Non trovo giusto il trambusto, ma quando prendo posto non trangugio, ma degusto, a letto non la metto con il busto e non la frusto, non fisso l’abisso come Costeau, né lo spazio come Houston, non mi industrio nella fabbrica del lustro e degli eccessi dove i colpi bassi sono ammessi, stress e annessi concessi, basta, torna Catalessi.
Torna, torna Catalessi, falli tutti fessi, torna torna torna torna. Colma questa vita disadorna, sciogli la catena e torna torna torna.
RIT: torna torna Catalessi, falli tutti fessi, torna Catalessi, torna.
Meglio uno stato di trance che il tran tran di troppi, transiti, la terra pare una tela di Kandisky Vassily, progredisci respirando ossidi tossici, ordini pc che dopo un di’ sono fossili, il futuro è come un piccolo coi boccoli, che con gessetti disegna cerchietti intorno ai bossili, cinge cadaveri con tratti in stile liberty, se lo rimproveri dovrai morire,non sei Misery. Compra tutto ciò che ha detto lo spot, punta sulla roulette se non ti basta la slot, gioca al lotto i tuoi Bot, porta in porti lo yacht, trova un cazzo di sponsor e un’orrenda mascotte. Devi tessere un benessere frenetico che ti porta ad essere un messere nevrastenico con crisi di panico e nessun rammarico per famiglie sotto il tiro di un fucile carico...
RIT:
“pronto? Catalessi? Dove sei catalessi? Torna Catalessiii...”
il progresso da gas in fase di sorpasso, fari fissi addosso, palmo sul clacson, vite come mine da compasso si consumano su curve che le portano allo scasso, rabdomanti di segnale con il passo isterico, con il cellulare in mano come un manico, l’apparecchio sta vibrando euforico:ha scoperto il pozzo di denaro del gestore telefonico.
L’onda di folla impazzita affonda le dita tra gli scaffali e prosciuga gli affari che fruga, teste di mulo dareste il culo per una carruba, c’è chi ruba per non essere isolato come a Cuba, si va, su in volata, dopo giu’ in picchiata, si sale e si scende che manco una peperonata
finché sbocchi, sgrani gli occhi, vedi cessi, credimi, necessiti di dosi di catalessi.
Caparezza
CAPAREZZA - VIENI A BALLARE IN PUGLIA...
Testo
Vieni a ballare in Puglia di Caparezza
I delfini vanno a ballare sulle spiagge. Gli elefanti vanno a ballare in cimiteri sconosciuti. Le nuvole vanno a ballare all’orizzonte. I treni vanno a ballare nei musei a pagamento.
E tu dove vai a ballare?
RIT:
Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia. Tieni la testa alta quando passi vicino ala gru perché può capitare che si stacchi e venga giù.
Hey turista so che tu resti in questo posto italico. Attento! Tu passi il valico ma questa terra ti manda al manicomio. Mare adriatico e Jonio, vuoi respirare lo iodio ma qui nel golfo c’è puzza di zolfo, che sta arrivando il demonio. Abbronzatura da paura con la diossina dell’ILVA.
Qua ti vengono pois più rossi di Milva e dopo assomigli alla Pimpa. Nella zona spacciano la morìa più buona. C’è chi ha fumato veleni all’ENI, chi ha lavorato ed è andato in coma. Fuma persino il Gargano, con tutte quelle foreste accese.
Turista tu balli e tu canti, io conto i defunti di questo paese. Dove quei furbi che fanno le imprese, non badano a spese, pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese.
RIT:
Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia, tremulo come una foglia foglia foglia.
Tieni la testa alta quando passi vicino alla gru perché può capitare che si stacchi e venga giù. E’ vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica. Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica.
Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia in quella bolgia si accoppa chi sgobba e chi non sgobba si compra la roba e si sfonda finché non ingombra la tomba. Vieni a ballare compare nei campi di pomodori dove la mafia schiavizza i lavoratori, e se ti ribelli vai fuori.
Rumeni ammassati nei bugigattoli come pelati nei barattoli. Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli.
Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati e ci siamo dimenticati d’essere figli di emigrati. Mortificati, non ti rovineremo la gita. Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita.
RIT:
Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia dove la notte è buia buia buia. Tanto che chiudi le palpebre e non le riapri più. Vieni a ballare e grattati le palle pure tu che devi ballare in Puglia Puglia Puglia dove ti aspetta il boia boia boia.
Agli angoli delle strade spade più di re Artù, si apre la voragine e vai dritto a Belzebù. O Puglia Puglia mia tu Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via e subito penso che potrei morire senza te. E subito penso che potrei morire anche con te.
Torna A Casa Lassie - di Ivan Graziani
Giulio, mi hai fatto pena quella notte, te lo giuro mi si è stretto il cuore quando ti ho beccato mentre tentavi di rubarmi l’autoradio in un parcheggio custodito da un custode addormentato, eri proprio tu. Giulio e mi hai sorriso, quando al chiaro della luna mi hai riconosciuto, ti dirò come eri cambiato con il petto tatuato, pochi denti e niente carne un cane randagio dal padrone abbandonato, poveretto te. Oh, Giulio ritorna a casa, forse la città non è per te qualcuno ti ha raccontato un bugia, non voltarti indietro a guardare la tua coda e scappa via.
Perciò, ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui. Ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui.
E andiamo a bere dai, vecchio amico del cuore è tanto tempo che non ci sbronziamo insieme ma tu, per non starmi a sentire hai litigato col cameriere brutta storia, un feroce calabrese finché in faccia non le hai prese, poveretto te. Oh, Giulio ritorna a casa, forse la città non è per te qualcuno ti ha raccontato un bugia, non voltarti indietro a guardare la tua coda e scappa via.
Perciò ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui. Ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui.
Giulio, che dovevo fare, quando lì sul marciapiede ti ho visto sanguinare? Una farmacia siamo andati a cercare ma appena in centro tu mi hai detto: "Sto proprio male, mi distendo sul sedile le insegne accese sono lì, io ti aspetto qui" Giulio, quando son tornato il sedile era vuoto e tu te n’eri andato e l’autoradio mi avevi rubato povero Giulio tatuato, cane randagio maltrattato povero Cristo, povero amico disperato, poveretto te. Oh, Giulio ritorna a casa, forse la città non è per te qualcuno ti ha raccontato un bugia, non voltarti indietro a guardare la tua coda e scappa via.
Perciò ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui. Ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui.