Rosetta incrocia la cometa Ecco le immagini ravvicinate
Montagne, massi alti 30 metri, scarpate ripide e una miriade di crateri: è il primo paesaggio di una cometa mai visto dall’uomo. Le immagini straordinarie sono le prime inviate a Terra dalla sonda Rosetta, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), arrivata oggi alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko dopo aver viaggiato per 10 anni e 6.000 milioni di chilometri attraverso il Sistema Solare.
«Finalmente ci siamo», ha detto il direttore generale dell’Esa, Jean-Jacques Dordain, nell’evento organizzato nel centro di controllo della missione a Darmstadt (Germania). Applausi, strette di mano e pollici in alto hanno salutato l’arrivo a destinazione della cometa, con un’esplosione di entusiasmo che nel centro di controllo ha fatto balzare tutti in piedi, come la tensione si fosse improvvisamente allentata dopo un’attesa di dieci anni.
La sonda Rosetta è adesso legata alla cometa da una strana orbita triangolare, continuamente controllata dai motori perchè altrimenti la sonda continuerebbe a procedere dritta in quanto la forza di gravità della cometa è impercettibile. È una prima assoluta nella storia dell’esplorazione spaziale, così come non ha precedenti tutto ciò che accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, fino all’11 novembre, quando Rosetta si troverà a circa 4 metri dalla cometa e rilascerà il lander Philae, che scenderà sulla superficie e perforerà il nucleo.
Le prime “cartoline” inviate oggi dalla sonda Rosetta non hanno deluso le attese: «è la prima volta che l’uomo riesce a vedere il primo paesaggio di una cometa, è una cosa che qualche tempo fa avremmo solo potuto sognare», ha detto il coordinatore scientifico dell’Asi, Enrico Flamini. Quello avvenuto oggi, ha aggiunto, è «un salto epocale» rispetto alla missione Giotto, che nel 1986 salutò la cometa di Halley. «Oggi - ha concluso - osserviamo i dettagli di un oggetto primordiale, che ha visto l’inizio della formazione del Sistema Solare».
L’avventura, comunque, è agli inizi: fino al 20 agosto Rosetta continuerà a catturare immagini dalla distanza di circa 100 chilometri, alla quale si trova attualmente; poi si avvicinerà di 50 chilometri e dalle immagini che invierà allora arriveranno nuove sorprese.
* La Stampa, 06/08/2014
* FOTOGALLERY. Rosetta incrocia la cometa Ecco le immagini ravvicinate
http://www.lastampa.it/2014/08/06/multimedia/scienza/rosetta-incrocia-la-cometa-ecco-le-immagini-ravvicinate-F22yZZUk4muDERdVLEvdGO/pagina.html
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Rosetta, cometa coperta da uno strato di materiale organico
E’ anche più ’calda’ del previsto; primi dati presentati in Usa *
La cometa obiettivo di Rosetta è coperta da uno strato grigio di polveri organiche ed è più calda del previsto: lo indicano i primi dati della missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) presentati negli Stati Uniti, nel convegno dell’American Geophysical Union (Agu), e rilevati grazie allo spettrometro italiano Virtis. Lo stesso strumento indica che la cometa è molto più ’calda’ del previsto, con la temperatura di meno 50 gradi, confrontabile a quella che si registra in estate nelle zone interne dell’Antartide.
