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DE KERCKHOVE: "INSTABILITY" DELL’UOMO ELETTRICO - di Guido Caldiron - selezione a cura di Federico san La Sala

domenica 14 maggio 2006.
 

DE KERCKHOVE: "INSTABILITY" DELL’UOMO ELETTRICO

di Guido Caldiron (Liberazione, 13.05.2006)

«L’utopia? Per me ormai il sogno è a portata di mano: mi appare come una sorta di palmare universale capace di offrire risposte istantanee e super dettagliate ad ogni mio quesito. Non solo, credo si possa dire che viviamo già in un’utopia perché siamo entrati in un terzo spazio, dopo quello fisico e quello mentale, siamo nel cyberspazio. Questo spazio non è un non-luogo, solo è uno spazio che non occupa posto, tutto qui».

Che si tratti della rete o dei processi legati alla globalizzazione, Derrick de Kerckhove non sembra avere dubbi: la terra promessa dell’utopia è qui e ora, va cercata nel mondo in cui viviamo, quello che si sta costruendo intorno a ciò che già da anni lui ha definito come “intelligenza connettiva”.

Ex allievo di Marshall McLuhan, docente all’Università di Toronto e direttore da oltre vent’anni del McLuhan Program, de Kerckhove indaga da tempo sul significato sociale della comunicazione e del rapporto tra tecnologia, linguaggio, forme di conoscenza e libertà.

Nell’accezione della riflessione filosofica che ha scelto per definirsi il neo-nato Festival della filosofia di Roma, quella di “Instability” - in corso da giovedì, la rassegna si concluderà domani all’Auditorium della capitale -, un personaggio come de Kerckhove sembra trovarsi pienamente a suo agio.

«L’instabilità è la condizione naturale dell’uomo elettrico - ci spiega - E credo che i giovani siano in grado di muoversi meglio degli adulti nel nuovo clima del mondo. Questa generazione attraversa una fase di transizione, un momento di passaggio come mai si era visto prima, ma non sembra averne paura». «Così, ad esempio - aggiunge l’intellettuale canadese - mai come ora credo sia stata evidente l’ndipendenza mentale dei giovani nei confronti dell’establishment. Magari negli anni Sessanta questo spirito era più enfatizzato, ma era certamente meno diffuso».

Nell’ambito di “Instability” de Kerckhove ha partecipato a una tavola rotonda dal titolo “Generazione instabile: precari, flessibili, polimorfi? ”. Quasi una sfida posta agli apologeti senza incertezza alcuna del nuovo mondo globale e interconnesso. Quasi una provocazione all’elogio dell’utopia tecnologica lanciato dallo stesso de Kerckhove.

Nel suo nuovo saggio, Vita liquida (Laterza), Zygmunt Bauman spiega che «una società può essere definita “liquido-moderna” se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure» e aggiunge che «la vita liquida, come la società liquida, non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo». Come coniugare questa incertezza liquida con l’instabilità creativa e cognitiva dell’uomo elettrico? In altre parole, come coniugare le possibilità offerte da un mondo globale con il rischio che al suo interno si sviluppino nuove povertà e nuove esclusioni?

«I precari che vivono nella parte del mondo più tecnologicamente sviluppata, penso in particolare all’Europa e agli Stati Uniti - ci risponde Derrick de Kerckhove - partecipano in ogni caso a una delle società e delle culture più ricche del pianeta. Questo non riduce i loro disagi ma gli offre in ogni caso delle possibilità di accesso più vaste, e questo sia in termini culturali che anche di risorse economiche e materiali».

«Inoltre, per come la vedo io, la globalizzazione assomiglia più a una geografia mentale che a un processo economico - precisa l’ex allievo di McLuhan -: si tratta di comprendere il mondo in maniera piena, totalizzante, senza alcuna barriera. E questo, i giovani mi sembrano averlo compreso perfettamente, anche se il loro lavoro è precario. Diciamo che dovremmo essere in grado di salvaguardare questo elemento riducendo invece le forme punitive che la globalizzazione ha assunto sia verso i singoli che verso le collettività».


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  Dopo Copernico, l’uomo rotola dal centro verso la "X". Fine dell’"uomo teoretico": Web, Terra, e Mutamenti Antropologici.
-  PENSIERO LIQUIDO E CROLLO DELLA MENTE. Sulle nuove frontiere della riflessione estetica, un originale saggio di Gaetano Mirabella, scrittore e collaboratore del "McLuhan Program in culture and technology" di Toronto

-  LA SCUOLA, IL WEB, E LA LEZIONE DI KANT. "SAPERE AUDE!": IL CORAGGIO DI SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E L’USCITA DALLO STATO DI MINORITA’ .....
-  IL MONDO COME SCUOLA, LA FACOLTA’ DI GIUDIZIO, LA CREATIVITA’, I NATIVI DIGITALI, E L’ATTIVISMO CIECO NELLA CAVERNA DI IERI E DI OGGI. Materiali per riflettere


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