San Giovanni in Fiore

Delusione, questa l’unica parola che posso dire

Lettera del presidente del Comitato per l’istituzione del difensore civico
martedì 6 giugno 2006.
 

La lettera è del 6 giugno

Alla redazione di ebeteinfiore.it,

deve continuare questo stato di cose, questo amore ai tempi del colera, questo amore per il colera, questo colera, questo andirivieni del cazzo, direbbe Marquez. Scusatemi, è letteratura, licenza, delusione. Non sono avvezzo a tali termini ma mi sia concesso, una tantum, per quello che è successo. Se non ti impegni, non puoi parlare e lamentarti. Se ti impegni, di fronte hai un muro di gomma, che non è costituito dalla politica, dall’economia, dalla mafia ma dalla società civile. Bisogna sbatterci per credere, per dimostrare di essere esagerato, esagitato, ribelle. Iniziamo: ho costituito, assieme a Emiliano Morrone, Marco Militerno e pochi altri un Comitato per l’istituzione del Difensore civico a San Giovanni in Fiore. L’ho fatto pensando di dare un contributo, un modesto contributo alla mia città, alla mia terra, ai miei concittadini: l’istituzione del Difensore civico, che è un difensore dei cittadini, un amico del popolo, un garante, un mediatore - chiamatelo come volete. Certamente una cosa buona. Fatto sta che mi è venuto in mente di chiedere l’appoggio dei giovani, delle associazioni, degli altri giornali locali. Ho cominciato con EbeteInFiore (ex Testata). Ho inviato due volte, per posta elettronica, un messaggio alla redazione del sito web. Nessuna risposta. L’ho inviato una terza volta, alla quale mi ha risposto Luca Oliverio che personalmente non conoscevo. Lui mi scrive che ci voleva del tempo perché si organizzassero mentalmente. Luca si occupa di comunicazione e gestisce alcuni siti, tra cui ebeteinfiore.it e comunitazione.it, per cui ho pensato mi potesse aiutare. Dunque, ci siamo scambiati parecchie e-mail. Devo dire, sin dall’inizio ha fatto l’altalena. Prima mi dice che le mie proposte sono interessanti (in realtà era una: un appoggio visibile e netto). Poi dice che avevano bisogno di valutare, ponderare, informare. Ha chiesto del tempo per riflettere e io gli ho mandato tutto il materiale informativo, perché decidesse. Alla fine, come ogni trattativa, gli ho posto come termine per accettare una settimana, solo per avere chiarezza. Mi risponde dicendo che non sopportava gli ultimatum e che si prendeva dieci giorni. Forse doveva ancora chiedere pareri, valutare, ponderare. Pazienza: concedo questi dieci giorni. Giovedì scorso, in perfetto termine, trovo una sua e-mail. Ho pensato: finalmente una risposta definitiva. Purtroppo così non è. Mi chiede infatti di rilasciargli un’intervista, per avviare la famosa collaborazione. E’ un sì o è un no alla mia proposta? Probabilmente è una sorta di assoluzione morale o un prendere due piccioni con una fava, cioè non schierarsi in prima linea né darmi un no netto. Senza risolvere la questione preliminare (cioè sapere se ci appoggiasse oppure no), rilascio l’intervista, dando per scontata la collaborazione. Rispondo alle domande e Luca pensa che sia il caso di integrarle, giustamente. Rispondo alle nuove domande e gli giro la versione completa dell’intervista sabato alle ore 13. Da allora nessuna notizia fino a ieri. Non essendo stata ancora pubblicata, nel frattempo gli invio alcune correzioni. Beninteso, correzioni alle mie risposte, soprattutto puntualizzazioni normative e ritocchi. Ieri Luca mi invia un’e-mail nella quale è contenuta l’intervista pronta per la pubblicazione. Ho salvato il documento, come risulta nel formato del suo sito, che dimostra tutto ciò. Ho salvate anche le nostre corrispondenze che ho riletto con calma. Mi consiglia di fare delle modifiche su alcune cose (lui si atteggiava a persona che abbracciava la causa!). Faccio le correzioni, dopo le quali gli mando versione definitiva. Ad un certo punto, cambia le carte sul tavolo. Mi scrive: “Sarà anche migliore, caro Vincenzo, ma avendo modificato le risposte, mi fai fare la figura dello scemo, in quanto molte domande, e sopratutto i termini delle domande, non vanno più bene. Ci sentiamo nei prossimi giorni, perché adesso non ho proprio tempo per aggiustarla”. Allora pretendo spiegazioni e gli chiedo di pubblicare quantomeno quella precedente, cioè quella da lui approvata e inserita nel suo elaboratore. Risponde che bisognava cambiare le domande e che per il momento non poteva, rimandando tutto di qualche giorno. Che dovevo fare? Perché l’intervista non andava più bene? Non lo so. Ho ritenuto di chiudere definitivamente questa annosa questione. Fine della storia e fine della collaborazione. Tutto questo per un’intervista, una semplice intervista. Per aprire un forum sul Difensore civico al limite. Ciò dimostra mancanza di rispetto nei miei confronti e poca voglia di cambiare. Ho ventidue anni, sono giovane ma non gestibile a piacimento come forse Luca pensava di fare. Voi altri della redazione di ebeteinfiore, Annarita Pagliaro e Giovambattista Lopez che conosco, perché non avete risposto alla mia proposta? Era così insignificante da non meritare nemmeno una nota? Luca ha agito individualmente o a nome dell’associazione? Ritenete corretto tutto ciò? Vi avevo semplicemente chiesto di appoggiare il nostro Comitato per una giusta causa. Liberi di non farlo. Potevate benissimo rispondere con un no, piuttosto che fare il contrario della semplificazione, della chiarezza, della decisione. Tu, Luca, lavori per iniziative che, a tuo dire, dovrebbero migliorare il sud, credi che così facendo riuscirai a muovere una sola foglia? San Giovanni in Fiore con questi atteggiamenti migliorerà? Perchè all’inizio parlavi a nome di tutta la redazione e negli ultimi scambi a nome tuo? Penso che si debba avere una smisurata fiducia, cioè senza misura, al di là di tutto. Di sicuro, la nostra collaborazione è morta sul nascere, ammesso che sia nata. A me pare sia stato un aborto procurato. Dico tutto questo senza rancore, ma delusione sì. Se è solo questione di equivoci, chiedo perdono. Credo comunque che non avremmo potuto lavorare assieme, perché troppo diversi.

Distintamente,

Vincenzo Tiano

Presidente del Comitato


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