E’ un’immagine ad ’alta definizione’, quella fornita dallo strumento Virtis (Visible and Infrared Mapping Spectrometer) che si trova a bordo della sonda Rosetta e del quale è responsabile Fabrizio Capaccioni, dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Iaps-Inaf). Mentre una semplice fotocamera si basa su tre colori, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko è stata ’immortalata’ utilizzando ben 860 colori che coprono tutto lo spettro luminoso, dalla luce ultravioletta a quella infrarossa. Nessun fossile del Sistema Solare ha mai avuto finora un identikit così dettagliato. L’analisi dello spettro ha permesso di ricostruire la composizione della cometa, ha spiegato Capaccioni intervenendo nella conferenza, trasmessa in diretta streaming
. E’emerso così che i dati ottenuti indicano la presenza di materiali organici, vale a dire materiali a base di carbonio. Non si tratta di tracce di vita, spiegano gli esperti, perchè non tutti i composti di questo tipo possono essere collegati alla presenza di vita. Sono elementi che possono costituire la base del materiale organico indispensabile alla vita, ma non è detto che lo siano effettivamente. La novità è che per la prima volta si individuano sulla superficie di un corpo celeste e in modo stabile. Probabilmente, secondo gli esperti, la loro presenza indica che mattoni organici come questi possono essere ovunque nel Sistema Solare. A spiegare la temperatura così alta per gli ’standard’ attribuiti ad una cometa è proprio lo strato di polveri che la avvolge e che, essendo molto scuro, riflette poco la luce solare.
* ANSA,18 dicembre 2014 (ripresa parziale, senza immagini).
Rosetta rivoluziona la teoria sull’origine degli oceani
Acqua cometa ha composizione diversa da acqua terrestre *
Arrivano i primi risultati della missione Rosetta e gettano scompiglio nella teoria secondo cui a portare l’acqua sulla Terra siano state soprattutto le comete. La ’firma’ dell’acqua della cometa 67/P Chyurumov-Gerasimenko non è infatti compatibile con quella presente sulla Terra.
I dati ottenuti dallo strumento Rosina e pubblicati su Science riaccendono il dibattito sull’origine degli oceani e a questo punto i migliori candidati come ’fonte’ dell’acqua terrestre restano gli asteroidi. L’acqua avvolge quasi completamente il nostro pianeta ed è uno degli ’ingredienti’ fondamentali della vita eppure il suo ’arrivo’ sulla Terra è ancora poco compreso.
Secondo le attuali teorie che spiegano la formazione del nostro pianeta, e più in generale del sistema solare, l’acqua presente ancora oggi sarebbe stata trasportata da comete o asteroidi ricchi di HO2 da regioni più esterne del sistema solare.
L’incontro ravvicinato di Rosetta, dell’Agenzia Spaziale Europea e realizzata con un importante contributo italiano, con la cometa 67/P Chyurumov-Gerasimenko ha ora permesso di mettere alla prova queste ipotesi. Analizzando con lo strumento Rosina la composizione dell’acqua della cometa, una sorta di ’firma’ caratteristica, la sonda ha dimostrato che si tratta di una ’tipologia’ di acqua molto diversa da quella che si trova nei nostri oceani. Quello che emergerebbe quindi è che la fonte d’acqua siano stati soprattutto gli asteroidi e non propriamente le comete, a lungo ritenute ’inseminatrici’ della vita.
"Sapevamo che le analisi ’in situ’ di Rosetta - ha spiegato Matt Taylor, responsabile scientifico della missione - avrebbe portato grandi sorprese sulla comprensione del sistema solare e queste nuove osservazioni gettano benzina sul fuoco nel dibattito sull’origine dell’acqua della Terra".
«Trovati sulla cometa i primi mattoni della vita»
di Luigi Grassia (La Stampa TuttoScienze, 26.11.2014)
Il modulo Philae in questo momento è congelato in un crepaccio buio, su una remota cometa dal nome poco poetico (67P/Churyumov-Gerasimenko), in attesa che il corpo celeste, nella sua orbita, si avvicini alla luce e al calore del Sole e che questo risvegli anche Philae. Nel frattempo gli scienziati a Terra valutano la messe di dati scientifici che il modulo e la sonda Rosetta sono riusciti trasmettere.
La novità più intrigante è la probabile scoperta di molecole organiche. I ricercatori vanno cauti, ma uno degli enti spaziali coinvolti nel progetto, cioè l’Agenzia spaziale tedesca, riferendosi ai dati preliminari di uno degli strumenti a bordo di Philae, ha fatto sapere che i primi mattoni della vita sarebbero stati rintracciati sulla cometa, anche se «l’identificazione e l’analisi delle molecole è ancora in corso».
