Non sappiamo se raggiungeremo l’obiettivo minimo per continuare. Oggi, 24 gennaio, siamo a 5.330 euro, e dovremmo arrivare a 10.000.
Siamo convinti che le mafie, quelle classiche o dei "colletti sporchi", si combattano insieme, con l’aggregazione, il contributo critico e il sostegno di ciascuno, la partecipazione, la cultura, gli interventi dal basso. In questo senso, sono preziosi gli incontri nelle scuole, nelle piazze, gli scambi, i confronti, la solidarietà nella denuncia e nell’intervento civile. Ma bisogna essere costanti e lavorare giorno per giorno.
La ’ndrangheta, potente e ramificata, vive, forse più della mafia e della camorra, d’una "solidarietà meccanica"; derivante da specifiche tendenze sociali, purtroppo radicate, rinvenibili in Calabria. Molto spesso, tanti uomini si fanno complici di ’ndranghetisti e affini, ritenendo l’"onorata società" una forza più grande ed efficace dello Stato.
Siamo rimasti commossi, ci si passi il termine, dalla larga partecipazione al nostro appello di sopravvivenza da parte di lettori, utenti di Facebook, persone sensibili alle questioni della legalità e della giustizia.
Abbiamo ricevuto donazioni da ogni parte d’Italia. Chi ha inteso aiutarci, l’ha fatto condividendo la nostra causa e incoraggiandoci a non cedere; nonostante la carenza di mezzi, comune a gruppi e movimenti che si battono per un’Italia diversa, per un mondo migliore.
Noi crediamo fermamente nell’utilità di "piccole azioni positive", per usare un’espressione dello scrittore Orfeo Notaristefano. Con queste intendendo incontri, discussioni, occasioni per conoscere e motivarsi con l’ascolto.
La ’ndrangheta - e, più in generale, l’illegalità - si frontegga e isola se siamo capaci di raccontarla uniti, comprendendone strategie, obiettivi e pericolosità.
Per questo, è fondamentale che si moltiplichino i libri, gli articoli, gli scritti, le trasmissioni, le presenze dell’antimafia. Per questo, è indispensabile allargare la rete dell’informazione e dell’impegno. Senza divisioni e individualismi, occorre un coinvolgimento progressivamente più ampio. Il principale nemico della democrazia e della legalità è la cultura del vuoto, dell’apparente e del superfluo, veicolata dalla tv dell’idiozia e dello spettacolo. E’ dunque necessaria una rivoluzione culturale, che sarà lenta e piena di ostacoli.
In piccolo, davvero in piccolo, tentiamo di concorrere a questa rivoluzione culturale. Suggerendo modelli politici e culturali alternativi, dando spazio e voce a chi ci contatta, a chi segnala casi di ingiustizia, difficoltà, malaffare, dominio delle coscienze. In cambio, stiamo ricevendo segnali tangibili di sostegno, che ci portano a ringraziare e a non perdere la speranza.
Qualunque sarà l’esito della nostra raccolta, organizzeremo un’iniziativa, con esponenti dell’antimafia e della società civile, perché non si perda di vista l’emergenza in cui si trova la Calabria.
Chi ci ha dato il proprio contributo sappia che questa è la nostra intenzione. Una parte del nostro laboratorio pensa di dedicare attenzione ai drammi della realtà crotonese, in cui, peraltro, il numero dei morti per mafia è il doppio rispetto all’area napoletana. Alcuni di noi, invece, ritengono che si debba recuperare la memoria di persone barbaramente uccise dalla ’ndrangheta a San Giovanni in Fiore (Cosenza), nostro comune d’origine. Malgrado lì siamo spesso bistrattati e ignorati, in generale, anche rispetto al nostro appello al sostegno.
Chiediamo il parere di chi ci ha aiutato, proprio perché vogliamo sino in fondo lavorare dal basso e collettivamente. Dateci le vostre opinioni e i vostri suggerimenti scrivendo a posta@ndrangheta.it.
Il sito http://www.ndrangheta.it è parte della nostra rete. Siamo convinti che possa crescere anche e soprattutto con le vostre riflessioni, le vostre segnalazioni, la vostra voce.
I giovani della rete di "la Voce di Fiore"