[...] Calcestruzzi e Italcementi avrebbero insomma fornito, con il benepalcido della cupola siciliana, quantitativi di calcestruzzo di qualità difforme da quanto previsto dai capitolati d’appalto per opere pubbliche, compresi i tratti della Tav. La speculazione, ancora da accertare, oltre ad alimentare le casse di Cosa Nostra, renderebbe a questo punto incerta la sicurezza di alcune delle opere realizzate con il materiale fornito dalle due aziende [...]
[...] L’indagine, secondo il procuratore nisseno Sergio Lari, «travalica ormai la dimensione mafiosa siciliana», interessando tutta la collettività, a livello nazionale. «Bisogna verificare se è a rischio l’incolumità pubblica - ha affermato il procuratore in una conferenza stampa - come è emerso dagli accertamenti tecnici condotti dai nostri periti. Proprio recentemente abbiamo evitato il peggio sequestrando la nuova ala in costruzione dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta dove attraverso carotaggi sul cemento abbiamo accertato diverse irregolarità». Le indagini prosguono ad ampio raggio; non viene dunque escluso che questo connubbio cemento-fondi neri-mafia possa riguardare anche gli ambienti della politica e della pubblica aministrazione, dentro e fuori i confini della Sicilia [...]
Cemento di Cosa Nostra? Strutture a rischio in tutta Italia *
Adesso è qualcosa di più di un sospetto: la mafia odora d’asfalto. Sotto le autostrade, costruite con dosaggi di cemento inferiori a quelle previste dalle regole di sicurezza architettonica, e dietro alcuni palazzi edificati con mescole e strutture fuori norma, dal nord al sud d’Italia, potrebbero esserci i tentacoli di Cosa Nostra. A studiarne i movimenti, in un quadro definito «estremamente allarmante», è stata la Direzione distrettuale animafia di Caltanissetta, che giovedì ha ordinato l’immediato sequestro dei lotti 9 e 14 del tratto autostradale A31 di Valdastico, in provincia di Vicenza. Il provvedimento, notificato dai carabinieri e dalla Guardia di Finanza di Caltanissetta, rientra nell’inchiesta su presunte attività illecite e infiltrazioni mafiose in seno all’Italcementi spa e nella controllata Calcestruzzi spa, entrambe di Bergamo, che hanno fornito, e forniscono, il cemento per realizzare importanti opere pubbliche a livello nazionale, come alcune linee della Tav e alcuni tratti autostradali.
Dalle indagini della procura nissena, svolte a tappetto dalla Sicilia fino alla Lombardia, sono emersi significativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento, stabiliti negli appalti per la costruzione delle infrastrutture, con quelli effettivamente impiegati nella produzione dei conglomerati forniti alle imprese incaricate dei lavori di realizzazione. Diversi i sospetti che muovono l’inchiesta sulle due aziende: dall’«illecita creazione di fondi neri - spiegano i carabinieri - da destinare in parte, quantomeno in Sicilia, ai clan mafiosi dell’isola», fino all’esistenza di una strategia aziendale, adottata su scala nazionale e gestita, a mezzo anche del sistema informatico, con la consapevolezza dei vertici societari, finalizzata ad un sistematico risparmio del cemento nelle forniture di calcestruzzo destinate alla realizzazione di opere pubbliche».
Calcestruzzi e Italcementi avrebbero insomma fornito, con il benepalcido della cupola siciliana, quantitativi di calcestruzzo di qualità difforme da quanto previsto dai capitolati d’appalto per opere pubbliche, compresi i tratti della Tav. La speculazione, ancora da accertare, oltre ad alimentare le casse di Cosa Nostra, renderebbe a questo punto incerta la sicurezza di alcune delle opere realizzate con il materiale fornito dalle due aziende. Un sopetto che subito messo la Dda di Caltanissetta, che per accertare la stabilità strutturale e l’esistenza di eventuali pericoli all’incolumitàù pubblica, ha anche disposto, oltre al sequestro dei lotti della A31, verifiche e perizie su diversi impianti costruiti con il cemento delle due aziende di Bergamo, nonché la perquisizione di alcune delle sedi dell’Italcementi a Porto Empedocle (Agrigento), Isola delle Femmine (Palermo) e Calusco D’adda (Bergamo). Controlli che sono stati eseguiti anche nella sede di Area Sicilia a Palermo e nello stabilimento di deposito di Catania.
