi rimane? Poi ci sono quelli che fanno quel giornale scaduto (siamo nel 2008 e si chiama ancora Antimafia2000), e poi altri quattro, cinque, e poi? Loro invece sono tanti, tutti belli e puliti, loro si possono invitare alle manifestazioni, loro non pisciano mai fuori dal vaso.
Se inviti uno di noi magari poi parla. E magari da dispiacere al consigliere comunale che ti invita e ti dice: "parlate di tutto ma non fate nomi perchè c’è il sindaco", come quello di Montebello della Battaglia, che poi ci rimane male. Ma a noi va benissimo così. Non è un peso essere sempre in mezzo al fuoro incrociato. Perchè di certo non ci colpirà il fuoco amico, visto che di amici non ne abbiamo nè da una parte nè dall’altra. Siamo rimasti in quattro gatti, sempre brutti sporchi e cattivi, in pieno agosto a diffondere notizie, informazioni, sentenze su Contrada per evitare che la gente si faccia infinocchiare dal suo staff e dal suo legale con i baffetti che, onestamente, non si può guardare.
Il leitmotiv dei suoi arruolati è: "E’ malato, lasciatelo andare, è innocente lo accusano solo i pentiti". Quando citiamo fatti e circostanze, tutti svaniscono, per poi riprovarci quando le acque si calmano. Pure il medico che ha certificato le "pessime" condizioni di salute di Contrada, tale Agnesina Pozzi, si è invaghita bel "bianco traditor dello Stato", e scrive al fratello di Borsellino: "Nella memoria di quel grand’uomo che è stato suo fratello, ma altrettanto convinta che Bruno Contrada sia un altro grande uomo. L’ho conosciuto; l’ho guardato negli occhi; gli ho stretto la mano e gliel’ho anche baciata" proponendo un osceno paragone tra un uomo della Giustizia e uno della mafia.
Quello che ci da forza non è il politicamente corretto, è la gente che era ai funerali di Agostino Catalano, Emanuela Loi, Eddi Walter Cosina, Vicenzo Li Muli e Claudio Traina. Non era gente "British", era gente incazzata che urlava e di fronte alla faccia di bronzo dei politici cominciò a sputare e a cacciarli con calci e spintoni. Noi siamo figli e fratelli di quella gente, e non li tradiremo mai per convertirci ai belli, ai bipartisan, ai cultori del galateo dell’antimafia.
Senti, caro Benny, non mi sono affato "invaghita" di Bruno Contrada. Solo che da comune cittadina ricordo il caso Tortora ed altri simili.
Non ho offeso nessuno; ciò che ho affermato è stato in buona fede e con la volontà costruttiva di comunicare veramente;
ma se tu dici che le malattie di Contrada sono "finte",...beh! Ce ne sarebbe abbastanza per denunciarmi. Se credi perciò che abbia certificato il falso, muoviti e denunciami. E’ nel tuo diritto, così come è però nel diritto di chi crede nell’innocenza di Contrada, di fare altrettanto attraverso tutte le modalità che crede giuste.
E’ anche però nel mio diritto pensare che sia assurdo che uno lavora per lo Stato per tanti anni, e porta a termine tante operazioni antimafia, all’improvviso diventa l’essere peggiore del mondo, traditore, assassino, mafioso. Cosa significhi poi "concorso esterno" ancora non l’ho capito. Forse puoi spiegarmelo meglio tu in cosa consiste questo reato fatto evidentemente da un "imbecille" a cui non hanno trovato una sola prova di guadagno in tutto ciò, e per il quale non sono state affatto considerate le testimonianze a discolpa, come dovrebbe essere in ogni processo degno di essere chiamato tale; e diventato anche un vergognoso vanto di parzialità per il suo giudice accusatore. Che fine hanno fatto poi le affermazioni dell’emerito Presidente della Repubblica, Cossiga?
Un concorrrente "esterno" anche lui, al processo di beatificazione di Contrada?
Non è neppure logico che in appello uno venga completamente scagionato e, dopo, ri-, condannato. Qualcosa non funziona nel meccanismo ma non sono tanto presuntuosa da ritenere di detenere la veritàe le certezze che informano i comportamenti altrui. Solo che non capisco. Non capisco davvero.
Non capisco la sceneggiata plateale di arrestarlo alla vigilia di Natale per dare più risonanza mediatica all’evento. Cosa c’entra la storia di Fincantieri di cui parla il sindacalista di cui non ricordo il nome? Cosa doveva essere deviato dall’attenzione nazionale con il plateale arresto di Contrada? Neppure capisco, a proposito delle domande che mi ha fatto un utente del blog di Borsellino (e che dovrei chiedere a Contrada, cosa che farò appena lo rivedo...), come possa un uomo che sta complottando contro lo Stato, e che ne sa qualcosa di servizi segreti...essere tanto "scemo" da confidarsi con chicchessia su un attentato da fare...bah misteri dell’umana imbecillità.
Mi toccherà quindi leggere tutti gli atti processuali. Magari potrò anche rispondere motivatamente e non essere inclusa nel minestrone degli accusati di vigliaccheria commentatoria di fronte ai fatti. Anche tu,Benny caro, con tutto il rispetto profondo per il tuo dolore, non credo abbia mai avuto un colloquio diretto con Contrada e mai lo abbia guardato negli occhi; certo senza stringergli la mano, nessuno lo pretende. Ma anche stringendo la mano ad una persona si possono capire tante cose. Non sarebbe affatto il primo caso in cui tutti, dopo aver dato addosso al mostro e all’untore, hanno dovuto fare un passo indietro. Il grande problema è che chi pretende comprensione ed umanità deve essere in grado di esercitarle, altrimenti ogni azione e rivendicazione, animata necessariamente solo da odio e vendetta, acceca la ragione e fa perdere il senso di tutto. Quando si cova rabbia e vendetta non si vive affatto bene neppure con se stessi.
