[...] Quando il cardinal Martini diceva che ”la Chiesa non deve dare ordini“... , proprio perchè aveva capito che “erano venute meno le evidenze etiche” e la Chiesa doveva lavorare su un altro versante, più profondo e interiore, che non è quello dell’imposizione o della prevaricazione (rifuggire quella tentazione di “contarsi per contare” diceva... cioè fare numero per imporsi come maggioranza...ma accettare di essere nella società contemporanea una minoranza evangelica di testimonianza autetica ma umile, modesta non presuntuosa e superba) probabilmente qualcuno ha capito il contrario o semplicemente avrà pensato che Martini è troppo intelligente, ma non è il Papa, mentre il Papa è un altro che dicono sia un grande teologo... (meno male poichè se fosse stato un teologo meno grande, poveri noi!...) [...]
VALORI NON NEGOZIABILI
gli interventi di Bagnasco e del Papa:
"politici cattolici per: proibire proibire proibire"
del Centro Studi Teologici di Milano
L’intervento del cardinal Angelo Bagnasco alla consueta riunione del Consiglio permanente dei Vescovi Italiani è un po’ la solita solfa sull’Italia: la lezioncina pedissequa sui nostri mali.
Ma quel che non torna è l’interesse di Bagnasco e dei Vescovi su questa Italia?
Cosa hanno in mente?... cosa vorrebbero fare dell’Italia?... Che idea di Paese hanno?...
Leggendo la cronaca del Corriere della Sera, vediamo il solito pistolotto esortatorio... e il linguaggio tutto socio-politico, per così dire, del cardinale, ci sorprende non poco...
E’ un linguaggio da politico, è un linguaggio senza anima religiosa, un linguaggio da uomo tutto orizzontale, senza alcuna spinta evangelica e totalmente estraneo alla Grazia che almeno un uomo di Dio dovrebbe sentire.
Guardando il viso di Bagnasco quando parla già sembra di stare ad un funerale, con quell’accento doloroso senza causa, con quel viso mai sorridente, tirato e livido... insomma il risultato di troppi anni di seminari e di un’adolescenza e giovinezza mai vissuta (è andato in Seminario a 11 o 12 anni,come tutti i preti e i vescovi, senza poter capire nè vivere la sua affettività, relazionalità e sessualità, senza immaginare cosa possa essere l’amore quello concreto: il frutto di tutto ciò è un concentrato di tristezza e di oppressione che trapela sul suo viso, in sintonia con il suo capo supremo tedesco, Papa Benedetto, che tutto è fuor che un uomo limpido e dal sorriso luminoso: si direbbe piuttosto un impasto di dissimulazione e di noia, unito ad una certa tendenza allo sguardo torvo e di rancorosità...)
E’ veramente triste sentir parlare questi “uomini di Chiesa”.
Non ci viene neppure voglia di commentare o di confrontarci con loro, tanto sono ormai pressochè votati alla “insignificanza” umana prima e religioso- spirituale dopo.
Come possono avvincere un giovane questi discorsi didascalici e di routine?
Come possono conquistare il cuore discorsi politici tanto generici e senza spessore teologico, fatti da chi non è politico di professione, ma scimmiotta - come vizio cattolico romano - il mondo dei politici e i loro riti di palazzo?
Rien de rien.
Bagnasco non è un vescovo probabilmente, ma soltanto un funzionario della Chiesa, una sorta di burocrate stanco e stancante dell’esistente...
E adesso ritorna sul tormentone dei “valori non negoziabili”, ma quali? i soliti: la famiglia, la vita...
cosa vorrà dire: ovvio... proibire, proibire, proibire
Quando il cardinal Martini diceva che ”la Chiesa non deve dare ordini“... , proprio perchè aveva capito che “erano venute meno le evidenze etiche” e la Chiesa doveva lavorare su un altro versante, più profondo e interiore, che non è quello dell’imposizione o della prevaricazione (rifuggire quella tentazione di “contarsi per contare” diceva... cioè fare numero per imporsi come maggioranza...ma accettare di essere nella società contemporanea una minoranza evangelica di testimonianza autetica ma umile, modesta non presuntuosa e superba) probabilmente qualcuno ha capito il contrario o semplicemente avrà pensato che Martini è troppo intelligente, ma non è il Papa, mentre il Papa è un altro che dicono sia un grande teologo... (meno male poichè se fosse stato un teologo meno grande, poveri noi!...)
