Astro-fisica

"HAI VINTO, GALILEO"(KEPLERO): UNA SCOPERTA DECISIVA. "SIDEREUS NUNCIUS": CON UNA "COMETA" E’ ARRIVATA LA VITA SULLA TERRA. Finalmente, "NATALE"!!!

giovedì 14 dicembre 2006.
 


SPAZIO: NELLE COMETE LA CHIAVE DELL’ORIGINE DELLA VITA *

ROMA - Che a portare la vita sulla Terra fossero state le comete si pensava da tempo, nel marzo 1986 l’incontro ravvicinato della sonda europea Giotto con la cometa di Halley aveva aumentato il sospetto, ma adesso è certezza. Lo ha dimostrato, in una serie di sette articoli (tre dei quali a firma italiana) pubblicati questa settimana sulla rivista Science, la squadra internazionale che nei grani di polvere della cometa Wild-2 ha scoperto molecole come le ammine e lunghe catene carboniose, che sono l’ossatura delle grandi molecole organiche, come il DNA che contiene il codice della vita.

A catturare la ’polvere di stelle’, il 2 gennaio 2004, (un centinaio di grani, ognuno più piccolo di un millimetro, ma dal valore inestimabile) è stata la sonda della NASA Stardust, dopo aver percorso 4,6 miliardi di chilometri in 7 anni. I grani di polvere che ha strappato alla coda della cometa Wild-2 sono gli unici campioni provenienti dal Sistema Solare portati sulla Terra dopo le rocce lunari, trasportate nel 1972 dall’Apollo 17. In dieci mesi di lavoro intenso una cinquantina di ricercatori in tutto il mondo hanno analizzato i cento grani della cometa. Per l’Italia hanno partecipato alla ricerca l’osservatorio di Capodimonte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’università Parthenope di Napoli e l’università di Catania. Grazie a un sofisticato laboratorio nel quale sono riprodotti in miniatura processi che avvengono nello spazio e che permettono di ottenere così materiali come grani di cometa artificiali, "la competenza del gruppo italiano è riconosciuta a livello internazionale da quasi 20 anni", ha detto il direttore dell’osservatorio di Capodimonte, Luigi Colangeli.

Quello che abbiamo scoperto "é una conferma diretta della teoria secondo la quale molecole portate da comete siano alla base dell’origine della vita sulla Terra", ha detto Alessandra Rotundi, dell’università Parthenope di Napoli, che ha coordinato il gruppo italiano. E’ una teoria nata nei primi del ’900 e avvalorata dalle osservazioni fatte nella missione Giotto, ’’ma questa volta abbiamo toccato con mano che nella polvere di una cometa ci sono molecole organiche". E che le comete abbiano portato la vita sulla Terra sembra un’ipotesi tanto più fondata considerando i tempi rapidi in cui é comparsa la vita. E’ noto, ha detto Alessandra Rotundi, che "un grande bombardamento di comete ha colpito la Terra 3,9 miliardi di anni fa", una Terra ancora giovane, formata da nemmeno un miliardo di anni. La pioggia di comete, inoltre, ha colpito una Terra allora inospitale per la vita. "Eppure - ha aggiunto - le prime forme di vita delle quali sono state scoperte tracce nelle rocce risalgono a 3,8 miliardi di anni fa". Vale a dire che in poche decine di milioni di anni la situazione sulla Terra è cambiata radicalmente e tempi così rapidi si possono spiegare solo con l’ipotesi che a portare gli ingredienti fondamentali alla vita sono state le comete.

Per Alessandra Rotundi vedere le molecole organiche nella polvere di cometa è stata un’emozione, "paragonabile a quello che ho provato dal primo momento in cui ho avuto i campioni in mano". Certamente, ha aggiunto, "vedere il primo spettro che ci indicava la presenza di molecole organiche" è stata un’esperienza unica, anche se in ogni momento la prudenza era d’obbligo. "L’importante - ha concluso - è non scoraggiarsi. Come è accaduto con quel grano di polvere arrivato per posta in un pacchetto. Alla dogana lo avevano aperto e la particella si era spostata dalla posizione che doveva avere. Risistemarla sul supporto è stata davvero un’impresa...".

* ANSA 2006-12-14 15:41.



