LETTERATURA E QUESTIONE ANTROPOLOGICA: USCIRE DAL SONNO DOGMATICO E AVERE IL CORAGGIO DI SAPERE (KANT, 1784).

L’IMMAGINAZIONE OGGETTIVA E IL DONO DI PENELOPE: IL "SAPERE AUDE" DI PIETRO CITATI. Intervista di Paolo Mauri all’uscita di "La mente colorata" (2002) - a c. di Federico La Sala

Un’ ultima domanda: perché il titolo La mente colorata? «è una traduzione sommaria dell’ aggettivo poikilometes, delle caratteristiche che Omero attribuisce sia ad Ermes che ad Ulisse. Rende l’ idea dell’ essere multiforme e capace di assumere sembianze, colori, riflessi e incanti diversi»
venerdì 26 agosto 2022.
 

INTERVISTA A PIETRO CITATI

di PAOLO MAURI *

LA CASTELLACCIA (GROSSETO). «Trent’ anni fa volevo scrivere un libro intitolato Il futuro dell’ Odissea. Un libro che narrasse le vicende e la fortuna del poema fino ai nostri giorni. Era un progetto impossibile. Ero terrorizzato dalla ricchezza della bibliografia. Vent’ anni fa feci pubblicare dalla Fondazione Valla una nuova edizione e traduzione dell’ Odissea anche allo scopo di fare il punto circa gli studi dedicati al poema omerico. Pensavo di poter cominciare il mio libro, ma la paura non era passata. La bibliografia, anche solo quella degli ultimi sessant’ anni, restava e resta immensa. Si è scritto molto specie in Inghilterra e negli Stati Uniti. Il paradosso vuole che sia l’ America, un paese senza passato, a curarsi di più del nostro passato. Sei anni fa, quando finalmente mi sono deciso a scrivere La mente colorata, restavano appunto due problemi: l’ immensità della bibliografia di cui parlavo prima e i misteri dell’ Odissea. Perché, pur essendo un poema che piace immensamente ai bambini, l’ Odissea è misteriosa. A cominciare dal suo autore».
-  Ora il libro è pronto: esce oggi da Mondadori (pagg. 324, euro 17,60), è un racconto rapido e persino leggero a fronte di una materia sconfinata, di una erudizione immensa che si avverte appena in filigrana. Non riapre la «questione omerica», che ha ossessionato per secoli gli studiosi, ma affaccia ipotesi molto interessanti. I capitoli ruotano intorno ai personaggi e ai grandi episodi del poema. Ma non solo.
-  Per parlarne ho raggiunto Citati nella sua casa di campagna nei dintorni di Grosseto. Stanze ampie, un po’ austere, silenziose. Ci sediamo in un salotto davanti ad un grande camino, ovviamente spento.

«Non abbiamo nessun dato storico, reale, che ci permetta di distinguere l’ autore dell’ Iliade dall’ autore dell’ Odissea. Sappiamo che i poeti omerici nel corso di due o tre secoli scrivono i due poemi e gli Inni omeridi e sappiamo che chi ha scritto l’ Odissea conosceva bene l’ Iliade: tanto che vi allude continuamente e si prende gioco di passi dell’ Iliade. L’ Odissea per alcuni aspetti è il totale rovesciamento dell’ Iliade e propone un mondo che è il contrario di quello: alta, sublime la prima, parodistica e bassa la seconda. Gli antichi pensavano ad uno stesso poeta che avesse scritto l’ Iliade in gioventù e l’ Odissea in vecchiaia. Preferisco immaginare due grandi poeti diversi, ma naturalmente non ho nessuna prova».

