Una riflessione sulla presunta regolarità della lectio magistralis dell’on. Fini all’Università di Verona (3/10/2008)

1948-2008: 60° anniversario della Costituzione italiana

La costituzione italiana, nata dalle ceneri del fascismo, ovvero di una dittatura, subisce oggi un attacco da parte delle forze politiche della destra guidate da Silvio Berlusconi, che giungono a mettere in discussione l’articolo 3, ovvero l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
martedì 21 ottobre 2008.
 
Una riflessione sulla presunta regolarità della lectio magistralis (1) dell’on. Fini all’Università di Verona (3/10/2008) La costituzione italiana, nata dalle ceneri del fascismo, ovvero di una dittatura, subisce oggi un attacco da parte delle forze politiche della destra guidate da Silvio Berlusconi, che giungono a mettere in discussione l’articolo 3, ovvero l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.

Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge” Con il cosiddetto “Lodo Alfano” l’art. 3 non esiste più de facto, anche se sopravvive de jure. Mettere in discussione l’articolo 3 significa stabilire che ci sono alcuni cittadini più uguali degli altri. Significa toccare la Costituzione nei suoi principi inviolabili, che garantiscono in primis i principi democratici. George Orwell utilizzò il racconto allegorico della Fattoria degli animali per mostrare che c’erano alcuni animali più uguali degli altri. Aristotele identificava nel principio di non contraddizione uno dei cardini della sua Logica. Se poniamo per es. “A”, non possiamo porre allo stesso tempo “non-A”. Quindi: dei due, l’uno. Se “la legge è uguale per tutti”, quattro cittadini non possono essere al di sopra di questo principio chiave. O “A” oppure “non-A”. Aut-aut. Che il presidente della Camera venga a parlare della Costituzione e abbia votato il cosiddetto ”Lodo Alfano” è una contraddizione in termini. E possa in linea teorica beneficiarne. Il suo passato di appartenente all’MSI suscita ulteriore perplessità proprio perché l’MSI era l’erede del partito fascista e, quindi, per logica, l’unico che non si riconosceva nella base democratica della Costituzione. Ma forse perplessità è un vocabolo imparziale, mentre sdegno vi si addice meglio. Sdegno ripensando a tutti i partigiani caduti per la libertà. Dopo 60 anni, le istanze democratiche della costituzione costruite col sangue partigiano vengono interpretate autorevolmente in un’aula universitaria da un ex appartenente all’MSI. Se nella forma tutto è in regola, ciò non vale per la sostanza. Il premier già ne beneficia perché tutti i suoi tre processi sono sospesi, di cui uno gravissimo per corruzione. Si insiste che l’immunità esiste anche all’estero, come negli USA. Eppure il presidente R. Nixon venne messo in stato d’accusa (impeachment) e fu costretto a dimettersi. Hannah Arendt riprendeva una bella metafora per spiegare il significato delle leggi nell’antica Grecia. Le leggi erano come le mura della polis. Solo una volta che erano state costruite, poteva iniziare l’attività politica. In parallelo potremmo dire che la Costituzione è come le mura della città, ovvero dello stato italiano. Le mura sanciscono quei principi e quelle regole entro cui è possibile svolgere un’attività legislativa costituzionale e democratica. Il Lodo Alfano ha fatto uno squarcio nelle mura costituzionali e i diritti costituzionali sono esposti ad altri attacchi, almeno finché l’opinione pubblica non reagirà. Forse ci dimentichiamo che l’art.3 e l’art.21 sono diritti pagati con il sangue della resistenza e dell’antifascismo, estranei all’universo dittatoriale. Che questi articoli e i relativi diritti che sanciscono siano oggi in pericolo è un fatto che non dovrebbe lasciarci indifferenti. Ognuno deve fare la sua parte e adoperarsi per mobilitare l’opinione pubblica. Quello che oggi manca, oltre alla decisiva ignoranza dei fatti dovuta alla disinformazione della vulgata mediatica, è un sentimento etico condiviso. Sentimento di una coscienza democratica che spingerebbe verso il rifiuto etico di quei comportamenti che sono palesemente anticostituzionali e antidemocratici. Il rifiuto etico è quello in primis di non considerare normale che esistano persone corrotte o condannate che, sedendo in Parlamento, partecipano alla distruzione del sistema legislativo. In Finlandia, per es., un politico è stato da poco “cacciato” dai suoi colleghi di partito per essersi permesso di mandare vari sms erotici a una spogliarellista. La cosa in Italia ci avrebbe lasciato indifferenti o, forse, avrebbe suscitato una risata, risata rassegnata alla normalità di questi atteggiamenti da parte di persone che ricoprono un ruolo pubblico. Legalmente il politico finlandese era apposto; la reazione dei colleghi di partito è di carattere esclusivamente morale. E il dramma è che in Italia consideriamo normale che l’opposizione dialoghi con un ex-appartenente alla P2, ovvero ad una loggia segreta che progettava colpi di stato negli anni 70, e un frequentatore di mafiosi. La vulgata mediatica è così forte da distruggere una seria capacità critica, livellando tutto il discorso sui rapporti politica-mafia alla condanna giuridica, la cui assenza varrebbe come prova dell’onestà dei politici, che finiscono per apparire vittime dei magistrati. Non dimentichiamo che Berlusconi ha avuto la faccia tosta di appellarsi a Falcone per la sua riforma della giustizia, mentre il giudice lavorava proprio sul riciclaggio della denaro sporco. E mentre Dell’Utri siede alla destra del premier, che lo ha voluto nonostante la condanna a 9 anni per mafia (sic!) La mancanza di una reazione etica e culturale sta rendendo il popolo italiano sempre più incapace di comprendere ciò su cui Paolo Borsellino rifletteva, dicendo: “C’è un equivoco di fondo. Si dice che il politico Che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole Dalla magistratura, è un uomo onesto. No! La magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici Vicini alla mafia, per essere onesti e apparire tali”