I capelli non c’entrano assolutamente nulla, almeno per quanto mi riguarda, essendo stata una delle pioniere della trasgressione e dell’anticonformismo in Basilicata.
Mettere tutto e tutti in un calderone non giova, non ripaga, non soddisfa, non acquieta. Ed io dal tuo calderone mi tiro fuori Sinceramente Agnesina Pozzi
Cit:"Un medico dovrebbe curare chi è veramente in difficoltà, ma certo nessuno si sporca le mani per la povera gente comune"
Ma che stai dicendo? Parli per te? Io le mani me le sporco con chiunque, e non me ne frega niente del passato di un paziente. Suppongo che tu non fai il medico, lo spero, altrimenti saresti pericoloso!
Cit: "è troppo facile rimanere celati dietro il camice della professione"
Ma è anche altrettanto facile, se non di più...celarsi dietro l’anonimato per dire cose senza senso...
Cit:"troppo facile limitarsi a dare consigli clinici ignorando ciò che è il passato di un paziente... E poi tutti sanno che in un punto di morte ci si pente del proprio passato"
Ma nessuno sa che in punto di morte ci si pente anche della propria ignoranza..
Cit:"e che il cervello adotta infiniti stratagemmi per dissimulare le sensazioni, ma questo è roba da medici"
Ma le sensazioni sono una cosa e la clinica è un’altra.
Così come l’IDENTITA’ è una cosa e l’ANONIMATO è il suo opposto. Ma questa è roba da psichiatri!
Cordialmente Agnesina Pozzi
Gentili Benny ed Emiliano, Bruno Contrada mi ha fatto pervenire la sua mail di risposta a Benny, con preghiera di pubblicarla. Lui è diposto a rispondere ad ogni domanda che gli porrete, purchè ne pubblichiate anche la risposta. In questa mail rende anche pubblico il suo indirizzo di posta, affinchè chiunque voglia scrivergli può farlo. Vi saluto cordialmente e vi ringrazio dell’ospitalità Agnesina Pozzi
Bruno Contrada: "Mi riferisco al suo scritto, sul mio sito "www brunocontrada.info", del marzo c.a. Ritengo che sia opportuno e giusto che lei si ponga e ponga domande su vicende giudiziarie che vanno al di là del singolo individuo, che ne è il protagonista o la vittima, ma che interessano tutto il Popolo Italiano, in nome del quale sono emesse le sentenze. Quindi, lei, da cittadino italiano, ha il diritto di sapere e giudicare. Però, per conoscere ed esprimere poi giudizi, positivi o negativi che siano, è necessario non limitarsi alla lettura e all’ascolto dei resoconti e notizie della stampa e della televisione, che talvolta sono corretti e aderenti alla verità, ma spesso insufficienti, lacunosi, fuorvianti, mistificatori, tendenziosi o addirittura falsi e calunniosi. Non è sufficiente neppure leggere soltanto le sentenze perché, come il brocardo latino ci ricorda:
" res iudicata facit de albo nigrum, originem creat, aequat quadrata rotundis, naturalia sanguinis vincula et falsum in verum mutat,,, »
E’ utile, inoltre, riflettere su queste parole di Anatole France: " Il diritto è la più efficace scuola della fantasia." Mai poeta ha interpretato così liberamente come un giurista la realtà. E’ un insignito del premio Nobel (1921) che dice queste cose! Lei, nella lettera a me indirizzata sul blog, mi esorta a dire la verità. Ebbene, io le dirò che sono più di quindici anni che la verità viene detta, conclamata, gridata, accertata e consacrata in migliaia e migliaia di pagine di atti processuali (verbali di udienze, testimonianze a difesa e d’accusa, requisitorie e arringhe difensive, memorie, documenti d’archivio, motivi di appello e ricorsi, ordinanze, SENTENZE etc..). Tra queste ultime, cioè sentenze, ce n’è una che conclude:"L’imputato è assolto perchè il fatto non sussiste". Sempre, in nome del Popolo Italiano. La esorto, quindi, (questa volta sono io a farlo) a documentarsi, conoscere, e poi formulare il suo giudizio, che non sia frutto di suggestione o pregiudizio. Gli atti dei processi definiti sono pubblici; chiunque può prenderne visione. Se ha domande specifiche da pormi, dubbi, perplessità o altro, può anche scrivermi : Carcere Militare di S.Maria Capua Vetere (CE) via del Lavoro 202 - 81055 - Io le risponderò. La posta, sia in arrivo che in partenza, non è soggetta a censura. Può scrivermi, quindi, liberamente ed io altrettanto liberamente le risponderò. Del resto non c’è nulla di compromettente o di segreto da leggere o da scrivere. Tutto ciò che c’era da dire è stato detto in atti pubblici, cioè processuali. Sa perché le ho risposto? Perché lei mi ha detto che ha poco più di vent’anni, che è siciliano e che la sua famiglia è stata vittima della mafia. I suoi interrogativi avranno risposta esauriente. La saluto cordialmente Bruno Contrada
P.S. Vuol dirmi che significa "RELATIVISMO", che mi addebita?"