L’identificazione di molecole organiche è una delle maggiori aspettative dalla missione Rosetta, perché si ritiene che le comete abbiano avuto un ruolo importante nella comparsa della vita sulla Terra : i componenti chimici delle future cellule si sarebbero formati nello spazio e sarebbero precipitati negli oceani primordiali usando le comete (nei passaggi periodici) come mezzi di trasporto. Le indiscrezioni dell’Agenzia spaziale tedesca sono autorevoli perché proprio alla Germania è stato affidato l’esperimento «Cosac», che consiste nell’«annusare» e analizzare i gas emessi dalla cometa.
Ma Philae regala anche altri risultati. Il suo braccio meccanico vibrante ha verificato che la cometa ha una superficie di 10-12 centimetri di polveri che ricoprono il ghiaccio. La temperatura del suolo è di 170° sotto zero. I sensori sismici, elettrici e acustici confermano che la cometa al momento non è attiva, ma, quando si avvicinerà al calore del Sole, ci si aspetta che si avviino movimenti delle rocce e del ghiaccio: la speranza è che gli strumenti del modulo si risveglino e possano documentare quel che succede
Ma Philae regala anche altri risultati. Il suo braccio meccanico vibrante ha verificato che la cometa ha una superficie di 10-12 centimetri di polveri che ricoprono il ghiaccio. La temperatura del suolo è di 170° sotto zero. I sensori sismici, elettrici e acustici confermano che la cometa al momento non è attiva, ma, quando si avvicinerà al calore del Sole, ci si aspetta che si avviino movimenti delle rocce e del ghiaccio: la speranza è che gli strumenti del modulo si risveglino e possano documentare quel che succede.
Rosetta, Philae atterrato sulla cometa
Dopo una discesa durata circa sette ore
Redazione ANSA ROMA
12 novembre 2014 17:30 News
(ANSA) - ROMA, 12 NOV - Il lander Philae è atterrato sul nucleo della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko: è il primo veicolo a compiere una simile impresa, segnando un primato senza precedenti nella storia dell’esplorazione spaziale. La missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea ha raggiunto il più spettacolare e ambizioso dei suoi obiettivi. Dopo lunghissimi momenti di tensione, l’atterraggio sulla cometa è stato accompagnato da un grande applauso, abbracci e strette di mano nel centro di controllo a Darmstadt.
Il lander potrebbe «rimbalzare» sulla superficie della cometa
Rosetta: incertezza sino alla fine
«Non sappiamo se funzionerà il razzo che deve spingere Philae verso la superficie quando la sonda si ancora al suolo. Speriamo sia solo il segnale errato di un sensore»
di Giovanni Caprara *
Ore di apprensione per lo sbarco di Philae sulla cometa Churyomov/Gerasimenko. «Non sappiamo se funzionerà il motore a razzo che deve spingere Philae verso la superficie mentre l’arpione si conficca nel suolo ancorandola con sicurezza. Se non si attiva, Philae potrebbe rimbalzare e andare anche perduto». Paolo Ferri direttore delle operazioni interplanetarie al centro Esoc dell’Esa a Darmstadt (Germania) spiega con toni preoccupati la mancata conferma di funzionamento di un sistema essenziale per garantire lo sbarco sul nucleo cometario, il primo mai tentato nella storia dell’esplorazione spaziale.
«Darmstadt, c’è un problema»
Il problema potenziale sta in una valvola che doveva aprirsi per lasciar passare il gas che alimenta il propulsore. Si è provato anche il sistema di riserva, ma anch’esso è rimasto silenzioso. «A questo punto», nota Ferri, «speriamo solo che si tratti di un sensore che non funziona, il quale avrebbe dovuto dirci che tutto procedeva bene. Intanto siamo soddisfattissimi per le operazioni di distacco di Philae dalla sonda madre Rosetta avvenuto senza alcuna difficoltà, consentendo alla stessa sonda di proseguire nella sua missione intorno all’astro con la coda».