Nei mesi scorsi i magistrati avevavo già ordinato il sequestro del palazzo di giustizia di Gela, del Porto Isola-Diga Foranea di Gela, della strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Brami, dello svincolo di Castelbuono-Pollina sul tratto autostradale A/20 Palermo-Messina. Dagli accertamenti tecnici fino ad ora realizzati sono emerse irregolarità nel calcestruzzo fornito da impianti della Calcestruzzi Spa presenti in tutte le regioni, con riguardo anche alla Tav Milano-Bologna, alla Tav Roma-Napoli (terzo e quarto lotto), metrobus di Brescia, metropolitana di Genova e A4-Passante autostradale di Mestre.
L’indagine, secondo il procuratore nisseno Sergio Lari, «travalica ormai la dimensione mafiosa siciliana», interessando tutta la collettività, a livello nazionale. «Bisogna verificare se è a rischio l’incolumità pubblica - ha affermato il procuratore in una conferenza stampa - come è emerso dagli accertamenti tecnici condotti dai nostri periti. Proprio recentemente abbiamo evitato il peggio sequestrando la nuova ala in costruzione dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta dove attraverso carotaggi sul cemento abbiamo accertato diverse irregolarità». Le indagini prosguono ad ampio raggio; non viene dunque escluso che questo connubbio cemento-fondi neri-mafia possa riguardare anche gli ambienti della politica e della pubblica aministrazione, dentro e fuori i confini della Sicilia.
Sul tema, nel sito, si cfr.:
La Kupola della politica a Isola delle Femmine
Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, la campagna elettorale che l’ha vista “vittorioso” ancora una volta da “Sindaco” (non parliamo da “Assessore” carica ricoperta sin da quando aveva i calzoni corti), dicevamo la campagna elettorale dovrebbe esser finita, ahimè come gli esami di Eduardo De Filippo sembra non aver fine, anzi! Quotidianamente ormai, i Cittadini di Isola delle Femmine devono sopportare il Vostro spettacolo nel fare a gara a chi la dice più lunga, a chi la spara più grossa ed in maniera veramente indecorosa sembra avere la meglio chi urla più forte. La sua Signor “Sindaco” unita a quella del geologo “Cutino” dr. Marcello e ai “Salvatori di Paese” sta’ diventando una vera e propria dissenteria verbale, una MANIA la Vostra che presta poca attenzione se quello che dite, sia o meno rispettoso nei confronti di chiunque osi mettere in discussione i VOSTRI AFFARI. Il Vostro sport preferito (a parte lo jogging mattutino praticato tra l’immondizia del paese dei suoi “Assessori”) trova la sua massima espressione nella demonizzazione di chi la pensa diversamente da Voi. Così facendo, Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, mi vado sempre più convincendo che Lei crede di parlare a Cittadini elettori smemorati che hanno dimenticato le Sue: PROMESSE dimostratesi Fasulle, i Suoi IMPEGNI dimostratosi INGANNEVOLI, i Suoi PROGETTI “ISOLA” dimostratosi progetti per Voi per i Vostri Parenti e per le vostre FAMIGGHIE. Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, Lei con la Sua Company avete giocato in modo veramente sporco sui BISOGNI dei Cittadini li avete imbrogliati, avete raschiato il fondo del barile delle Casse Comunali, avete affossato l’intera economia locale aggravando così la crisi in cui versa la nostra Comunità di Isola. Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello i cittadini di Isola delle Femmine (seppur momentaneamente silenziosi) sono stanchi di vivere in un paese dominato da un “sistema cupola affarisitico” che, una volta conquistato il potere, vive solo di rendita e lascia il paese sempre nelle stesse condizioni. Un sistema cupola all’interno del quale tutto si muove per amicizie, compiacimenti, favoritismi, clientelismo e nepotismo. Un sistema promosso favorito e sostenuto da gruppi di famigghia. Signor “Sindaco Portobello ai Cittadini di Isola è ormai chiaro anzi “trasparente” come dice il suo consigliere signor Peloso, della netta sensazione (non solo) che state dando: il Vostro primo vero obiettivo è che in questo paese nulla deve cambiare e chi prova a contrastarVi : chi prova a farlo viene denunciato, querelato, viene emarginato, messo alla gogna, denigrato, perseguitato (quando va bene). Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello i cittadini di Isola delle Femmine sentono una gran voglia di cambiare ( ricorda le scorse elezioni? Sino a febbraio nessuno avrebbe scommesso un quarto di lira su una Sua vittoria) e per questo non riescono più a sopportare Lei e la Sua company. Mi creda Signor “Sindaco” tra questi Cittadini vi sono anche quelli che hanno votato Lei e le sue false promesse. I Cittadini onesti ed operosi di Isola delle Femmine di fronte a questo squallore in cui versa la l’amministrazione da Lei rappresentata: Pretendono moralità, trasparenza negli atti amministrativi. Pretendono capacità e senso della responsabilità per il ruolo ricoperto. Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello i cittadini di Isola delle Femmine pretendono che Lei e la Sua company, con atti concreti respingiate le accuse che hanno visto gruppi ben individuati di rappresentati dei POTERI FORTI (un modo diverso di dire MAFIA) AVERVI FAVORITO nella vittoria elettorale delle amministrative scorse. Attendo da Lei Signor “Sindaco” un segnale concreto volto ad impedire a gruppi di potere economico ( a noi noti) di incidere pesantemente sulle scelte politiche-amministrative. Per salvaguardare il nostro territorio dalle aggressioni urbanistiche, i Cittadini di Isola delle Femmine Le chiedono un atto di CORAGGIO: Lei si renda garante nell’ operare una seria ed efficace azione di controllo e monitoraggio sull’operato dell’Ufficio Tecnico Comunale e sulla legittimità degli atti prodotti. La pianificazione del territorio deve essere davvero utile ai Cittadini tutti di Isola delle Femmine e non solo ai SOLITI IGNOTI(o lobby elettorali o affaristi o mafiosi decida Lei). Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello Lei concorderà certamente con me nel credere essere: diritto-dovere per chiunque qualora sussistano motivi tali da offendere chiaramente (a causa della condotta di chi è stato eletto sindaco o consigliere) l’onore, l’intelligenza e la dignità dei cittadini e delle cittadine, causando loro, direttamente o indirettamente, grave “vuoto” morale, etico, culturale, sociale ed economico: battersi per spazzare via il sistema cupola affaristico che amministra solo se stesso e mette in liquidazione il futuro di un’intera popolazione. Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, respinga le accuse di mafiosità della Sua amministrazione con atti e progetti concreti che tendano a migliorare la qualità della vita dei Cittadini di Isola delle Femmine e nel contempo capaci di offrire una possibilità di crescita economica e sociale della nostra Comunità. Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, respinga le accuse di mafiosità della Sua amministrazione, smentendo ciò che Lei da solo e senza che nessuno Le abbia chiesto nulla, ha affermato in un consenso del Consiglio Comunale : “...Giova ricordare, peraltro, che il personaggio proprietario del bene confiscato, in occasione delle scorse elezioni politiche sosteneva il candidato della lista “Rinascita Isolana” Rosario Rappa....”. Si renderà conto da solo Signor “Sindaco” Lei ha affermato: che le elezioni amministrative scorse sono state falsate e quindi Noi cittadini TUTTI ne abbiamo avuto un danno. Per seguirLa nel Suo discorso dovremmo dire che la Sua elezione è stata “manipolata”? oppure potremmo dire “guidata”? Se si, da chi? A Lei la risposta. Però non faccia come sempre orecchie da mercante che non risponde. Guardi che attendo, anzi con i Cittadini di Isola (non stupidi) attendiamo una Sua risposta.
Rendiamo il paese più ospitale, più colorato, più pulito e libero dall’immondizia che ormai ricopre tutti i marciapiedi di Isola, attraverso la promozione e l’incentivazione della Raccolta differenziata porta a porta spinta, progetti per la riduzione dei rifiuti e riuso creando una filiera dell’intero ciclo di vita dei rifiuti. (cooperative, consorzi e tutti gli strumenti che la nuova riforma gestione dei rifiuti prevede). Avere l’intelligenza di vedere nei rifiuti un’occasione di sviluppo economico e di difesa della salute dei cittadini. Liberiamo l’intero litorale di Isola delle Femmine dai tanti “suk” che annualmente si creano sulle nostre spiagge rendendo poco gradevole e per niente vivibile questo nostro lungo, meraviglioso ed “invidiabile” litorale marino. Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, i Cittadini di Isola delle Femmine Le chiedono un atto di CORAGGIO: tornare al buon governo della cosa pubblica, alla difesa degli interessi dell’intera comunità di Isola, ad offrire una visione al paese per fare uscire Isola delle Femmine dalla notte profonda in cui i saputelli, parolai, ambientalisti a convenienza, salvatori di paese, perfetti sconosciuti dell’ultima ora .... l’hanno impantanata per uso e consumo personale. Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello Se proprio non Le riesce a sganciarsi da questi lacci e lacciuoli in cui l’hanno costretta, non le resta che un’unica possibilità spegnere la luce e rassegnare le Sue dimissioni naturalmente porti con sé anche la Sua company e alla “cupola degli affari” ci pensa la coscienza civile e democratica dell’intera cittadinanza di Isola delle Femmine.