«La più famosa opposizione di dei greci, immaginata da Nietzsche, è quella tra Apollo e Dioniso, la forma e la frenesia, che si conciliavano però dividendosi a Delfi il regno della profezia. Omero conosceva senz’ altro Dioniso ma ne parla poco forse perché non era legato alla poesia epica, mentre sia Apollo che Ermes sono legati alla nascita della poesia. Apollo sovrintende alla poesia, è un suo dono. Ermes costruisce la lira e canta due volte, poi Apollo si fa dare la lira: da allora la poesia diventerà una cosa solo apollinea. Ma per tornare alla sua domanda, penso che gli dei antichi non siano mai morti. L’apollineo, il dionisiaco e l’ ermetico sono categorie ancora valide per noi. I miti greci sono ancora vivi per la civiltà occidentale e dunque Apollo è ancora vivo. Il cristianesimo ha creduto di eliminarlo distruggendone i templi, ma le categorie sono sopravvissute. Apollo è ancora qui».

«La poesia può morire, ma non è morta quella dell’ Odissea che ancora oggi ci appare viva e modernissima. L’ Odissea non è più, come l’ Iliade, il canto del mondo epico. L’ Odissea segna proprio l’ inizio del mondo moderno quando tutte le istituzioni del mondo arcaico spariscono. Nell’ Iliade gli dei appaiono come sono e si mescolano agli uomini e agli eroi, nell’ Odissea la divinità è sempre mascherata, salvo che non tratti con popoli antichi come gli Etiopi o i Feaci, residuo di un mondo doppio ancora memore dell’ età dell’ oro che però è irraggiungibile per tutti gli altri uomini. Ulisse, uomo moderno, non vede mai direttamente gli dei».

«Esistono l’una accanto all’ altra l’ età dell’ oro che, secondo Esiodo è ormai tramontata, il mondo dei Feaci, che è a metà strada tra età dell’ oro e mondo moderno, ed esiste il mondo moderno impersonato da Ulisse. Ulisse è un uomo molto complesso che soltanto alla fine si comporta da eroe. E molti sono i suoi attributi: sa parlare, ingannare, lavorare con le mani. è un grande artigiano che, per quei tempi, significa un uomo che conosce le tecniche nuove».

«Sì, ma mi lasci dire subito che Polifemo è stato calunniato dagli studiosi che ne hanno fatto un barbaro. In realtà l’ Odissea ce lo descrive come titolare di un ordine mirabile, di una geometria perfetta. Egli vive ancora nell’ età dell’ oro, che è quella in cui non c’ è fatica umana. Dispone i suoi armenti, i suoi formaggi, secondo un piano molto preciso. Ulisse arriverà a sconvolgerlo. Ma Ulisse è protetto dagli dei ed agisce con astuzia. Usando il legno arroventato si dimostra capace di inventare un’ arma in base alle sue conoscenze tecniche di uomo moderno. Ma per tornare all’ artigianato il capolavoro di Ulisse, che è poi il centro del suo mondo, è il famoso talamo nuziale preparato per Penelope a Itaca. Poi c’ è il cavallo di Troia, la zattera che gli serve per lasciare dopo sette anni l’ isola di Calipso e forse il fermaglio d’ oro che porta sul mantello nel viaggio a Troia. Quello che noi non sappiamo è se il mondo moderno piace al secondo Omero, o se ha dei rimpianti per il mondo antico, in cui uomini e animali vivevano insieme e gli dei si lasciavano vedere. Da questo punto di vista l’ Odissea è impenetrabile. Però dalla conclusione sappiamo che anche nel mondo moderno, cioè fuori dall’età dell’ oro, si può essere felici. I popoli che vivono sotto la guida di Ulisse sono prosperi e felici. Ulisse e suo padre Laerte ne parlano nell’ ultimo canto. La salvezza sta nel ritorno ciclico delle cose, come avviene in natura. Laerte regala ad Ulisse bambino delle piante e dei beni e così farà Ulisse con Telemaco in un ciclo che, appunto, si ripete».

