CILE. OPERAZIONE SAN LORENZO. "Ritornar nel chiaro mondo" (Dante, Inferno, XXXIV, v. 134).

CILE. MINIERA DI SAN JOSE’: FESTA GRANDE!!! Con la capsula Fenix, Florencio Avalos è stato il primo dei 33 minatori a tornare in superficie. L’ultimo a risalire il capo turno Luis Urzua. Per tutti i 33 "mineros", finalmente, l’inizio di una nuova vita!!!

L’operazione di salvataggio San Lorenzo, slittata di alcune ore rispetto alle previsioni è stata seguita con il cuore in gola da tutto il Cile incollato alle televisioni e dai familiari del Campamento Esperanza.
giovedì 14 ottobre 2010.
 




-  Cile, in salvo i primi minatori

-  Ore con il cuore in gola, poi dalla terra arriva Florencio. Ed è festa*

MINIERA SAN JOSÈ. Dopo oltre due mesi passati nelle viscere della terra Florencio Avalos è tornato in superficie: è stato il primo dei 33 minatori intrappolati dal 5 agosto scorso nella miniera San Josè a entrare nella capsula Fenix, che ha impiegato un quarto d’ora a percorrere gli oltre 600 metri del tunnel della salvezza.

Undici minuti dopo la mezzanotte locale (le 5:11 in Italia) la Fenix lo ha portato in superficie dove ad aspettarlo c’era il figlio di otto anni che gli è gettato tra le braccia. Il primo dei soccorritori a scendere sul fondo della miniera ventitre minuti prima era stato l’esperto minerario Manuel Gonzalez e la tv ha immortalato le immagini del suo abbraccio con i minatori. L’operazione di salvataggio San Lorenzo, slittata di alcune ore rispetto alle previsioni è stata seguita con il cuore in gola da tutto il Cile incollato alle televisioni e dai familiari del Campamento Esperanza.

Le fasi del salvataggio sono state più lunghe per una serie di test sulla capsula che è stata fatta scendere vuota un paio di volte e senza arrivare sul fondo. Poi la discesa di Gonzalez seguita dalla risalita di Avalos. Ora sta scendendo sul fondo il secondo dei soccorritori. Via via, uno dopo l’altro, entreranno nel cilindro lungo e stretto tutti i compagni di Florencio. L’ultimo a risalire sarà il capo turno Luis Urzua. In superficie, oltre ai familiari, li attendono una folla di circa 2.000 cronisti a cameramen oltre al presidente Sebastian Pinera che segue di persona le operazioni sul bordo del pozzo. Al recupero dei minatori partecipano circa 150 persone. E da ieri è entrato in attività anche il personale di supporto di Copiapò, la località di 160 mila abitanti a una cinquantina di km dalla miniera.

Sarà proprio all’Hospital Regional della città capitale dell’Atacama che i 33 verranno portati in elicottero dopo la risalita, dopo i primi controlli delle loro condizioni fisiche, dopo il primo abbraccio con i familiari. A quel punto l’Operazione San Lorenzo potrà considerarsi conclusa. E per tutti i 33 "mineros" sarà l’inizio di una nuova vita. Il secondo minatore a risalire in superficie è stato Mario Sepulveda, 39 anni ex dirigente sindacale. Ad accoglierlo la moglie. Il suo arrivo è stato accolto dall’urlo che è riecheggiato più volte nel corso della giornata: «CiCiCi LeLeLe los mineros de Chile». Sepulveda, conosciuto come uno dei più estroversi del gruppo, dopo l’abbraccio con la moglie, ha praticamente inscenato un piccolo show saltando, urlando e abbracciando tutti. Ad uno ad uno stanno tornando ora in superficie i loro colleghi.

Florencio Avalos, caporeparto di 31 anni, è stato il primo ad essere riportato in superficie alle 00.10 locali (5.10 in Italia). Davanti alle telecamere di tutto il mondo, l’uomo ha subito stretto il figlio di sette anni in un lungo abbraccio, quindi la moglie Monica e infine il presidente cileno Sebastian Pinera e diverse altre persone presenti attorno al pozzo. Mario Sepulveda, elettricista di 39 anni, è stato il secondo a risalire. Con un sorriso enorme sulle labbra, ha subito abbracciato la moglie Katty, quindi ha iniziato a scherzare, distribuendo pezzi di roccia raccolti nella miniera ai soccorritori, al presidente Pinera e al ministro delle Miniere. Poi è stata la volta di Juan Illanes, 52 anni, ex militare, e dell’unico boliviano del gruppo, Carlos Mamani, 23 anni, che il 5 agosto scorso lavorava nella miniera da soli cinque giorni quando ci fu la frana, causata da un terremoto, che bloccò i minatori.

«Sono stato reclamato da Dio e dal diavolo, hanno combattuto e alla fine Dio mi ha vinto», è stato il commento di Mario Sepulveda, il secondo minatore estratto dalla miniera cilena di San José, che ha raccontato davanti alle telecamere della televisione di stato la sua esperienza chiedendo di «non essere trattato come un artista, ma come un lavoratore, come un minatore». «I dirigenti devono dare ai quadri i mezzi per cambiare le condizioni di lavoro, perché così non si può andare vanti», ha avvertito Sepulveda, che ha ringraziato i responsabili della società mineraria che gestisce l’impianto e «tutti i professionisti cileni» che hanno collaborato alle operazioni di salvataggio. Un grazie speciale è andato al presidente Sebastian Pinera, «un imprenditore di successo, che ha ottenuto la sua ricchezza con lavoro e perseveranza».

* LA Stampa, 3/10/2010



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-  Diretta
-  Cile, il giorno più lungo
-  I minatori tornano alla luce

-  Cile, il giorno più lungo I minatori tornano alla luce In corso l’operazione che sta riportando in superficie i 33 operai cileni intrappolati dal 5 agosto nella cava di San José. Vengono trasportati uno alla volta grazie a una piccola capsula metallica (53 centimetri di diametro) sollevata da una gru, attraverso una galleria lunga 622 metri ma larga appena 66 centimetri. Sul posto il presidente cileno Pinera. La gioia dei familiari (la Repubblica)


-  CILE
-  Esce l’ultimo dei minatori
-  A San Josè l’incubo è finito
-  Alle 2.56, ora italiana, fuori Luis Urzua. Era il capo -squadra, lui ha razionato il cibo in nei 70 giorni di "reclusione"
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MINIERA DI SAN JOSE’ (CILE) - L’incubo è finito. E’ durato settanta giorni. L’ultimo ad uscire è stato Luis Urzua. Anche lui portato in salvo dalla capsula Fenix. Appena fuori, lo hanno avvolto con la bandiera cilena. Poi l’abbraccio del presidente Sebastian Pinera. Che, una volta usciti anche i soccorritori, ha sigillato il pozzo della miniera.

Luis Urzua (54 anni), è nato a Vallenar, un villaggio non lontano da San Josè, ed ha una trentina d’anni d’esperienza mineraria. E’ stato il capo-turno e leader del gruppo fin dal giorno del crollo, il 5 agosto. Urzua, che è riuscito a imporre l’ordine e la disciplina nel gruppo. Fin dai primi giorni di "prigionia" Urzua ha razionato gli alimenti dei quali disponevano i minatori, qualche lattina di tonno, latte e frutta in scatola. Prima di Urzua, per ultimi, erano usciti Richard Villarroel, Juan Aguilar, Pedro Cortez e Ariel Ticona. Ma solo dopo l’uscita dei sei soccorritori calati in fondo al giacimento per organizzare la risalita degli operai il Cile ha potuto andare a dormire sereno. Manuel Gonzalez, tecnico con 20 anni di esperienza nell’affrontare questo tipo di incidenti, è rimasto per circa mezz’ora solo nella cavità sotterranea. Le tv cilene l’hanno definito "l’uomo che ha spento la luce".

Infine, il gesto del presidente cileno Sebastian Pinera. Che ha coperto e sigillato l’imboccatura del pozzo attraverso cui sono stati salvati i minatori. Un modo per scrivere la parola fine, anzi lieto fine, sull’incidente che ha intrappolato 33 uomini per oltre due mesi.

* la Repubblica, 14 ottobre 2010



Sul tema, in connessione con l’evento, si cfr.:

LA VIA DI KANT: USCIRE DALLA CAVERNA, E NON RICADERE NELL’ILLUSIONE DI “DIO” CONCEPITO COME “UOMO SUPREMO”. Note per una rilettura della “Storia universale della natura e teoria del cielo”


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