Proibire, infatti: niente procreazione assistita, niente testamento biologico di fine vita per evitare il calvario dell’accanimento terapeutico, sul fronte difesa della vita sempre e comunque, senza se e senza ma... Proibire e ostracizzare con tutti i mezzi le coppie di persone dello stesso sesso, far passare l’idea che gli omosessuali sono in fondo dei poco di buono, persone dedite ad un sesso distruttivo, non procreativo, non oblativo, insomma delle persone in sostanza contro Dio e contro la società umana... questo sul versante della Famiglia, una santa cattolica (non apostolica) e clericale.
E’ questa Chiesa, priva di autorevolezza morale attuale, uscita da scandali epocali sia sessuali che economici e finanziari, che pontifica sui “valori non negoziabili”, Lei che ha negoziato di tutto nei secoli, ed oggi negozia con il Governo peggiore che la Storia della Repubblica possa ricordare...
Diplomazia vaticana...
Hanno negoziato ogni cosa per quel vile danaro che una volta ci insegnavano essere “lo sterco del Demonio”. Ma si vede che i bei insegnamenti di una volta non ci sono più, è rimasta soltanto dalle parti del Vaticano e della CEI una certa pruderie per le cose sessuali, più forte e recidiva se si tratta di cose che avvengono tra persone dello stesso sesso... gli prude qualcosa che ancora dobbiamo cercare di capire cosa sia!...
Forse saranno stati i tanti anni e anni con uomini o donne del medesimo sesso vissuti gomito a gomito, nei conventi, nei seminari, nei collegi, negli educandati, nei monasteri, che hanno prodotto questa ondata di omofobia di ritorno in tanti preti e suore? mah?
Certo è che non vogliono “negoziare” l’amore degli altri, non vogliono neanche accettare che esista, nè credere alla libertà di coscienza, perchè se ne sentono carcerieri e chiamano in causa questa compagine disastrata e disastrosa di Governo perchè continui l’opera di oppressione delle famiglie di fatto e delle coppie omosessuali.
IL PAPA adesso, fa’ il paio con Bagnasco e chiede appunto di avere “nuovi politici cattolici”: a dir il vero non andavano granchè bene nemmeno quelli vecchi della DC, tutti presi dal potere e dall’interesse, spesso mischiato a quello della mafia, magari piena di santini e immagini sacre.
Chiede anche Lui, la Sua Santità di nostro Signore (come si diceva un tempo), che vi siano “valori non negoziabili “.... ma ci vien da esclamare: ha consultato lo IOR?
Ha parlato con Gotti Tedeschi o con il cardinal Attilio Nicora che lo dirige?... perchè da quelle parti fanno molte cose che dovrebbero essere “non negoziabili”, ma se ne impippano e le fanno lo stesso, tanto che la Procura di Roma, allertata dalla Commissione di Vigilanza della Banca d’Italia ha sollevato il caso...
Si vede che riciclare è negoziabile appunto... Potere per potere...
Infine, dato che ormai vediamo politici in veste talare a tutto campo: perchè Sua Santità non fonda un Partito cattolico romano potrebbe magari conseguire un bel successo: ormai infatti in Italia non cade foglia che - auspici i politici di destra, di centro e di sinistra - il Papa non voglia....