«Pensavano che Omero fosse uno scrittore a un solo piano e che i suoi personaggi - questo è stato scritto anche trenta o quarant’ anni fa - fossero privi di psicologia. è assolutamente incredibile e lo è specialmente per l’ Odissea dove c’è un’ arte psicologica estremamente pronunciata. Il poema è a più piani e, al fondo, si arriva al mistero assoluto. Su Penelope, per esempio, che è uno dei personaggi più misteriosi e studiati ci sono state discussioni infinite che non possono arrivare ad una conclusione certa. è lei la vera eroina del poema, l’ unica che possegga l’ arte dei segni segreti: quelli che legano una persona all’altra esprimendo un rapporto particolare, per esempio tra marito e moglie. Nell’ ultimo libro saranno le Muse a cantare Penelope, mentre la gloria del suo sposo toccherà ai poeti futuri. Ancora: i personaggi cambiano. Ulisse, quando è dai Feaci, cambia continuamente il proprio atteggiamento. Ora piange ed è insicuro, ora è pronto a giurare sulla propria gloria, ora è travolto dalla passione e dal ricordo dei compagni caduti in guerra, ora è dimentico di tutto ciò. C’ è un passaggio continuo».

«Omero non spiega mai quello che accade e omette molti passaggi. Balzac fa molti commenti mentre Kafka non commenta mai e tralascia molti passaggi: Il processo e Il castello sono fondati soprattutto sull’ omissione. Dal punto di vista narrativo Kafka e il secondo Omero raccontano assolutamente allo stesso modo. Siamo di fronte al fatto sconvolgente che le istituzioni stilistiche del romanzo moderno sono già presenti nell’ Odissea. Così come, altro dato da sottolineare, l’ Odissea non è un racconto lineare ma è costituita da una serie di motivi che vengono abbandonati e poi ripresi e intrecciati in modo sinfonico. Su questo hanno insistito molto Goethe nel Wilhelm Meister e Tolstoj in Guerra e pace e Anna Karenina. I temi che ritornano e si intrecciano sono un altro elemento di estrema modernità del poema. Altro elemento tipico dell’ Odissea è il rinvio. Quando ci si avvicina ad una soluzione: per esempio Ulisse deve farsi riconoscere dai Feaci oppure Penelope riconosce Ulisse ecco che si introduce una dilazione, un rinvio continuo».

«Assolutamente. L’ Odissea è un capolavoro della suspense come pochi altri, anche se noi, conoscendo già il contenuto del poema, perdiamo un po’ l’effetto che è tutto interno alla narrazione. Ulisse non si fa riconoscere mai, si maschera sempre. Il motivo del rinvio è legato al nascondere. Un altro tema tipico del romanzo moderno».

«Ulisse non dice il proprio nome: per esempio non lo dice ai Feaci. Ci metterà tre libri prima di rivelarlo. Ma in Omero tutti sembrano partecipare a questa pratica dell’ occultamento e del rinvio. Telemaco non dice il nome del padre, Eumeo non svela il nome del padrone. Si può fare l’ ipotesi che Ulisse, uomo come abbiamo detto multiforme, sapesse in cuor suo di essere anche nessuno. E possiamo pensare, sempre per ipotesi perché altro non possiamo dire, che avesse scoperto questo lato della propria personalità quando era prigioniero di Calipso. Prima di allora Ulisse dice di essere Nessuno a Polifemo ma poi svela il proprio nome e deve affrontare l’ ira del ciclope e di suo padre Poseidone. Ai Feaci tarda a dire il proprio nome perché teme d’essere nessuno. Poi si decide e parla della propria gloria, ma l’ambiguità rimane. Anche alla fine del poema, tornato a Itaca, dovrà fingere di essere un mendicante, un nuovo nessuno».

«Ulisse non è un poeta come Achille, che canta sulla lira le imprese degli eroi. Ulisse invece non conosce la poesia e neanche la capisce perché crede che l’ unica cosa importante nella poesia sia l’ essere presente, la veridicità del testimone, mentre nella poesia epica ciò che conta è l’ ispirazione. Ulisse è invece un maestro nell’ arte del racconto e inventa tutte le forme del racconto moderno. Inventa il racconto fantastico con le sue avventure tra i mostri e inventa il racconto romanzesco nelle storie che narra a Eumeo. Il racconto può essere sia vero sia bugiardo. Quello che fa ad Alcinoo, nell’ isola dei Feaci, è sicuramente vero, l’ Odissea ce lo conferma in altre sue parti. Ma quando incontra Atena senza riconoscerla e quando parla con Eumeo Ulisse fa racconti bugiardi. Ulisse racconta menzogne con un particolare piacere, ama mentire. è quello che odia in lui Achille. Ma Ulisse sa che raccontare menzogne, ingannare il pubblico, è l’arte più difficile che esista, come appunto diceva Manganelli».