La prova definitiva dalla polvere di Wild-2 raccolta dalla sonda. Stardust lo scorso gennaio. Il ruolo di tre osservatori italiani

La vita sulla Terra giunta dallo spazio in una cometa i mattoncini del Dna

di LUIGI BIGNAMI *

DA MOLTO tempo si ipotizzava che le comete possono essere i veicoli che trasportano la vita. Ora c’è una prova definitiva e l’hanno scoperta i ricercatori che stanno studiando la polvere della cometa Wild-2, che è stata riportata a Terra dalla sonda della Nasa Stardust lo scorso gennaio. All’interno dei grani sono state scoperte dai ricercatori gli ingredienti fondamentali per la vita. Si tratta dei mattoni che servono per la costruzione delle complesse molecole organiche, come il DNA, ad esempio, che racchiude il codice genetico.

In altre parole se quel materiale cadendo su un pianeta simile alla Terra trovasse le condizioni per evolversi in molecole più complesse esso potrebbe dare origine agli elementi fondamentali per innescare l’evoluzione della vita. Per questa scoperta, pubblicata questa settimana sulla rivista Science, l’Italia ha avuto un ruolo molto importante con l’Osservatorio di Capodimonte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Università Parthenope di Napoli e l’Università di Catania.

I ricercatori sostengono che questa è la prima concreta evidenza a sostegno dell’ipotesi secondo cui la vita sulla Terra è giunta dallo spazio e che siano stati corpi celesti come le comete e gli asteroidi a trasportarla fin qui. Un’ipotesi che prende il nome di panspermia. "Nei grani di polvere della chioma della cometa, ciascuno molto più piccolo di un millimetro, sono state trovate tracce di ammine e molecole costituite da lunghe catene ricche di carbonio che è l’elemento fondamentale su cui si basa la vita", spiega Luigi Colangeli, Direttore dell’Osservatorio di Capodimonte.

Ma le novità che giungono dallo studio dei granuli della cometa non si fermano qui. Sono stati trovati infatti, minerali silicatici ossia minerali composti da ossigeno e silicio più altri minerali vari in forma cristallina. "Poiché il materiale delle comete è il più antico del sistema solare i silicati dovrebbero, secondo le ipotesi correnti, trovarsi in forma amorfa e non cristallizzata. Questa scoperta fa ipotizzare che il materiale che compone le comete deve essere stato in qualche modo elaborato o da un meccanismo al momento sconosciuto o a causa dell’avvicinamento della cometa al Sole che scaldando il materiale lo ha cristallizzato", spiega Colangeli. Ciò costringerà a rivedere o a modificare le teorie sulla formazione dei sistemi planetari.

Le decine di grani di polvere integri che la sonda Stardust ha catturato dalla coda della cometa il 2 gennaio 2004 con una speciale "racchetta" di aerogel (una sostanza porosa e dall’aspetto lattiginoso estremamente leggero) sono stati analizzati negli ultimi dieci mesi da una cinquantina di laboratori in tutto il mondo, organizzati in cinque gruppi chiamati Pet (Preliminary Examination Team). Dei grani riportati a Terra il 15 gennaio 2005, 7 sono stati analizzati dai ricercatori italiani, coordinati da Alessandra Rotundi, dell’università Parthenope. Questo materiale è l’unico che è stato riportato a Terra dallo spazio dopo le rocce lunari, trasportate nel 1972 dall’Apollo 17.

L’entusiasmo della scoperta ha portato all’idea di una nuova missione: raggiungere un asteroide, campionarlo e riportare a Terra il materiale prelevato. L’ambizioso progetto è stato annunciato da John Brucato, dell’osservatorio di Capodimonte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e presidente della Società Italiana di Astrobiologia, il quale sottolinea che per il momento la missione è solo un’idea che i ricercatori intendono presentare all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel giugno 2007, nell’ambito del programma Cosmic Vision, ma che sperano si realizzi nel prossimo decennio.

Intanto la scoperta delle molecole organiche nella coda di Wild-2 ravviva ancor più le aspettative della missione dell’Agenzia Spaziale Europea "Rosetta", che è in viaggio verso la cometa 67 P/Churyumov- Gerasimenko, sulla quale, nel 2014, farà atterrare un robot che scaverà tra i suoi ghiacci e analizzerà sul posto il materiale estratto. Le sorprese non mancheranno.

* la Repubblica, 14 dicembre 2006


Sul tema, nel sito, si cfr.:

IL "SIDEREUS NUNCIUS": UNO SHOCK, IERI E (ANCORA) OGGI. L’annuncio stellare (1610) di Galileo Galilei, l’alba di una nuova visione del mondo.

HAI VINTO, O GALILEO! L’elogio "laicista" di Piergiorgio Odifreddi diventa per Michele Smargiassi (seguendo De Santillana) un "Hai vinto, Vaticano"!!!

FLS


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