Pino Ciampolillo
Italia, un paese costruito sulla sabbia
di Natalia Lombardo *
Un paese di cartapesta. Scuole e ospedali, ponti e gallerie, edifici pubblici e privati costruiti con «cemento taroccato», depotenziato con la sabbia e allungato con acqua. Quello dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento non è un caso isolato, ma la punta di un iceberg di un «gigante dai piedi d’argilla» che arricchisce la cosche mafiose. È quanto rivela un dossier stilato da Legambiente sulle costruzioni dal «cemento fasullo», intitolato: «Le mani della criminalità dietro appalti e imprese del calcestruzzo».
Ne emerge una mappa sconcertante, nella quale edifici pubblici rischiano di sbriciolarsi come castelli di sabbia, come è successo con il terremoto in Abruzzo: scuole calabresi, il commissariato di Polizia di Castelvetrano nel trapanese, interi padiglioni di ospedali siciliani, gallerie e autostrade dal Molise al Veneto. Una scia di sabbia che dal Sud sale al Nord con le betoniere di società gestite direttamente dai clan, oppure da ditte che, risparmiando milioni sul cemento, pagano un «pizzo» alle mafie. Cemento taroccato violando la norma Uni En 206-1 sull’equilibrio dell’impasto, quando non vengono usati rifiuti tossici, come a Crotone.
Un sistema mafioso scoperto dalle Procure spesso grazie alle intercettazioni telefoniche. Un rete sull’uso di soldi pubblici che «ingrassano un sistema mafioso-clientelare che ha i suoi addentellati fin dentro le istituzioni», come denunciò Giovanni Falcone.
Il primato della Sicilia
Il commissariato di Polizia di Castelvetrano, che pure sorge su un bene confiscato alla mafia, la sede dela Calcestruzzi Mzara Spa era già stata accertata come quartier generale di Cosa Nostra, tant’è che oggi, finalmente, il 90 per cento della produzione di calcestruzzo è in mano dello Stato, sottratta ai boss. A rischio anche i palazzi di Messina, ad alto rischio sismico, costruiti con cemento povero nella piena consapevolezza dei costruttori Pellegrino. E così sotto inchiesta sono gli aeroporti di Palermo e Trapani, il porto turistico di Balestrate, il lungomare di Mazara del Vallo e altri edifici. Un giro d’affari di almeno 50 milioni l’anno, che ingrassano i boss.
Su 48 edifici pubblici verificati dalla Protezione civile siciliana, 43 non hanno superato i test antisismici, fatti con «cemento molle».
La Calabria
«Metti meno cemento e più sabbia», raccomandava al telefono un boss della mala reggina al compare, per la costruzione della scuola pubblica Euclide a Bova Marina. E l’altro protestava perché troppa sabbia avrebbe inceppato la pompa, non perché l’edificio non avrebbe retto.
Nel bel mezzo della costruzione da parte delle «Condotte Spa», una galleria è crollata sulla statale 106 in provincia di Reggio Calabria: salvi per un pelo gli operai, fuggiti in tempo: era stato usato pessimo calcestruzzo, fornito da due imprese legate alle cosche Morabito-Bruzzaniti-Palamara, come ha rivelato poi l’indagine della Dda.
A Tropea la scuola media in via Coniugi Crigna è in piedi per miracolo, scrive il dossier di Legambiente, fatta più con la sabbia della vicina spiaggia che con cemento. E a Crotone per gli impasti sono stati usati anche rifiuti tossici (come ha scoperto l’inchiesta «Leucopetra» della procura di Reggio Calabria); nell’intera città, per altro, scorie tossiche della lavorazione dello zinco sono state «smaltite» nelle strade, nei parcheggi e nelle scuole.
Il Molise dai piedi d’argilla
È il nome dell’inchiesta sulla costruzione della Variante di Venafro, nove chilometri sulla termoli San Vittore: con prove di laboratorio falsificate sul calcestruzzo sono stati truffati l’Anas (che ha speso due milioni di euro in più per cambiare i piloni) e i cittadini.
ll record Campano
Per il cemento di mafia e l’abusivismo edilizio, spiega il dossier. Nel colloquio tra un imprenditore e suo figlio (ribellatisi alle cosche), commentano che «le betoniere di quella ditta trasportano lota...», monnezza. Sono le betoniere della ditta «Dipendenti Cafa 90 srl». risalente al clan Polverino (sequestrati 17mila ettari di terreno). Con il calcestruzzo «taroccato» sono state costruite case abusive nella zona di Camaldoli, o usato per i grandi parcheggi nella zona del Vomero. E chi ha denunciato la truffa si è beccato due colpi di pistola alle gambe.
Le cosche del cemento fasullo non conoscono confini: alcune inchieste ne stanno svelando l’uso, come nei Lotti 9 e 14 dell’autostrada A31 Valdastico, nel vicentino.
* l’Unità, 29 luglio 2009