«è così. Quando Ulisse racconta la propria vicenda ai Feaci in primo luogo usa la fascinazione. Non c’è nell’ Odissea nessun narratore che sia più affascinante di lui. Ora la fascinazione non è la caratteristica essenziale della poesia ma del racconto. Affascinando Alcinoo e gli altri Feaci, Ulisse impedisce loro di dormire. è quello che noi diciamo ancora oggi parlando di romanzi che ci tengono svegli ed è tipico dell’ Odissea. La poesia invece, secondo Pindaro, dà il sonno, o, secondo Esiodo, fa dimenticare. Ulisse invece non dimentica mai e non fa mai dimenticare e risveglia in tutti il dono dell’ insonnia».

«Itaca è l’ unica isola reale, anzi è il cuore del mondo reale dove si vive, si soffre e si muore. Ma le isole sono anche la chiave del mondo fantastico di Omero, quasi tutti i luoghi in cui Ulisse approda sono isole: quella di Circe, quella di Calipso, quella di Eolo ed stata l’ Odissea a porre l’ isola come luogo principe del fantastico, una tematica ripresa persino dalla tradizione araba nelle Mille e una notte. In più l’ isola è il luogo in cui qualcuno è rinchiuso, segregato. Questi due aspetti, il fantastico e la segregazione, convivono in Omero».

«Quando Ulisse sbarca nell’ isola dei Ciclopi e vi resta un giorno, scopre un luogo selvaggio e fuori dal tempo dove nulla viene coltivato. La descrizione dell’ attracco è stata probabilmente il modello che Stevenson ha usato per l’ attracco di Jim e dei pirati».

«Il modello di Ulisse è un eroe orientale, Gilgamesh. Ma Gilgamesh non vuole morire, mentre Ulisse accetta la morte. Tuttavia resta ai margini del regno dei morti, non scende nel fondo dell’ Ade. Saranno i morti ad andare da lui ed altri ne vedrà da lontano. Quindi l’ esperienza di Ulisse è un’ esperienza dei margini della morte, non della morte in quanto tale. In realtà Ulisse teme Persefone, e la sua incarnazione, la Gorgone, che muta chi la guarda in pietra. Ulisse appartiene alla vita. L’ Ade descritta da Omero è un luogo completamente secco, senza umidità, senza nessun segno di vita. Le anime non hanno conoscenza né memoria: le anime sono pura nebbia. Quando Ulisse tenta di abbracciare la madre per tre volte, le braccia ritornano vuote al petto. Come poi accadrà ad Enea e a Dante: segno che ogni rapporto con il mondo dei morti è impossibile. Ulisse attraversa l’ Oceano, che è il luogo della fecondità per eccellenza, per arrivare al regno del secco, della morte. L’ Ade è il più spaventoso luogo di morte immaginato da un poeta».

«Neppure l’ Iliade aveva una fine, ma solo una fine annunciata. Nell’ Odissea Tiresia dall’ Ade predice il ritorno di Ulisse a Itaca e un suo ultimo viaggio per placare Poseidone e poi la morte dell’ eroe. Ma si tratta di un annuncio, non di una rappresentazione. Tiresia annuncia a Ulisse una dolce morte lontano o, secondo un’ altra lezione, fuori dal mare. La fine di Ulisse resta dunque un mistero».

«è una traduzione sommaria dell’ aggettivo poikilometes, delle caratteristiche che Omero attribuisce sia ad Ermes che ad Ulisse. Rende l’ idea dell’ essere multiforme e capace di assumere sembianze, colori, riflessi e incanti diversi».

* Fonte: la Repubbica,10 settembre 2002


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