Esplorazione cometaria
L’esplorazione cometaria è uno dei campi di maggior successo dell’esplorazione interplanetaria dell’agenzia spaziale europea. Nel 1986 la sonda Giotto si avvicinava alla cometa di Halley «sfiorandola» da appena 596 chilometri, fotografando per la prima volta il nucleo dell’astro e analizzando gas e polveri che uscivano copiose. Le comete sono oggi una frontiera di ricerca entusiasmante per conoscere le origini del sistema solare di cui sono le tracce, indagare la loro natura e comprendere se possono aver contribuito alla nascita della vita sulla Terra come alcuni scienziati sostengono.
Rosetta, ok alla manovra di separazione di Philae
Segui il primo atterraggio su una cometa in diretta con l’Esa *
Via libera alla separazione dalla sonda Rosetta del veicolo Philae, destinato ad atterrare sulla cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko intorno alle 17,00 (ora italiana). E’ possibile seguire l primo atterraggio su una cometa da ANSA Scienza e Tecnica, nella diretta streaming con l’Agenzia Spaizale Europea (Esa).
La luce verde alla seprazione dei due veicoli è arrivato dopo il primo ’Go’ alla serie di manovre della sera dell11 novembre e dopo che nella notte sono state completate, con risultati positivi, le operazioni finali di verifica della sonda Rosetta e del lander Philae
* Ansa, 12 novembre 2014 (ripresa parziale)
Con la missione Rosetta un viaggio verso l’ignoto
Un ’salto’ importante, come lo sbarco sulla Luna
Una prima assoluta, una missione inedita che è un vero e proprio viaggio verso l’ignoto che permetterà di ’toccare con mano’ un fossile del Sistema Solare: ’’è una missione storica, un passo importante nell’esplorazione del Sistema Solare, confrontabile allo sbarco sulla Luna’’, ha detto il coordinatore scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Enrico Flamini.
Una missione eccezionale
’’Certamente lo sbarco sulla Luna era una missione con uomini a bordo e la tecnologia era molto diversa, ma - ha rilevato Flamini - possiamo dire che fin da adesso Rosetta è una missione eccezionale, nella quale l’atterraggio sulla cometa sarà solo la ciliegina sulla torta’’. Chiamata come la stele di Rosetta che ha permesso di decifrare i geroglifici, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) aiuterà a scoprire i segreti dell’origine del Sistema Solare. Il suo viaggio senza precedenti è cominciato il 2 marzo 2004 e adesso finalmente è arrivata a destinazione, a 30 chilometri dalla sua cometa, la 7P/Churyumov-Gerasimenko. Mercoledì 12 novembre Rosetta si separerà dal lander Philae, che dopo sette ore toccherà il suolo di uno dei corpi celesti più misteriosi e affascinanti.
Viaggio verso l’ignoto
’’Stiamo andando verso un mondo quasi del tutto sconosciuto’’, ha osservato l’esperto. ’’E’ la prima volta che si cerca di atterrare su una cometa: è un passo unico e irripetibile, dalla difficoltà enorme’’. Le incognite sono tante, ha aggiunto, ’’perchè il margine di errore nell’area dell’atterraggio è di più o meno 600 metri. La zona in cui il lander si poserà è favorevole per il 60%, ma difficile per un 20% e troppo in discesa per la presenza di dirupi per un altro 20%’’. In questi giorni la sonda Rosetta sta inviando a Terra le immagini del sito di atterraggio, inizialmente noto come sito J e oggi chiamato Agilkia, e dalla superficie di circa un chilometro quadrato.
Il ruolo dell’Italia
Il 12 novembre mondo seguirà questa missione col fiato sospeso e per l’Europa e l’Italia sarà particolarmente importante. L’Italia è stata infatti in prima fila fin dall’ideazione della missione, con la planetologa Angioletta Coradini, scomparsa nel 2011. Oggi partecipa alla missione con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), con le universita’ Parthenope e quella di Padova, Politecnico di Milano, Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Importante la partecipazione dell’industria, con le aziende del gruppo Finmeccanica Thales Alenia Space, Telespazio e Selex ES.
* Ansa, 10 novembre 2014 (ripresa parziale - senza immagini).