L’emancipazione culturale è il presupposto di quell’emancipazione giuridica, che riesce poi ad ottenere risultati giuridici più democratici, come nell’America degli anni ’70, quando le mobilitazioni popolari posero il problema dell’uguaglianza giuridica dei neri e il problema delle contraddizioni della guerra del Vietnam. In Italia, oggi, lo svuotamento della Costituzione avviene senza che ricompaiano vistosamente le camicie nere..come del resto oggi non c’è più bisogno di far saltare in aria col tritolo i magistrati, ma basta trasferirli...Come si chiama tutto questo? Dicesi “svuotamento indolore della costituzione”.

“L’ANTIFASCISMO È IL FONDAMENTO STORICO E MORALE, IL SOLO, DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA” (p. 121, Micromega 5/2008) ricorda Paolo Flores D’Arcais, espressione di quella sinistra che sa essere ancora onesta e critica. La retorica antifascista dell’on. Fini potrà anche convincere sul piano formale, ma non su quello sostanziale. Lo studente universitario - ognuno è chiamato in causa - è chiamato a ragionare e ad andare oltre la forma, oltre l’apparenza: questo è un compito logico e, soprattutto, etico. Recita infatti una lastra di marmo fissata sul fianco della Biblioteca Frinzi, la Biblioteca dell’Università, simbolo depositario del sapere e della cultura: “Da queste mura trent’anni fa delimitanti la Caserma Ederle Scoppiò infuocata dal 9 all’11 settembre 1943 La prima rivolta militare in Verona contro l’opposizione nazifascista. A ricordo delle eroiche vittime di quelle giornate di sangue e di gloria Viene oggi murato questo marmo, nella certezza che la gioventù universitaria, operosa in questi storici edifici, saprà custodire per sé e per le generazioni a venire i più alti ideali della libertà contro ogni infausta rinascita della violenza e delle barbarie”.

MONITO FINALE: “La democrazia è il regime più fragile[...]Si regge su un ethos democratico[...]una volta che esso venga meno[...]la democrazia non ha più un fondamento, è ormai a repentaglio” (ibidem, p.127)

Matteo Trebeschi

matteotrebeschi@hotmail.it

Gruppo universitario Legalità e Giustizia

(1) Il titolo della lectio magistralis è: “Il valore della ricerca e della trasmissione della conoscenza per lo sviluppo del paese nei principi della costituzione”


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