Una piccola cosa però, alla fine, Bagnasco e Benedetto Ratzinger dovrebbero venire a vedere nelle strade e in genere tra la gente comune di ogni età, cosa che essi non fanno mai, dato che al massimo incontrano soltanto fedeli osannanti, cattolici convinti e di gruppi ecclesiali, CL, Opus Dei , Focolarini. venire di persona a vedere come vengono considerati e recepiti i Preti, i Vescovi, gli uomini di Chiesa.
Vengano come facciamo noi ogni giorno: toccheranno con mano sui treni, sulle metro, nei bar, nelle strade, negli ospedali, ovunque, quale sia oggi il livello di disprezzo per la Chiesa, la loro chiesa cattolico romana. Si renderanno conto di dove ha condotto questa loro linea clerico-politica in Italia.
DIFENDERE LA FAMIGLIA DICE IL PAPA, MA DA CHI? DAI PRETI? si rende conto del disastro che dilaga....?
La gente non ha più stima della Chiesa e dei suoi preti...
Ecco: disprezzo e insulti che noi di origini ortodosse, scambiati per loro nonostante le vesti differenti, spesso abbiamo dovuto ricevere al posto di Ruini, di Bagnasco e di Ratzinger e di altri preti e prelati... nostri fratelli cattolici romani.
Per dare un piccolo saggio di questo, vi basti leggere i commenti in merito all’intervento del Presidente della CEI, arrivati sul Sito del CORRIERE DELLA SERA che è un quotidiano moderato, per niente anti-clericale, non certamente di sinistra estrema o radicale....
Leggere per credere...
CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO
Centro Ecumenico
Sul tema, nel sito, si cfr.:
È tornato Ruini il politico dei cardinali
di Marco Politi (il Fatto Quotidiano, 15 ottobre 2010)
Ruini ritorna. Nell’arco di cento giorni due suoi pupilli, mons. Fisichella e mons. Nosiglia, sono balzati a cariche importanti: presidente del Consiglio pontificio per la nuova evangelizzazione il primo, arcivescovo di Torino il secondo.
C’era chi frettolosamente lo dava per tramontato, quando Ruini qualche anno fa lasciò le cariche, che per quasi un ventennio ne avevano fatto uno dei porporati più potenti di Santa Romana Chiesa. Il 7 marzo 2007 aveva abbandonato la presidenza della Conferenza episcopale italiana e l’anno seguente il posto di Vicario per la città di Roma.
Sembrava che nello spoil-system (che vige anche in Vaticano) il nuovo Segretario di Stato cardinale Bertone avesse occupato tutte le caselle. Ma una personalità come Ruini, uno dei porporati intellettualmente più attrezzati e il più politico d’Italia, non può essere messa in un angolo.
Le affinità con Benedetto XVI
PAPA RATZINGER gli deve non soltanto l’appoggio in conclave nella giornata decisiva che lo ha portato sul trono, ma anche la prima vittoria politica da pontefice. Quel 75 per cento di astenuti, che nel 2005 decretò la sconfitta del referendum sulla fecondazione artificiale. E soprattutto la sua sintonia a confortare Benedetto XVI in una fase dell’esistenza, in cui il pontefice sente il bisogno di appoggiarsi esclusivamente a ex collaboratori del Sant’Uffizio (come Bertone alla Segretaria di Stato, mons. Amato alle Cause dei santi, mons. Zimowski alla pastorale della Sanità) oppure a ecclesiastici di provata fedeltà perché provenienti dalla cerchia di cardinali a lui vicini. E il caso di Fisichella e di Nosiglia, che sono uomini di Ruini.
I successi dei suoi due uomini
FISICHELLA , oltre ad avere retto l’Università Lateranense, è stato vescovo ausiliare di Roma con Ruini dal 1998, mentre mons. Cesare Nosiglia è stato anche lui vescovo ausiliare nella Capitale nell’era ruiniana e soprattutto ha ricoperto incarichi di stretta fiducia: relatore generale del Sinodo di Roma, presidente della commissione Cei per l’educazione, presidente del comitato italiano per la Giornata mondiale della gioventù. Come presidente del Consiglio nazionale della scuola cattolica ha condotto d’intesa con Ruini tutte le battaglie per la piena parificazione e il finanziamento degli istituti confessionali.
