di BEPPE DEL COLLE *
[Da "Famiglia cristiana" n.47 del 23 novembre 2008 riprendiamo il seguente editoriale dal titolo "Un ’pacchetto sicurezza’ che non e’ degno di uno stato di diritto. Cosi’ si rende piu’ difficile la vita di chi e’ in difficolta’. Il Senato potrebbe approvare in settimana norme pesanti per gli immigrati e i ’senza fissa dimora’"]
Dai lavori di questa settimana in Senato potrebbe uscire uno statuto legislativo piuttosto pesante nei confronti non solo degli immigrati - quattro milioni circa di persone, "regolari" o "irregolari" -, ma anche di cittadini italiani che risultano in concreto "diversi" rispetto a una normalita’ di vita comunemente accettata: i "senza fissa dimora".
I provvedimenti che fanno parte del "pacchetto sicurezza" preparato dal ministro dell’Interno sono noti: l’istituzione di "ronde" convenzionate con gli enti locali e formate da "associazioni tra cittadini al fine di segnalare alle forze di polizia dello Stato eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana"; il permesso di soggiorno "a punti", come per le patenti di guida: una volta persi tutti i "punti", l’immigrato si vedrebbe revocato il permesso e verrebbe espulso; e’ mantenuto il reato di ingresso clandestino, ma la pena non sara’ piu’ di tipo giudiziario (condanna al carcere), bensi’ una multa fra 5.000 e 10.000 euro; maggiori difficolta’ per ricevere assistenza sanitaria e per i ricongiungimenti familiari; la proposta della Lega di interrompere i flussi di immigrazione per due anni, data l’attuale congiuntura in cui aumentano i disoccupati; schedatura di tutti i "senza fissa dimora", anche italiani.
In queste misure colpiscono due caratteristiche comuni: l’inutilita’ ai fini a cui sono rivolte e l’estrema difficolta’ a metterle in pratica da parte di uno Stato la cui giustizia e la cui burocrazia gia’ faticano a tenere il passo delle normali incombenze. In piu’, esse scontano le conseguenze di un’esagerata descrizione della realta’, come ha dimostrato il caso suscitato dalla decisione, presa nel giugno scorso da Maroni, sul rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom, contro la quale "Famiglia cristiana" fu fra i primi a insorgere e che merito’ le giuste critiche in sede europea. I nomadi di origine rom e sinta erano molti meno di quelli denunciati, e la loro schedatura - soprattutto dei bambini - e’ stata effettuata con metodi diversi e piu’ tradizionali, d’intesa con la Croce rossa; anche se questa pratica piu’ civile e piu’ umana, decisa d’accordo con il sindaco Alemanno, e’ costata la destituzione al prefetto di Roma, Carlo Mosca.
Per quanto riguarda la schedatura dei "senza fissa dimora", osserviamo innanzitutto che molti di loro ce l’hanno, anche se non e’ scritta in nessun registro pubblico: sono le panchine dei giardini in cui passano le notti, rischiando di essere bruciati vivi dai soliti ignoti, come e’ capitato a uno di loro a Rimini.
Se poi si tratta di schedarli, in realta’ qualcuno lo ha gia’ fatto, ma con spirito diverso da quello del "pacchetto sicurezza". E’ morta qualche mese fa Lia Varesio, che nel 1980 fondo’ a Torino la Bartolomeo & C, un’associazione di volontari che tutte le notti uscivano nelle strade alla ricerca di "barboni" che dormivano sulle panchine o sotto i portici delle stazioni coperti di stracci, e portavano loro qualcosa da mangiare e da coprirsi, e li aiutavano a trovare un rifugio.
In una sua "memoria" di qualche anno fa, Lia ricordava di aver attuato per loro, in accordo con il Comune, "la reiscrizione anagrafica", in modo tale che potessero riacquistare un’identita’, visto che molti di loro erano stati davvero "cancellati".
L’opera da lei avviata continua, in una cultura opposta a quella della paura, del rifiuto del "diverso" e del ricorso all’autodifesa, in cui le "ronde" rischiano di essere il simbolo d’un comportamento che uno Stato di diritto non puo’ e non deve permettersi.
Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino
proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a
tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo,
tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/
Numero 646 del 21 novembre 2008
* Il Dialogo, Venerdì 21 Novembre,2008
Sul tema, nel sito, si cfr.:
OGGI
di Maria G. Di Rienzo *
Titolo a caratteri cubitali: "Violentata ragazza di quindici anni, tunisino arrestato a Bologna". Sotto, in piccoli e discreti caratteri: "Abusava della figlia quattordicenne, arrestato nel barese". Il quotidiano e’ ovviamente lo stesso, il giorno e’ oggi, 14 febbraio 2009.
Qualcuno pensa in buona fede che il cosiddetto "pacchetto sicurezza", non appena divenuto legge, potra’ essere utile alle prossime ragazze che in strada aspettano tranquillamente gli amici (Bologna) o che vengono picchiate, umiliate, stuprate per un anno intero dal loro papa’ (Bari)?
Supponiamo che, nel primo caso, lo straniero non fosse in regola con le norme di soggiorno e che avesse contratto una malattia infettiva: non e’ andato a farsi curare per timore di essere denunciato, cosi’ ha contagiato la ragazzina. Supponiamo che nel secondo caso ci fossero le ronde in citta’: passando sotto casa della quattordicenne hanno trovato tutto in ordine, l’inferno era dentro e non potevano vederlo. Supponiamo che entrambi gli stupratori avessero una residenza regolare: con gli elenchi dei "senza fissa dimora" le due fanciulle possono farci gli aeroplanini, sempre che un giorno ritrovino la voglia di ridere e giocare. Nessuno si permetta piu’ di dirmi che lo fanno per le donne, oltre che sarcastica potrei diventare furibonda.
E nessuno si permetta piu’ di teorizzarmi gerarchie nei diritti umani, perche’ furibonda lo sono gia’. Se qualcuno puo’ schiavizzare, picchiare, denigrare, stuprare e finanche uccidere qualcun altro perche’ "e’ la sua cultura", smettete di protestare per i massacri in Palestina (e’ la cultura del governo israeliano, un po’ di rispetto, per favore), per le guerre a stelle a strisce (e’ la cultura dei neoconservatori, va considerata) e per il negazionismo dell’Olocausto (cultura e come: ci sono fior di professoroni a farla).
Il concetto di diritti umani e’ riconoscibile in ogni cultura che la nostra specie ha prodotto. E’ stato riarticolato e riformulato attraverso i secoli e si evolve continuamente per contrastare gli attacchi all’umana dignita’ quali che essi siano e da qualunque parte provengano. Fu il concetto di "diritti umani", espresso nei termini dell’autodeterminazione, a formare la base delle lotte per l’indipendenza dalle dominazioni coloniali. Fu il concetto di "diritti umani" a sfidare l’apartheid e la discriminazione razziale. Fu il concetto di "diritti umani" a tagliare la cortina che separava pubblico e privato nelle vite delle donne, e a far riconoscere che tali diritti venivano violati in ambo le sfere.
L’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani attesta che "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita’ e diritti". I principi dell’universalita’, inalienabilita’, interdipendenza ed indivisibilita’ dei diritti umani sono affermati in decine di trattati internazionali ed europei che il nostro Paese ha firmato. I trattati riportano anche con molta chiarezza il dovere degli Stati firmatari di assicurare non solo il rispetto dei diritti umani, ma anche la loro protezione e promozione.
Se il "pacchetto sicurezza" diventa legge italiana, cosi’ com’e’, non solo va nella direzione diametralmente opposta, ma apre le porte alla distruzione della Carta costituzionale, ed alla formazione di uno "stato in perenne emergenza" che in nome dell’emergenza stessa non sara’ soggetto a nessun controllo e potra’ permettersi ogni tipo di violenza.
C’e’ chi crede che la faccenda vada ad interessare solo migranti, rom, sinti e vagabondi, e poiche’ pensa che queste siano gia’ categorie subumane non e’ molto preoccupato. Si preoccupera’ domani, quando gli revocheranno il diritto di sciopero (un Paese in emergenza non puo’ permettersi turbolenze) e non sara’ in grado di negoziare il proprio contratto di lavoro. Si preoccupera’ dopodomani, quando lo porteranno via da casa per interrogarlo e non avra’ garanzie costituzionali rispetto alla detenzione e al processo (un Paese in emergenza puo’ ricorrere alla tortura per avere informazioni).
Senza offesa, e senza nessuna pretesa di spostarvi dalla mia parte: potreste preoccuparvi oggi?
* Fonte: LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA Numero 203 del 15 febbraio 2009 Supplemento domenicale de "La nonviolenza e’ in cammino"