Nominato vescovo di Vicenza nel 2003, Nosiglia è stato eletto quest’anno vicepresidente della Cei per l’area Nord. Ora, per decisione di papa Ratzinger, approda alla diocesi di Torino, fra le più prestigiose del Paese. Con queste nomine sono tre gli stretti collaboratori di Ruini, che nel loro futuro hanno la porpora cardinalizia. Fisichella, Nosiglia e mons. Giuseppe Betori, ex segretario della Cei e arcivescovo di Firenze dal 2008. Lo stesso cardinal Ruini, tuttavia, ha ricevuto da Benedetto XVI una nuova missione di grande delicatezza. Dal marzo scorso guida la commissione internazionale, che indaga sul fenomeno delle apparizioni mariane a Medjugorje. Ruini ha con sé un gruppo di venti commissari di vari paesi e riferirà direttamente al Papa e alla Congregazione per la dottrina della fede.
Un convegno sull’Unità d’Italia
L’EX PRESIDENTE della Conferenza episcopale, peraltro, continua a occuparsi dell’Italia, anzi dal suo seggio di responsabile della commissione per il Progetto culturale (il vero think-tank della Cei) affronta i temi nodali del Paese con un lavoro di ampio respiro. Tra poche settimane, il 2 dicembre, riunirà a Roma l’intellighenzia cattolica per discutere del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Sulla copertina dell’invito sventola inequivocabile un grande tricolore a sottolineare l’impegno dell’episcopato per la tutela della unità nazionale e per un federalismo solidale e non disgregatore. Sarà l’occasione per il rientro sulla scena pubblica di Dino Boffo. L’ex direttore dell’Avvenire, insieme con Giuliano Amato, Lucio Caracciolo e Giuliano Ferrara, esaminerà in una tavola rotonda le prospettive di sviluppo della nazione italiana.
L’anno scorso, per la stessa data, Ruini aveva organizzato a Roma uno stimolante convegno su Dio e inoltre aveva pubblicato un Rapporto sulla Sfida educativa (edito da Laterza). Tema cruciale in un momento di disfacimento di regole di comportamento e norme etiche, testimoniato dal crescente esplodere di violenza quotidiana e dall’incremento di malaffare e malapolitica.
L’equipe guidata da Ruini ha affrontato la questione formativa in tutte le dimensioni: scuola, famiglia, lavoro, disagio giovanile, consumi, mass media, sport, spettacolo. Nella convinzione che la formazione del cittadino è essenzialmente educazione alla capacità di mettere in relazione libertà e convivenza. Educare alla libertà, è scritto nel Rapporto sulla sfida educativa, significa formarne l’attitudine alla socialità secondo le sue virtù (lealtà,iniziativa,servizio,solidarietà ecc.) e secondo la sua naturale apertura politica locale, nazionale, mondiale. E una premessa di base laica, su cui Ruini invita al confronto le più diverse agenzie formative e correnti culturali.
Per la fine dell’anno prossimo il cardinale e la commissione per il Progetto culturale della Cei stanno preparando, infine, un secondo rapporto dedicato al problema demografico. Un altro nodo della società italiana.
Il Papa e la sfida educativa
SULLA CRISI in corso interviene lo stesso Benedetto XVI nel messaggio alle Settimane sociali cattoliche di Reggio Calabria. Il Papa denuncia il propagarsi della disoccupazione e della precarietà che impedisce ai giovani di realizzarsi, producendo disorientamento, sfiducia, diffidenza e disimpegno. Ratzinger rilancia l’esigenza di una nuova generazione di politici cattolici per uscire dalla ricerca del proprio interesse esclusivo e perseguire insieme il bene del Paese. Riprendendo il tema della sfida educativa, il pontefice esorta all’impegno socio-politico per contrastare “egoismo, cupidigia dei beni, bramosia di carriera”.